35-Cambiamenti

Mi sentì scuotere il braccio, aprì gli occhi e vidi Paolo che mi fissava:<< Buongiorno, non avevo nulla da fare così ho deciso di preparare le crêpes, mi sono venute bellissime e spero anche buonissime>> lo guardai con un occhio ancora chiuso e l'altro per niente attivo:<< Ma che ore sono?>>.
<< Le 08:00 perché?>>.
<< Neanche mia madre mi svegliava a quest'ora quando non avevo impegni>>.
<< Svegliati dormiglione! Ti aspetto di sotto, alzati altrimenti ti butto giù>> disse urlando.
Con voce ancora assonnata risposi:<< Sì mamma, mi alzo>> mi sorrise e se ne andò via. Io mi alzai, andai in bagno, mi lavai la faccia e dopo scesi di sotto.
<< Avanti, parliamo, così ti vado a scaricare a casa tua>> dissi con voce seria.
<< Non mi vuoi qua?>> sembrava quasi triste dell'affermazione.
<< Stavo scherzando, credevi dicessi veramente?>>.
<< Sei così antipatico che alcune volte che mi disorienti>>.
<< Sì, certo tutto disorientato sei>> entrambi ci mettemmo a ridere, quando finimmo di prepararci il latte ci sedemmo a tavola per fare colazione, una volta comodi iniziai la discussione:<< Allora, di cosa volevi
parlarmi?>>
<< Mh... ti volevo dire diverse cose...>>.
<< Dimmi tutto, ti ascolto>>.
<< Per prima cosa: grazie per quello che hai fatto, mia madre sin da subito ha capito che poteva perdere un figlio, questo l'ha portata a considerarmi importante per lei, cosa che non faceva più>>.
<< Mi fa molto piacere questo>>.
<< La seconda cosa è: che nonostante io adesso abbia mia madre voglio andare a vivere da solo, perché ho un lavoro, ovvero YouTube, finalmente sono riuscito a rendere la mia passione un lavoro, posso permettermi una casa e mantenermi>>.
<< Mi fa piacere che hai trovato un lavoro che ti piace ed è giusto anche staccarsi dai propri genitori a una certa età, sai già dove
andare?>>.
<< No, pensavo che tu potessi aiutarmi>>.
<< Se per te non è un problema, possiamo condividere le spese, la casa e tutto il resto, potresti diventare mio coinquilino, puoi fare quello che vuoi della casa e arredarla anche>>.
<< Beh...questa casa è tua quindi cambierò poco, possiamo benissimo condividere tutto, veramente mi ospiteresti?>>.
<< Sì, perché no? Mi trovo bene con te e ti confesso che questi pochi giorni in cui sei rimasto qui mi ha fatto piacere avere compagnia>>.
<< Grazie>> si alzò di scatto dalla sedia e mi venne ad abbracciare, rimasi scioccato da quel gesto, non so bene il perché.
<< Bene, credevo di darti fastidio>>.
<< Perché mai?>>.
<< Per quello che fai...cioè i giochi nel seminterrato>>.
<< Ma tranquillo continuerò a farlo...tu cosa ne pensi di questi giochi?>>.
<< Se funzionano come con mia madre sono ottimi, mi diresti tutte le volte che li hai
fatti?>>.
<< Ti dico quelli di questa cittadina, visto che conosci le persone. Il primo fu fatto a una persona conosciuta che uccise diverse persone, hai sentito parlare di Kevin quel serial killer che uccise prima la fidanzata e poi a giro altre persone?>>.
<< Sì...sei stato tu?!>>.
<< Sì signore, volevo che provasse sulla sua pelle il dolore che inflisse alle sue vittime, ci stava riuscendo ma morì dissanguato se si fosse sbrigato io l'avrei anche aiutato, simulai un suicidio e sono ancora qua>>.
<< Wow, sono schioccato>>.
<< La seconda persona è stata Alessandra e il suo fidanzato, hai sentito la notizia?>>.
<< Sì, ho sentito la notizia, perché Alessandra? Povera>>.
<< Lei doveva liberarsi del suo fidanzato, ho messo entrambi sullo stesso piano, chi vinceva restava vivo e ha vinto lei. Sai lui cosa faceva? La tradiva, non la faceva uscire, era sotto il controllo di quel ragazzo e adesso è libera e sorridente>>.
<< Continua su>>.
<< Poi fu la volta di Dario, un amico di Alessandra e Marta, era vanitoso e sprecava la sua vita in alcool, donne e rischiava di morire per la strada, decisi di punirlo. Se si fosse liberato dalla prova lo avrei lasciato libero, fu la mia prima prova all'aperto poteva comunicare con le persone, lo presero per pazzo la polizia lo arrestò e adesso è in manicomio>>.
<< Questa è veramente bella>>.
<< Già, dopo ci fu Marta, che hai conosciuto di sfuggita, era una presuntuosa alla ricerca della popolarità, voleva diventare ballerina professionista. La colpì proprio sulla popolarità nessuno l'aiutò, dopo la colpì sull'intelligenza e come una stupida non capì che il veleno si trovava nel bicchiere davanti a lei e non nella pillola, hai sentito la notizia?>>.
<< Sì è recente>>.
<< Già, anche qui simulai un suicidio e sono ancora qua, non so perché l'ho detto a tua madre e sopratutto non so perché non gli abbia cancellato la memoria visto che potevo, ma nessuno può incolparmi quindi resterò libero e spensierato>>.
<< Sei un fottuto genio!>> disse scioccato.
<< Se lo dici tu, gli ultimi siete stati tu e tua madre, la prossima o il prossimo non lo so ancora>>.
<< Posso guardare la prossima prova?>>.
<< Veramente volevo chiederti se vuoi aiutarmi? Diventerai il mio braccio destro, però ci sono delle regole da rispettare>>.
<< Posso veramente? Io ho meditato su questa cosa e visto che funziona ho deciso di crederci anche io, di appoggiarti>>.
<< Inizi bene ragazzo. Regole: mai parlarne con gli altri, io l'ho fatto perché avevo bisogno di te per arrivare a tua madre, potevo restarci fregato, anzi grazie per non aver parlato; seconda regola bisogna pianificare tutto nei minimi dettagli, mai andare in panico tutto si può aggiustare>>.
<< Capito, altro?>>.
<< Segui me e per iniziare prenderemo una persona che non conosci così non ti impressioni, per adesso lasciamo scorrere un po' di tempo, dopo giocheremo>>.
<< Va bene>> finimmo di fare colazione e sparecchiammo. Andai a cambiarmi visto che si fece tardi e dopo decisi di scrivere qualche pagina del saggio. Prima di iniziare a scrivere venne Paolo:<< Non ti disturbo, solo una cosa, oggi hai da fare?>>.
<< Ho lezione di psicologia>>.
<< Va bene, io vado a prendere alcune cose a casa mia, sta sera cosa vuoi mangiare?>>.
<< Non saprei>>.
<< Va bene pizza?>>.
<< Sì>>.
<< Passo ad ordinarla e sta sera la faccio portare a casa>>.
<< Ok>> quando andò via scrissi qualche pagina, quando finì scesi giù a mangiare insieme a Paolo.
<< Va bene un panino? Ho la salumeria>> chiesi a Paolo.
<< Ottimo>> mangiammo e subito dopo andai all'università.

