54-Un lavoro faticoso

La mattina seguente mi alzai presto, andai nello studio presi i libri e mi misi a studiare per gli esami. Dopo aver studiato due ore decisi di andare a preparare la colazione, preparai una torta e la misi in frigo.
Mentre aspettavo che si svegliasse Paolo mi misi a leggere: 

Sangue e Piume

Allodola del ricordo
è tuo il sangue che scorre
è tuo e non il mio
Allodola del ricordo
ho stretto il pugno mio
Allodola del ricordo
gentile uccello finito
non saresti dovuto venire
a beccare nella mia mano
i semi della dimenticanza.

Ed ecco che il ricordo viene a bussare alla porta della nostra mente. Un solo ricordo in quel preciso istante...Alessandra...quel bacio...dovevo parlare con lei, mi sentivo in dovere di farlo, sperai solo che non era troppo tardi e non mi scambiò per uno strafottente.
La contattai e all'ora di pranzo ci saremmo visti. In quel momento scese Paolo da sopra, si era appena svegliato, venne vicino a me e si buttò letteralmente sopra di me.
<< Che stai facendo?>>.
<< Non mi volevo alzare dal letto è così ho trovato un divano al suo posto>> disse mentre mi schiacciava sul divano.
<< Ma ci sono io, levati>> iniziai a spingerlo giù fino a quando non cadde sul pavimento.
<< Questa me la paghi>> si alzò da terra infuriato, prese un cuscino dal divano e me lo diede in faccia.
<< Vuoi la guerra? L'avrai>> anch'io presi un cuscino e lo diedi sulla sua testa.
<< Guerraaaa!!!>>.
<< Aaaaa!!>> una guerra senza esclusione di colpi, i cuscini volavano per tutta la stanza, io e lui eravamo ripetutamente colpiti dai colpi dell'altro fino a quando stremati non ci accasciammo a terra.
Ridevamo come due bambini e contemporaneamente avevamo il fiatone.
<< Basta...>> dissi sfinito.
<< Pace>>.
<< Sì...pace>> lo aiutai ad alzarsi da terra, gli tesi la mano e lui l'afferrò e io lo tirai su.
<< La colazione è pronta>> presi il latte dal frigo, ma Paolo lo rubò dalle mie mani:
<< Faccio io>>.
<< Ottimo, così io taglio la torta>>.
<< Hai preparato una torta, come?>> chiese quasi felice.
<< È la pan di stelle>>.
<< Buona>> mentre tagliavo le fette vedevo Paolo incantato dalla torta, aveva sicuramente l'acquolina in bocca si notava dal fatto che stava per sbavare.
Misi la torta nel piatto ed entrambi mangiammo.
<< Devo dirti due cose importanti...>>.
<<  Sono tutto orecchi, dimmi>>.
<< La prima è che a pranzo non sarò con te perché mi vedo con Alessandra, scusa se non ti ho invitato ma devo parlarle di una cosa che è successa a noi>>.
<< Vi ho visti strani, cosa è successo?>>.
<< L'altra sera quando vi ho portati a mangiare al posto nuovo con vista mare... bene, diciamo che prima di andarcene siamo rimasti dei minuti da soli e lei mi...ha baciato da allora siamo un po' chiusi, siamo un po' in imbarazzato>>.
<< Sono scioccato, ma felice io vi vedo troppo insieme, mi piacete tanto>>.
<< No, non posso assolutamente per vari motivi, il primo lo sai benissimo quello che faccio non mi aiuta, io ogni giorno rischio di finire dietro le sbarre e io non posso farle rischiare la vita anche a lei>>.
<< Ma tu sei bravo gestisci tutto>>.
<< Non me la sento io>>.
<< Capito, la seconda cosa?>>.
<< Il fatto che io non posso stare insieme a lei è in parte collegato a questa seconda cosa...io dopo la laurea devo partire e levarmi dai piedi per un po'>>.
<< Cosa? Stai scherzando vero?>> disse sconvolto.
<< No, purtroppo Chiara in un'intervista ha detto qualcosa di troppo e visto che si sente troppo parlare dell' Osservatore io devo levarmi dai piedi per un po'>>.
<< Capito, ma torni vero?>>.
<< Non lo so>> si era già fatto tardi e io dovevo preparami, allora andai via:<< Io vado a prepararmi, ne riparliamo>> andai nella mia stanza, mi feci una doccia e mi vestì. Passai a prendere Alessandra e per tutto il tragitto parlammo poco e niente. Arrivati sul posto guardammo alcuni negozi e dopo ci sedemmo per mangiare.
Cominciai io a parlare:<< Allora ti volevo dire un po' di cose: la prima è che io non riesco più a guardarti come facevo prima da quando mi hai baciato io non riesco a parlare con te...sono bloccato>>.
<< Anch'io è normale perché non sappiamo come possa prenderlo l'altro>>.
<< No, io non voglio prendere nulla...>> mi tirò via dal colletto della camicia e mi baciò per la seconda volta, nonostante ci fosse il tavolo di mezzo. Avevo il tavolo dentro il fegato:
<< Aspetta>> mi staccai da lei e dopo aggiunsi:<< Io...non posso amarti, non ce la faccio>>.
<< Ho capito non ti piaccio>> arrivarono le nostre ordinazioni ma noi non toccammo cibo. << No, tu mi piaci e solo che ci sono altri motivi che non posso dirti spero capirai, inoltre dovevo dirti una cosa importante che ostacolerà una possibile relazione>>.
<< Mmh...dimmi>>.
<< Devo partire, devo andare fuori per svariati motivi e non ci vedremo per un bel po'>>.
<< Come scusa? Stai scherzando immagino, ma torni?>>.
<< Sei la seconda che lo chiede oggi. Non lo so, mi piacerebbe ma devo partire per forza per lavoro e quindi...>>.
<< Giusto tu adesso di laurei e già pensi al lavoro...>> calò un silenzio assordante e nessuno dei due parlò più. Mangiammo in silenzio.
<< Ti riporto a casa>> durante il tragitto non dicemmo niente, arrivati a casa sua prima di scendere mi disse:<< Matteo, scusami se ho sbagliato qualcosa ma io ti...ti ho avuto accanto e...>> iniziò a piangere allora la presi e la strinsi a me.
<< Alessandra, io ti voglio un bene immenso, tu mi piaci ma io non posso, sia perché parto sia per altri motivi, perdonami>>.
<< Apprezzo tanto la sincerità. Grazie>> si staccò da me e andò dentro casa sua.
Ancora una volta l'Osservatore mi rovina la vita, io sapevo che era rischioso e comportava tristezza, ma non così, i sentimenti non dovevano esserci, invece eccomi di nuovo allo stesso punto. Costretto a scappare da me stesso, costretto a nascondermi, costretto ad abbandonare la mia vita e le mie abitudini, infondo mi ero abituato, sapete non è la prima volta, ma ogni volta è una sofferenza per me e per gli altri.

