CAPITOLO 20- Partenze improvvise
Il sole era appena spuntato dell'orizzonte e il gran giorno di Liv era arrivato con lui.
Era emozionata all'idea di sostenere l'amica in questa cosa, tanto da essere già lì con lei prima dell'alba.
Erano nella sua stanza, si stavano vestendo e intanto Liv le spiegava la cerimonia.
Si osservò tramite un pezzo di vetro che aveva in stanza.
Indossava un abito rosso, lungo fino ai piedi con una sottoveste bianca che si intravedeva dalle maniche.
Ai polsi aveva dei lacci, richiamavano quelli della cintura nera che aveva in vita.
I suoi lunghi capelli biondi risaltavano la sua figura snella.
Si voltò verso Liv per vedere cosa stava facendo, stava sistemando gli ultimi dettagli.
La ragazza aveva un abito bianco, era stretto in vita e ricadeva sul terreno con una gonna larga.
I suoi occhi erano truccati per l'occasione con una polvere nera, i suoi capelli erano sciolti lungo la schiena.
《La cerimonia nuziale è l'ultima occasione li porterò non legati e non coperti.》
Liv le indicò la corona nuziale posta sul tavolino.
《Questo è un cimelio di famiglia, è stato custodito dai miei parenti e lo indosserò solo durante le feste nuziali.》
Si avvicinò e la prese in mano per dare un'occhiata più da vicino: il copricapo era fatto d'argento, il particolare più evidente erano le punte che terminavano in foglie di trifoglio e fiori, addobbate con nastri di seta rossi e verdi.
Liv fece qualche passo verso di lei fino ad affiancarla, allora si girò e le mise la corona nuziale.
《Sei bellissima Liv.》
Le diede un abbraccio e l'amica ricambiò con un sorriso.
《Adesso è meglio se andiamo, facciamo tardi sennò, non voglio fare aspettare troppo Hjalmar.》
Detto questo si incamminarono verso l'entrata della foresta dove avevano fissato con le altre donne.
Appena arrivarono rimasero entrambe sorprese dal lavoro che avevano fatto le shieldmaiden quella mattina.
Avevano addobbato con fiori tutto il sentiero verso il luogo sacro, dove si sarebbe tenuta la cerimonia.
Si posizionò davanti a Liv nel corteo nuziale, composto da tutte le donne del villaggio.
In testa ad esso c'era un giovane dai capelli neri, era stato incaricato da Igor di portare la spada che lei avrebbe donato al suo futuro marito.
Precedettero con piccoli passi lungo la via, nel frattempo alcune shieldmaiden intonarono un canto tradizionale.
Le note risuonarono tra gli alberi, come per rimanere lì impresse.
Una volta arrivati, la colpì la lunga distesa di petali lungo tutta la strada per arrivare all'altare di pietra.
Davanti a esso c'era Hjalmar, notò che i suoi occhi stavano brillando, soprattutto appena vide il corteo.
Indossava abiti semplici, esibiva la sua spada davanti al corpo e la mano sinistra teneva un martello, in onore del dio Thor, come simbolo di fermezza nel prendersi l'incarico di dar vita a una nuova famiglia.
Accanto a lui c'era Asger, osservò la sua veste scura e la sua attenzione si posò sulle spade che aveva alla cintura.
Una in particolare aveva l'elsa dorata e sembrava molto affilata.
Le donne davanti a lei si erano già accostate ai lati, mentre lei proseguì fino all'altare.
Poco dopo Liv fece la sua comparsa, Hjalmar sorrise alla sua vista, come il primo giorno che li aveva guardati da lontano e lei ricambiò con la stessa energia.
"Si vede che la ama con tutto il suo cuore, sono contenta per lei. Le auguro il meglio."
Le uscì una piccola goccia che le bagnò il viso, se l'asciugò subito con la mano per non continuare a piangere.
Liv fu ben presto vicina a Hjalmar, così potè iniziare la prima parte della cerimonia che consisteva nell'invocazione degli Dei attraverso un sacrificio, come le aveva spiegato l'amica.
