40-Noi ti Osserviamo
Sapete è veramente un bell'uomo, molto giovane, potrebbe avere meno di trent'anni. È ricco e si vede, in primis dagli abiti che porta e dopo dai suoi modi di fare. Ha un bel fisico, ha i capelli castani e gli occhi grigi, ma soprattutto è una persona carismatica, sapete cosa significa? Diciamo che è una persona con del fascino, molto apprezzata alla quale si riconosco dei doni particolari.
Ero esattamente nella mia stanza d'albergo e mentre Paolo dormiva io mi facevo diverse paranoie, ma soprattutto mi chiedevo: perché non posso avere una persona come lui servita su un piatto d'argento?!
Oh buon cielo, ancora una volta mi rivolgo a te, ti chiedo un ultimo dono: lui.
Con Alessandra è stato fin troppo facile, arrivare al suo piccolo cuore e usare le sue stesse debolezze contro di lei, però adesso sta molto meglio.
Ma con lui come potevo fare?
E se riuscisse a superare la prova?
Forse non lo sopporterei, per la prima volta potrei pensare di fare un omicidio, senza dargli alcuna possibilità di fuga.
<< Mmh>> sentì Paolo che ancora dormiva, si rigirò nel letto, fu proprio lui a distrarmi da questo pensiero.
No! Non posso! Devo mantenere la retta via, merita una possibilità anche lui.
Osservatore: Se c'è una cosa che odio al mondo è l'abuso di denaro e sopratutto di potere. Sono del parere che se qualcuno arriva ad avere un minimo di potere è per volere del popolo che magari lo sostiene e lo vota. Ma sapete cosa mi da più fastidio, la continua ricerca di più potere.
Un detto latino dice: mementa mori ovvero ricordati che devi morire. Da questo mondo non ci portiamo niente, tanto meno il potere.
<< Buongiorno>> ero seduto su uno sgabello, dietro la tenda del balcone e con il telescopio vedevo la piazza, da questa posizione mi girai verso Paolo.
<< Buongiorno, scusami non potevo proprio resistere, così ho iniziato ad osservare>>.
<< Nessun problema>> si alzò dal letto e venne vicino a me.
<< Fammi vedere>> guardò un attimo con il telescopio la piazza e dopo aggiunse:<< Che sta facendo?>>.
<< Sta dirigendo le telecamere, le inquadrature, le comparse e i discorsi>>.
<< Mister so fare tutto io>>.
<< Esatto, tu non sai quanto lo odio>>.
<< Anch'io ti capisco. Ma per la colazione?>>.
<< Dobbiamo scendere nella sala pranzo>> ci vestimmo e scendemmo di sotto.
La leggenda narra che quando si va in un albergo la colazione sia infinita e la mattina ti mangi: tre cornetti, due tazze di latte con diversi cereali, biscotti, pane e nutella, fette biscottate con marmellata, spremuta d'arancia, ciambella, torta, miele, crêpes, gelato, yogurt, il tavolo, le tazze, i piatti, il cameriere e il cuoco.
<< Ma quante cose hai preso?>> disse Paolo vedendomi con un piatto pieno.
<< Quando c'è il cibo gratis, ci si abbuffa>>.
<< Hai ragione, sto tornando>> andò di nuovo all'angolo colazione e cercò di prendere tutto. << Adesso ci siamo>> dissi io vedendolo tornare e in segno di approvazione gli feci il pollice in su.
<< Sì maestro, lo so>> ci mettemmo a ridere e dopo a mangiare tutto. Quando finimmo, salimmo di nuovo di sopra ad osservare il nostro caro Ryan.
Ci sedemmo entrambi dietro la tenda della porta che dava sul balcone, con due telescopi diversi e ci mettemmo a guardare ed ascoltare quello che diceva tramite dei cip posizionati lì vicino.
<< Io appunto alcune cose>> presi il quaderno e una penna.
<< Cosa scrivi?>>.
<< I suoi spostamenti, i suoi impegni e dopo cercherò di analizzare il suo comportamento tramite i movimenti e il modo di parlare, vediamo cosa capisco>>.
