30-Aiutare gli amici

<< Paolo svegliati sono le 8:00, dobbiamo sbrigarci>>.
<< Sì, un attimo>> lo lasciai nella sua stanza e andai al piano di sotto a preparare la colazione, vedendo che ancora non scendeva andai di nuovo a chiamarlo:<< Paolo svegliati! È tardi, vestiti, di sotto c'è la colazione pronta>> andai nella mia stanza a cambiarmi e proprio quando stavo per scendere giù Paolo uscì dalla sua stanza:<< Giorno>>.
<< Giorno, andiamo a fare colazione>>. Mangiammo un cornetto l'uno, ci bevemmo il latte e dopo aver finito andammo direttamente in giro con la macchina.
<< Chiama tua madre vedi dove si trova>> compose il numero e chiamò la madre:
<< Mamma dove ti trovi? Sei in banca, quale banca? Quella alla stazione, sto venendo lì>> iniziai ad andare verso la stazione.
<< Tieni metti questo cip così ti posso parlare a distanza>> si mise il cip all'orecchio, una volta arrivati sul posto aspettammo che sua madre uscisse dalla banca:<< Scendi, vai da lei, se parli io ti sento e sento anche lei, ascolta le mie dritte, ciao a dopo>> scese dall'auto e sua madre mi salutò da lontano con la mano, io nel frattempo ascoltai tutta la conversazione e stetti qualche minuto fermo con la macchina, feci finta di cercare qualcosa anche se non mi serviva nulla.
<< Ciao mamma, che devi fare?>> chiese Paolo.
<< Ho pagato una cosa e adesso possiamo andare a casa>>.
<< Dove hai parcheggiato?>>.
<< La macchina è proprio dietro di te>> la strada era troppo trafficata, non potendo prenderla quindi decisi di effettuare il piano b: Paolo stesso avrebbe sedato sua madre.
Gli parlai tramite il ciò:<< Paolo fai finta che hai scordato qualcosa e torna in macchina da me>>.
Fortunatamente riuscì ad inventarsi una scusa con la madre:<< Mamma scusami un minuto ho scordato il telefono in macchina da Matteo>> venne di corsa verso di me:<< Che c'è?>>.
Cercai di dargli le indicazioni più chiare possibili:<< Io vi seguirò da lontano con la macchina, tu prendi questo siero di sonnifero, quando sarete nella strada giusta la farai addormentare, attento al volante non sbattere, non fargli vedere la siringa e cosa importantissima: ascolta me>.
<< Ok, aspetto un tuo segnale>> tornò di nuovo da sua madre, dopo che salì in macchina avviai anch'io la mia e la seguì. Presero dalla strada principale.
Tramite l'auricolare parlai con lui durante il percorso:<< Paolo, non fare nulla>> la seguì in mezzo al traffico per un po', non voleva cambiare assolutamente strada; forse il caso, il destino o il traffico stesso la convinsero a prendere la strada secondaria, una strada più solitaria.
<< Paolo, preparati... adesso>> la sedò, in quel preciso istante la macchina sbandò, preoccupato scesi dalla macchina.
<< Tutto apposto?>> urlai a Paolo dopo aver aperto il suo sportello.
<< Sì, lei dorme e la macchina è sana tra l'altro non mi ha neanche visto>>.
<< Ottimo, batti cinque>> sorridemmo a vicenda e riprendemmo la conversazione subito dopo:<< Adesso cosa si fa?>>.
<< A tua madre ci penso io, la porto direttamente a casa mia, tu prendi la macchina di tua madre e portala a casa tua, ti verrò a riprendere io>>.
<< Ok, a dopo>> presi sua madre e la misi nel bagagliaio a questo punto io e Paolo ci separammo, lui andò a posare la macchina e io andai a casa mia.

La posai all'interno della stanza predisposta per il suo gioco, quando Paolo mi disse che aveva finito lo andai a prendere e lo portai a casa mia.
<< Io oggi pomeriggio ho lezione di psicologia, tu resti qua?>>.
<< Sì>>.
Per sicurezza gli diedi una regola:<< Non andare giù, il gioco per tua madre comincerà domani, sta sera la lasciamo sola, gli ho levato tutto, borsa, telefono e altro>>.
<< Ok, capito, l'importante è che mia madre torni come prima, fai tutto tu>>.
<< Sì, tranquillo>> la mattinata prosegui normalmente, ogni tanto vedevo Paolo pensieroso ma la cosa non mi preoccupava.
Quando andai a mangiare lo chiamai ma lui decise di non mangiare con me, poi andai nello studio a prendere i libri che mi servivano in facoltà e lo trovai seduto alla scrivania:<< Cosa leggi?>>.
<< Un po' di tutto>>.
<< Capito, allora io sto per andare all'università, fa come se fossi a casa tua, se ti
va di leggere lo fai, se vuoi disegnare, scrivere o studiare trovi tanti fogli in giro e tante penne o matite, se vuoi puoi anche entrare nella stanza musica ma ti prego di stare attendo li dentro, puoi ammaccare qualche tasto del piano se vuoi, vai in giardino e se dovessi avere fame in frigo trovi di tutto, se vuoi cose surgelate come pizze, gelato, condimenti vari, contorni, nello sgabuzzino qua accanto c'è di tutto. Ti chiedo solo di stare attendo se scendi giù, non toccare nulla non vorrei che attivassi qualcosa>>.
<< Tranquillo che non scendo a guardare mia madre, non mi va e dopo aspetto il tuo via>>.
<< Capito, meglio così, a dopo>> lo salutai e andai via.