L'animale doveva essere appropriato alle divinità della fertilità, quindi nell'angolo alla sua destra vide in un recinto di legno: una capra per Thor, una scrofa per Freya, un cinghiale e un cavallo per Freyr.
Il sacerdote si avvicinò a essi, aprì il cancello ed entrò.
Prese il primo animale dalla corda a cui era legato, lo portò sull'altare davanti agli sposi e lo legò di nuovo.
Sopra la pietra c'era un coltello affilato per l'occasione, l'afferrò e recise con fermezza la gola dell'animale.
Raccolse il sangue in una ciotola consacrata, che venne quindi posta sull'altare.
Afferrò un mazzetto di ramoscelli d'abete bagnato e lo immerse in quella scodella.
Schizzò con esso la coppia nuziale e i loro ospiti più vicini.
Il vestito di Liv si colorò con piccole macchie rosse, mentre sul suo non si notò la differenza dato che era proprio di quella tonalità.
Subito dopo, Hjalmar doveva dare a Liv la spada dei suoi antenati, che aveva recuperato durante la cerimonia di preparazione alle nozze.
Rappresentava il trasferimento della potestà paterna e del compito di proteggerla, dal padre al nuovo marito.
Il ragazzo, che prima era in cima al corteo, si avvicinò a Liv e le porse la spada.
Lei la donò al suo sposo, simboleggiava la tradizione della famiglia e la continuazione della linea di sangue.
Dopo lo scambio il sacerdote diede il permesso di scambiarsi gli anelli. Entrambi vennero offerti sull'elsa della nuova spada dello sposo.
Il religioso si schiarì la gola poi prese parola, facendosi udire da tutti i presenti.
《La sovrapposizione di spada e anelli ribadisce quanto è vincolante il giuramento che pronuncerete, rappresenta una minaccia per chiunque oserà infrangerlo.》
Hjalmar annuì, seguito a ruota da Liv, poi le mise l'anello e lei fece altrettanto.
Unirono le mani sull'elsa della spada, Hjalmar pronunciò così i suoi voti.
《La vita al tuo fianco sarà ricca d'amore e mi dedicherò alla famiglia.
Prometto di non dimenticare mai come abbiamo iniziato e permetterò a quella sensazione amorevole di portarci fino alla nostra fine.
Il mio desiderio per te, non sempre è visibile attraverso la nebbia del quotidiano, ma sarà sempre lì.
Sei una spalla su cui appoggiarmi, una mano da tenere quando mi sento perso, un cuore caldo che si prende cura di me in ogni singolo istante.》
Liv lo guardò con le lacrime agli occhi, poi tra un singhiozzo e l'altro disse i suoi.
《Prometto di mettere sempre al primo posto il nostro amore, giuro di onorarti finché il mio cuore esalerà l'ultimo battito.
Il giorno in cui ti ho incontrato è stata impostata la tinta della mia vita, l'hai resa come un arcobaleno perché sei l'uomo della mia vita.》
Una volta sentite le parole di Liv, Hjalmar si commosse e le diede un lungo bacio.
Le donne in prima fila li applaudirono seguiti dagli altri, poi gli sposi si separarono.
Come le aveva spiegato Liv, dopo la cerimonia iniziava la corsa della sposa.
Si divisero in due gruppi quello della sposa sulla destra e quello dello sposo sulla sinistra.
Liv diede uno sguardo di sfida a Hjalmar, poi spiegò le regole.
《Il gruppo perdente, cioè quello che raggiunge per ultimo la sala in cui si svolge la festa, servirà da bere all'altro per tutta la notte.》
Tutti annuirono e Igor diede il via alla gara con un cenno della mano.
Gli invitati iniziarono a correre, alcune donne spintonarono i vicini per arrivare prima.
Mise tutta la forza nelle gambe che aveva per non essere da meno.
Notò Asger in cima al gruppo e si diede uno slancio in avanti per superarlo.
