29. Jessie

Jessie parcheggiò l'auto davanti alla grande casa di
Roderick alle due del pomeriggio, quando il sole era tiepido ed alto nel cielo.

Roderick era il capo del congresso cittadino lì ad Hepburn e viveva tra le alte colline che circondavano la città, a ridosso di un piccolo lago dall'acqua limpida e chiara.

Jessie ci aveva impiegato più di mezz'ora per arrivare perché quella zona si trovava ben oltre Hepburn e distava abbastanza dalla più isolata Landscave nella quale viveva lei.

La casa di Roderick non era niente di che, una vecchia casa in mattoni circondata da un reticolo di campi impegnati nella coltivazione degli alberi da frutto.

Jessie uscì dalla macchina con gesti frettolosi e si mosse per suonare il campanello. Su questo la targhetta recitava "Roderick Dale, mago pozionista e capo Congresso della città di Hepburn".

Jessie represse una smorfia di fastidio prima di sfiorare il campanello splendente.

Non si era mai interessata alle politiche degli stregoni, né aveva mai avuto intenzione di farlo. Il Concilio degli stregoni, nel quale si svolgeva l'amministrazione dei quartieri magici, era un luogo nel quale non si era mai trovata bene.

Ora, però, provava una sorta di invidia nel guardare la targhetta di Roderick, quel grado che lo faceva spiccare agli occhi dei grandi rappresentanti del Congresso Maggiore di Vivres.

Ricordava che Roderick era un mago molto anziano. Probabilmente aveva circa cinquecento o seicento anni, ma ne dimostrava a malapena venticinque.

Per gli stregoni l'età esteriore non era una questione di anni di vita, ma di energia. Più potere ed energia avevi e più apparivi giovane da fuori. Normalmente l'energia che uno stregone immagazzinava variava a seconda dei periodi.

C'erano stati tempi in cui la stessa Jessie si era sentita scarica e fiacca, ed altre volte invece in cui sentiva di avere risparmiato ogni energia.

Normalmente, però, si poteva capire fin da subito quali erano gli stregoni che potevano gestire più potere rispetto agli altri.

La magia si vede dagli occhi, Jessie lo aveva sentito ripetere almeno mille volte durante la sua vita.

Gli stregoni che padroneggiavano i sette poteri avevano occhi antichi, stranamente seri; i protettori, che detenevano l'ottavo potere, occhi di un colore variabile che pareva contenerne in sé molti più di uno solo.

Ma ciò che Jessie aveva imparato era anche che i maghi più forti che possedevano più energia avevano di solito gli occhi chiari; verdi, azzurri o blu scuro.

Una volta Gilbert le aveva detto che la magia nel suo stato più puro è azzurra o verde, mentre l'ottavo potere è del colore dell'oceano più profondo, un blu scuro intriso anche di azzurro e verde marino.

Jessie aveva occhi del colore del ghiaccio e molte volte quella era stata la prova che le serviva per confermare il suo potere. Dentro di lei viveva una magia resistente e pura che le permetteva di possedere molte energie e di controllare egregiamente ogni tipo di rituale.

Roderick, allo stesso modo, aveva occhi verdi e brillanti che dimostravano la sua forza. Non c'era da stupirsi, quindi, che portasse così bene l' età che aveva.

C'erano anche stregoni con gli occhi scuri, certo, e anche loro potevano essere molto forti. Però era comunque più difficile incontrarli.

<<Jessie>> Roderick era apparso sulla soglia mentre Jessie era intenta a pensare.

Indossava dei jeans e un maglione accollato di color vinaccia. I capelli castani gli cadevano in morbide onde sulle tempie lisce e dorate, gli occhi grandi e verdi la squadravano con una scintilla di sarcasmo spiccato che la fece sorridere.

Jessie era sensibile alla bellezza, e ne risentì anche in quel momento. Si mise ad osservarlo con circospezione ed interesse. Arricciando le labbra rosse e ben disegnate in una smorfia di approvazione.

Nei suoi trecento anni di vita non aveva mai avuto nessuna relazione con un altro stregone. Trovava che il mondo dei maghi fosse troppo faticoso da condividere con qualcun altro ed in più non aveva mai trovato nessuno capace di impressionarla, dato che in fatto di magia lei se la cavava piuttosto bene.

<<Roderick, ciao>> Lei sorrise, aggiustandosi i lunghi capelli biondi dietro le spalle.

