16. Nick

Nick lasciò scorrere le dita sul ciondolo con il pugnale chiaro che Tamara portava al collo. In qualche modo, chissà perché, toccarlo gli riportava alla mente qualcosa di molto vago e sbiadito.

Lui fece una smorfia e mollò la presa.

<<Ti piace?>> Disse lei alzando lo sguardo fino a incontrare quello color nocciola di Nick.

Tamara lo aveva raggiunto a casa sua il pomeriggio dopo; portandosi dietro un pò di libri che era riuscita a trovare nel palazzo di Hepburn. Tutti libri polverosi e logori, con titoli che facevano riferimento a incantesimi, perdite di memoria, e significato dei numeri.

Erano rimasti ore chiusi nella camera che Nick condivideva con Tom a raccogliere il maggior numero di informazioni. Entrambi stesi a pancia in giù sul letto scricchiolante di lui.

<<No, No, per niente>> Lui chiuse il libro che gli stava davanti con un gesto brusco <<Anzi, lo trovo inquietante. Spaventoso. Soprattutto perché sei tu a portarlo al collo>>.

Tamara si incupì e si sistemò i capelli scuri dietro le spalle. La sua figura era come un'ombra vista nella controluce di quel tardo pomeriggio.

Nick si raddrizzò mettendosi a sedere sul materasso duro e scomodo del suo letto.

Prima o poi avrebbero dovuto sostituire un po' dei vecchi mobili che avevano trovato nell'appartamento quando si erano trasferiti, sembrò quasi dirsi lui in quel momento. Ma faticavano a trovare dei soldi e con quelli che guadagnavano facevano a malapena in tempo a comprare il sangue.

<<Sai, ora inizio a capire perché hai sempre insistito per tenermi lontano da casa tua>> Disse poi Nick girandosi verso la ragazza <<I tuoi genitori sono figli di Amur, eh? Cacciatori di mostri>> Nick mise le mani nelle tasche della felpa e sorrise sarcastico <<Di mostri come me>> Sentì la pressione dei canini sulle labbra farsi più insistente, come capitava spesso quando si agitava.

Tutto questo leggere e cercare lo aveva innervosito. Soprattutto perché; se già l'idea di ricordare lo turbava, il fatto di doverlo fare con una figlia di Amur affianco riusciva ad urtarlo ancora di più.

<<Nick, smettila>> Tamara sbuffò e una ciocca di capelli neri gli ricadde sul viso quando lei si girò verso di lui.

I suoi occhi grandi e scuri sembravano inghiottire la luce fioca del sole che entrava dalla finestra <<Non cacciano tutti i vampiri. Solo quelli che infrangono le regole>>.

<<Si, come no>> Nick emise un sospiro ed alzò le spalle.

<<Possiamo concentrarci sulla ricerca?>> Tamara parlò con la voce tesa e riabbassò il viso sul grande volume che teneva davanti <<Qui dice qualcosa riguardo agli incantesimi non riusciti. Sembrerebbe che in alcuni casi si possa anche perdere la memoria... intendo se qualcosa va storto>>.

<<No! Lasciamo perdere e basta>> Nick si passò una mano tra i capelli e cercò di costringersi ad ignorarla.

Lei era sempre uguale; bella e delicata, con due occhi grandi e scuri che emanavano forza e sicurezza.

Ma Nick non riusciva più a guardarla come faceva prima. Ora lei gli appariva come una minaccia. E per quanto ci provasse non riusciva a smettere di rabbrividire al pensiero di quel ciondolo, al pensiero di ciò che era.

<<Tanto è tutto inutile>> Aggiunse il ragazzo con una smorfia.

<<Si, hai ragione>> Disse lei alzando gli occhi al cielo con fare pensieroso <<Se fosse stato un incantesimo non riuscito non riesco a spiegarmi il biglietto che ti sei ritrovato nella tasca. Quello con il nome e il numero>>.

<<Allora... Natalie ti ha detto che il numero centoventisei doveva essere una sorta di firma dello stregone, no? Solo che qui di incantesimi destinati a fare perdere la memoria non ce ne sono. Forse dovremmo davvero cercare nelle biblioteche del Circolo>>Lei chiuse il libro e fece per afferrarne un altro, Nick la fermò prendendole il polso.

<<Tammy, smettila. Non ho alcuna voglia di pensare a quello che è successo>> Nick la osservò di sottecchi e scostò la mano <<E ho bisogno di tempo per concepire che tu sei...>> Fece un cenno verso il ciondolo che le spuntava dal collo <<... quello che sei>>.

<<Davvero...>> Disse Tamara con un filo di voce <<Davvero, Nick, capisco perché la stai prendendo così... ma forse stai considerando solo una parte della storia, No? Forse non capisci che cosa sono realmente i figli di Amur>>.

Il modo in cui lei lo guardava fu sufficiente per levare un pò di tensione dai lineamenti di Nick. Lui sembrò rilassarsi e socchiuse gli occhi, rassegnato, per un istante.