La corsa si fece agguerrita dato che nessuno voleva perdere, molti però si arresero subito lungo il tragitto e si misero a camminare.
"Non farò come loro, devo arrivare in fondo."
Vide le capanne in lontananza e aumentò il passo.
Mancava poco all'arrivo, Asger era ancora davanti a lei ma lo vide rallentare.
Colse l'occasione per superarlo, notò che non c'era nessun altro quindi corse più veloce per tagliare il traguardo.
Affannata, con il respiro corto toccò il punto indicato dalla linea rossa verticale sulla porta della capanna.
Subito dopo di lei arrivò Asger, le fece un sorriso come a schernirla.
《Ho rallentato apposta per farti vincere.》
Gli diede un leggero pugno sul braccio, lui si mise a ridere.
《Non è vero, ho vinto con le mie sole forze.》
Asger rise ancora più forte, così contagiò anche lei.
Li raggiunsero anche gli altri, chi prima chi più tardi.
Le shieldmaiden appena videro che il loro gruppo aveva vinto urlarono in coro, deridendo poi gli uomini.
Hjalmar sembrava spaesato, si avvicinò a lei e preoccupato le sussurrò all'orecchio.
《Dov'è Liv? Non riesco a trovarla. Era dietro di me nella foresta e poi non l'ho più vista.
Ho provato a guardarmi intorno ma niente.》
Ci pensò un attimo e poi gli rispose a bassa voce.
《Non ne ho idea. Andiamo a cercarla insieme, aspettiamo a dirlo agli altri potrebbero preoccuparsi per nulla. Magari ci sta raggiungendo... o almeno spero sia così.》
Hjalmar parlò con Asger, che era lì vicino e gli comunicò il problema, quest'ultimo annuì e radunò tutti gli invitati dentro la sala.
Il ragazzo poi la raggiunse e le fece cenno di seguirlo.
Si addentrarono nella foresta in cerca di Liv, la vegetazione in quel punto era più folta considerando che era fuori dal sentiero.
Una figura tra gli alberi attirò la sua attenzione, così diede una gomitata a Hjalmar per farla vedere anche a lui.
《Raggiungiamola, così vedremo più da vicino se è lei.》
Fecero qualche passo verso di essa, non si muoveva ma si riusciva a distinguere la sua veste.
《Liv. Che ci fai qui?》
La ragazza si girò e perplessa si guardò intorno, poi sussurrò con la voce mozzata.
Notò che aveva le lacrime agli occhi e non sapeva che fare.
《Stavo correndo per raggiungere il traguardo come voi, ma a un certo punto ho visto un corvo nero. Mi ha guardata come a dirmi di seguirlo e poi è volato via.
Volevo saperne di più, così gli sono andata dietro, ma poi è sparito all'improvviso e al suo posto c'era un lupo.
Appena ho visto dove ero mi è preso un attacco di panico, sapete questo è il posto dove abbiamo seppellito le ceneri di mia madre.
Non so il motivo per cui mi hanno portato qui quegli animali, ma ho rivisto i momenti che ho passato con lei, oltre che la sua morte.
È stato doloroso per me riveverli, dopotutto resta ancora una ferita aperta.》
Si accasciò al suolo e altre gocce solcarono il suo volto.
Hjalmar corse da lei e l'abbracciò stretta, come a volerla calmare.
《Ti capisco amore, so che ti fa male ma lascia che ti aiutiamo a superarlo.》
Si affiancò a Hjalmar e gli mise una mano sulla spalla.
《Noi ci saremo per te, sfogati pure.》
Liv singhiozzò e si asciugò gli occhi con il dorso della mano, poi abbassò la testa.
《Mi sento in colpa tuttora per la sua morte, non dovevo lasciarla sola. Sento di non aver fatto abbastanza per lei, di averla delusa.
Mi spiace che non sia qui con me adesso, vorrei tanto stringerla forte e non lasciarla andare via.》
Hjalmar mise una mano sulla sua guancia e le alzò il volto per vederla meglio.
