3-Il mio gioco per te
Come lui uccise diverse persone, adesso doveva farsi del male da solo per potersi liberare.
Lo chiusi nello scantinato, nella stanza più in basso in modo che non potessero sentirsi le sua urla.
Sapete come lo catturai? Molto semplice.
Lo feci svenire tappandogli la bocca con un fazzoletto imbevuto di spirito; non mi interessa molto di lui voglio solo fargliela pagare per quello che ha fatto. Si chiama Kevin nella sua vita uccise diverse persone: la prima fu la sua fidanzata. Lei lo lasciò, lui non potendo accettare questo oltraggio decise di ucciderla così che nessuno avesse potuto averla. La madre della vittima, normalmente, non accettò che sua figlia fu uccisa e iniziò a cercare il presunto colpevole, prima che le colpe cadessero su di lui uccise anche la madre della sua ex ragazza, così nessuno poteva sospettare di lui. Per sua sfortuna le indagini continuarono e il fratello della vittima indicò lui come presunto colpevole. La polizia si accertò ed arrivò alla conclusione che il colpevole era veramente lui, c'erano troppe cose che combaciavamo con il suo profilo e il suo alibi non lo proteggeva abbastanza, il solo indiziato era esattamente lui. Il nostro caro Kevin uccise anche il fratello e il poliziotto che conduceva le indagini, inoltre rintracciò l'avvocato che difendeva la vittima e uccise anche lui. Nel giro di quattro mesi fece una carneficina, inizialmente per gelosia e poi per proteggere se stesso. La polizia continuò le indagini ma non riuscì a catturarlo perché lui riusciva a scappare e nascondersi.
Sapete come lo trovai io? Innanzi tutto sentì tutta la storia al telegiornale e poi mi documentai, una persona così non poteva restare impunita e non accettavo che venisse chiuso in carcere senza aver sofferto ed aver provato sulla sua pelle il dolore che inflisse agli altri.
Esattamente due settimane fa mi trovavo al porto, dovevo ritirare un pacco proveniente dall'America. Al momento di ritirare il pacco sentì un altro marinaio che parlava con un uomo sulla trentina, quest'ultimo cercava un posto all'interno della nave per sbarcare in America, collegai la sua faccia a quella del carnefice, poiché la vidi spesso in tv, il suo scopo era quello di sbarcare in un luogo dove la legge del posto non poteva incolparlo, astuta come idea: pensai.
Subito presi il pacco, pagai il marinaio che me lo consegnò e lo andai a posare in macchina.
Aspettai qualche minuto, poi lo vidi venire verso di me, dovevo trovare un metodo per parlargli e catturarlo, non mi veniva in mente niente, preso dall'impulso mi misi un cip di localizzazione nella mano e scesi dalla macchina. Camminai verso la sua direzione, feci finta di non vederlo, arrivato a pochi centimetri da lui abbassai lo sguardo ed andai a sbattergli, la mia mano toccò il suo fianco e gli attaccai il cip. Lui essendo molto arrabbiato mi spinse, feci il finto tonto e gli chiesi scusa, mi prese a parole, io me ne fregai non potevo rispondergli altrimenti avremmo litigato e poi non mi interessava discutere con lui. Lo seguì fino a casa sua, mi accertai che non ci fosse nessuno e prima che aprisse la porta, gli tappai la bocca, una volta svenuto lo misi nel bagagliaio, poi chiusi la porta della sua casa che tra l'altro poteva tornarmi utile.
Adesso eccomi qui, ho le chiavi del posto in cui si nascondeva in mano. Il mio piano si attuerà in casa sua, così in caso dovesse morire almeno sembrerà un suicidio e nessuno verrà incolpato.
Potevo parlare con lui attraverso un microfono, lui all'interno della stanza mi avrebbe sentito, inoltre potevo vederlo grazie alle telecamere piazzate.
Mi rivolsi a lui:<< Ciao, mio caro amico, io ti conosco molto bene, ma tu non conosci me. Mi presento sono l'Osservatore io ti guardo, ma tu non puoi vedere me, bello come gioco vero?>> Con tono arrabbiato rispose:<< Chi cazzo sei stronzo?>> devo dire che rispose in modo alquanto garbato.
Dall'altra parte io risposi con totale calma:
<< Tranquillo, non servirà a niente urlare, i muri sono insonorizzati inoltre ti trovi sottoterra nessuno può sentirti>>. Improvvisamente lo vidi sbattere ripetutamente le mani, i piedi e la testa nella porta che c'era dentro la stanza.
<< Neanche questo servirà a molto, le mura e le porte sono abbastanza spesse, non puoi buttarle giù>>
Con un volto disperato disse:<< Chi sei? cosa vuoi da me?>> mi faceva quasi pena, ho detto quasi, perché mi faceva anche tanto ribrezzo e rabbia, avevo tra le mani un criminale e non sarebbe uscito di lì impunito, risposi alle sue domande:<< Già ti ho detto chi sono, se ti interessa sapere cosa voglio da te è semplice la risposta: voglio giocare con te. Adesso ascolta: io ti conosco, tu hai ucciso diverse persone nel giro di quattro mesi, il mio scopo è rivendicare queste persone, però allo stesso tempo darò una possibilità a te di salvarti, magari imparerai qualcosa da questa avventura>> spensi il microfono prima di sentire cosa mi dicesse lui, mi diressi verso la sua stanza, feci partire una scarica elettrica, mentre aprivo la porta lui cadde a terra stordito, lo sedai e lo misi nel bagagliaio della macchina.....