Alessandra era seduta nella solita panchina, era un po' giù, si vedeva da lontano:<< Hey, tutto a posto?>>.
<< Tutto bene>>.
<< Che succede?>> chiesi un po' curioso.
<< Hai sentito di Marta, i funerali saranno domani, mi rende triste saperla morta, non poter condividere i belli e i cattivi momenti insieme, lei era la mia migliore amica e adesso non c'è più. Io....>>.
<< Tu cosa?>> iniziò a piangere e nonostante il suono della campanella rimanemmo seduti là. << Vieni con me, andiamo a fare un giro, oggi ci sta un po' di riposo>> la portai in macchina la feci salire e andammo un po' in giro, una volta arrivati vicino al mare ci scendemmo in riva.
<< Qua è un posto più tranquillo, allora dimmi tutto>>.
<< Cosa vuoi sapere?>> nonostante non piangesse più aveva ancora le guance bagnate.
<< Per prima cosa asciugati e soffiati il naso>> gli asciugai le lacrime con il dito e gli diedi un fazzoletto, lei gentilmente rispose:
<< Grazie>>.
<< Allora dimmi un po', veramente disprezzava la vita?>>.
<< Sì, era forte e pimpante....ma realmente lei parlava spesso di suicidio, ma non credevo avesse il coraggio di farlo>> riprese a piangere, per consolarla gli accarezzai le spalle.
<< Magari era quello che voleva, è stata una sua scelta, non devi starci male tu>>.
<< Lo so, ma già mi manca tanto, non poterla vedere, non poterla sentire, non avere quella palla al piede, anche se aveva un brutto carattere per me c'era e se avevamo delle incomprensioni se ne parlava, lei era troppo orgogliosa e spesso io dovevo assecondarla e tranquillizzarla per le cretinate che faceva ma le volevo comunque bene, era parte di me pur essendo tanto diversa, non avrei mai pensato che era capace di fare questa scelta, non ha neanche pensato a Carla o alla madre>>.
<< Diciamo che però alla madre da quanto ho intuito non interessava molto di lei, o
sbaglio?>>.
<< Sua madre non sa fare la donna di casa e non sa fare soprattutto la madre, suo padre non c'è mai stato. Sua madre serve soltanto per un po' di compagnia quando è sola a casa, per il resto ha la sua vita e di sua figlia se n'è sempre fregata>>.
<< Capito, che brutta cosa>> dissi mentre continuavo ad accarezzargli le spalle.
<< Per non parlare del padre, l'ha solo vista crescere in modo indiretto, era sempre in viaggio lei è cresciuta da sola praticamente. Suo padre aveva una compagna e non gli interessava di un eventuale famiglia e sua figlia era quasi inesistente se ne ricordava solo quando doveva versare i soldi per il mantenimento e naturalmente non la ricordava bene ma male perché gli levava dei soldi>>.
<< Allora guarda il lato positivo, magari adesso è in pace, senza guerre in casa, senza litigate, senza rapporti vuoti, se è quello che voleva>>.
<< Sì forse hai ragione, l'unica che l'amava veramente era Carla e mi dispiace solo per lei.... però io ho...>>.
<< Cosa?>>.
<< ...Paura, prima io e il mio fidanzato, dopo Dario ora Marta, tutte queste persone attorno a me stanno vivendo cose bruttissime, ho paura, veramente la vita è così inutile>>.
Risposi di scatto:<< No!>> mi resi conto dopo della violenza che usai per dire quel "no" continuai con tono più dolce:<< La vita è un dono prezioso e tu devi viverla, non devi fermarti davanti alle difficoltà, devi superarle ed uscirne forte>> dentro di me speravo si convincesse e non pensasse veramente che la vita fosse inutile, altrimenti non avrei concluso nulla.
<< Hai ragione, io devo andare avanti, mi aiuti solo per una cosa?>>.
<< Sì, certo>>.
<< Non lasciarmi sola, sei l'unico amico sincero che mi è rimasto>> si girò verso di me e mi abbracciò, mi colse all'improvviso infatti andai indietro con il corpo come se avessi ricevuto una botta, l'abbracciai anch'io nonostante mi trovassi in imbarazzo. Lei continuava a stringersi a me e io la lasciai fare in fondo aveva bisogno di appoggio e dopo era una persona talmente buona che non avrei potuto negargli un abbraccio.
<< Grazie di tutto>> rispose dopo essersi sciolta dall'abbraccio.
<< Di nulla, su che ti porto a casa>> la riportai a casa sua e io andai alla mia, quando entrai trovai Paolo arrampicato in cucina.
<< Hey ciao, hai mangiato?>> chiesi subito dopo essere entrato.
<< Sì, volevo preparare un dolce per sta sera ma non trovo gli ingredienti, aiutami>>.
<< Quando ti dissi fa tutto ciò che vuoi non credevo che avessi fatto anche la scimmia sulla mia cucina>> si mise a ridere e per la distrazione perse l'equilibrio e si ritrovò per terra, io risi come uno stupido fino al punto di piangere dalla gioia.
<< Hey ma cosa ridi!? mi sono fatto
male!!>> lo aiutai ad alzarsi e dopo gli diedi tutti gli ingredienti. Mentre io mi feci una doccia lui fece una torta, mangiammo e ci rilassiamo un po' davanti la tv. Guardammo un bel film horror, avevamo anche il dolce fatto da lui e i popcorn, quando si fece tardi andammo a dormire.

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