22. Tom
Tom aveva avuto molti pensieri per la testa quella notte. E svegliarsi fu addirittura peggio.
Nick lo scrollò quattro o cinque volte con forza, verso le sei o le sette, guardandolo con il viso teso.
Tom si alzò stroppicciandosi gli occhi.
Alla fine avevano passato la serata a sopportare il tetro umorismo di Louis, che peggiorava notevolmente quando diventava brillo, e i lunghi sguardi pieni di follia di Jason.
Nick era sembrato normale, disinteressato come era sempre, con il viso piegato in un espressione tranquilla e gli occhi castani, quasi dorati, che scrutavano intorno brillando nella notte.
Tom non riusciva a fingere indifferenza tanto quanto lui. Era stato nervoso tutta la sera, aspettando il momento giusto per finire il suo discorso con Nick, il momento giusto per rendersi finalmente conto di quale era la verità.
Parlando con Jessie aveva capito anche troppo.
Ora, infatti, sapeva che a togliere loro la memoria era stato un protettore. Doveva per forza essere così; in fondo loro non ricordavano niente di ciò che erano stati prima di quel giorno di due anni fa, quindi l'incantesimo doveva per forza essere permanente.
Quando poi Jessie aveva accennato ai mutaforma, ai travestimenti che loro potevano creare,... Tom rabbrividì.
Lui non era mai stato particolarmente veloce o particolarmente brutale, non vedeva al buio e, di certo, non si sentiva un predatore come avrebbe dovuto sentirsi un vampiro.
All'inizio credeva semplicemente di essere stato fortunato, di essere riuscito a gestire la trasformazione egregiamente.
In più non sapeva quando era stato trasformato, e, quindi, non poteva sospettare una cosa del genere.
Anzi, sembrò quasi dirsi Tom, lui non sapeva proprio niente di tutto ciò che lo riguardava.
Ora però, grazie a Jessie, aveva forse capito la ragione di quella stranezza.
Forse non erano davvero vampiri, forse erano tutti sotto l'influenza di un demone mutaforma, di un Ritze che apparteneva al protettore che gli aveva tolto la memoria.
<<Svegliati>> Nick lo scrollò ancora, sul suo viso si andava disegnando un' espressione seria e tesa.
Quando erano tornati a casa Nick era rimasto con Louis e Jason per tutta la notte mentre Tom si era defilato nella sua stanza, senza proferire parola con nessuno.
Tom pensava ancora alla storia del mutaforma, ma tutto gli appariva più sbiadito rispetto all'altra notte. Il panico, la sensazione di verità, erano sparite.
Ora rimaneva una sorta di preoccupazione e di paura.
Aveva detto troppo. Aveva saputo troppo. Dopo tutto questo non poteva più girare il viso dall'altra parte e fingere di non vedere.
Neanche per quel che riguardava il ciondolo della setta che lui si era ritrovato al collo, quando si era svegliato senza memoria.
Di quello, però, non avrebbe mai parlato con Nick. Non subito.
<<Dobbiamo parlare>> Gli disse il ragazzo dai capelli castani scrollandolo ancora. Era preoccupato.
Tom si sedette sul letto, i piedi scalzi e a penzoloni. Cercò di districarsi nell'ombra, ma lui non vedeva molto più di qualche contorno sbiadito, definito solo dalla luce della notte che entrava dalla finestra.
Annuì.
<<Tu credi che Jason sia un demone?>> Disse Nick a labbra serrate <<Tu hai fatto ricerche. Dimmi quello che sai>>.
Nick pareva un altra persona; il viso incavato, i capelli arruffati, gli occhi contornati di viola.
Tom si passò una mano tra i capelli, sbalordito <<Nick, ma cosa ti succede?>>.
Lui dischiuse le labbra, confuso, il viso serrato in una smorfia rigida e gli occhi vacui, impegnati in pensieri complessi <<Ho fatto un sogno. Ma sembrava... sembrava un ricordo>> Lui assottigliò le labbra in una linea sottile <<Non ho mai smesso di sperare di trovare una risposta per quello che ci è successo. Ma non ho mai voluto chiedere a Jessie, forse avrei dovuto>>.
Tom sbatté le palpebre nella semioscurità.
Voleva chiedere a Nick del suo sogno, voleva sapere che cosa era in grado di turbarlo tanto, ma non lo fece.
Rimase in silenzio finché l'altro, che ora guardava dritto davanti a se, non continuò <<Potrebbe essere. Intendo, Jason. Potrebbe essere un demone>>.
Lui deglutì <<Gli occhi, cambiano colore quando si innervosisce, di poco ma succede. È quasi come se l'azzurro non fosse che... una maschera>> Nick incrociò le braccia al petto <<Dopo che ne abbiamo parlato, ieri sera, ho cercato di farci caso. L'ho provocato un po'. Sono stato con loro e l'ho osservato...>>.
Tom aprì le labbra e poi le richiuse.
Ora si chiedeva se non fosse il caso di dire a Nick anche del ciondolo. Sentiva ancora le parole di Jessie che gli rimbalzavano nella mente; "Lo indossano solo i membri della setta dei tre cardini".
<<Non capisco però cosa c'entri con noi questo>> Nick guardò Tom ancora con la stessa espressione di grande stupore a macchiargli i lineamenti delicati <<Se noi non siamo vampiri è possibile che siamo... come Jason... demoni?>>.