<<Improbabile>>Disse Nick.

Tamara lo colpì alla spalla come faceva spesso e gli sorrise. Il primo istinto di Nick però non fu quello di scherzare con lei come faceva sempre.

A quel contatto lui si irrigidì, pronto a reagire ad un attacco che in realtà non c'era.

Subito dopo si sentì in colpa e abbassò lo sguardo, sorridendo docilmente.
Era stordito da quei brividi costanti che sembravano non abbandonarlo mai al pensiero dei figli di Amur.

<<Dai allora spiegami l'altra parte della Storia. Se c'è davvero, intendo>>.

Tamara si sistemò davanti al ragazzo con un movimento veloce ed aggraziato.

Ora a Nick pareva sciocco non avere notato prima quello che lei era. Aveva tutta la grazia e la velocità di una guerriera, tutta l'esperienza e la conoscenza di chi sta studiando molto sul mondo magico.
Esattamente come in effetti stava facendo, sembrò ripetersi lui.

Il letto, ad ogni loro movimento, emetteva qualche scricchiolio fastidioso che si diffondeva come un eco per il piccolo appartamento vuoto.

Nick non si era preoccupato si informare i suoi amici delle novità che riguardavano Tamara e, sinceramente, non aveva intenzione di farlo.
Nonostante questo, però, da quando aveva scoperto di lei aveva deciso di invitarla solo quando i suoi coinquilini non c'erano.
Nemmeno voleva pensare a cosa sarebbe successo se Tom o gli altri avessero saputo che Nick usciva con un membro di una setta.

Non una setta qualunque, si corresse il ragazzo stringendo le labbra.

<<Bè, la conosci la leggenda di Amur, no?>> Disse quindi la ragazza arricciando le labbra rosse in una smorfia adorabile.

A Nick sarebbe venuta voglia di baciarla se non fosse stato per il piccolo problema che lui non riusciva a smettere di pensare al ciondolo del pugnale d'argento che le batteva sul petto.

<<Sul serio? Me lo stai chiedendo davvero?>> A Nick sfuggì una risata <<Anche volendo non potrei non conoscerla. Se non te ne sei accorta la leggenda di Elias, Mira e Rael è il principale soggetto della maggior parte delle opere d'arte in questa schifosa città. Solo nel locale delle ninfe ci sono almeno cinque rappresentazioni di Elias. Una è tipo a fumetto, molto originale>>.

Tamara lo guardò male e di nuovo sembrò corrucciarsi in una smorfia dolce che se ne stava a metà tra il disappunto e il sorriso.

Si, Tamara era la cosa più bella di quella città. Forse la cosa più bella della vita di Nick. Anche se in realtà, avendone dimenticato qualche pezzo, non poteva avere una conferma precisa.

<<Si, bé,... io parlavo della parte che riguarda Amur. Quando ero piccola mia madre me la raccontava spesso>> Tamara si passò una mano sul ciondolo, sovrappensiero << Si racconta che Amur fosse un re di in grande e ricco regno. Quando Rael iniziò a chiedere aiuto ai più potenti re e signori di questo mondo Amur fu uno dei primi a rispondere all'appello>>.

Nick emise un sospiro mentre guardava Tamara che parlava con calma, con lo sguardo che pareva perdersi sul muro spoglio della stanza logora di Nick.

<<Quindi me la racconterai per forza, giusto?>> Lui si stiracchiò tendendo le braccia in avanti.

Non aveva voglia di sentirsi raccontare un'altra di quelle noiose leggende. Era come se tutti cercassero le risposte in quelle vecchie storie che, secondo Nick, non significavano nulla.
Anche Tom a volte lo aveva incastrato per raccontargli qualcosa in merito a quelle favole. E anche quella volta Nick si era trovato a desiderare intensamente che il momento finisse presto.

<<Nick, puoi starmi a sentire un attimo?>> Tamara incrociò le labbra al petto e poi riniziò a parlare <<Amur decise di aiutare Rael a trovare una soluzione per fermare Elias. Infatti, da quando quest'ultimo era sulla terra, la magia stava passando dal mondo dell'altra parte al nostro e la porta diventava ogni giorno più grande>>

<<Si, Tammy, è per questo che sulla terra ora ci sono i vampiri, i demoni, gli stregoni e così via, lo sappiamo>>.

Tamara lo ammonì con lo sguardo ma Nick capì dal modo in cui si sforzava di non sorridere che le faceva piacere sentirlo scherzare.

