Rubrica:"Opere in corso d'opera"pt.2

Rubrica: "Opere in corso d'opera" pt.2

La maschera del Nō(autrice libro Camille Monceaux)

(N.B Rubrica con pochi spoiler e molto generici, dal primo cancelletto # inizierà ad esserci giusto qualche vaga anticipazione)

Buonasera, viandante, bentornata nella nostra umile osteria.

So che ha appena fatto ritorno da un lungo viaggio in Giappone, quindi, per farle rivivere un po' quell'atmosfera orientale, stasera parleremo del libro "La maschera del Nō".

Ho deciso di inserirlo nella rubrica "Opere in corso d'opera" perché questo è il primo romanzo della tetralogia "Le cronache dell'acero e del ciliegio", di cui devono ancora uscire gli altri tre libri.

Non leggevo un romanzo di questo tipo dai tempi di "Memorie di una Geisha", nonostante trattino epoche diverse, e devo dire che ha retto egregiamente il confronto.

Questo romanzo, ambientato nel giappone del diciassettesimo secolo, parte con il racconto di Ichirō, il quale narra di essere stato abbandonato da piccolo, ancora in fasce, nei pressi di una montagna, all'interno di un guscio di biwa (strumento musicale) con solo un pendente a forma di foglia d'acero ad accompagnarlo.

Il neonato verrà trovato da un maestro di spada e da Oba, la donna che aiuta il maestro nelle faccende domestiche; i quali lo alleveranno come un figlio per molti anni, nel loro rifugio isolato.

# Ichirō verrà addestrato alla "via della spada" fin dalla fanciullezza: le sue giornate trascorreranno tra studi e allenamento, inframmezzati da attività di cucina e botanica.

Un giorno però una visita al rifugio, da parte di un vecchio conoscente del maestro, cambierà la vita del giovane, il quale, poco tempo dopo, sarà costretto a trasferirsi dalla montagna verso i villaggi e i quartieri di Edo (nome originario di Tokyo).

Per quanto riguarda la trama mi fermo qui, anche se è solo un piccolo assaggio rispetto a tutto quello che troverà nel romanzo.

La storia di Ichirō, infatti, sarà molto più complessa e porterà a soffrire, struggersi e gioire con lui, come se tra il lettore e il protagonista si creasse una sorta di amicizia, un legame invisibile che non si vede, ma si sente. Difficile, del resto, non affezionarsi a questo bambino che diventa a poco a poco adulto, incontrando difficoltà inimmaginabili.

Stupende le descrizioni dell'autrice, Camille Monceaux, la quale riesce a farti calare alla perfezione in ogni scena, fino a rabbrividire di freddo o di paura; percepire il tepore di un rifugio accogliente o di uno sfiorarsi di mani.

Interessanti tutti i riferimenti al teatro Nō e al Kabuki, andando ad analizzare aspetti culturali che non conoscevo molto bene.

Beh, che dire viandante? Come primo libro è davvero promettente, leggerò sicuramente anche il secondo "La Spada dei Sanada", se vuole poi parleremo anche di quello, mi faccia sapere se può interessarle.

Adesso le faccio portare una ciotola di Udon con verdure e dei Manjū per dessert, accompagnati da un po' di Sakè.

Spero che la serata sia stata e continui ad essere di suo gradimento, a presto.

Nota autrice: Ciao, viandanti, finalmente sono riuscita ad aggiornare nuovamente la rubrica letteraria, spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia incuriosito, nel caso accendete una stellina per l'oste o lasciate un commento per farmelo sapere, a presto!⭐🍻💙

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