30. Beth


<<E allora Elias vide Mira, ed i suoi occhi div... >> La giovane ragazza si incagliò.

Aveva un' ordinata e semplice acconciatura sulla testa che le legava i capelli chiari. Stava seduta sul davanzale dell'ampia finestra della sala, la luce del mattino entrava di straforo illuminandole il viso ed il chiaro color panna del grembiule che indossava.

Beth si sporse sul libro che questa teneva aperto sule ginocchia e indicò la parola <<Divennero>>.

La ragazza, che si chiamava Ada, le sorrise dolcemente. Aveva si e no quindici anni, ma era molto più alta di Beth.

<<Divennero>> Ripeté meccanicamente Ada.

Era una delle domestiche che lavoravano nella regale casa di Elija; la più giovane ovviamente ed anche l'unica con la quale Beth era entrata in confidenza.

Da quando si era trasferita lí non aveva molta compagnia a parte quella di Uli, il suo cagnolino.

In quei giorni aveva passato la maggior parte del tempo a cercare di insegnargli a dargli la zampa, ma per ora, non aveva avuto grandi risultati.

Così quando Ada aveva iniziato a parlarle ne era stata molto felice.

Aveva iniziato a chiedere di lei anche per le faccende più semplici ed Elija aveva acconsentito perché Ada diventasse la sua cameriera personale.

Un giorno poi Ada aveva sorpreso Beth a leggere il grande libro illustrato che la signorina E. le aveva regalato prima del suo arrivo lì.

Le aveva chiesto di leggere per lei qualche passo di qualcosa rivelando che non aveva mai imparato né a leggere né a scrivere.

Beth allora aveva deciso di dedicare il suo tempo libero ad insegnarle quello che poteva.

Non immaginava che avrebbe mai ringraziato Mrs. Tillert per le sue lezioni, eppure, in quel momento, si ritrovava a pensarlo.

Le due ragazze quindi se ne stavano vicino alla finestra, sotto i tenui raggi del sole, con Ada che chinava il piccolo viso verso le pagine ordinate del libro di Beth.

<<I suoi occhi>> Continuò la ragazza, stringendo le palpebre nello sforzo di leggere <<Divennero più cari>>.

<<Chiari>> La corresse Beth accarezzando il muso di Uli.

<<Divennero più chiari come se si fossero spoiati della loro oscurità >>

Ada parve confusa e Beth rise indicandogli la riga.

<<Spogliati>>.

Uli abbaiò una o due volte e Ada si sporse per accarezzarlo.

Da quando Timir era venuto a portarle il vestito, qualche giorno prima, Beth non faceva altro che guardare fuori dalle finestre che davano sull'ampio viale d'ingresso sperando di vedere avanzare di nuovo la familiare carrozza della signorina E.

Si sentiva sperduta e sola nella casa di Elija, con quel seguito di domestiche silenziose e sfuggevoli. Lo stesso Elija sembrava rimanere in casa solamente alla sera, durante l'ora di cena.

E tutte le volte che lo aveva visto, a Beth era sembrato distante e fin troppo serio. Sempre impegnato in una lettura diversa, oppure intento a scrivere qualche lettera sul tavolino da scrittura. La penna e il calamaio rifiniti in oro che brillavano nell'ombra.

Con lei lui si comportava molto bene; amava conversare dopo cena vicino al fuoco, e più volte aveva trascinato Beth in discorsi bizzarri sulle nuove opere teatrali o su episodi avvenuti a qualcuno dei suoi amici o a lui stesso.

Una o due volte erano anche usciti fino ad arrivare ad Han, la città vicina, dove nel centro si affollavano un andirivieni di persone che scorrevano sulla via principale accanto a negozi; bar stracolmi e bettole.

Erano andati a teatro poi, una di quelle sere, e anche questo era stato pieno di gente. Uomini e donne che si affollavano scordinati nei corridoi laterali in cerca del loro posto.

Beth ricordava con fastidio tutto il tragitto che aveva dovuto percorrere per arrivare in galleria, nel divanetto che condividevano con due amici di Elija. Era stato difficile agitarsi tra la calca con l'ampia gonna che le ostruiva il passaggio; e nei passaggi dietro agli spalti, dove vi era la grande folla in movimento, aleggiava un odore soffocante; un misto di profumo e sudore.