<< Allora io scrivo gli appuntamenti e i suoi impegni, tu analizza il comportamento>>|
<< Va bene>>. Durante tutta la conferenza prendemmo appunti e tra di noi non parlammo, quando finì decidemmo di confrontarci.
Iniziai io:<< Allora io ho capito che è una persona molto sicura di se, guarda come muove le sopracciglia verso l'alto, è molto vanitoso. È ricco e questo già si sa. Ma soprattutto guarda le ragazze come lo ammirano, lui da retta a tutte con gli occhi, quel sorriso beffardo serve a corteggiarle, non ti sembra?>.
<< Sì, può darsi>>.
<< Fidati è così, la psicologia insegna molto>>.
<< Insegna a capire le persone?>>.
<< Anche. Guarda tutti i fogli che ha sulla postazione, per non parlare di come viene servito all'istante, ha addestrato tutti da questo deduco che è un maniaco dell'ordine>>.
<< Questo sì, se non si sbrigano li guarda anche male>>.
<< Tu cosa hai scritto?>>.
<< Allora deve partire domani per la Russia per un lavoro internazionale, quindi mancherà per un po'>>.
<< Perfetto, ha detto qualcosa di sta sera?>>.
<< No>>.
<< Fa niente, lo seguiremo, tieni prendi questo cip, la sua macchina è quella Audi grigia, metti il cip attaccato alla macchina, servirà a localizzarlo>>,
<< Va bene>>.
<< Io smonto tutto, dobbiamo tornare a casa>>.
Paolo andò in pizza e si avvicinò alla sua macchina, io nel frattempo smontai i telescopi, presi tutti gli aggeggi portati da me e iniziai a scendere nella hall. Quando Paolo tornò, caricammo tutto in macchina e andammo via.
Mangiammo molto velocemente, io dovevo andare a lezione di psicologia e Paolo a casa sua.
<< Sta sera sono invitato ad una festa, ti va di venire?>> chiesi a Paolo prima di andare all'università.
<< E con Ryan?>>.
<< Ci pensiamo dopo la festa, non è una persona che va a dormire presto, tranquillo>>.
<< Va bene>>.
Una volta arrivato all'università andai subito da Alessandra:<< Ciao, sta sera ci sei alla festa di Sofia?>>.
<< Non so>> disse seccata.
<< Dai viene anche Paolo, l'ho convinto>>.
<< Va bene, verrò>>.
<< Ottimo, passo a prenderti io>>.
<< Ok>>.
La lezione fu abbastanza interessante, si parlò di cognitivismo e leggi percettive.
Quando finì salutai Alessandra e andai subito a casa.
<< Paolo sei in casa?>> urlai quando entrai in soggiorno.
<< Sì, sono di sopra>> andai nello studio, posai i libri e lo trovai seduto lì a leggere.
<< Vai a prepararti per sta sera, io vado a fare alla doccia>>.
<< Vado anch'io a fare la doccia>>.
Quando finimmo di prepararci andammo a prendere Alessandra:<< Sai dov'è il posto?>> chiese entrata in macchina.
<< Sì, tranquilla>>.
La casa di Sofia era veramente bella, aveva un grande giardino ed era di due piani, aveva anche la piscina.
<< Mi raccomando a voi due fatevi conoscere>> disse Alessandra a me e a Paolo.
Il primo a rispondere fui io:<< Io non conosco nessuno, non mi muoverò di qui>>, seguito da Paolo:<< Idem per me>> mentre parlavamo tra di noi si avvicinò Sofia:<< Ben venuti, fate come se foste a casa vostra, là c'è il buffet, là si balla, là si beve, buona permanenza>> dopo averci indicato i luoghi andò via.
<< Che facciamo?>> chiese Paolo disorientato.
<< Non so>>.
<< Io vado a prendere qualcosa da mangiare>>.
<< Io vado a ballare, Matto vieni con me!>> Alessandra mi prese dal braccio e mi tirò via con se. Persi Paolo di vista, arrivati nella pista da ballo ci mettemmo a ballare, io ero più un manico di scopa ma Alessandra era abbastanza sciolta, non aveva passi specifici ma almeno si muoveva:<< Muoviti>>.
