55-Prendiamo l'ultima bambola
<< Paolo svegliati>> urlai dal corridoio.
Anche questa mattina eravamo in ritardo, scesi di sotto, tagliai una fetta di torta per entrambi, che fortunatamente era avanzata, preparai il latte e misi tutto a tavola.
Salì di nuovo di sopra, questa volta andai a chiamare Paolo direttamente nella sua stanza, andai vicino al letto lo presi e lo sollevai e Paolo cadde a terra come un corpo morto.
<< Ma sei matto!?! Io dormivo ancora>>.
<< Proprio per questo ti ho buttato a terra, siamo in ritardo, non puoi dormire, di sotto c'è la colazione pronta, vestiti e scendi>>.
Andai nella mia stanza a vestirmi e dopo andai a prendere le cartelle già pronte della sera prima nello studio e le scesi di sotto.
Io e Paolo ci sedemmo a tavola e mangiammo la colazione molto velocemente.
Arrivati all'università entrammo direttamente dentro il plesso, anche oggi ci sarebbero state interrogazioni. Quando finì la lezione ci fermammo a parlare con la professoressa per presentarle la nostra tesina e gli argomenti da noi portati.
<< Sapete che però vi chiederemo di tutto?>>.
<< Sì, io sto studiato anche le cose che non c'entrano nulla>> risposi io.
<< Io mi sento pronto ma non faccio come lui sono più sul mio>> puntualizzo Paolo.
<< Comunque sarà una bella sfida per noi e per voi, portare due autori molto importanti, che ne dite di fare la laurea normalmente e la specialistica interrogati insieme, tanto ci siete solo vuoi due>>.
<< Per me va bene>>.
<< Anche a me>>.
<< Ottimo ne parlerò con i colleghi che saranno presenti e vi faccio sapere>>.
<< Va bene, noi andiamo>>.
<< Ciao>> la salutammo e andammo via.
Quando salimmo in macchina non avevo assolutamente voglia di andare a casa quindi andai verso il Mc.
<< Oggi Mc giusto?>> chiese Paolo che già aveva capito la mia intenzione.
<< Sì>>. feci un sorriso da bimbo felice.
<< Stupidone>>.
<< Grazie>> io tenevo lo sguardo fisso verso la strada ma nonostante questo vedevo i movimenti che faceva Paolo e lo vedevo molto irrequieto.
<< Che succede?>>.
<< Nulla>>.
<< Lo sai che capisco più cose del dovuto quindi parla>>.
<< Niente di che, pensavo solo che mi mancheranno le uscite, le risate, il tempo trascorso insieme, mi dispiace tanto che vai via>>.
<< Anche a me dispiace ma devo farlo, fidati non è facile, farlo sempre, ritrovarti quasi ogni anno in posti diversi>>.
<< Non è la prima volta?>>.
<< Mo, purtroppo>>.
<< Quindi questi non sono i tuoi primi
giochi?>>.
<< No>>.
<< Come hai cominciato?>>.
<< Diciamo che sin da piccolo ho avuto un disprezzo per determinate persone che facevano stupidate, ogni volta che sentivo al telegiornale notizie di suicidi o di omicidi io restavo sempre più schifato. Iniziai con un ragno, io odio i ragni. Un giorno ne vidi uno che uccise una mosca per mangiarsela, allora lo catturai, era bello grande e così mi venne meglio. Preparai una gabbia adatta, di tanto in tanto inserivo una mosca, lui per prendere le prima due dovette mozzarsi due zampe, la terza conteneva un veleno non mortale che gli rallentava i battiti, alla quarta non fece nulla. Per carità doveva pur mangiare ma io lo vedevo ingiusto e dopo proiettavo la rabbia per le persone su di lui. Dopo fui influenzato da "saw l'enigmista" capì che era una cosa giusta e che serviva prima per gli altri e dopo per me>>.
<< Tu hai cominciato da un ragno?>> chiese stupito.
<< Sì e dopo la prima persona fu una mia compagna di classe delle superiori>>.
<< Allora è un tuo vizio prendere compagni di classe>> ci mettemmo entrambi a ridere.
<< Già>> la strada passo veloce tra chicchere e risate. Arrivati al Mc ordinammo e pagammo.
<< Io amo questi fottuti panini, anche se sono schifezze>> dissi quasi estasiato.
<< Lo so, mi sento poco genuino>>.
<< Che significa?>> scoppiai a ridere all'affermazione ambigua.