《Ti assicuro che sarebbe fiera di te, soprattutto in questo giorno.
La donna che sei diventata è forte e ispira molte altre a seguire il tuo esempio.
Non puoi incolparti per una cosa che non dipendeva da te, devi vivere la tua vita. Io ti sosterrò in ogni istante per ricordarti quanto vali.》
Liv annuì e si rasserenò con le sue parole.
《Grazie a entrambi per il sostegno, mi sento meglio. Adesso torniamo alla festa, ci staranno cercando.》
L'aiutarono ad alzarsi, dandole una mano ciascuno, poi tutti insieme tornarono al villaggio.
Una volta arrivati davanti all'entrata della sala, Hjalmar la fece passare ma impedì l'accesso, con la sua spada posta di traverso all'ingresso, a Liv.
《Sbaglio o devo accompagnarti, assicurandomi che tu non inciampi sulla soglia.》
《È solo superstizione molto diffusa, non ci credo molto. Comunque mi fa piacere che ti preoccupi per me.》
Hjalmar fece spallucce poi la fece passare prendendole il braccio sinistro.
Come prima cosa vide che Hjalmar, una volta entrato, conficcò la sua spada in una delle colonne portanti della casa.
Liv le aveva spiegato quella mattina che quest'usanza si ricollega alla tradizione del barnstokkr, l'albero sacro della famiglia, era una dimostrazione di virilità e la fortuna della coppia si sarebbe tradotta in una abbondanza di figli generati da quell'unione.
Hjalmar si unì a Liv, al centro della sala nella bevanda nuziale.
Quest'ultima versò l'idromele del barile posto a terra nella coppa del marito.
Essa era munita di manici a forma di teste di animale e alcuni simboli sacri, recitò anche dei versi.
Ricevendola dalle mani di Liv, Hjalmar la consacrò a Thor tracciandoci un martello con la punta di una delle dita della mano destra.
《Brindiamo a Odino, che consacri il nostro matrimonio.》
Alzò la coppa, poi fece un sorso e quindi la ridette alla sua sposa.
《Brindiamo anche a Freya che benedica la nostra casa e i nostri figli.》
Bevve anche lei l'idromele, riaffermando ancora una volta quella parentela acquisita.
Hjalmar sorrise e annunciò, battendo sul tavolo, a tutti i presenti la notizia.
《Adesso siamo diventati una sola persona agli occhi della legge e degli Dei.》
Si misero tutti a sedere, seguendo l'esempio degli sposi e il sacerdote passò a benedire il ventre di Liv, consacrandolo al dio Thor.
Si avvicinò e posò un martello sul grembo della sposa e poi invocò la dea Frigga.
Tra brindisi e balli la serata passò in fretta e Hjalmar a un certo punto si alzò in piedi.
Si girò verso Liv, le disse qualcosa all'orecchio e lei uscì dalla sala subito dopo.
Il ragazzo poi fece un cenno ad Asger, quest'ultimo comunicò un ordine ai suoi guerrieri.
Quest'ultimi si diressero verso lo sposo e richiamarono l'attenzione dei presenti.
《È arrivata l'ora di consumare il matrimonio, la mia sposa mi sta aspettando. Ringrazio tutti per la presenza.》
Detto questo alzò la coppa bevve un sorso e lasciò la stanza seguito dai guerrieri.
Asger colse l'occasione per prendere la parola, doveva comunicare una cosa importante quindi salì su una panca.
《Questa mattina mi è arrivata notizia che la capitale del regno dei Franchi Occidentali, Parigi, potrebbe essere una ricca fonte per i nostri commerci.
Direi di spingerci al più presto in quella zona, alcuni esploratori si sono diretti là e hanno riportato monete d'argento.
So che non vi aspettavate di ripartire così presto, ma questa è davvero un'ottima occasione per espanderci.》
I guerrieri si guardarono tra loro, poi annuirono all'idea.
Entusiasti si misero a cantare a squarciagola, alcuni di loro erano anche ubriachi da quanto idromele avevano bevuto.
