32-Chiarimenti
Portai Paolo nella sua camera fuori dal gioco, per adesso non serviva quindi al suo risveglio si sarebbe trovato già lì; sua madre invece la portai nella stanza dove la medicai, gli ricucì la ferita e la disinfettai. Quando i suoi valori si ristabilirono la riportai nella stanza dove avrebbe affrontato la seconda prova.
Quando finì andai di sopra a preparare da mangiare, erano le 20:00, a breve avrei anche avuto lezione di musica, mentre cucinavo vidi Paolo scendere. Lo vidi un po' aggirato:<< Tu devi spiegarmi un paio di cose!>>.
<< Lo so, risponderò a tutte le tue domande, però non adesso, devo andare a lezione, mangia anche tu devi rimettere su le forse>>.
<< Mia madre mangerà?>>.
<< Gli sto portando il cibo adesso, aspetta che torno>> andai da sua madre e gli diedi da mangiare, gli diedi anche un cuscino è una coperta per la notte, dovevo trattarla bene, dopo tornai da Paolo:<< Io devo andare a lezione di musica, vieni con me?>>.
<< Sì, voglio uscire>>.
<< Dopo vuoi andare a fare una
passeggiata?>> chiesi vendendolo un po' distrutto.
<< Sì, ho bisogno di distrarmi e di avere chiarimenti>>.
<< Li avrai>>.
<< Perfetto>> mangiammo senza scambiarci parola, una volta finito andammo direttamente in sala musica.
<< Buona sera>> dissi una volta arrivato e gli altri mi risposero, ancora il professore non c'era, però al suo posto ebbi piacere di vedere Jasmine con la sua cara amica Chiara.
Mi rivolsi verso Paolo e dissi:<< Guarda le braccia di quella ragazza>> la indicai con lo sguardo.
<< Sono tutte tagliate>> aggiunse Paolo.
<< Secondo me è autolesionista>>.
<< Già, ma perché fare una cosa del genere?>> chiese a me Paolo.
<< Non lo so, non penso sia giusto rischiare la vita così>>.
<< Perché me l'hai fatta vedere?>>.
<< Così, per capire se solo io pensavo che era autolesionista>>.
<< Capito>> rimanemmo in silenzio fino all'arrivo del professore.
Il professore arrivò un po' in ritardo:<< Buona sera a tutti!>> tutto il gruppo lo salutò compresi io e Paolo e prima di assentarsi un momento ci schiacciò l'occhiolino.
<< È simpatico>> disse Paolo.
<< Sì, abbastanza, peccato che è un rompiscatole, le cose le vuole fatte precise>>.
<< Fa bene, ha ragione>>.
<< Già, fa bene, in fondo non siamo stati obbligati a venire e a restare quindi dobbiamo ubbidire>>.
<< Giusto>> il professore tornò quasi subito:<< Iniziamo, preparatevi>> mi andai a sedere in mezzo agli altri e iniziammo a suonare. Durò mezz'ora in più del dovuto.
<< Era ora>> disse Paolo avvicinandosi quando finì di suonare.
Mentre il professore come sempre ci incitava a studiare:<< Mi raccomando studiate>>.
<< Com'è che era? simpatico?>> domandai ironicamente a Paolo.
<< Sì?>> mentre passava accanto a noi ci sentì e intrufolandosi nella discussione disse:<< Io sono simpaticissimo>>.
<< Sì certo prof, come no>> Paolo scoppiò ridere e io dietro di lui. Aiutai gli altri a sistemare le cose dentro e dopo andai via insieme a Paolo.
<< Andiamo a prenderci un gelato?>>.
<< Ok>> lo portai in una gelateria lì vicino e gli offrì un gelato.
<< Tieni i miei soldi>> disse allungando la mano con i soldi.
<< Non li voglio, no ne ho bisogno>> non contento me li mise nella tasca posteriore.
<< Ridammeli e ti buco le ruote della macchina>>.
<< Ok, ma solo perché ci tengo alla mia macchinina>>.
<< Ecco fai bene>> ci sedemmo in un posto lontano dagli altri e iniziammo a parlare.
<< Allora dimmi tutto>> invitai Paolo a parlare.
<< Per prima cosa io ho rischiato la vita
vero?>>.
<< Assolutamente no, io dalla mia stanza gestivo tutto compreso la ventola e l'acqua, ti avrei salvato lo stesso. Non ti lasciavo morire...sei uno dei pochi amici che ho e che è sincero>> abbassò lo sguardo un po' imbarazzato per poi dire:<< Grazie. Un'altra cosa è vero che quelle persone che ha nominato mia madre le hai prese tu e che molti suicidi in realtà sono opera tua?>>.
<< Sì, è vero, però io non ho ucciso nessuno, quelle persone si uccidono con le proprio mani non riuscendo a superare le prove, quella ragazza di cui parlava era Alessandra, che come puoi vedere è viva, lei ce l'ha fatta>>.
<< Ma tu mi avevi detto che era la tua prima volta questa e che non sapevi come fare>>.
Prima di rispondere pensai un attimo:<< Io so cosa fare già quando capisco che persona ho davanti. Questa non era la mia prima volta e sicuramente non sarà l'ultima>>.
<< Come ti dovrei definire io? Un pazzo? Un killer? Un medico? Qualcuno che fa la cosa giusta?>>.