<<Il fatto è che se non avessero trovato una soluzione probabilmente ora la terra sarebbe come il mondo dall'altra parte. Sarebbe sotto il controllo dei signori dell'inferno>> Tamara lo guardò di sbieco, un sottile sorriso gli increspava le labbra <<È per questo che avevano bisogno di fare qualcosa. Così Amur consigliò a Rael di chiedere informazioni ai signori del mondo dall'altra parte, perché erano gli unici, all'epoca, a sapere il necessario sulle procedure magiche. Insieme riuscirono ad evocarne uno, di nome Izoi, e lo intrappolarono dentro ad un confine. Amur torturò il demone per sei giorni per ottenere risposte. Da Lui scoprì che l'unico modo per fermare il processo di apertura del portale era quello di uccidere Elias. Ma non sarebbe bastata la morte di Elias a fare sparire la magia dalla terra. Il passaggio che si era aperto tra i due mondi poteva essere richiuso solo con un rituale. Sarebbero dovute essere nominate tre chiavi; una avrebbe rappresentato la terra e il bene; una il mondo dall'altra parte, quindi il male; e la terza sarebbe stata il passaggio. L'anello di congiunzione tra i due mondi che sarebbe dovuto essere eliminato>>.

<<Forse ti è sfuggita la parte della conversazione nella quale ti dicevo che la leggenda mi era già fin troppo chiara>> Ribatté Nick alzando gli occhi al cielo.

Nell'aria molti granelli di polvere si scontravano gli uni sugli all'altri in controluce. Un pigro raggio di sole entrava dell'unica finestra e si riversava su un lembo di letto; poi sul pavimento sporco; sul mucchio di vestiti nell'angolo accanto alla porta.

Tamara strinse le labbra <<No, l'avevo capito. Il fatto è che Amur è stato un eroe. Se lui non fosse intervenuto trovando il modo di rinchiudere un signore dell'inferno la nostra specie, gli esseri umani, ormai sarebbero morti. Invece lui riuscì a scoprire un modo per interrompere l'apertura della porta e poi, uccidendo il Signore che aveva evocato, ottenne anche il potere e la magia necessari a svolgere il rituale. Nei libri si parla della sua magia come di "potere bianco". Probabilmente perché la ottenne uccidendo un demone e decise di usarla per difendere la terra. Quello che è certo, però, è che il suo nuovo potere gli si era incastonato negli occhi. Nelle illustrazioni che lo rappresentano sembra sempre che le sue pupille abbiano in sé non solo un colore, ma molti di più, proprio come accade ai demoni.

Il suo scopo, comunque, non era solo quello di impedire che la porta creata da Elias si aprisse ancora di più; lui voleva eliminare ogni traccia della magia che era arrivata sulla terra per proteggere gli uomini. Così i due mondi sarebbero tornati ad esistere separati l'uno dall'altro, entrambi in pace.

<<Fu Amur a convincere Rael che quella fosse la strada migliore ed insieme organizzarono il rituale. Grazie alla morte di Elias la porta avrebbe smesso di ingrandirsi e grazie alla morte di Mira sarebbe stata del tutto eliminata.
Per il potere che aveva accumulato spettava proprio ad Amur il compito di distruggere l'anello di congiunzione tra i due mondi.
Ovviamente il rituale permise di fermare la crescita del portale ma, dato che Mira venne portata in salvo, la magia non venne estirpata dal mondo.
Quando Amur scoprì che Mira era fuggita decise di uccidersi. Sapeva che il potere che lui ora teneva tra le mani era troppo per essere sopportato dalle spalle di un uomo solo. Amur conosceva i rischi di avere troppo potere. Sapeva che questo può corromperti>>.

Nick osservava Tamara che parlava con un cipiglio di interesse dipinto sul viso. Nessuno gli aveva mai raccontato questa parte della storia ed ad ogni parola lui sentiva che il cuore gli batteva forte nel petto.

Era quasi come se quei discorsi muovessero una parte di se che era stata sopita da tempo, sepolta da strati e strati di oblio.

Forse si sentiva coinvolto perché in fin dei conti, prima di essere un vampiro, era stato un umano; si disse lui.

<<Così passò il pugnale a suo figlio, Eleshi, e lo incaricò di pugnalarlo una volta. Eleshi passò poi il pugnale a suo fratello, Elenhir, che avrebbe dovuto pugnalarlo una seconda volta. Amur morì dopo undici colpi infertigli da undici persone diverse. Si sacrificò perché il potere potesse essere non di uno, ma di molti. E prima di morire incaricò questi di usare il potere che lui gli aveva donato per difendere la terra dalle nuove creature che la abitavano. E, ovviamente, li incaricò anche di riunire le tre chiavi ed eliminarle per chiudere per sempre la porta; quando queste sarebbero tornate>>.

Nick le prese una mano e se la avvicinò alle labbra <<Sei una brava cantastorie, Tammy>>.

<<Capisci perché ti dicevo di considerare anche questa parte della Storia? Io sono un umana che conosce questo mondo. È mio dovere proteggere il mio mondo e le persone che lo abitano da ciò che loro nemmeno possono vedere>>.

Nick sembrò fermarsi un attimo, con la mano di lei ancora tra le sue <<Questa è una leggenda, Tamara. Non basta per farmi cambiare idea sulle tuniche bianche>>.

<<Non voglio che tu cambi idea, voglio che tu capisca le mie ragioni>>.

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