<< Non mi piace ballare>>.
<< Dammi le mani, ti guido io>> mi prese le mani e mi mosse lei per tutto il ballo, quando era abbastanza stanca la portai via da lì.
<< Perché siamo andati via?>>.
<< Perché sei stanchissima, andiamo a bere qualcosa>> presi due drink e ne diedi uno ad Alessandra.
<< Cerchiamo Paolo>> propose, cercammo Paolo per tutta la casa e lo trovammo seduto nel salotto con Sofia.
<< Mi fa piacere che vi stiate conoscendo, noi ti cercavamo preoccupati>> dissi dando una pacca sulla spalla a Paolo.
<< Infatti>> aggiunse Alessandra.
<< Scusateci, è molto simpatico, allora come vi trovate?>>.
<< Bene, peccato che Alessandra voglia morire sulla pista da ballo>> disse guardando verso di lei.
Con tono seccato ma ironico rispose:
<< Divertente, molto divertente>>.
Venimmo distratti da qualcuno che chiamò Sofia da lontano e lei andò via.
<< Che si fa?>> chiese Paolo.
<< Vieni a ballare con me>> Alessandra si trascinò via Paolo e io rimasi seduto sul divano da solo, dopo qualche minuto tornò Sofia.
<< Sei rimasto solo?>>.
<< Alessandra voleva ballare>>.
<< Capito, vieni un attimo con me>> andammo al piano di sopra, mi portò nella sua stanza e dopo disse:<< Ti do il mio numero di telefono, qualche volta usciamo insieme?>>.
<< Oh sì, va benissimo>> mi diede il foglietto con il numero e prima di uscire vidi i libri presenti sulla sua scrivania:<< Che genere leggi?>>.
<< Tutto quello che trovo>>.
<< Fai bene, anch'io>> uscimmo dalla sua stanza e tornammo in giardino.
C'era tanta musica, Alessandra e Paolo ballavano in pista e mi accorsi che era molto più bravo di me.
<< Andiamo anche noi>> mi prese anche lei per il braccio e mi trascinò in pista. Nonostante fossi un bastone riuscì a ballare con me.
<< Amico fai pena a ballare, balla con Alessandra che ci sa fare io prendo Sofia>> non capivo il perché di quello scambio, ma con Alessandra ballavo meglio, mi sentivo a mio agio, a quanto pare Paolo si trovava bene con Sofia. La serata passò velocemente e quando finì salutammo Sofia, lasciai Alessandra a casa e io e Paolo vestimmo altri ruoli.
<< Dietro c'è un localizzatore, prendilo e
accendilo>>.
<< Fatto>>.
<< Dov'è Ryan?>> chiesi mentre guidavo.
<< All'aeroporto>> andammo sul posto e lo cercammo con lo sguardo, stava scendendo dalla sua auto e con il bagaglio stava andando verso l'entrata.
<< Prendi questo passamontagna, prendigli il portafoglio nella tasca posteriore e scappa verso il parcheggio, dove non ci sono telecamere, per la precisione quello all'esterno, io sono lì>> gli indicai il parcheggio e dopo scese. Lo vidi avvicinarsi lentamente e io andai a posizionarmi sul posto.
Presi una siringa con del sonnifero.
Li vidi correre come due pazzi, Paolo ebbe il tempo di arrivare in prossimità del parcheggio che venne scaraventato a terra da Ryan. Mi misi il passamontagna e mi avvicinai alle sue spalle e dopo lo sedai.l:<< Tu le prendi così le persone?>>.
<< No, ma con te adesso posso>>.
<< Io ci rimanevo secco, così>>.
<< Esagerato, vai a prendere la sua valigia, io penso a lui>> lo legai e lo misi nel bagagliaio e la sua valigia la portai via con me.
Arrivati a casa lo misi momentaneamente nello scantinato, bruciai la valigia, il telefono, le carte di credito e la siringa. Lo lasciai lì e io e Paolo andammo a dormire.
<< Questa era la cattura, domani si inizia con le cose pericolose>> dissi nel corridoio a Paolo.
<< Va bene>> disse quasi scioccato.
<< Notte>>.
<< Notte>>.
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