.....casa sua venne organizzata per il mio gioco, che si svolgerà tra corridoio e cucina, mi basta poco per distruggerlo. Lo misi per terra e io andai fuori la casa, gestirò l'inizio dei giochi dalla macchina.
Guardavo sempre attraverso delle telecamere.
Aspettai che si svegliò e poi ripresi a parlare:
<< Ciao, caro amico, come vedi ti ho riportato a casa tua perché il mio gioco si svolgerà lì, sei libero di andare in cucina e di restare in corridoio, nelle altre stanze non puoi entrare, accanto a te c'è un foglio, prendilo, leggi attentamente ciò che c'è scritto e poi fai la tua scelta, stai attento, ragiona su ciò che ti chiedo di fare, a dopo>>.
Il biglietto diceva:
Attento ad imboccarmi, se non vuoi danni,
venendo verso di me, ci sarà qualcosa per te,
io ti aspetto dall'altra parte nel giardino
alla quale puoi arrivare prestino.
Se decidessi di restare qua, grande gioia per te ci sarà.
Rispetterei la tua decisione, nonostante la mia insoddisfazione,
tanto triste io sarò se non ti troverò,
a guardarmi dritto in faccia mentre rido sulla tua pellaccia.
Il mio scopo era quello di fargli capire che dall'altra parte del giardino, alla quale poteva arrivare con la porta che si trovava in cucina, c'ero io che l' aspettavo. Sapevo che avrebbe scelto la via giusta, ovvero quella di venirmi a cercare per prendermi a pugni, nonostante io gli avessi detto che la sua felicità si trovasse proprio nel posto in cui era adesso, ovvero il corridoio, ma lui prese la sua scelta dettata dall'orgoglio, dalla prepotenza e dal suo essere superiore ed urlò:<< È questo quello che vuoi?Nasconderti dietro un foglio di carta? Sai cosa ti dico che trovo molta più soddisfazione a vedere la tua faccia pestata dai miei pugni e i miei calci, sto arrivando figlio di puttana!!>>
Dalla telecamera vidi che si stava dirigendo verso la cucina, allora presi l'occorrente per il mio giochino ed andai sul retro, come promesso lui doveva vedermi. Durante la scorsa notte allestì la sua cucina che sarebbe diventata la scena del delitto, misi delle porte che si potessero chiudere con un telecomando dall'esterno della casa, questa tecnologia mi costò molto, ma n'è valsa la pena.
Fortunatamente sono un bravo elettricista, mi intendo molto di cavi e tecnologia, quindi modificare qualcosa per me è un gioco da ragazzi. Quella stessa notte presi la chiave della porta della cucina che conduceva in giardino e la misi dentro il suo stesso corpo precisamente dentro un suo pettorale, essendo muscoloso la cosa mi aiutò.
<< Caro amico, sono io che ti ho rinchiuso qui dentro e ti ho catturato, sono colui che urtasti al porto. Il mio gioco è molto semplice, come già detto conosco ciò che hai fatto e voglio che tu soffra come hai fatto soffrire le persone che tu hai ucciso. Hai fatto la scelta sbagliata, ti avevo dato la possibilità di uscire illeso da dentro questa casa, ma tu hai deciso di affrontarmi, allora ecco cosa dovresti fare per uscire e venire da me> chiusi la porta della cucina, senza esitazione non volevo che mi scappasse, oramai era in gabbia.
<< Resterai in questa stanza>>
Prese una sedia d'impulso e la lanciò verso la porta dalla quale parlavo io.
<< Caro amico, tu puoi vedermi questa porta è di vetro, ma è vetro anti-sfondamento, mi spiace ma ho previsto tutto per te. Alle tue spalle puoi prendere un coltello, il tuo scopo è uscire di lì, io sono qui per aiutarti, ti sto dando un'altra possibilità ma devi fare in fretta, altrimenti ti lascerò marcire lì dentro. Tanto non ti sentirà e non ti cercherà nessuno, le mura sono insonorizzate, come puoi ben capire non hai via di scampo. Se vuoi affrontarmi devi prendere il coltello e tagliarti il pettorale destro, come se dovessi levarlo dal tuo corpo, troverai una chiave che ti farà aprire la porta, una volta fuori sarò felice di aiutarti, ma non prima che tu prova del dolore sulla tua pelle>> mi guardò confuso per poi urlare:<< Non lo farò mai!!>>
Con estrema tranquillità risposi:<< Ecco la tua seconda scelta sbagliata>> spensi tutte le luci e fu buio pesto all'interno della stanza, lui urlava ma non si sentiva niente, potevo solo sentirlo io che possedevo il microchip, collegato all'interno della casa. Misi una tenda alla porta così che non potesse vedersi, chiusi il cancello del giardino e me ne andai.....
....continua.
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