<< Non so, ho detto la prima cagata che mi è venuta>>.
<< Giusto amico>>.
Arrivati a casa io andai prima a suonare per la lezione pomeridiana e dopo andai a studiare per l'esame. Studiai fino a quando non dovetti andare a prepararmi. Mi feci una doccia, mi vestì, presi i libri, lo strumento ed andai via.
Quando entrai dentro la sala musica il professore mi salutò:<< Ciao Matteo>>.
<< Ciao>>.
<< Continui a fare lezione fino a quando non vai via?>>.
<< Sì, continuerò fino al concerto>>.
<< Capito, comunque mi dispiace che tu vada via, hai studiato, sai suonare e lasciare tutto così è un po' brutto>>.
<< Neanche io vorrei andare via e lasciare tutto, ma devo, per svariati motivi>>.
<< Capito, siediti che facciamo la lezione>>.
<< Ok>> quando finì la lezione andai via, tra l'altro la sera avevamo la lezione tutti insieme.
Tornai a casa e mangiai molto velocemente, anche Paolo decise di venire con me alla sala musica.
<< Pronto per prendere Jasmine?>> chiesi strada facendo.
<< Adesso?>>.
<< Sì, io ho premura>> arrivammo sul posto e scendemmo. Andai a firmare e montai lo strumento.
Mentre suonai, Paolo e Chiara parlarono tutti il tempo. Quando finì, sistemai tutto velocemente e con Paolo andai subito fuori.
<< Come mai tanta premura?>>.
<< Devo attaccare un cip alla macchina di Jasmine altrimenti la perdo>> una volta attaccato spostai la mi macchina in una via dove non si vedesse ed aspettammo.
Quando uscì, lasciai un po' di distanza e la seguì, andò a lasciare a casa Chiara e dopo andò al molo. Si prese una birra e si sedette su una panchina.
<< Che facciamo? Ci sono persone>> chiese Paolo.
<< Aspettiamo>> quando finì la birra fece una passeggiata e si allontanò un po' dalle persone. Io e Paolo ci mettemmo il passamontagna e io presi un telo e il sedativo.
La prendemmo da dietro, ma riuscì a liberare un braccio e colpì Paolo in faccia.
<< Aahiiia>> Paolo mollò la presa e lei riuscì a liberarsi anche dalla mia.
<< Inseguila, sto tornando>> urlai a Paolo, lo vidi correrle dietro di lei io invece corsi in macchina a prendere una pistola particolare che conteneva freccette con del sonnifero sull'ago.
Andai verso Paolo che riuscì a prenderla per un braccio e buttarla a terra, adesso si stavano rotolando sull'asfalto.
Tra le sue urla e quelle di Paolo qualcuno si era insospettito.
Presi la mira e la sedai, in quel preciso istante vidi qualcuno che da lontano si stava avvicinando.
<< Stanno venendo persone, vai a prendere la macchina>>.
<< Vedi che non so ancora guidare>>.
<< Hai guidato quella di tua madre>>
<< Sì, ma mia madre sta in campagna qua siamo in città>>.
<< Allora prendila in braccio e nascondila dietro quel cespuglio con il telo che ho portato io sto arrivando, non farti vedere>>.
<< Non possiamo prenderla un'altra volta?>>.
<< No, io ho premura>> tornai in macchina e aspettai che Paolo finisse.
Gli si avvicinò solo una persona che vedendolo solo da quelle parti gli chiese cosa facesse lì, gli sentì dire a Paolo:<< Ho sentito delle urla e mi sono insospettito, ma non vedo nessuno da queste parti>>. Il signore che cercava di capire da dove provenissero le urla si fece convincere da Paolo a cercare più avanti. Fu un occasione ottima presi Jasmine e la caricai in macchina nel bagagliaio.
Dopo alcuni minuti Paolo tornò:<< Sono stato bravo? Vedi te l'ho allontanato>>.
<< Bravissimo, senza di te la dovevo lasciare là, una cosa ma ti ha visto in faccia?>>.
<< Mi ha sollevato metà passamontagna>>.
<< Vabbè chiederò a lei, caso mai sotto psicoanalisi le cancello la memoria....sempre se vivrà>> feci un sorrisino compiaciuto e sinistro, anche Paolo ne fece uno ma più docile, al contrario mio non aveva tutta questa voglia di giocare con Jasmine, io invece non vedevo l'ora, per me era una vittima che meritava tanto dolore....
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top