Capitolo 4

"Una seduta spiritica Paul?" Sputai fuori spalancando gli occhi dal terrore

Recentemente ne avevo sentito parlare, in genere i ragazzi lo facevano per divertirsi ma seppi anche che talvolta non finiva bene.
Lily lo guardò preoccupata e non gli davo torto, anche io lo ero come lei.
Invece Ian se ne stava in piedi con uno sguardo incuriosito.

"Lo scopo di essa è rivolgere delle domande specifiche all'entità" spiega Paul scrollando le spalle

Mi irrigidì il corpo alla sua assurda proposta e mi alzai dal mio posto, tirandomi i capelli dalla frustrazione.
Non accettai tutto ciò, se questa cosa fosse andata male non si sa che cosa sarebbe capitato a noi tre.
"Dobbiamo pur capire cosa vogliono da noi Nina e questo è l'unico modo" commenta Lily

In parte ebbe ragione, dovevamo dialogare con lei in qualche modo.
Sinceramente avevo sperato con tutta me stessa che la risposta l'avrei trovata in quel maledetto libro, invece nulla.
Sospirai affranta e capì che dovevamo farlo.
Gli rivolsi un'occhiata a Paul e con il capo annuì lentamente.
"Abbiamo bisogno di un medium però, una persona che se ne intende di queste cose" continuò Paul vedendo che eravamo tutti d'accordo.

"Conosco un ragazzo" intervenì Ian

Mi avvicinai lentamente a lui e gli rivolsi uno sguardo intenso, al quale lui ricambiò magnificamente.
Mi domandai chi fosse, conoscevo tutti i suoi amici ma non me ne ha mai parlato e mi sembrava strano questo suo atteggiamento, solitamente lui mi raccontava ogni cosa anche la più banale.
"Chi è questo ragazzo?" Gli chiesi incuriosita
Prese un respiro e rispose tranquillamente "Si chiama Steven, siamo cugini di terzo grado"

Mi infastidii ancora di più "non lo conosco io Ian" la mia voce venne fuori brusca ma non me ne pentì
"Diciamo che non c'è frequentazione" la sua voce, graffiante

"Andiamo ragazzi smettetela cazzo, sembrate dei maledetti fidanzatini!" Irruppe Paul
"Ha ragione Paul, dobbiamo pensare cose più serie al momento" disse Lily

Con uno sbuffo infastidito, cercai di calmarmi avevano ragione i ragazzi.
Mi scusai umilmente con tutti ma non ci fecero neanche caso.
Ian si allontanò un momento per cercare il suo cellulare e quando lo trovò, compose un numero ed avviò la chiamata.
Con i ragazzi ci mettemmo in disparte affinché parlasse tranquillamente e ci scambiavamo ogni tanto qualche sguardo.

"Sta arrivando" disse Ian tornando da noi

Dopo circa un'ora sentimmo la porta d'ingresso chiudersi fortemente e con passo veloce, raggiungemmo il piano inferiore.
Un ragazzo alto e dalla pelle chiara come il latte con qualche tatuaggio sparso, era in piedi al centro della sala osservandosi in giro.
I suoi occhi grandi e neri infine si posarono su di noi e sul suo volto comparve un sorrisetto alla vista di Ian.
I due si abbracciarono e scambiandosi calorosamente dei saluti il tizio Steven si staccò.
"Ehi ragazzi" salutò a tutti noi

Mezz'ora più tardi Steven spiegò tutto il processo e la cosa che mancava, la cosa più importante oltretutto era il nome di quella donna.
Ricordandomi ancora una volta di quel sogno mi avviai verso l'unica porta presente in quella stanza e aprendola mi accorsi che era la cameretta della bambina, quella stanza era ancora nitida nella mia natura ed era uguale in tutto e per tutto, nei minimi particolari.
Camminai apprensiva per tutta la camera e un piccolo foglietto con su scritto qualcosa posto sul cassettone, attirò la mia attenzione.
Era un bigliettino, a quanto pare la madre lo aveva dedicato a sua figlia.

《 Piccola sei ancora arrabbiata con me?
Non puoi stare tutto il giorno chiusa in camera tua, coraggio scendi.
Ricordati che ti voglio bene Violet.》

Un piccolo sorriso spuntò sulle mie labbra secche, in fondo erano una famiglia felice pensai ma a volte il destino è crudele.
Girando il bigliettino, mi accorsi di un'altra scritta.

