41-Il contenuto del pacco
La mattina seguente, nonostante volessi andare giù a modificare la mia vittima e prepararla per il gioco, aspettai Paolo che dormì fino a tardi. Per ingannare il tempo decisi di andare a preparare dei pancake per la colazione. Dopo mi misi a leggere un po':
Felice chi è diverso
Essendo egli diverso
Ma guai a chi è diverso
Essendo egli comune
(Sandro Penna)
Osservatore: Sapete cosa significa questa frase?
Che spesso chi è diverso dagli altri è felice perché è diverso in tutto, ma chi si crede diverso e dopo non lo è, quindi è comune agli altri è un guaio, perché si crede diverso e dopo segue la massa. Perché vi ho preso questa frase? Non lo so, ma so che è bella. Inoltre posso dirvi che in questo mondo tutti particolari ci crediamo, siamo: più forti, più ricchi, più belli, andiamo fuori dagli schemi, pensino diversamente e dopo guardi meglio e vedi una serie di persone omologate, tutti alla ricerca di potere, di amore, di fama, di farsi accettare, mai a preoccuparsi di cose più serie, tutto resta sul superficiale.
Ricordare cosa vi dissi all'inizio della storia?
Che io osservo un mondo perso e ci sto male. La prima cosa che si cerca è la bellezza, poi il successo, i soldi, la bella fidanzata o fidanzato, bisogna fare bella figura e dopo se dentro si è marci ce ne freghiamo. Se i principi e la mentalità è a puttane fa niente, l'importante è essere fighi e farsi notare, se quando parli però non azzecchi i congiuntivi fa niente non si può stare legati a queste cose. Si certo a queste cose no, ma se tu non sai parlare come pretendi di fare strada, sai che strada ti farei fare? Quella del vaff****.
Mi innervosì abbasta quella mattina, quella frase era troppo legata a Ryan, che persona orrenda che era, così fighetto in realtà trattava tutti di merda e le persone che lo lasciano sempre fare, perché per lui che è potente e conosciuto possiamo chiudere un occhio. Lasciai perdere la lettura è andai di sopra a disegnare per sfogarmi.
Mentre disegnavo sentì Paolo venire nello studio:<< Buongiorno>> disse ancora assonato.
<< Giorno, aspettavo te per iniziare>>.
<< Prima facciamo colazione>>.
<< Già preparata, pancake vanno bene?>>.
<< Ottimi>> scendemmo di sotto e ci mettemmo a fare colazione. Una volta finita ci cambiammo e andammo nello scantinato.
<< Allora mettiti questa tuta, per non lasciare tracce>> entrambi ci mettemmo la tuta e prima di andare nella sua stanza mi presentai.
<< Adesso ci presentiamo, vuoi parlare anche tu?>>.
<< Assolutamente no, mi sentirei a disagio>>. << Va bene, faccio io>> accesi le telecamere, i cip e le luci.
<< Ciao caro amico, io sono l'Osservatore, io posso vedere tutto quello che fai e tu no, bello vero?>>.
<< Chi sei?>>.
<< Te l'ho già detto: L'Osservatore. Nella vita io osservo come puoi ben capire e, sai cosa ho osservato in te? Per prima cosa il tuo lavoro e il tuo abuso di potere, per seconda cosa sei troppo attaccato ai soldi e alla bella vita e sopratutto sei troppo sicuro di te, tu sai che in questo mondo non sei nessuno?>>.
<< Ma come ti permetti? Chi sei? Liberami!>>.
<< Qua le regole e le cose da fare le decido io e tu devi restare lì dentro. Il tuo scopo è semplice, sicuramente hai sentito parlare di me?>>.
<< Sì, purtroppo>>.
<< Allora saprai che tu non meriti di vivere e che sprechi il dono della vita, perciò sarai sottoposto a delle prove se le supererai sarai libero, altrimenti addio>>.
<< Cosa devo fare?>>.
<< Per adesso nulla, giocherai dopo, allora accetti il gioco si o no?>>.
<< Certo che sì, io non mi tiro indietro e dopo decidi tu e quindi farò la priva a priore anche se dicessi di no>>|
<< Già, ma sta attento l'ultima persona che era troppo sicura di se, ha fatto brutta fine>>.
<< Evidentemente non meritava di vivere>>.
<< Adesso vediamo se lo meriti tu, a dopo>> spensi i microfoni, chiusi la tuta, mi misi la maschera ed entrai dentro la stanza per sedarlo.
Paolo in tutto questo mi ascoltò e mi aiutò.
<< Adesso dobbiamo modificarlo per la prova, ti impressioni facilmente?>> chiesi a Paolo.
<< No, ma cosa devi fare?>>.
<< Devo mettere dentro al suo corpo una bomba e se non riuscirà a superare la prova salterà in aria, che ne pensi?>>.
<< Che come prova è molto crudele>>.
<< Ma il suo potere può spazzare via tutto, deve capire che non serve a nulla, che adesso la sua vita è nelle mie mani e lui non può fare nulla, il suo potere e i suoi soldi non lo libereranno>>.