<< Ma tranquillo, non salutare>> mi sentì dire.
<< Scusami non ti ho visto>> era Alessandra che salutai con un po' di imbarazzato.
<< Come va?>>.
<< Bene a te?>>.
<< Bene, Paolo?>>.
<< Adesso sta a casa mia, siamo coinquilini>> lo dissi con il sorriso sulle labbra.
<< Sono contenta per voi, bisogna festeggiare>>.
Decidi si invitarla a casa mia:<< Sta sera io e Paolo mangiamo pizza, vuoi unirti, possiamo ordinare altre cose>>.
<< Ci sarò>> disse senza esitare presi il telefono per chiamare Paolo e avvisarlo:
<< Pronto Paolo sono io... ti volevo dire che sta sera abbiamo ospiti, viene Alessandra, prendi due pizze, un pollo e la vaschetta più grande di patatine, io passerò a prendere del sushi e del gelato, va bene?...ottimo a dopo>>.
<< Non mangio così tanto io>>.
<< Ma io si>> ci mettemmo entrambi a ridere e al suono della campanella entrammo dentro il plesso.
La lezione concluse quella precedente e quando finì ritirai i vecchi fogli e consegnai in nuovi fogli del saggio al professore.
All'uscita trovai Alessandra al telefono e aspettai che finisse.
<< Vieni direttamente con me a casa mia?>>
<< Ok, non ho nulla da fare>> passammo a prendere il sushi e il gelato, dopo andammo subito a casa.
<< Eccoci arrivati... Paolo sei in casa?>>.
Scese subito le scale e venne a salutare Alessandra:<< Ciao Ale, ben venuta, come
stai?>>.
<< Bene tu?>>.
<< Molto bene>>.
<< Matteo mi ha detto che vieni a vivere con lui>>.
<< Già>>.
Mi intrufolai nella discussione:<< Sta sera si festeggia, io ho lo spumante>>.
<< Cose in grande sta facendo>> disse Paolo rivolto verso Alessandra.
<< Come gelato ho preso una torta al pistacchio che io amo, a voi piace>> chiesi indeciso, ma entrambi risposero:<< Sì>> nel frattempo prepari la tavola e loro mi guardavano stupiti restando in piedi. Venimmo distratti dal suono del campanello, era il fattorino della pizza, la presi e la pagai.
<< Prendo le bibite, voi mettete tutto sul
tavolo, cuciniamo anche un po' di pasta?>>.
<< Basta quante cose vuoi fare?>> chiese un po' scioccata Alessandra.
Paolo in modo molto ironico disse:<< Che sei megalomane ogni volta, lui sa fare solo cose in grande, hai un futuro in qualche ristorante tu>> ci mettemmo tutti e tre a ridere e subito si creò un'aria piacevole, finalmente avevo trovato degli amici sinceri e la loro compagnia arricchiva le mie giornate.

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