33-Secondo tempo
Mi svegliai con l'odore del caffè che mi pungeva il naso. Pensai che sicuramente era opera di Paolo infatti quando scesi di sotto trovai lui ai fornelli:<< Buon giorno, ho preparato le crêpes, spero ti piacciano>>.
<< Io le amo>> dissi con voce gioiosa.
<< Perfetto allora le farò più spesso perché io vivrei di crêpes, hai nutella?>>.
Mi avvicinai alla mensola:<< Allora ho la nutella normale, quella bianca, la crema di pistacchio e varie marmellate>>.
<< Le marmellate no, prendi le altre tre che hai detto>> le presi e le misi sul tavolo, nel frattempo iniziai a preparare il latte, mentre aspettavo che si riscaldasse vidi sul tavolo il libro che comprammo:<< L'hai già cominciato?>>.
<< Sì, è molto bello, ma forse perché so come procede la storia sono meno affascinato, ma posso dire che tra film e libro c'è differenza>>. << Oh sì molta, in alcuni casi è meglio il film in altri il libro>>.
<< Già>> mettemmo tutto sul tavolo, ci sedemmo e iniziammo a mangiare.
<< Oggi si continua giusto?>> chiese Paolo di punto in bianco.
<< Sì, appena finiamo scendiamo direttamente giù, anche perché di pomeriggio ho lezione di psicologia, ora andiamo a preparare e dopo sta sera giochiamo>>.
<< Ok, ottimo>> si alzò e iniziò a sparecchiare, lo aiutai e dopo ognuno andò nella propria stanza a cambiarsi.
<< Sono nello scantinato>> urlai in corridoio e mentre scendevo le scale mi raggiunse di corsa:<< Sono pronto>> scendemmo insieme e andammo nella stanza di controllo.
<< Devo sedare tua madre e iniettargli un siero che fungerà da protezione per il prossimo gioco>>.
<< Io guardo dalle telecamere, vai>> dentro di me avevo paura se filmasse o facesse qualcosa di grave, ma non volevo e non potevo fare nulla quindi decisi di rischiare.
Sedai sua madre e le iniettai il siero protettivo, e quando tornai nella stanza di controllo spiegai a Paolo come doveva continuare il gioco. Modificai la stanza e feci abbassare un muro, dall'altra parte si trovava un'altra stanza con una sedia.
Mi rivolsi verso Paolo:<< Come puoi vedere le due stanze sono comunicanti, anche se c'è la grata in mezzo, tu ti siederai in quella sedia io ti attaccherò per rendere tutto realistico, la stanza di tua madre si modificherà così...>> feci spuntare tanti buchi sul muro dalla quale sarebbero uscite delle freccette come quelle che si usano per giocare con un bersaglio.
<< Da quel muro escono delle freccette, tu sarai sottoposto a delle domande se sbagli tua madre subirà le tue conseguenze, lo scopo è quello di fidarsi di te. Le domande saranno sulla filosofia ti consiglio di leggere l'enciclopedia per assimilare più informazioni possibili>>.
<< Ok, ho capito tutto, io vado a studiare>>.
<< Ottimo, io aggiusto la stanza per adesso non servono tutte queste cose, basta la normalissima stanza>> una volta saliti di sopra ci separammo: io andai un attimo nella mia stanza a prendere dei libri e dopo andai nello studio; lì trovai Paolo seduto intento a leggere alcuni libri di filosofia.
<< Gai bisogno di questi libri?>> chiese.
<< No, devo studiare psicologia non filosofia. Ti consiglio di farti Aristotele e Platone ti ricordo che li amo particolarmente>>.
<< Ma non li ho mai studiati!>>.
<< Infatti sarà la prima volta che lo farai e lo farai bene, senza aiuto e stupirai anche tua madre, prendi tutti i libri che vuoi, io vado in un'altra stanza questa serve di più a te>> presi i libri e andai via, decisi di andare a studiare all'area aperta, in fondo al labirinto.
Dopo aver studiato un po' la parte che mi interessava, continuai a scrivere la seconda consegna del saggio, lavorai per molte ore e riuscì anche a finirla. Quando tornai dentro a posare i libri trovai Paolo seduto in modo ambiguo ma pur sempre a studiare, decisi di non disturbarlo, andai di sotto preparare il pranzo per me e per Paolo, quando era pronto lo chiamai e mangiamo insieme.