<< Capito, hai ragione, il tuo ragionamento non fa una piega>> presi il corpo di Ryan e lo portai nella stanza delle operazioni, mentre modificavo il suo corpo Paolo mi aiutò passandomi gli oggetti che mi servivano.
Vi ricordate quel pacchetto che ritirai nella nave quando incontrai Kevin, bene al suo interno c'era una piccolissima ma potente bomba, che adesso mi sarebbe tornata utile, sin da subito pensai che mi servisse proprio per Ryan, infatti eccola lì, proprio dentro il suo stomaco. Chiusi la ferita per bene e la disinfettai, dopo lo portai di nuovo nella sua stanza.
<< Per ora abbiamo finito, adesso andiamo>> dissi quando finì l'operazione.
<< Va bene>>.
Di pomeriggio avevamo lezione di filosofia, decidemmo di andare a mangiare e mentre preparavo parlavo con Paolo che lo vedevo parecchio turbato:<<Tutto bene?>>.
<< Sì...come fai a fare queste cose?>>.
<< Non so, il disprezzo che ho verso questo mondo e questa umanità è tanto, vorrei mettere tutti alla prova e gli farei capire quanti cazzo di sbagli fanno, in tutti gli ambiti, ma purtroppo sono una persona anche io>>.
<< Chi te lo dice che tu non sbagli anche
tu?>> questa domanda mi spiazzò, rimasi zitto per un po':<< Sbaglio anch'io, ma a differenza degli altri non intacco nessuno, tutti questi invece lo fanno, poche sono le persone che pur sbagliando si guardano il proprio, ad esempio tu, se tu non fossi stato così riservato e per i fatti tuoi probabilmente avresti avuto una prova diversa, tu anche se stai male non lo dai a vedere, non rompi le scatole a nessuno mettiamola così. Un altro esempio è Alessandra: la prova era per quel cestino del fidanzato, lei doveva aprirsi gli occhi e come te soffriva in silenzio e si faceva del male da sola. Per me bisogna rispettare la propria vita è quella degli altri, altrimenti non meriti di vivere, ad esempio Chiara lei non rispetta la vita, lei è succube di Jasmine ed è una ragazza che non ha capito nulla, a 17 anni si taglia, la sua prova sarà atroce>>.
<< Sì ma lei soffre in il silenzio, non rompe a nessuno>>.
<< Rompe al sacro dono della vita, è anche peggio, perché prima di rispettare quella degli altri devi rispettare la tua e lei cosa fa quando sta male? Si taglia, ma che bel gesto>>.
<< Mai pensato di fare retorica o dialettica? Sai convincere, fai il politico>>.
<< Vatti a sparare Paolo, mai al mondo>> ridemmo entrambi e nel mentre continuavamo a parlare mangiammo.
L'università era quasi deserta, prima di entrare vedemmo Sofia che ci salutò.
La lezione fu su Platone, finalmente, io lo amo.
Anche Paolo sembrava molto interessato.
Quando la lezione finì andai a parlare con la madre di Paolo.
<< Professoressa posso parlare un minuto con
lei?>>.
<< Dammi del tu, chiamami Luisa, ormai sei di famiglia si può dire>>.
<< Ook...pro...Luisa, volevo dire>> mi fece un sorriso materno e dopo continuò:<< Per prima cosa auguri del fatto che siete coinquilini, sembrate abbastanza uniti e vi rispettate. Poi volevo dirti a te Matteo della specialistica che ho proposto a Paolo...>>.
<< Volevo parlarle proprio di questo, può spiegarmi qualcosa>>.
<< Semplice, qua c'è il programma dell'anno, studi tutto come una tesina normale e la differenza è che ti chiederanno cose più recenti e contemporanee, ti chiederanno più cose, ma sicuramente non avrai problemi. A proposito Pa...vuoi farla anche tu? visto che studiate insieme>>.
<< Sì mamma, grazie>> l'abbracciò per la gioia, una volta finito andammo via.
Arrivati a casa mangiammo subito e dopo uscimmo a fare un giro:<< Dive andiamo?>> chiese Paolo strada facendo.
<< A preparare la stanza per Ryan>> lo portai in un posto di periferia dove affittai il garage.
Arrivati dentro il garage gli feci vedere dove doveva posizionare le cose:<< Lui si siederà qui, dovrà tagliarsi le dita della mano per evitare che la bomba esploda, tu monterai sedia e aggeggio per le dita>>.
<< Perché le dita?>>.
<< Lui come firma i fogli che gli danno potere? Con le mani, quindi io lo bloccherò lì, non potrà più fare il politico>>.
<< Può far scrivere agli altri i fogli>>.
<< Gli devo ancora tagliare la lingua>>.
<< Che schifo>> disse con una faccia disgustata.
<< Già>> posizionai le telecamere, i microfoni e i cip, Paolo invece fece il lavoro che gli dissi io.
<< Noi gestiremo tutto dalla macchina e vedremo tramite le telecamere, adesso lo sediamo, gli taglio la lingua e lo portiamo direttamente qua>>.
<< Va bene>>,
Tornammo a casa e dopo aver fatto tutto, lo portammo nel luogo stabilito e l'indomani avrebbe avuto inizio un nuovo gioco....
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