Susan White +
Fred Smith+
Violet Smith=
Infinito amore, per sempre insieme》

Cercai di trattenere le lacrime e a stento ci riuscì, la donna perciò si chiamava Susan White.
Una folata di vento improvvisa irruppe dalla finestra, spalancandola completamente e un paio di secondi dopo si richiuse violentemente lineando il vetro.
Mi affrettai il più velocemente possibile ad uscire da quella stanza e quando ci riuscì, mi appoggiai con la schiena sul muro freddo cercando di normalizzare il mio respiro selvaggio e i miei battiti cardiaci frenetici.
Il tutto accadde sotto lo sguardo preoccupato dei ragazzi, li assicurai dicendogli di stare bene e i loro volti si rilassarono visibilmente.

Più tardi eravamo riuniti attorno ad un tavolo rotondo con tre gambe e inoltre costruito interamente in legno a incastro.
Delle candele accese erano poste su di esso.
Steven poco prima ci aveva informato su tutto.
Prima di iniziare è necessario fare una preghiera.
L'ambiente più adatto è rappresentato da una stanza tranquilla, dove permette di concentrarsi in pieno.
Il locale deve essere in penombra, nessuna luce elettrica, basta soltanto qualche candela accesa in un angolo.
Quest'ultima deve essere bianca o celeste.
I partecipanti alla seduta, riuniti attorno al tavolo, si pongono in silenzio e concentrazione, tentando di stabilire uno stato di tensione mentale ed emotiva che permetta al medium di utilizzare l'energia del gruppo per poter richiamare a sé le forze necessarie ad un "contatto" con l'aldilà.

"Procediamo" sussurrò Steven nella penombra

Ci guardammo tutti negli occhi e con coraggio ascoltammo le sue parole,prendendoci tutti per mano formando una catena e iniziando una sorta di preghiera in latino.
Dopo qualche secondo il tavolino cominciò a tremare e quel momento rappresentò l'inizio della comunicazione con l'entità.
Steven aprì gli occhi di scatto e notai che erano completamente neri, facendomi gelare il sangue nelle vene.

"Chi sei tu!" Gridò lui
La sua voce in qualche modo apparve quasi demoniaca
"Se sei qui mostraci un segno" continuò

Tutti gli oggetti in quella stanza cominciarono a tremare, alcuni addirittura volarono in aria cadendo a terra con un grande schianto.
Lily impaurita dalla situazione cercò di staccare le mani da noi ma Paul non glielo permise.
"Non farlo Lily mai spezzare la catena!" Urlò Steven

Dei lamenti e delle urla feroci echeggiarono tra quelle mura e dai miei occhi calde lacrime cominciarono a scendere.
Improvvisamente ci fu un silenzio totale, si sentiva solo un fastidioso stridolio.
Ci voltammo in quella direzione e su una lavagna posta all'angolo c'era scritta una frase.

Voglio il vostro aiuto

"Come possiamo aiutarti?" Chiese cauto Steven

Sulla lavagna un attimo dopo apparve un'altra scritta.

Vogliamo essere liberi

"Come!" Urlò improvvisamente Steven

Un anima pura dovete dare, in cambio della nostra libertà

Le candele ad un tratto si spensero e dei versi strozzati provenivamo accanto a noi.
"Lily!"urlò Paul vedendo il corpo di Lily privo di vita

Oh mio Dio, mi sentì scaraventata a terra da una forza sovrumana e dolorante mi toccai il punto e quando osservai la mia mano, era inzuppata di sangue.
Una nuova scritta comparve.

Sangue

Con il volto devastato di dolore mi rannicchiai su me stessa.
Sentivo delle voci intorno a me ma non riuscì a distinguerli.
"Nina!" Qualcuno urlò
Mi abbandonai al suolo essendo priva di sensi, la mia vista si oscurò e chiusi lentamente le palpebre.


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Ed ecco un nuovo capitolo, come vedete c'è un nuovo personaggio che li accompagnerà durante il loro percorso aiutandoli.
Spero vi piaccia, alla prossima ciaoo! ♥

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