Andai all'università la lezione fu inutile e noiosa, io non avevo voglia di fare nulla, ancora una volta il terreno sotto i miei piedi scompariva totalmente.
La sera non feci nulla, mi stetti nella mia stanza a studiare. Fino a quando mi arrivò questo messaggio da Alessandra: "Matteo io ti voglio e ti vorrò sembra bene, non voglio assolutamente chiudere in negativo con te, anzi cogliamo le opportunità per incontraci e stare insieme perché per la prima volta mi sono trovata degli amici sinceri, grazie di tutto, ti voglio bene Ale.
P.s. Voglio assolutamente esserci alle tue lauree, alla specialistica, alla stesura del saggio ed infine al concerto finale".

Osservatore: La mente è come una valigia che andrebbe svuotata di tutti quei pensieri inutili che la appesantiscono soltanto."
(Emanuela Breda).
Bella frase ecco cosa volevo in quel momento una mente vuota e meno pressioni. Due esami da superare, una specialistica, un saggio, un concetto, un ultimo gioco, una tensione sociale nella cittadina, un amore perso, amici da lasciare...tutto questo non aiuta il vostro caro Osservatore, è pur sempre un essere umano con i suoi difetti e che si stanca. Per la prima volta l'Osservatore è debole perché si è veramente affezionato a qualcuno in questa cittadina: Paolo, Alessandra, Sofia, i miei professori, le mie abitudini, i miei hobby, la mia casa..di tutto questo non posso scordare nulla.

Quando mi tranquillizzai un po', andai a dormire per rilassarmi e per prendere energie per i giorni successivi.

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