Rubrica: "Le novelle dell'oste"pt.3

Ciao viandanti! È da un po' che non pubblico una fiaba, una favola o una novella in questa osteria, ma in questi giorni ho sentito l'esigenza di condividere con voi questa fiaba, dal sapore cavalleresco, che ho scritto l'anno scorso. Non so perché mi sia venuta in mente proprio in questi giorni, ma probabilmente un motivo ci sarà, magari in questo momento qualche avventore di questa osteria ha bisogno di una fiaba, chi lo sa! 

Vi lascio alla storia, a presto!

Titolo: "Lyon e Isabelle: dove sbocciano i fiori"

Tanto tempo fa, nei pressi delle lande scozzesi, abitava un principe: il suo nome era Lyon, egli era alto, aveva i capelli color ebano e la pelle chiara. Gli occhi neri emanavano una luce vivida, come scintille di brace ed ogni donna del reame desiderava poter entrare nelle sue grazie.

Egli però, nonostante le continue pressioni del padre, non era avvezzo alla vita mondana e se ne stava, per la maggior parte del tempo, in giro per le montagne della zona.

Un giorno, mentre attraversava i suoi adorati monti, vide una fanciulla nei pressi di una piccola cascata, intenta a riempire dei secchi. Ella aveva lunghi capelli ondulati, di un biondo così chiaro da sembrare quasi bianchi, occhi color del ghiaccio e labbra rosate, era alta e il suo corpo era cinto da un drappo di tessuto color avorio che scendeva fino ai piedi.

Il principe le si avvicinò, si presentò e chiese il suo nome, ma la ragazza era molto schiva, quindi il giovane uomo tentò di fare un gesto cortese e le propose di aiutarla a riempire i secchi. Ma la ragazza si ritrasse, salutò con gentilezza e si avviò nella radura retrostante.

Lyon era molto confuso, per giorni pensò a quella ragazza e spesso si recò nel posto dove l'aveva incontrata la prima volta. Per molto tempo non si ebbe notizia di quella fanciulla, fino a che un giorno il principe la scorse nei pressi del castello.

Le si avvicinò, ma prima ancora che potesse proferire parola, ella gli disse:" Principe Lyon, è un po' di tempo che vi noto nelle vicinanze della cascata, volevo dirvi che se è me che cercate, potete risparmiarvi la fatica, io non ho intenzione di fare la vostra conoscenza!"

Il principe un po' risentito rispose:" Ah sì? E perché mai? Vi ho forse arrecato qualche torto? Se fosse così, ditemelo e tenterò di rimediare!"

"No, nessun torto..." rispose lei, "è solo che in giro corre voce che stiate cercando una moglie ed io non faccio al caso vostro, tutto qua!"

"Non badate alle voci, io voglio solo sapere qualcosa in più su di voi: appena vi ho vista, non sono più stato in grado di pensare ad altro!", replicò il principe risoluto.

"C'è poco da dire su di me, mi chiamo Isabelle e sono la figlia di due erboristi, viviamo nella radura ad est della cascata, tutto qua!", disse la ragazza in tono calmo, ma deciso.

"Isabelle, è un piacere conoscervi, sappiate che con quel meraviglioso vestito, ho pensato che voi foste una principessa!", disse Lyon un po' imbarazzato, ma spavaldo allo stesso tempo.

"Immaginavo che vi foste fatto un'idea sbagliata su di me, ora se permettete devo andare, ho dei compiti da svolgere, non essendo appunto una principessa", rispose Isabelle voltandosi e facendo per andarsene.

Ma Lyon la fermò e le propose di aiutarla con i suoi doveri; lei rifiutò, ma gli dette un appuntamento per il giorno dopo, lì nei pressi del castello, per scambiare nuovamente qualche parola.

I giorni passarono e gli appuntamenti tra i due aumentarono a dismisura, finché un giorno il principe chiese ad Isabelle di poter conoscere i suoi genitori, per poter vedere come vivevano.

Dopo qualche tentennamento iniziale, la giovane si decise e portò il giovane presso la sua abitazione, lì sulla soglia trovò il padre e la madre, due signori di mezza età, intenti a disquisire sulla formulazione di un certo tonico.