Asger scese dall'asse di legno e si accostò a lei.
《Che ne dici se torniamo alla mia capanna? Tanto la festa è finita ormai.》
Lo scorse negli occhi e vide in essi la stanchezza della giornata, così gli prese la mano e lo seguì.
***
Tutto intorno a lei era buio, a un certo punto una fiaccola illuminò la zona sotto ai suoi piedi.
Trattenne un grido e lo soffocò in gola, deglutì e poi si osservò intorno.
Notò molte piume nere, alcune di esse erano ricoperte di sangue, altre invece erano spezzate.
La cosa che più la terrorizzò furono i loro occhi rossi rovesciati all'interno, oltre che ai cadaveri di soldati, le cui ossa erano sparse per il terreno.
Si svegliò di soprassalto, corse alla finestra e fece dei respiri profondi.
Si voltò e notò solo allora Asger preoccupato accanto a lei.
《Il solito incubo?》le chiese mettendole la mano sulla sua.
《Si più o meno è sempre quello. C'è un elemento ricorrente che non mi lascia dormire.》
《Posso chiederti qual'è?》
Sospirò e decise di rivelargli tutto quanto, voleva ricevere un suo parere.
《Dei corvi neri insieme a corpi decomposti. Non so se è un cattivo presagio oppure mi vogliono comunicare qualcosa. Secondo te che significa?》
Asger ci pensò con attenzione, poi si strofinò il mento.
《È il simbolo sacro di Odino, quest'ultimo ha infatti due corvi, Huginn e Muninn.
Li libera al sorgere del Sole perché volino per il mondo, poi tornano alla sera e si appoggiano sulle spalle del dio, sussurrandogli le informazioni e i segreti che hanno carpito durante il giorno.
Quindi forse è proprio lui che ti vuole mandare un messaggio.》
Prese fiato poi continuò a parlare, spiegandole il loro significato.
《Possono dire crudeltà ed educazione, ma in questo caso ritengo che sia la prima. Spesso è anche associato alla morte.》
Preoccupata si strinse le braccia al petto, Asger si avvicinò e le mise una mano sulla spalla.
《È solo un presagio, non è detto che accadrà.》
《Lo spero proprio. Il fatto è che mi mette i brividi anche solo a ripensarci.》
Comprensivo della cosa, l'abbracciò e lei ricambiò.
Rimasero in quella posizione fino a che non sentirono bussare alla porta al piano di sotto.
Si guardarono per un secondo, poi si avviò verso l'entrata.
《Vado a vedere chi è.》
Asger la seguì a ruota, scesero le scale insieme e aprirono.
Davanti a loro si trovarono Jonathan e Igor, il primo era con la mano pronta per battere di nuovo sulla porta.
《Che succede?》
Asger li guardò preoccupato, forse si aspettava cattive notizie.
《Ci sono state delle sommosse cattoliche in Inghilterra e sono sfociate in violenza.
I popolani dei villaggi vicini hanno fomentato tutto ciò, i re inglesi attuali danno la colpa a noi per averli istigati.
Io proporrei di intervenire per fermare tutto questo e affermare la nostra supremazia.
Prendere le redini del Paese sarebbe un grosso vantaggio per noi, sia per quanto riguarda gli uomini sia per le ricchezze che ne deriverebbero.》
Asger ci riflettè, poi si grattò la testa con la mano destra e decise cosa fare.
《Sono d'accordo, manderò una parte dei guerrieri laggiù, mentre i restanti verranno con me a Parigi.
Jonathan, vuoi andare tu con loro per guidarli?》
Jonathan annuì, poi diede una pacca sulla spalla all'amico, poi la guardò negli occhi.
《Accetto volentieri, mi mancano le avventure in Inghilterra. Sono rimasto solo per te, Brynja. Siamo i soli sopravvissuti della banda e farò in modo di tornare qua una volta fermata la rivolta.
L'adrenalina che provo mentre combatto al vostro fianco è pari alla mia voglia di esplorare.