<< A che punto sei?>> chiesi per informarmi.
<< Ho cominciato Aristotele mi sembra più complicato, ho fatto poco ma c'è la farò, per adesso credo di sapere gli argomenti discretamente>>.
<< Capito, buon lavoro allora>> mangiammo la pasta e quando finimmo Paolo andò subito a studiare, io invece presi i libri e andai alla facoltà.
<< Hey Matteo!>> urlò da lontano Alessandra, mi avvicinai a lei e la salutai:<< Ciao, come stai?>>.
<< Bene, tu?>>.
<< Bene>>.
<< Come va con Paolo?>>.
<< È ancora a casa mia per lo studio> >.
<< Volete per caso diventare coinquilini?>> chiese con un sorriso divertito sulle labbra.
<< No, almeno non ci ho pensato fino ad ora>>.
<< Insieme siete simpatici, vedo che siete già uniti..perché no, avrai anche compagnia a casa>>.
<< Ci penserò, a proposito domani vieni a mangiare a casa mia? Così ti faccio vedere la casa, ti faccio sentire come suono e ti faccio vedere le cose strane che fa Paolo, oggi mentre studiava si è seduto sopra i libri e non contento sulla scrivania, praticamente stava arrivando sul tetto>>.
<< È davvero strano>> rise ancora una volta, mi ero oramai abituato a vederla così felice.
<< Non è strano, per me è alternativo, comunque anche lui sostiene che io faccia cose strane, ad esempio nel corridoio ho una pianta di bonsai essendo Giapponese l'ho adornato di oggetti Giapponesi, lui dice che è strano>>.
<< Prima dimmi cosa ci hai messo e poi ti dico se lo è>>.
Pensai un attimo e dopo elencai:<< ho messo: pupazzi di sushi, il gattino che muove la zampa, dei kimoni in miniatura, dei karategi che sarebbero i vestiti dei karatechi e cose così>>.
<< Decisamente strano, non riescono a definire chi dei due lo sia di più>> ci mettemmo entrambi a ridere, quando suonò la campanella entrammo e ci sedemmo accanto.
La lezione prosegui normalmente e l'argomento fu su varie patologie o malattie psichiche. Quando finì la lezione parlai con il professore che si complimentò per l'inizio del saggio, mi ridiede i vecchi fogli e io gli diedi i fogli della nuova consegna.
Finalmente tornai a casa e potevo continuare il gioco lasciato in sospeso, andai subito nello studio dove trovai Paolo:<< Ecco mi qui, avanti andiamo>>.
<< Sono pronto>> scendemmo giù e lo feci entrare nella stanza adiacente, lo attaccai alla sedia e dopo andai nella stanza di controllo. Quando era tutto pronto attivai la stanza che si modifico, alla vista del figlio la madre divenne più distrutta di quanto già non lo fosse ma per la prima volta pensava di più al figlio che a lei.
<< Ciao miei cari amici sono sempre io L'Osservatore, come avete capito il vostro gioco continua, signora come sta?>>.
<< Malissimo, come dovrei stare... mio figlio soffre per colpa mia>> qualche lacrima le rigò il viso.
<< E lei ci pensa ora! Lei è un incosciente, secondo lei suo figlio soffre ora perché sta passando tutto questo? È prima quando aveva bisogno di un supporto morale, di una figura di riferimento, di superare le sue paure e le sue insicurezze, lei dov'era? Ci sta pensando tardi, vede che suo figlio ha ferite più profonde di quelle che vede adesso>>.
<< Chiunque lei sia ha ragione, mi dia la possibilità di rimediare>>.
<< In questa prova deve fidarsi di suo figlio, se riuscirete a superare la prova allora potrà tornare a fare la madre, altrimenti uno dei due piangerà, Paolo sei pronto?>>.
<< Sì, signore>>.
<< Bene, cara signora Luisa lei è una professoressa di filosofia, da quello che so non apprezza che suo figlio abbia scelto questa facoltà inoltre non lo premia mai e lo sminuisce sempre; allora la prova è semplice le dimostrerò che suo figlio merita fiducia, quello che uscirà dalla sua bocca e sintomo di maturità, impegno e soprattutto buono studio, lei si ricrederà>>.