Non era particolarmente felice di essere li, in quel momento. Ma i discorsi dell'ultimo congresso; quelli a proposito delle tre chiavi e delle sette in agitazione, l'avevano molto incuriosita. Anzi, si disse lei, la vera cosa ad averla incuriosita era stata la possibilità di avere una ragione per potere contattare i protettori.

<<Sei l'ultima persona che mi aspettavo di incontrare>> Roderick si fece da parte per lasciarla entrare.

La casa era ampia e luminosa. La porta di ingresso dava su un salotto dallo stile moderno nel quale era posto un grosso acquario strapieno di pesci dalle sembianze curiose.

Jessie camminò sul parquet chiaro e i tacchi ticchettarono ad ogni suo passo. Arrivò fino al vetro chiaro e illuminato dell'acquario.

Quelli contenuti li dentro sembravano pesci ma c'era qualcosa di strano; alcuni avevano ali di farfalla con la quale si spingevano in avanti ed indietro nell'acqua; altri grandi occhi a mezza luna dei colori più inediti; altri ancora piedi paffuti al posto delle pinne.

<<Incantesimi di mutazione>> Disse il mago dietro di lei con la voce di chi si vanta delle sue imprese.

<<Uhm>> Fece lei ritirandosi con un cipiglio <<Interessante>>.

Il mago le sorrise e si sedette su una poltrona squadrata di colore scuro; appoggiò entrambe le braccia sullo schienale e distese le gambe in avanti.

<<Che cosa ci fai qui, Jessie?>> Lui la squadrò con arroganza, una punta di divertimento scolpita sul viso.

La casa intanto era silenziosa; la luce entrava ad ondate dalle alte finestre della sala ed anche da quelle del corridoio poco distante illuminando ogni cosa

<<Da quando sono stato nominato Capo congresso ad Hepburn e mi sono trasferito qui, quindi circa una cinquantina di anni o giù di lì, tu non ti sei mai fatta vedere ad una riunione né ti sei mai interessata. A cosa devo l'onore di trovarti alla mia porta?>>.

Jessie sorrise incrociando le mani in grembo.

Per avere l'età che aveva Roderick era perfettamente inserito nel mondo moderno. La casa, nonostante dimostrasse la sua età con i muri di mattoni, era stata completamente riarredata; ed anche lo stesso mago aveva un comportamento ed un modo di parlare completamente moderno ed attuale.

<<In questi cinquant'anni non è accaduto niente di eccezionale>> Rispose lei mettendosi a sua volta a sedere.

Le dispiaceva, un po', che Roderick fosse così spontaneo e giovanile. In segreto Jessie aveva un debole per i modi di fare formali ed eleganti delle epoche passate.

Probabilmente era per questo che ancora oggi pagava una governante.

Si guardò la mano, il polso. Antoine era così lontano...

<<Mentre ora è successo qualcosa di interessante?>> Roderick sorrise osservandola con i suoi occhi verdi.

Jessie reggeva il suo sguardo senza difficoltà; rimaneva seduta in ordine, con le mani intrecciate sulle gambe e un morbido sorriso ad incurvargli le labbra sottili.

Lei rise leggermente <<Al congresso avete parlato di membri della setta dei tre cardini che si intrufolano al Congresso Nazionale di Vivres. Questo mi pare degno di nota>>.

Roderick inclinò la testa di lato e la guardò con maggiore attenzione. Ogni traccia di sarcasmo sparì dal suo viso sostituita da un'espressione più rigida e pensierosa <<Non sei l'unica a pensarlo. È la prima volta che una setta decide di entrare in contatto con il Congresso. Che si presenta, eludendo la sorveglianza, durante la riunione nazionale>>.

Roderick scosse la testa, i grandi occhi verdi sbarrati <<Per dire poi cosa? Assurdità>> Fece un gesto della mano in aria, come per eliminare il pensiero di quello che era avvenuto.

Jessie si rilassò quando si accorse che il mago non era più sospettoso nei suoi confronti.

<<Non mi sembra così strano che la setta dei tre cardini chieda aiuto agli stregoni>> Disse poi lei sorridendo di sbieco <<In fondo molti maghi ne fanno parte>>.

Roderick si passò una mano tra i capelli <<Si, si è vero. Ma comunque ne fanno parte di nascosto. Il Congresso non approva l'operato delle sette, non ufficialmente>>.