Sono pronto a partire anche oggi stesso per aiutarvi.》
Si avvicinò a lui e gli diede un abbraccio.
《Lo stesso vale per me. Sarò qui quando ricomparirai in queste zone.》
Jonathan sorrise sia a lei che a Asger, quest'ultimo poi prese parola.
《Informerò subito i guerrieri e già da domani potrete essere in mare. È meglio agire in fretta. Igor precedimi, ti raggiungo tra poco.》
Igor e Jonathan si avviarono verso la tenda del consiglio, lasciandoli soli.
Una goccia cadde sul suo viso, seguita da altre più o meno grosse.
Il cielo si era oscurato a causa delle tante nuvole grigie presenti.
Asger alzò lo sguardo verso l'alto e presto i loro vestiti si ammollarono, dato che piovve più forte.
《Adesso devo seguire gli altri, aspettami qui tornerò presto.》
Le diede un bacio sulla guancia e poi uno sulla bocca, lei ricambiò.
《Ti amo.》
Asger sorrise alla sua affermazione e le rispose con dolcezza.
《Anche io ti amo.》
Detto questo si incamminò verso la capanna del consiglio.
Corse dentro al riparo dalla pioggia, prese un panno per asciugarsi, si mise davanti al fuoco e si riscaldò.
Immersa nei suoi pensieri, le ritornò in mente la data che aveva trovato sulle collane e la sua invenzione.
"Anche volendo non posso andare in quell'anno specifico, mi manca il regolatore apposito.
Inoltre la mia macchina del tempo è ancora rotta e dubito di poterla aggiustare in tempi brevi, considerando che non ho i miei strumenti da lavoro. Cosa posso fare per aiutarli?
Non so neanche cosa mi potrebbe aspettare una volta là, magari c'è qualcosa da risolvere ma non ho messo in conto i possibili pericoli."
Si era alzata e stava cercando una soluzione, camminava intorno al focolare rigirandosi un ciuffo ribelle sul dito.
Senza volerlo cambiò direzione e prese il corridoio del piano terra, questo la portò fino alla stanza dove aveva visto la collana con lo zaffiro.
"Non so se è il caso di sbirciare qui, dopotutto è una stanza privata. Ci terrà i ricordi di sua madre."
Tentò di ignorare la sensazione, ma la curiosità ebbe la meglio su di lei e alla fine decise di entrare promettendo a sé stessa di non toccare nulla.
Essendo buia, decise di prendere una candela dall'entrata e la portò con sé.
La luce flebile di essa illuminava lo spazio circostante e riuscì a distinguere un cofanetto lasciato aperto.
"Si sarà dimenticato di questo."
Al suo interno era posto un anello: la sua forma richiamava quella di un serpente, sopra di esso c'erano delle rune.
Continuò a osservare quello che aveva intorno, notò che la maggior parte dei bauli erano chiusi.
Decise di uscire dalla stanza, tornò in quella centrale della capanna e si mise a sedere sulle pellicce.
Osservò fuori dalla finestra, vide che fuori aveva smesso di piovere, le nuvole stavano scomparendo per far spazio al sole.
Prese la sua spada e uscì ad allenarsi con i manichini di paglia davanti all'ingresso.
Sull'erba c'erano ancora delle goccioline d'acqua, che ancora non erano cadute al suolo.
Al suo passaggio caddero bagnando la terra ormai umida.
Impugnò la sua arma e iniziò a colpire nei punti mortali per una persona.
"Devo muovermi con più agilità, l'avversario si può sorprendere con una mossa del genere.
Inoltre devo stare più attenta a non lasciare parti scoperte, potrebbero approfittarsene."
《Sei sempre a esercitarti? Non ti riposi mai?》
Si girò di scatto e vide un volto conosciuto, il ragazzo con cui si era allenata prima della battaglia a Kaupang era lì.
《Sigmund, che ci fai qui? Sei venuto per la rivincita?》
Fece un sospiro, si toccò la fronte e continuò il discorso.