<< Paolo ti voglio bene...credo in te!!>>.
<< Grazie mamma>>.
Intervenni ancora io:<< le domande che io porrò saranno di filosofia, se suo figlio sbaglia lei verrà colpita con una freccetta se invece risponde in modo corretto i condotti delle freccette scompariranno>>.
<< Capito, io sono pronta>> si mise al centro della stanza, fece un atto di coraggio, almeno non era vigliacca, si sedette a terra e ascolto tutto senza parlare.
A questo punto io cominciai con le domande: << Paolo, prima domanda: la mamma di Socrate come si chiamava? Fenarete o Santippe?>>.
<< Fenarete, sono sicuro>>.
<< Bravo, uno spara freccette in meno. Seconda domanda: Platone nasce nel 428 a.C. o nel 470 a.C.?>>.
<< Allora calcolando che le date sono vicine, una delle due è sicuramente quella di Socrate perché ricordo un 70, essendo più vecchio di Platone allora quest'ultimo nacque nel 428 a.C.>>.
<< Ah però che bei ragionamenti che fai, sei molto bravo, sei astuto ragazzo>>.
<< Bravo figlio mio!>> urlò la madre.
<< È io alzo la posta in gioco, il riscaldamento e finito. Terza domanda: cosa significa Panta rei e chi ne parla?>> dovevo mettere un po' di pepe al momento.
<< Allora sicuro i pre-socratici, fortunatamente mia madre mi ha insegnato un greco basilare e significa: tutto scorre e lo dice...se parliamo di scorrimento quindi dopo la natura, allora Parmenide parla di essere...Eraclito sì lui>>.
<< Bravo, questa invece è bastarda. Quarta domanda: di chi è il libro intitolato "sulla natura"?>>.
<< Un filosofo della natura e mi viene da dire Talete è il primo che può parlarne>> una freccetta parti e si conficcò nella gamba della madre, subito la tolse e inizio a tamponare il sangue. A quella scena Paolo urlò:
<< Mamma!!!>>.
<< Era Empedocle>>.
<< Mai fatto>>.
<< Già>>.
Intervenne sua madre per difendere sia lei che il figlio:<< Fai domande più semplici questa la sapevo io a stento, così mi fai male>>.
<< Quanta domanda: chi scrive le Enneadi? Protagora-Aristotele-Plotino?>>.
Paolo si mise a pensare:<< Non lo so....Aristotele no sicuro, provo con Protagora>>.
Un'altra freccia partì da una pistola e si andò a conficcare nel braccio:<< Ti ho detto più facili, sono domande impossibili da sapere queste, i libri a memoria non li sa nessuno>> la madre protestò di nuovo.
<< Scusami>> chiese Paolo alla madre.
<< Non è colpa tua>>.
<< Passiamo ad Aristotele. Sesta domanda: dimmi la divisione delle materie che Aristotele individua>>.
<< Sicuramente sono le: poietiche, teoretiche e pratiche>>.
<< Ma che sei bravo. Settima domanda:
l' encomio di Elena, chi lo scrive?>>.
<< Giorgia, un sofista>>.
<< Di cosa parla principalmente?>>.
<< Delle sensazioni che fanno conoscere in mondo attorno a noi>>.
Esitai un attimo:<< Sì, ci sta come risposta. Signora è contenta di suo figlio?>>.
<< Molto, è la mia vita, adesso a maggior ragione e dopo è bravissimo>> iniziò a piangere.
Arrivò il momento dell'ultima domanda:
<< Ultima domanda: nel mito della caverna di Platone: il lago cosa rappresenta?>>.
<< Diciamo che è la matematica, la fisica e la geometria perché queste cose fanno conoscere il mondo e gli oggetti attorno a noi proprio come accade con lo schiavo che si specchia nel lago>>.
Con un po' di gioia dissi:<< Per me avete finito...avete vinto! presto vi libererò>> separai di nuovo le stanze e rimisi Paolo in circolazione. A sua madre diedi da mangiare e dei prodotti per curarsi, anche noi mangiammo e andammo a dormire presto perché non avevamo molta voglia di parlare e mi sembrava normale dopo aver vissuto questi momenti così forti.
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