47-Il bacio
Mi svegliai di corsa ed essendo tardi mi vestì in fretta, presi un po' di latte e andai subito via lasciando Paolo che dormiva. Avevo il confronto di psicologia e stavo per arrivare in ritardo. Alessandra che già sapeva che posto prendermi decise di accomodarsi al nostro solito banco ed io appena arrivato mi andai a mettere insieme a lei:<< Che è successo?>> mi chiese vedendomi arrivare di corsa.
<< Ieri sera ho avuto lezione e sono andato a dormire esausto e sta mattina mi è venuto male alzarmi>>.
<< Capito>> una volta presi i libri cercai di capire chi volesse farsi interrogare:<< Io vado volontario, tu vieni con me?>>.
<< Sì>>.
<< Perfetto, due dovrebbero bastare>>.
<< Infatti, meglio così>> quando il professore entrò in classe, chiese se ci fossero volontari e io e Alessandra ci andammo.
Le domande furono molto complesse e sin dall'inizio inoltre chiese tutto il programma. Non riuscì a rispondere solo ad una domanda, ma comunque l'impressione fu molto buona; stessa cosa capitò ad Alessandra dece buona impressione ma minore della mia poiché lei non rispose ad alcune domande.
Quel giorno uscì felice dall'università e sopratutto con due pesi in meno, adesso non avevo interrogazioni per un po'.
Prima di andare via salutai Alessandra che mi chiese se quella sera avevo impegni:<< Sta sera se non hai impegni usciamo?>>.
<< Per me va bene, appena arrivo a casa vediamo se si unisce Paolo e Sofia>>.
<< Va bene>> ci salutammo e ci separammo.
<< Paolo sono libero, non devo più studiare nei prossimi giorni, vuoi fare qualcosa?>> urlai appena entrato in casa, Paolo si precipitò giù dalle scale e si buttò sul divano, anch'io mi sedetti accanto a lui.
<< Per prima cosa: sta sera io esco con Alessandra tu ci sei?>>.
<< Sì>>.
<< Se vuoi chiedi anche a Sofia>>.
<< Adesso chiedo>>.
<< Oggi invece che facciamo?>>.
Paolo:<non so, decidi tu>
<< Mi secca stare a casa, andiamo a mangiare fuori, al centro commerciale così facciamo anche una passeggiata?>> proposi io.
<< Va bene, vado a prepararmi>> entrambi salimmo di sopra e una volta arrivato nelle camere ci cambiammo.
Quando finì scesi di sotto per aspettare Paolo che mi raggiunse subito dopo:<< Sta sera Sofia non c'è, ha un impegno>>.
<< Va bene, Alessandra la prendiamo noi, già avvisata>>.
<< Ok>> salimmo in macchina e andammo direttamente al centro commerciale.
Prima di mangiare guardammo alcuni negozi ed entrambi eravamo interessati ad alcune cose che avremmo comprato dopo.
<< Ho fame, qua c'è il Mc vero?>> chiese Paolo.
<< Sì, è noi andiamo là>> facemmo la fila e ordinammo di tutto.
Una volta seduti ci mettemmo a mangiare e parlare:<< Allora ti volevo parlare di Chiara>> esordì Paolo.
<< Dimmi tutto>>.
<< Ieri sera gli ho chiesto di quei tagli sui polsi, essendo in bella vista non poté negare nulla, mi ha palesemente detto che si taglia perché non si accetta e perché crede che la sua vita sia inutile>>.
<< Immaginavo fosse così, la prossima è lei senza ombra di dubbio e lei stessa mi farà arrivare a Jasmine>>.
<< Perché vuoi arrivare a Jasmine?>>.
<< Perché sin dall'inizio non mi è piaciuta e con Chiara mostra atteggiamenti che non mi piacciono, è: ossessiva, appiccicosa, decide sulla vita di Chiara e questo mi dà fastidio, non la fa vivere. Inoltre sin dall'inizio mi ha trattato male evitandomi, rispondeva male anche al nostro professore di musica>>.
<< Anche tu gli rispondi male a volte al tuo professore, dici che si merita certe risposte>>.
<< Sì, si meriterebbe tante risposte ma è pur sempre un mio professore, ho deciso io di suonare non è stato lui a prendermi direttamente a casa e dopo porto rispetto, sempre>>.
<< Capito>>.
<< Saresti pronto per un nuovo gioco?>>.
<< Adesso?>>.
<< No, nei giorni a venire>>.
<< Allora sì>>.
<< Ottimo>> mangiammo tutto senza lasciare una briciola, evidentemente eravamo molto affamati.
Una volta finito di mangiare decidemmo di andare a comprare le cose precedentemente viste. Paolo prese: due magliette, un libro e un quadro che gli piaceva che avrebbe messo nella sua stanza; io invece presi: un libro di spartiti musicali richiesto dal professore, due libri essendo in libreria non ho resistito e un paio di vans.
Entrambi quando tornammo a casa nel tardo pomeriggio andammo a farci la doccia.
Mi stavo rilassando in vasca quando sentì un martello piantare un chiodo sul muro, decisi quindi di uscire dalla doccia, mettermi l'accappatoio ed andare a controllare.
Trovai Paolo arrampicato su una sedia a mettere un chiodo al muro dove avrebbe appeso il quadro, quest'ultimo era veramente bello, aveva un panorama marino molto acceso, adatto per la sua stanza che dava sul turchese.
Passammo a prendere Alessandra che già era pronta e subito ci dirigemmo in un posto nuovo che conoscevo solo io.
<< Dove stai andando?>> chiese curioso Paolo.
<< Fidati, posto nuovo>>.
<< Io pago il mio>> disse Alessandra.
<< Tu dormi>>.
<< Hey...>> la guardai dallo specchietto retrovisore e feci un sorrisino beffardo, lei che se ne accorse mi diede uno schiaffo sulla testa. << Eccoci arrivati>>.
<< Così ci vizi, dalla pizzeria al posto figo>> disse Alessandra mentre ammirava il luogo, li portai in una pizzeria un po' più sofisticata, che dava sul mare, davvero un bel posto.
<< Vado a guardare il mare>>.
<< Vengo con te>> io invece andai a prendere il tavolo che sarebbe stato nostro, al loro rientro ci sedemmo tutti.
La serata fu molto tranquilla e molto bella, tutti e tre eravamo stanchi infatti parlammo poco e ci gustammo tranquillamente la cena.
Prima di andarcene però andai a vedere il panorama che precedentemente non vidi , anche Alessandra mi seguì:<< È veramente bello il panorama>>.
<< Già>> si voltò verso di me, ma io rimasi a guardare l'orizzonte, dopo aggiunse:
<< Matteo....grazie...per esserci, grazie perché mi sei sempre accanto e nel tuo piccolo mi riempi le giornate>>.
<< Di nulla, ti ho promesso che ci sarei stato ed eccomi>> mi girai verso di lei e mi guardò dritto negli occhi e per la prima volta vidi tutta la sua dolcezza, tutto l'amore che poteva provare, rimanemmo a guardarmi per almeno 5 minuti, dopo lei...mi baciò. Rimasi paralizzato con gli occhi sbarrati e lei non si mosse di un millimetro, sentivo solo il suo cuore battere. Quando si staccò imbarazzata abbassò lo sguardo e mi venne spontaneo accarezzagli la faccia, dopo questo gesto si buttò tra le mie braccia e fui felice di abbracciarla.
Il viaggio di ritorno fu parecchio silenzioso, una volta lasciata Alessandra io e Paolo andammo a casa, io a guardare un po' di tv in camera, Paolo a leggere.
Quando fui stanco mi addormentai.
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