《Comunque mi stavo annoiando e sono uscita per migliorare i miei affondi.》
Il ragazzo la guardò con aria di sfida, poi colpì il pezzo di legno alla sua destra con il piede.
《Posso usufruire del tuo pupazzo di paglia?》
Ci pensò un attimo poi gli fece un cenno con la testa.
《Attaccalo pure, è tutto tuo.》
Sigmund non se lo fece ripetere due volte, scagliò il primo fendente proprio dritto al centro, il secondo invece alla testa.
Della pagliuzza cascò a terra e il ragazzo soddisfatto continuò a battere la sua arma, fino a quando non ne rimase più sul corpo.
Con un ulteriore affondo distrusse anche il pezzo di legno a metà.
《Accidenti quanta forza ci hai messo, è solo un manichino, vacci piano la prossima volta.》
Lui imbarazzato e rosso in volto, non disse nulla all'inizio, poi si scusò in fretta e corse via.
Perplessa del suo atteggiamento, si accucciò per raccogliere le parti e tentò di riassemblarlo.
Il risultato fu pessimo dato che il legnetto era ormai troppo corto.
《Che è successo qui?》
Riconobbe subito la voce senza voltarsi, rispose.
《Sigmund è venuto ad allenarsi e ha mirato ardimentoso il fantoccio distruggendolo.》
Asger strinse i pugni, vide che stava cercando di calmarsi.
Il ragazzo fece dei profondi respiri, poi si avvicinò a lei e l'aiutò a sistemare.
Il silenzio regnò tra loro, si sentiva solo il fruscio del vento sulle foglie.
Asger stava tentando di riunire i pezzi, ma il suo tentativo fu vano.
《Forse è meglio andare a prendere altra legna. Vuoi venire con me?》
Senza aspettare la sua risposta entrò nella capanna e tornò subito dopo con un ascia.
Seguirono il sentiero fino alla parte dove gli alberi erano più fitti, lì vicino c'era un fiume.
Si poteva infatti udire lo scorrere dell'acqua che seguiva la corrente.
Asger si accostò a un tronco e iniziò a raccogliere la legna.
Vedendo che non aveva intenzione di parlare ed era immerso nel lavoro, gli mise una mano sulla spalla per informarlo dei suoi spostamenti.
《Io vado lungo il ruscello, torno appena riesco a trovare qualche rametto.》
Asger mugugnò qualcosa che non capì, ma si diresse lo stesso là.
Stando attenta a non inciampare, percorse la stradina più sotto.
Raggiunse il corso d'acqua e si chinò per osservare meglio la zona.
In lontananza notò una chiazza bianca ricoperta dall'edera e da rampicanti, sembrava di grandi dimensioni a giudicarlo con una betulla accanto.
"Che cosa sarà? Chissà perché si trova in mezzo alla foresta... voglio vedere di che si tratta. Ha l'aria di essere abbandonato."
Tentò di avvicinarsi ma avendo lo sguardo fisso su di esso, non vide una radice.
Scivolò su di essa e cadde dritta nel fiume, le scappò un grido di dolore che risuonò in tutta la zona come un eco.
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Che ne pensate di questo capitolo?
Vi sta piacendo la storia?
Che ne pensate del matrimonio di Liv e Hjalmar? Ho seguito abbastanza bene le tradizioni norrene?
Quando partiranno per il regno dei Franchi Occidentali, cosa li aspetterà una volta lì?
Cosa vorranno dire gli incubi di Brynja? I corvi ritorneranno, dato che perseguitano anche Liv?
Jonathan riuscirà a sanare la rivolta in Inghilterra?
Troverà Brynja un modo per andare nell'anno indicato dalle collane?
Che cosa avrà trovato Brynja nella foresta?
Che avrà Asger contro Sigmund, sarà semplice gelosia o ci sarà altro dietro?
Ci sono molti quesiti a cui manca una risposta ma le scoprirete continuando a leggere.
Se trovate errori non esitate a dirmelo, sono pronta a correggerli per migliorare.
Vi ringrazio
-Aurora
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