Lyon si presentò e i due lo accolsero calorosamente nella loro umile dimora, d'un tratto il principe si fece serio e chiese al padre di Isabelle il permesso di poter sposare sua figlia. Lui lo guardò un po' perplesso e rispose:" Figliolo non è con me che vuoi passare il resto della tua vita...almeno credo! Quindi faresti meglio a rivolgerti direttamente ad Isabelle!"

La madre scambiò un'occhiata con la figlia; la quale però, dopo pochi attimi, gettò le braccia al collo del principe e si scambiarono un solenne bacio.

Pochi giorni dopo celebrarono il matrimonio in una piccola cappella, fu una cerimonia intima, a cui parteciparono solo i parenti e gli amici più stretti; anche gran parte della nobiltà fu esclusa e il tutto nonostante le perplessità del padre e della madre di Lyon.

Tutti si aspettavano, infatti, che la nuova arrivata a corte avesse raggiunto il proprio obiettivo: che fosse semplicemente una scalatrice sociale e che non fosse realmente innamorata di Lyon.

Ma presto Isabelle smentì tutti: mantenne le solite e solide abitudini di sempre, non volle dame di compagnia, feste o ricevimenti in suo onore, continuò a vestire in modo elegante senza però chiedere di essere ricoperta di gioielli o chissà cosa.

E cosa più importante lei e il principe divennero un tutt'uno; trovavano il modo di stare assieme ogni giorno, senza però invadere eccessivamente lo spazio dell'altro, si amavano e presto fu chiaro a tutti.

C'era solamente un piccolo contrasto tra loro, che a volte causava dei battibecchi: Isabelle voleva bere solo l'acqua della cascata, quella vicina all'abitazione dei genitori; i membri della corte non capivano bene il perché, visto che l'acqua che veniva servita a corte era ottima, ma lei desiderava così.

Ciò però non era tutto, ella infatti voleva andare a raccoglierla da sola con dei secchi, come un tempo; la ragione, a suo dire, era che non voleva che quel suo desiderio passasse per un vizio o un vezzo da principessa. Lyon inizialmente per non scontentare l'unica richiesta della moglie, per quanto strana, acconsentì a questa abitudine, in fondo pensò che potesse essere anche una sorta di nostalgia di casa, un modo per andare a trovare i genitori e parlare con loro, senza l'ingombro del marito.

Quell'inverno però iniziarono a susseguirsi episodi di maltempo, tra cui smottamenti e altri disagi, e Lyon non si sentì più di mandare la moglie da sola, così si offrì di accompagnarla o di mandare dei servitori a prendere l'acqua al suo posto. Dopo il rifiuto persino di farsi accompagnare dalla servitù, il principe iniziò a non vedere più di buon occhio quella richiesta di Isabelle e le disse che non sarebbe più potuta andare, se non in compagnia di qualcuno della corte.

La ragazza si infuriò e minacciò di lasciare il castello, ma amava troppo il marito per lasciarlo in quel modo. Per dimostrargli il proprio malcontento però, chiese di poter cambiare stanza e Lyon, per non opprimerla o farla sentire in catene, le accordò quel favore.

I rapporti tra i due si fecero più freddi, ma il principe osservava ogni giorno la moglie dalla finestra, con la speranza nel cuore che presto potessero ricucire il loro legame. La moglie, a sua volta, amava ancora molto Lyon, ma non voleva perdonarlo per quel gesto di privazione nei suoi confronti.

E così i giorni passarono; Lyon guardava Isabelle leggere o scherzare nel parco con le dame di corte. Nei soleggiati pomeriggi, lei ogni tanto si voltava verso la finestra per salutarlo affettuosamente, ma niente di più.

Quando il tempo si faceva scuro però, egli non poteva godere della visione della sua amata, perché lei non scendeva in cortile con le sue amiche, non andava nemmeno in veranda, se ne stava rinchiusa nella propria stanza.

Il principe non prese bene quel chiudersi da parte della moglie: lei, tanto allegra e solare, non poteva starsene reclusa nella propria stanza e pensò che tutto ciò fosse causa sua, della propria oppressione nei confronti di Isabelle.