Jessie arricciò le labbra.

Il termine Congresso era usato per indicare le istituzioni che regolavano l'attività di tutti gli stregoni del mondo segreto; il più grande tra questi, ovviamente, si trovava a Vivres e rappresentava il centro del potere dell'organizzazione.

Una volta, pensò Jessie in quel momento, l'edificio del Congresso di Vivres aveva sempre come Capo uno dei protettori.

Lei ancora ricordava la grande sedia azzurra posta in una posizione sopraelevata rispetto alle altre che si trovava nella grande sala riunioni di Vivres. Una sedia dallo schienale alto e dai braccioli gonfi costruita con un materiale semi trasparente che riluceva di luce azzurra.

Ormai però era da molto che quella carica era affidata ad uno stregone e non più ad un protettore.

<<Vuoi che ti offra qualcosa da bere?>> Disse poi lui alzandosi <<Voglio festeggiare il tuo ritorno nella nostra comunità. Una delle maghe più famose della regione, una delle migliori, che finalmente decide di volere contribuire>> Roderick sorrise e in quell' attimo a Jessie parve di percepire l'intensità dello sguardo di lui fin sotto la pelle. Era uno sguardo che portava il peso di cinquecento anni di vita.

Presto Jessie si ritrovò fra le mani un cocktail di colore arancione servito in comodo bicchiere a goccia.

<<Il problema non è tanto il fatto che quei membri si siano intromessi in una delle riunioni che si sono tenute a Vivres>> Continuò lui quando si fu riseduto, anche lui con il suo bicchiere <<Il problema è che sembra che le loro parole abbiano scatenato il panico>>.

Jessie si lasciò sfuggire una risata. Il liquido arancio era dolce e delicato ma comunque forte, alcolico come piaceva a lei.

<<Quali parole? Quelle sul "ritorno delle tre chiavi"?>> Lei chiese, con uno sfacciato sorriso ad incrinargli le labbra.

Roderick la soppesò prima di ridere a sua volta <<Strano ma, si. Tutta Vivres pare essere impazzita per la storia del ritorno dei tre. Alcuni stregoni vedono nella follia di quella gente una prova che qualcosa stia succedendo davvero>>.

Jessie si sporse per appoggiare il suo bicchiere sul tavolinetto al centro del tappeto verde chiaro che occupava un quarto dell'intera sala.

Anche il tavolo era in stile moderno; quadrato e liscio, di un colore bianco sgargiante.

<<Ma qualcosa sta succedendo, Roderick>> Disse lei posando gli occhi blu di nuovo sul mago di fronte a lei.

Mentre beveva seduto comodo sulla poltrona, con i capelli castani che gli andavano a coprire alcune parti della fronte; sembrava davvero bello.

Jessie cercò di immaginarselo in un' epoca precedente; cercò di immaginarlo in completo, in sella a un cavallo purosangue con i capelli castani che gli si agitavano nel vento.
Sicuramente era stato meraviglioso, come lo era in quel momento.

Jessie proseguì, facendosi più seria <<I figli di Amur hanno sempre più seguaci e i loro guerrieri bianchi sono più invadenti del solito. Ormai ce n'è sempre un bel gruppo in ogni fetta del quartiere magico di Hepburn. E mi hanno detto che a Vivres è anche peggio>> lei arricciò le labbra <<In più hanno ucciso senza processo. Solo qui sono stati eliminati tre interi clan di vampiri. Ti sembra che non stia accadendo niente?>>.

Jessie sorrise. Si era un po' sciolta ormai, ed iniziava a sentirsi a sua agio seduta su quel comodo divano in pelle chiara.

<<Probabilmente>> Continuò sempre lei spostandosi i lunghi capelli biondi su una spalla sola << Probabilmente la setta dei tre cardini voleva usare la storia del ritorno di Elias per trovare protezione presso gli stregoni. I figli di Amur sono diventati violenti, forse li vedono come una minaccia anche per loro e hanno bisogno di aiuto>>.

Roderick alzò le spalle. Le grandi finestre lasciavano entrare interi blocchi di luce calda che si depositavano sul viso di lui facendogli brillare gli occhi di un verde invadente <<Possibile. Ma non sarò io a decidere come dobbiamo comportarci. Sarà Elesa>>.

