23:15 - Dactyl


23:15 – Dactyl

L'atmosfera in casa di Andrea divenne tristemente dolorosa. Mentre Giulia cercava di essere consolata dai genitori, si capì subito che tentare di nascondere la realtà con sorrisi e discorsi spensierati, non era possibile. Ma allo stesso modo, era inutile perdersi nella disperazione tentando soluzioni estreme come sarebbe stato istintivo fare. La migliore amica di Giulia non era riuscita a resistere. Altre persone in quel periodo, optarono per la stessa fine. A milioni si contano le ondate di suicidi e omicidi. Era comprensibile. Non tutte le menti umane riuscivano ad accettare la realtà dell'Ultima Notte.

Paolo si avvicinò alla sua amica e la strinse in un intenso abbraccio mentre lei non riusciva a smettere di piangere. << Perché non è riuscita a resistere? Perché? >> continuò a ripetere lacrimando. Lui volle rispondere, o meglio avrebbe voluto ma non riuscì a trovare le parole giuste. Jessica si avvicinò e abbracciò quella che qualche ora prima era una perfetta sconosciuta.

Quando dal silenzio si tornò timidamente a dialogare, l'aria lentamente si fece meno pesante. Vari cenni di sorriso furono la dimostrazione che nessuno, in quella casa, aveva intenzione di mollare. Mesi prima fecero una scelta: continuare a vivere in tutta serena tranquillità fino all'Ultima Notte. Non potevano lasciarsi andare proprio ora.

La cena si poté dire conclusa. Mentre si sparecchiava la tavola, Paolo passò dalla camera di Dario dove Giulia aveva chiesto di rimaner sola. Quando aprì la porta, vide la ragazza distesa a pancia in giù che respirava con una certa fatica: piangeva ancora. << Ehi >> disse con tono soave sedendosi sul letto affianco a lei.

<< Piccola, mi spiace davvero che la tua amica non abbia avuto le forze di continuare >>. Si voltò e lo guardò con occhi gonfi e rossi. << Sai, purtroppo non tutti riescono ad accettare un destino simile ed il fatto che noi riusciamo a continuare a vivere con serenità, è davvero incredibile

se non impossibile >>. Giulia tirò su il naso e si sedette a gambe incrociate. Poi prese il cuscino e l'abbracciò. << Non doveva finire così >> disse respirando come se avesse l'asma; << Non meritava di morire >>. Il ragazzo le accarezzò la testa dolcemente << Nessun essere umano merita di morire per mano propria ne per mano di altri. Abbiamo avuto la fortuna di fare parte di questo mondo >>. Gli arrivò un messaggio sul telefonino ma fece finta di nulla. << Ora dobbiamo vivere la nostra vita fino all'ultimo respiro, finché Dio vorrà >> concluse Paolo provando a sorridere. Giulia lo guardò ma non riuscì a resistere: tornò a piangere ma questa volta abbracciò il suo amico.

Dopo lo sfogo della ragazza, venne finalmente convinta a tornare in sala dagli altri. Fu in quel momento che Paolo diede uno sguardo veloce al messaggio ricevuto qualche istante prima: era da parte di Marika. "Guarda la TV! Dactyl sta arrivando!".

Corse ad avvisare gli altri. Subito l'agitazione prese il sopravvento. Andrea accese immediatamente il televisore e tutti quanti accorsero in sala. L'inviata speciale del Telegiornale edizione straordinaria, era in preda al panico. Trasmettevano in diretta da Canberra da più di 24 ore. << La gente è in preda al terrore! Qui è il caos! >> commentava disperata. Paolo appoggiò il braccio intorno a Jessica mentre insieme guardavano a bocca aperta la televisione. << Ormai mancano pochi minuti alla catastrofe. Dactyl è in anticipo >>. Per le strade di Canberra, il panico dominava sovrano. Una vibrazione destò Paolo in quel momento. Qualcuno lo stava cercando al cellulare. Jessica lo guardò. << E' una videochiamata >> disse sorpreso. Ma quando vide lampeggiare la scritta "Vera" sullo schermo del telefonino, deglutì preoccupato: << O mio Dio è Veronica! >>. L'amica di Paolo era una sedicenne di Sassari. Allegra, e spensierata, tutti la chiamavano Vera dove il soprannome andava e sottolineare la sua sincerità e lealtà nei confronti degli amici. Lei adorava scrivere e leggere. Amava ogni genere letterario e poneva all'apice dei suoi scrittori preferiti Antonio Satta. Aveva anche la passione nello spostarsi di continuo trascinando i suoi genitori, adulti instancabili, in giro per il mondo. Come ultima meta aveva scelto l'Australia, più precisamente Sidney.