<< Mettiamola così, il mio scopo è far capire alle persone in cosa sbagliano, questi sbagli sono quelli che rovinano o la tua vita o quella degli altri, se tu impari la lezione sei libero altrimenti fai brutta fine, il mio scopo è quello di difendere il dono prezioso della vita, io non voglio uccidere, io voglio aiutare tutte quelle persone che non capiscono che la vita va rispettata e vissuta. Alessandra stava sotto le grinfie del fidanzato, adesso è libera di pensare e di vivere la sua vita; tua madre adesso ti amerà, anche se deve superare una seconda prova; ti ricordi Marta, se hai visto la notizia saprai che è morta, perché lei si è uccisa con le sue mani, lei non ha capito cosa io le ho chiesto di fare; tempo fa feci un gioco a un killer che meritava di morire, nonostante questo gli ho dato una possibilità ma non ha capito nulla del gioco e degli sbagli che ha commesso>>.
<< Capito, non so cosa pensare?>> sembrava un bambino di fronte all'uomo nero.
<< Io ti lascio libero di pensare quello che vuoi e di agire come vuoi, se tu parli io sono fottuto, perché potresti avere le prove>>.
<< Io...voglio solo vedere se con mia madre funziona, dopo deciderò cosa fare>>.
<< Ok, allora continuiamo con la seconda prova?>>.
<< Sì>>.
<< Ok, la faremo dopo, adesso è presto>> lui annuì e io respirai profondamente, era la prima persona a cui rivelavo questo mio mondo oscuro, adesso potevo solo sperare in bene.
Tornammo a casa e andammo a dormire entrambi.
La mattina seguente avevamo lezione di filosofia ma fortunatamente Paolo, essendo il figlio della professoressa, comunicò alla scuola che sua madre non avrebbe fatto la lezione. Per ingannare il tempo mi venne in mente una cosa da fare e andai da Paolo che si trovava in giardino a passeggiare:<< Che ne dici di andare a fare colazione fuori?>>.
<< Va bene>>.
<< Così andiamo anche a comprare il libro per te>>.
<< Vero il libro, grazie>> prendemmo la macchina e andammo in un bar.
<< Cosa prendi?>> chiesi a Paolo quando entrammo.
<<< Un cornetto e un latte macchiato>>.
<< Perfetto>> ordinai per entrambi e poi diedi lo scontrino al bancone quando finì andai con Paolo a sedermi:<< Andiamo a sederci, lo portano loro al tavolo>>.
<< Ok>>.
Non parlammo molto mentre aspettavamo, una volta arrivata la colazione mangiammo.
<< Vieni spesso qui?>>.
<< Sì, fanno tutto buono>> risposi guardando fuori dalla finestra.
Addentò il cornetto:<< È vero>>.
<< Allora la notte porta consiglio, vero?>>.
<< Abbastanza>> disse con un sospiro.
<< Cosa ti ha detto?>> sorrise leggermente e aggiunse:<< Credo proprio che tu sia strano, ma in fondo qualcosa di giusto nel tuo ragionamento c'è>>.
<< Capito>>.
Continuò:<< Inoltre ti posso dire che fai bene, molte volte si ha bisogno di trovarsi davanti a delle scelte complicate per capire tutto quello che si possiede o si potrebbe perde>>.
<< Hai mai visto saw l'enigmista?>>.
<< Sì>>.
<< Ottimo, faccio la sua stessa cosa, è un po' brutta però ha il suo significato, non tutti la possono capire. Come dice il protagonista: "Certe persone non sanno apprezzare il dono della vita. Le persone scoprono il vero senso della vita, solamente di fronte alla morte...">>.
<< Sì...hai ragione>> guardò un attimo fuori dalla finestra e dopo aggiunse:<< Per adesso finiamo questo gioco, dopo ne riparleremo>>.
<< Vs bene>> mi misi anch'io a guardare fuori dalla finestra.
Quando finimmo lo portai a prendere il libro.
Il pomeriggio lo avevo libero, avevo solo lezione di musica, non lo portai con me, tanto avrei fatto veloce, era la lezione singola che dovevo fare da solo.
<< Professore sono pronto>> dissi dopo aver montato lo strumento.
<< Siediti, arrivo>> in quel momento entrò Jasmine, il professore la salutò e lei si limitò ad alzare la testa in segno di saluto.
Si venne a sedere accanto a me:<< Comincia>> feci tutto il pezzo e quando finì andai subito via.
Quando tornai a casa trovai Paolo seduto nel salotto:<< Sta sera usciamo? Invita anche Alessandra>>.
<< Va bene, aspetta che chiedo>> mi disse che ci sarebbe stata. Alle 19:00 la presi e tutti e tre andammo a mangiare fuori.
<< Io vado a pagare subito>> Alessandra andò subito alla cassa appoggiata da Paolo:
<< Anch'io>> gli sorrisi mentre andarono via.
<< Ecco i miei>>.
<< Te l'ho pagata io la pizza>> a quanto pare Paolo fece doppio gioco.
<< Ma perché?>>.
<< L'altra volta ai pagato tu>>.
<< Vabbè contento tu>> mi andai a sedere e dopo loro mi raggiunsero.
<< Cosa mi raccontate?>> chiese Alessandra.
<< Ma niente, per adesso sto a casa sua perché così viene meglio a studiare>>.
<< Io ti posso dire che l'ho lasciato solo alcuni minuti e quando sono tornato era arrampicato sulla cucina>> Alessandra scoppiò a ridere e tra le risate chiese:<< Cosa ci faceva?>>.
<< Cercava gli ingredienti per fare un dolce>>.
<< Però mi è venuto buono>>.
<< Sì, abbastanza>> Alessandra continuava a ridere. Quando le pizze ci furono portate ci mettemmo a mangiare.
Una volta finito lascia a casa Alessandra e poi io e Paolo tornammo a casa. Andammo subito a dormire, visto che la sera precedente dormimmo poco.
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