Elesa Winters, pensò Jessie, capo congresso di Vivres. Ricordava vagamente di averla incontrata in qualche occasione particolare. Sapeva che era una delle maghe più potenti del mondo segreto; famosa per il potere dell'erogazione e della mutazione. Jessie la ricordava come una donnina minuta ma affascinante, con lunghi capelli neri che gli si scioglievano sulle spalle in morbide onde e piccoli occhi di un azzurro chiaro che ricordavano il colore del cielo in una giornata di sole.

<<Certo, Roderick, so bene come vanno le cose nella nostra splendida amministrazione. Credo comunque che bisognerebbe avere il parere di uno dei protettori. Sarebbe quanto mai utile che Elesa ne contattasse uno al più presto>> Jessie tese le labbra in una linea sottile <<Come è sempre stato durante ogni situazione di emergenza, d'altronde>>.

Roderick rise e si sporse a sua volta per appoggiare il bicchiere ormai vuoto sul tavolinetto dove se ne stava anche quello mezzo pieno di Jessie <<Ne hai mai conosciuto uno, Jessie?>>.

Lei si irrigidì ripensando al suo fugace incontro con Eva durante un Congresso a Vivres di tanti anni fa.

Non poteva dimenticare la figura di lei; i capelli colore del cioccolato che le si arricciavano delicatamente intorno al viso chiaro; i suoi occhi che risplendevano di quel blu intenso, scuro e allo stesso tempo luminoso, come acqua dell'oceano al di sotto della luce del sole.

Jessie giocò con una ciocca di capelli biondi quando si ricordò di Christofer. Non ci aveva fatto caso, ma anche i suoi occhi erano di quel colore perfetto, remoto.

Che fosse stato un demone? Allora si chiese, almeno per la centesima volta.
No, No, impossibile. Era un umano, solo uno stupido umano fortunato con gli occhi blu intenso; del colore dell'oceano.

O forse era anche lui un protettore? Jessie ancora non riusciva a darsi pace sull'argomento. Christofer era stato un grande mistero per lei; quegli occhi erano strani, sembravano mobili, di un colore che costantemente oscilla, in movimento.

Esattamente come quelli di chi padroneggia l'ottavo potere.

Inizialmente aveva pensato fosse un demone, ma era stato ovvio quasi subito che non poteva esserlo.

Nonostante questo però, quella sua consapevolezza del mondo segreto era inusuale per un essere umano. Anche per uno che faceva parte di qualche setta. E in più, si disse Jessie, era sopravvissuto alla magia di una ninfa.

Però non poteva neanche essere un protettore; era andata da lei per avere magia e incantesimi, aveva usato la magia carnale, se fosse stato un protettore non ne avrebbe avuto bisogno.

<<Bene>> Disse Roderick sistemandosi meglio sulla sedia. Jessie parve risvegliarsi dal turbine dei suoi pensieri e scrollò la testa mentre l'uomo proseguiva con un mezzo sorriso <<Devi sapere che non sono le persone più affabili del mondo. E contattarli, ultimamente, è diventato un problema>>.

Roderick rise, quasi divertito, probabilmente preso da un qualche ricordo lontano. Jessie si sentì invidiosa di lui al pensiero che questo avesse avuto la possibilità di incontrarne uno e si irrigidì.

Ufficialmente, oltre ad avere incrociato lo sguardo di Eva, non aveva mai avuto modo di parlare nemmeno con uno dei maghi dell'ottavo potere nei suoi trecento anni di vita.

Vedendo che lei non sembrava divertirsi Roderick aggiunse <<Comunque so che stanno provando a rintracciare qualcuno, ma nessuno per ora risponde. Io speravo in Abraham, che è sempre stato disponibile verso il congresso, o in Gemma. Ma per ora niente>>.

Jessie picchiettò le dita sulle sue gambe, nervosa <<Ed Eva?>>.

Roderick la guardò immobile. I suoi occhi verdi si rianimarono di uno spiccato sarcasmo. Sul suo viso allungato e segnato da un po' di barba si andò a disegnare un sorriso ironico e divertito <<Eva? Impossibile da trovare e, sinceramente, Jessie è meglio così. Quella donna non ha niente da offrire oltre alla sua arroganza>>.

<<È la più forte tra tutti noi>> Rispose Jessie <<Ricordo che era stata eletta come Capo Congresso a Vivres, circa duecento anni fa>>.

Jessie ricordava quel periodo della storia come qualcosa di magico; quando a presiedere il grande Congresso erano i maghi più potenti, i protettori; quando il più potente tra loro veniva nominato Capo e si sedeva sul grande trono di vetro nella sala riunioni di Vivres.