<< Pronto >> rispose Paolo con un filo di voce. Dall'altra parte si materializzò la figura di una ragazza mora dal viso delizioso ma preoccupato. << Paolo! Paolo! Riesco a vederlo! Riesco a vederlo! >> urlava in preda al panico la ragazza. La gente presente in sala non sapeva se guardare la videochiamata o la televisione con l'inviata che piangendo come una disperata, scappava alzando di continuo lo sguardo al cielo. << Ti prego tranquillizzati! Non fare così! >> disse il ragazzo cercando di calmare l'amica. Lei si affacciò dalla finestra di quello che pareva un albergo. Poi alzò lo sguardo verso l'alto. Intanto in televisione, il cameraman posò la sua telecamera per terra e scappò via. Una moltitudine di persone correva in ogni direzione. All'improvviso la strada cominciò a vibrare: un'ombra si stagliò sulle pareti dei palazzi oscurando tutto: la luce del Sole sparì improvvisamente. Paolo continuò a guardare il suo telefonino. Anche il volto della sua amica venne invaso da un'ombra. Le pareti della stanza stavano tremando. << E' lui! E' arrivato! Mi dispiace. Credevo di essere forte ma non riesco. Non riesco a resistere. Perdonami! >>. Il ragazzo sentì il suo cuore rimbalzargli in gola. Gli si gelarono le vene quando vide Veronica issarsi sul parapetto della finestra. << O no Vera. Che cosa fai? No! Aspetta. Non farlo! >>. Lei come risposta sorrise. << Ti voglio bene >> disse la ragazza mentre una lacrima le scese dal suo volto liscio. Poi posò il videofonino in modo tale che si vedesse il panorama che la finestra offriva: Sidney e la sua baia. Pareva fosse una cartolina. Improvvisamente, la sagoma di Veronica sparì al di sotto del parapetto. Paolo gridò con occhi lucidi mentre un urlo, quello della sua amica, accompagnava la caduta. Poi il nulla. Di sottofondo si sentiva la gente disperata per le strade. L'ombra minacciosa si fece sempre più marcata sia quella ripresa dalla TV, sia quella presente sul mare di Sidney nel telefonino: Paolo non aveva la forza per chiudere la videochiamata. Un rumore assordante invase le casse del televisore mentre il cellulare vibrava per via di quello che pareva essere proprio lo stesso rumore. Infine la diretta TV s'interruppe nello stesso momento in cui il telefonino di Paolo divenne muto. << Messaggio gratuito: la chiamata è stata interrotta per problemi di

connessione >>. L'avviso continuava a ripetersi. Jessica vide il suo fidanzato immobile. Le lacrime cadevano dal suo volto sempre di più.

Dactyl aveva colpito.

Dactyl promise ciò che gli astronomi avevano potuto solo ipotizzare.

Ma si portò via tante, troppe persone, tra cui Veronica. Perché proprio questa fine? Perché proprio nel 21° secolo doveva svolgersi un evento del genere? Nessuno era pronto in cuor suo per accettare un destino così nefasto. Nessun essere umano di qualsiasi epoca ci sarebbe riuscito.

Il silenzio tornò a dominare in sala.

Gli adulti cosi come i ragazzi, non dissero nemmeno una parola da quando la televisione fu spenta. Poi ci fu un tentativo dei genitori di Paolo di avvicinarsi al figlio ma proprio in quel momento, il telefonino suonò nuovamente. Con gran fatica, il ragazzo visibilmente ancora sconvolto, lesse il messaggio: " Ehi Paolo, quand'è che tu e Jessica tornate in campeggio? Io ti devo parlare..Marika ".

Fu così che la coppia decise di tornare dagli amici. I genitori salutarono i propri figli. << Allora ci vediamo alle 3 in spiaggia! Fateci sapere ogni vostro minimo movimento >> disse Daniela premurosa come sempre. Poi ci furono i saluti: un misto di baci, abbracci e pianti. Graziano diede le chiavi dell'auto al figlio. La coppia di fidanzati uscì di casa tra i saluti degli amici e dei loro famigliari. 

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