Così si recò nella sua stanza, fece per entrare, ma la porta era chiusa. Bussò a lungo, ma non ci fu niente da fare; fino a che chiese ad un suo servitore di portargli la chiave di riserva, entrò e vide che nella stanza non vi era nessuno.

Lyon, nonostante amasse ed ammirasse così tanto la moglie, si convinse che lei gli stesse nascondendo qualcosa: forse si incontrava con qualcuno. Così il principe fece chiudere nuovamente la porta, per far sembrare che nessuno fosse entrato lì dentro.

La sera a cena Isabelle sembrava tranquilla come sempre, anzi forse anche più cordiale. Lyon decise di ripetere l'esperimento anche negli altri giorni in cui la moglie non si faceva vedere a corte ed ogni volta trovò la sua stanza vuota.

A quel punto decise che era il momento di seguirla e scoprire una volta per tutte dove se ne andasse la moglie così di frequente.

Il principe si mise d'accordo con i suoi servitori, i quali dovevano avvertirlo di ogni cosa sospetta che riguardasse la moglie. Un servo notò che, alcune volte, Isabelle usciva di soppiatto dalla camera e chiudeva la porta a chiave dall'esterno, poi sgattaiolava fuori dal castello, dopo di che si perdevano le sue tracce.

Uno di quei giorni, in cui Isabelle chiuse la stanza e si recò fuori, nascosti tra le sterpaglie si trovavano Lyon ed un altro uomo,Costantin, i quali la seguirono senza farsi vedere.

Il principe, dentro di sé, temeva già di vedere il peggio. Ne aveva parlato pure con la madre, alla quale aveva giurato solennemente che, qualunque cosa avesse visto, si sarebbe messo il cuore in pace e sarebbe andato avanti con la sua vita.

Per essere certa di quella promessa, la madre lo fece accompagnare da Constantin: lo speziale di corte, della quale lei si fidava come di un fratello e che, avendo visto crescere Lyon, aveva un ottimo ascendente su quest'ultimo.

Quel giorno nel cielo c'erano molte nuvole e l'aria era fredda; il principe continuava a domandarsi dove stesse andando la moglie in una giornata simile, poi si accorse di un dettaglio che prima non aveva notato, in una tasca della veste nascondeva qualcosa, ma non riusciva a capire cosa fosse.

Arrivarono alla cascata e la moglie tirò fuori dall'abito un calice e lo riempì d'acqua; poi si inoltrò nella radura. Spaesato il principe continuò a seguirla, insieme allo speziale.

 A un certo punto arrivarono nei pressi di una casetta, nascosta in mezzo alla radura, Isabelle fece per avvicinarsi alla porta, ma a quel punto Lyon non riuscì più a resistere e la chiamò:" Isabelle!"

La ragazza si voltò con un'espressione raggelata, cercò di dire qualcosa, ma non riusciva a pronunciare niente di senso compiuto.

 Lyon si avvicinò e le prese delicatamente le mani:" Amore mio, mi dici cosa stai facendo? Dimmi che non è come io penso!", lei continuava a farneticare cose a caso, ma nel frattempo una goccia di pioggia bagnò il volto del principe.

"Isabelle sta iniziando a piovere, dimmi chi abita in questa casa e torniamo al castello, non ne posso più di questa storia!" la supplicò Lyon, mentre Constantin osservava la scena da una distanza tale da non mettere in soggezione i due sposi, ma che allo stesso tempo gli permettesse di intervenire in caso di pericolo, anche se conosceva Lyon e sapeva che il suo era un cuore buono.

Le gocce di pioggia intanto iniziarono a divenire due, poi tre, quattro, e la ragazza cercò di divincolarsi ed entrare dalla porta, ma Lyon si inginocchiò di fronte a lei e le disse:" Isabelle per l'ultima volta, dimmi che cosa sta accadendo o adesso io me ne vado e non mi vedrai mai più!"

Proprio mentre pronunciava quelle parole, il principe sentì una sorta di vapore fresco nelle mani e improvvisamente i tratti gentili e il colorito roseo della moglie iniziarono pian piano a svanire, lasciando il posto ad un corpo trasparente, come se fosse fatto completamente d'acqua.