<<Si, è vero>> Disse Roderick.

L'ultimo protettore che si era preso carico della guida delle istituzioni magiche era stato il grande Gustav.

Quando Jessie era ancora un apprendista, durante il periodo della sua vita mortale, Gustav era riconosciuto come il mago più potente tra tutti. Aveva il dono dell'ottavo potere e Gilbert, il suo mago insegnate, aveva raccontato molte volte a Jessie di come gli occhi di lui parevano risplendere di blu scuro e di azzurro cielo.

Gustav era morto però, circa duecento anni fa, ed era stata la stessa Eva a riportare la notizia della sua scomparsa raccontando di fronte all'intero Congresso di come fosse stato ucciso durante una visita nel mondo dall'altra parte da uno dei signori infernali.

Jessie si sforzò per ricordarne il nome. Ilais? Neseres? Ovlion?

Una volta i signori infernali erano così tanti che nemmeno li si riusciva a contare mentre ora,... in realtà era da molto che Jessie non superava la porta.

Sapeva che le guerre avevano animato il mondo dall'altra parte negli ultimi cinquanta anni perché i demoni che era stata pagata per evocare non parlavano di altro.

Un signore aveva preso il controllo della maggior parte di quel mondo con la forza ed era stato acclamato dal popolo come il più potente tra tutti. I demoni che lei aveva evocato parlavano di lui come il discendente della stirpe di Elias, o come il re delle lame di Seres, ma nessuno gli aveva detto il suo nome.

<<Ma è stata Eva a rifiutare il ruolo di Capo del Congresso. Da quel momento non si è più presentata in nessuna sede principale. Persino Abraham, quando ancora si faceva vedere, non sapeva come trovarla>> Roderick si fece pensieroso <<Mi pare che l'ultima volta che il Congresso di Vivres ha avuto notizie di lei sia stato per il passaggio di un nuovo apprendista protettore, qualche anno fa>>

Roderick si passò una mano tra i capelli castani e Jessie strabuzzò gli occhi <<Un nuovo protettore?>>.

Era da molti anni, forse da quando era comparsa Gemma, circa cento o cento cinquanta anni prima, che non si sentiva parlare di un nuovo protettore. Jessie si pentì di non essere stata più partecipe ai Congressi tra maghi.

<<Si>> Rispose lui con leggerezza <<Mi ricordo di quel ragazzo; occhi verde marino, potere e controllo dei sette poteri notevole, grande dispendio di energia>> Lui continuò ad annuire con la testa <<Ero nel gruppo di maghi che ha deciso di affidarlo ad Abraham. Eva però ha insistito perché diventasse un suo apprendista; diceva che la magia di Abraham si stava esaurendo e che il ragazzo aveva bisogno di un mago insegnante migliore. Il Congresso non poteva rifiutare una richiesta ad Eva>>.

Jessie annuì <<Quindi l'avete vista di recente>>.

<<Oh no. È arrivato un fuoco da Abraham quando ormai il ragazzo era già stato preso>>.

Jessie irrigidì le spalle. Non riusciva a smettere di pensare al suo incontro con Christofer e a quello che lui le aveva detto sulle porte del tempo.

Eva conosceva dove si trovavano, e questa era l'unica cosa che a Jessie importava.

Desiderava trovarle, desiderava vedere con i suoi occhi se era possibile ottenere almeno un frammento dell'ottavo potere grazie a queste.

Aveva creduto che, sfruttando l'influenza del Congresso, sarebbe riuscita a contattarla. Ma ora le sue speranze erano svanite e si erano trasformate tutte in un nulla di fatto.

<<Jessie>> Esordì poi Roderick <<Se la questione ti sta così a cuore potresti andare a Vivres, da Elesa. Sono sicuro che il supporto di uno stregone influente come lo sei tu non possa che essergli comodo>>.

Jessie strinse di nuovo le labbra e si sforzò di sorridere.

<<Io stesso dovrò recarmi in città molto presto. Elesa è preoccupata per quello che succede nei quartieri magici lì a Vivres e presto verrà organizzato un altro Congresso>> Lui sorrise, un sorriso che a Jessie sembrò stranamente inquietante <<Ti vedo turbata, Jessie. Forse andare a Vivres ti aiuterà a vederci più chiaro>>.

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