<<Spogliati della loro oscurità. Perché grazie a Mira il de...>> Ada fece un altra pausa sempre sulla stessa riga, chinandosi sul foglio ancora di più.

<<Demone>> Gli disse Beth con un sorriso.

Le Tille che Timir gli aveva regalato avevano già perso i petali due volte, per poi rifiorire quasi nell'arco di solo due ore.

A Beth non piaceva il modo che il colore sgargiante e blu di quei petali aveva di tormentarla.

A volte si svegliava in preda al panico e gli pareva di riuscire a vedere il blu di quei fiori anche nel buio della notte, quando anche i contorni del letto erano sfocati.

Però provava piacere nell'avere qualcosa che gli ricordava Timir e la vita che si era lasciata alle spalle. Gli occhi verdi del ragazzo, poi, le mancavano. Ripensava a lui con affetto, a volte, nei momenti di solitudine.

<<Buongiorno>> Una voce dura e profonda si fece strada nella grande sala fino a rimbombare sui muri chiari, tappezzati di una tonalità di giallo che a Beth ricordava la sabbia del mare.

Ada posò subito il libro e saltò in piedi, poi fece un inchino verso Elija.

Questo era appena entrato ed ora si guardava intorno con occhi grandi e lucidi. I capelli biondi che gli circondavano il viso con dolci ricci si intonavano perfettamente all'eleganza della stanza; come anche il completo di lui.

Un vestito originale, di colore verde chiaro, finamente ricamato con fili color argento che andavano a decorare le cuciture e formavano un disegno di rose intorno al taschino destro della giacca.

Beth rimase immobile e sorrise al suo futuro sposo con dolcezza mentre con la mano accarezzava ancora il muso di Uli, che ora stava steso sulle sue ginocchia, pronto ad addormentarsi.

<<E così leggete insieme storie di fantasia per dilettarvi?>> Disse lui con un sorriso composto.

Non c'era traccia di rancore né di sarcasmo nella sua voce; ma solo una pura e semplice curiosità.

Elija andò a sedersi sulla poltrona accanto alla libreria. Si sedette composto, continuando a guardare Beth con un sorriso malinconico sul volto.

<<Le stavo insegnando a leggere>> Disse la ragazza, anche lei sorridendo.

Quella mattina portava i capelli raccolti in una morbida acconciatura che le lasciava cadere alcune ciocche riccie intorno al viso. La luce che entrava dalla finestra gliele decorava di mille sfumature di fuoco.

Elija si alzò di nuovo, quasi come se non riuscisse a stare fermo, e le si avvicinò.

Il libro se ne stava abbandonato sul davanzale e Ada era ancora li accanto a Beth.

Lui prese il volume di Beth passando una delle sue mani ferme sul dorso decorato, sulle scritte in rilievo.

Assunse un'espressione pensierosa e poi si riscosse, alzando la testa verso la domestica <<Puoi andare, ora>> disse.

Ada fuggì via a piccoli passi.

Beth aveva notato che tendeva ad innervosirsi con Elija vicino.

Teresa, la cuoca, diceva che era perché Ada era arrivata da poco e di lui non sapeva altro che i tanti racconti che circolavano tra la servitù.

Anche Beth, in fondo, aveva saputo molte storie sul conto di lui. Sul giovane ereditiero dallo spirito artistico.

Beth lo osservò con un cipiglio. Elija teneva ancora il libro tra le mani, con gli occhi grandi esaminava un pò il prato fuori dalla finestra e un pò il viso di lei, sulle labbra sottili era dipinta un espressione di curiosità ma lo sguardo restava distante, quasi indifferente.

<<Le insegnavi a leggere parlandole di te?>> Disse lui guardandola di sbieco, con la mano destra accarezzava il dorso del libro, quasi giocando con le lettere in rilievo.

Beth sbattè le palpebre <<Che cosa?>> Disse lei.

Uli alzò il viso verso di lei e guaì.

Beth rivolse la sua attenzione all'animale e gli passò una mano sulla testa sorridendo agli occhietti neri che la guardavano dal basso.