Il senso di confusione invase la mente di Lyon che d'un tratto pensò che la moglie stesse scomparendo per causa sua, per qualcosa che aveva detto lui, come in uno strano sortilegio; ma Constantin si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla.

"Principe, non disperate, non scomparirà, quella di fronte a voi è ancora la vostra Isabelle, solo che al momento sta assumendo una forma diversa. Nella mia vita ne ho visti di fiori ed erbe, alcune anche molto particolari e so riconoscere le caratteristiche di uno Skeleton Flower quando le vedo, anche se di certo non pensavo di poterle vedere in una persona!" disse lo speziale.

"Cosa? Non capisco! Skeleton Flower, di che parli? E dov'è Isabelle?", domandò Lyon disperato, al che Constantin rispose:" Eccola, è lì di fronte a te. Isabelle rincuora tuo marito, per favore!"

Lyon sentì quel vapore freddo intorno ai lati del suo viso, come se qualcuno lo avesse preso tra le mani e d'un tratto una dolce pressione sulle labbra. "Amore sono io, sono Isabelle e sono davanti a te! Ha ragione Constantin, ho le caratteristiche dello Skeleton Flower: è un fiore che con la pioggia diventa trasparente. Sono così fin da piccola, perché i miei genitori mi hanno concepita qui: dietro questa casetta, che prima era nostra, c'è un campo di questi fiori; ci siamo trasferiti perché adesso questa casa è diventata la nostra distilleria, l'acqua della cascata mescolata ad un macerato di questi fiori, mi permette di restare visibile anche durante i giorni di pioggia!" disse Isabelle al marito.

"E quindi è qua che venivi ogni giorno, a preparare il tuo distillato... ed ecco perché di punto in bianco quando ti ho impedito di recarti alla cascata, hai iniziato a sparire alcuni giorni! Che sciocco sono stato, ma tu perché non me ne hai mai parlato? E adesso che ti sei trasformata che cosa succederà?!" domandò Lyon alla moglie.

"Niente, non preoccuparti, appena tornerà il sole riacquisirò il mio solito aspetto. Non te ne ho mai parlato perché non volevo che tu mi vedessi fragile, fragile come un fiore, ma la realtà è questa, queste fragilità fanno parte di me, oltre a tutto ciò che già conosci ovviamente!" rispose lei mesta, ma il principe si sollevò in piedi e le disse:" Isabelle, io ho sempre pensato, e continuo a pensare, che quella forte tra noi due sia tu; le tue fragilità ti rendono solo più bella e più vera ai miei occhi e tu oggi hai visto la mia: la mia più grande debolezza è non avere il tuo amore, solo tu mi fai sentire davvero forte!"

Mentre pronunciava quelle parole, il cuore di Isabelle si riempì di gioia. Proprio in quel momento Constantin disse di guardare sopra di loro: un meraviglioso arcobaleno aveva fatto capolino, sì non se ne erano accorti, ma nella pioggia era sbucato il sole che adesso splendeva sopra le nuvole.

Isabelle piano piano cominciò a riacquisire forma ed apparve in carne ed ossa tra le mani del suo principe e lo baciò appassionatamente come il giorno in cui lui le chiese di sposarla.

Lyon e Constantin riportarono a casa la fanciulla; la quale, dopo aver spiegato il proprio segreto ai genitori del principe, decise insieme ad essi di spostare la distilleria nel castello, Constantin si sarebbe occupato di rifornirla costantemente di fiori freschi e di preparare il distillato.

Così che da quel giorno Isabelle e Lyon poterono vedersi ogni giorno, ma questa volta per intero ed abbracciare ogni parte di loro, anche le fragilità. E vissero davvero felici, sinceri e contenti.



Nota autrice: Ciao viandanti, spero che questa fiaba vi sia piaciuta! Ho deciso di creare una rubrica anche per le favole,le fiabe e le novelle e l'ho chiamata "Le novelle dell'oste", così al suo interno ho messo anche quelle che avevo scritto precedentemente, ovvero "I biscotti pan di zenzero" e "Il tiramisù di Lily". Se questo capitolo vi è piaciuto, e se vi va, accendete una stellina per l'oste e magari fatemi sapere con un commento che cosa ne pensate! A presto! Eleonorahope93!⭐🍻💙

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