Tom scosse la testa lentamente <<Jessie mi ha detto che i mutaforma possono trasformare anche altre persone in quello in cui loro si trasformano>>.
Nick parve soppesare le parole di Tom per qualche istante <<E come facciamo ad accertarci di non essere davvero solo dei vampiri pessimi? Intendo... magari io non ci vedo al buio perché sono miope>>.
Tom alzò le spalle nell'ombra, un gesto stanco ed insofferente <<Non ne ho idea. Ma so che un Ritze potrebbe aiutarci a rintracciare il protettore. Forse è l'unico modo per riavere indietro i ricordi>>.
Tom non era certo di volerli indietro ma non lo disse. Represse la paura ed appoggiò saldamente le mani all'indietro sul materasso per appoggiarci il peso.
Nick si passò una mano tra i capelli, poi se la passò sul viso, sbuffò ed incrociò le braccia al petto.
<<Dobbiamo dirlo a Louis>> Disse poi lui.
Tom balbettò qualche parola confusa.
Il ciondolo con le tre chiavi era nel suo cassetto, proprio lì sotto i loro occhi. Lui si chiese se non fosse proprio quello il momento giusto per tirarlo fuori e dire ogni cosa.
Poteva esserci una spiegazione alternativa, in fondo. Non per forza doveva essere come aveva detto Jessie.
Lo indossano solo i suoi membri, aveva detto lei, ma Tom non poteva essere uno di loro, no.
Poi Tom disse <<Prima dovremmo trovare un modo per scoprire la verità. Louis e Jason sono inseparabili. E se noi stessimo sbagliando ogni cosa?>>.
Nick si mordicchiò il labbro inferiore <<Immagino... immagino che potrei chiedere a Tamara se sa qualcosa sui mutaforma>>.
<<Le stai dicendo... lei sa?>> La voce di Tom si fece più acuta e Nick si irrigidì.
Nell'ombra il ragazzo non era altro che un profilo scuro con due occhi grandi e lucidi occhi castani.
<<Lei sa quanto ne so io; cioè niente>> Nick guardò Tom di sbieco con un lungo sguardo che voleva dire; non insistere oltre.
Poi continuò facendo finta di niente <<Ma metti il caso che ci stia davvero incantando tutti... insomma...>> Nick si corrucciò aggrottando la fronte, con una mano arrivò a spostarsi un ricciolo castano che gli scendeva proprio sopra un occhio <<Gli servirà energia>>.
Tom parve rifletterci su <<E anche molta. Siamo in tre. Quattro se consideri anche lui. Tutti sotto i suoi poteri>>.
I pensieri di Tom tornarono al viso sempre esausto di Jason, al suo perenne bisogno di sangue, alla sua sete continua.
Nick sollevò un sopracciglio pensando quasi sicuramente la stessa cosa <<Non credo sia una situazione vantaggiosa per lui. Ci morirà se continua ad usare tutte queste energie. Perché lo fa?>>.
Tom si passò una mano sul viso e sospirò <<Forse non ha alternative. Forse è stato il protettore a dirgli di farlo, per far si che nessuno ci trovi>>.
Nick lo osservò per un lungo istante con occhi vuoti e lontani. Qualcosa nelle sue iridi colore nocciola lasciava trapelare tutta la sua agitazione, come una frenesia nello sguardo. Dopo poco Nick scrollò la testa e si sedette sul materasso di fianco a Tom con un gesto brusco.
Tom proseguì, suo malgrado, tremando da cima a fondo solo per stare formulando quei pensieri <<Pensaci. Qualcuno ci ha tolto la memoria. Forse noi sappiamo qualcosa che... non dovremmo>>.
Nick sembrava di nuovo smarrito nei suoi pensieri, sul viso gli si andava disegnando la stessa espressione stranita di poco prima. La pelle era diventata pallida, sulla fronte qualche goccia di sudore brillava in controluce.
Ma forse anche Tom era così, sembrò dirsi lui. Stavano parlando dell'unica cosa della quale avevano deciso di non parlare mai e Tom aveva la sensazione che sarebbe stato meglio non farlo.
<<Ma così lui morirà... è assurdo che sia lui a mantenerci vampiri, da due anni>> Disse Nick con un sussurro roco.
<<Non penso che ai protettori importi più di tanto della vita dei loro demoni al guinzaglio>> Tom strinse le labbra in una smorfia che forse gli era appartenuta in un tempo lontano, ormai dimenticato.
Nick annuì, sconvolto <<Spero davvero che sia tutto una delle tue stupide paranoie, Tom. Protettori... demoni mutaforma,... non posso crederci>> Si passò le mani tra i capelli e chinò la testa in avanti <<Mi informerò sul modo di riconoscerne uno. Tu prega che Jason non sia nulla di tutto ciò>>.
Tom gli appoggiò una mano sulla spalla, un movimento impacciato ma sincero <<Lo farò. Tu non ti fidare di nessuno, Nick. Non ti fidare soprattutto di chi ti piace come ti piace lei, Tatiana>>.
<<E dai Tom, si chiama Tamara>> Nick lo spinse via e fece un passo per raggiungere il suo letto.
Tom lo osservò nel silenzio e nell'ombra dell'alba che nasceva.
In lontananza Tom sentiva dei bisbigli confusi, solo poche parole al suo orecchio incomprensibili.
Le chiavi sono tornate. Il principe bambino è fuggito. Nicra.
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