Elija si lasciò sfuggire un'espressione di fastidio per l'interruzione dovuta ad Uli.

Poi si rivolse di nuovo a lei con voce dolce.

<<Intendo Mira>> Disse lasciando di nuovo il libro sul davanzale della finestra ed incrociando le mani dietro la schiena <<I tuoi capelli sembrano proprio quelli che vengono descritti nei libri>>.

Lui rise osservandola di sbieco.

Beth si sforzò di sorridere a sua volta.

Si sentiva come se qualcosa le avesse bloccato il respiro.

Sbattè le palpebre due tre volte e le parve quasi di sentire un rumore, un suono lontano, una voce.

La parola "Mira" le era riecheggiata nella testa per un tempo che le sembrava troppo lungo e quando se ne era andata, al suo posto, aveva lasciato una strana sensazione di vuoto e profondo disagio.

Uli le premette il muso sulla gamba ed abbaiò leggermente.

Beth allungò una mano verso di lui senza nemmeno guardarlo.

L'attenzione di lei era tutta su Elija, sul suo viso, perché, ufficialmente, era proprio lí che finiva il suo sguardo.

Ma in realtà lei non guardava proprio niente. I suoi occhi si perdevano in un punto che superava di molto lo stesso Elija.

Le pareva... si, le pareva di sentire una voce, calda e familiare, che le sussurrava qualcosa all'orecchio. In sottofondo c'era il suono di un pianoforte, un suono remoto e dolce, come se fosse una parte di lei che sembrava essergli stata strappata di dosso.

Uli si alzò in piedi ed iniziò ad abbaiare saltellando da un lato all'altro.

Beth si riscosse scrollando la testa.

Sporse le mani verso il piccolo animale per cercare di fermarlo ma questo sembrava come impazzito; il corpo che saltellava da una parte all'altra, l'abbaiare sempre più forte e gli occhi, piccoli e neri, che la guardavano con allarme.

<<No Uli, no!>> Disse lei sempre cercando di fermarlo con le mani protese in avanti.

Il cane si calmò, sempre con i piccoli occhi totalmente neri su di lei. Le appoggiò il muso sulla gamba e Beth sorrise dolcemente.

Strano, pensò poi lei in quel momento, dischiudendo le labbra, per un istante le era parso che nelle piccole pupille nere dell'animale comparisse anche una striscia di rosso.

<<Maledetti cani>> Borbottò Elija contrariato <<Assumerò un addestratore per quella bestia>>.

Beth lo guardò indecisa su cosa dire.

Si sistemò meglio sul largo davanzale e decise di non dire niente. Il piano della finestra della sala era stato riempito di cuscini morbidi di un candido color panna tanto che il davanzale era quasi come un piccolo divanetto.

<<E assumerò anche qualche buon insegnante per Ada>> Aggiunse lui con un sorriso raggiante <<Dato che la mia delicata Beth ha preso la questione dell'istruzione delle domestiche molte seriamente>>.

Beth alzò il mento. I suoi occhi grandi brillavano del colore dell'ambra sotto la luce che entrava di straforo dalla finestra mentre il suo viso appariva candido come la neve.

<<Vi ringrazio, Elija>> Disse abbassando lo sguardo e stringendo le labbra <<Credo che per Ada sarà un bene ed anche per voi. Avere domestiche istruite è sempre meglio>>.

Lui allungò una mano verso la guancia di lei, le prese alcune ciocche di capelli tra le dita e li esaminó per qualche istante sotto i raggi del sole.

<<Siete bellissima, mia dea dai capelli di fiamma>> Disse poi con un sorriso gelido sistemandogli quello stesso ricciolo rosso dietro ad un orecchio <<Ed anche molto buona di cuore>>.

Beth arrossì sforzandosi di non ritrarsi dal contatto fresco di lui. Elija era il suo promesso sposo, sembrò ripetersi lei ancora una volta, e prima o poi avrebbe imparato ad amarlo.

<<Non vedo l'ora che siano passati questi due giorni...>> Disse poi alzando di nuovo gli occhi castani e lasciandoli vagare intorno a sé <<...così finalmente potrò fare di te mia moglie>>.

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