29-Praparativi

Il giorno seguente alla facoltà di filosofia ci furono le prime domande da parte della professoressa per capire quando sapessimo.
<< Paolo, sei pronto?>>.
<< Adesso?>>.
<< Ora o mai più, vai>> spinsi Paolo ad andare volontario per le domande, dopo tutto il tempo sprecato e l'impegno messo doveva farsi valere davanti gli occhi di tutti, sopratutto di sua madre. Fece una "interrogazione" impeccabile, solo doveva essere più sicuro, cosa che infatti sua madre riprese:<< Allora sei stato molto bravo ma devi essere più sicuro in quello che dici, un'altra cosa staccati dai libri e pensa di più con la tua testa, la prossima volta pretendo di più>> quasi mortificato Paolo abbassò lo sguardo e non guardò più in faccia nessuno, quando si venne a risedere accanto a me disse:<< Sono andato così male?>>.
<< Assolutamente no, solo devi migliorare qualcosa, ci sarà tempo, non buttarti giù, la prima volta è sempre di prova>>.
<< Se lo dici tu>> sembrava molto demoralizzato, mi dispiaceva tanto vederlo così, ma presto si sarebbe riscattato.
Per tutta le lezione non parlò, poi all'uscita rimasi con lui fino all'arrivo della madre:
<< Matteo, hai fatto un buon lavoro, ho letto tutti gli appunti e ho sentito mentre li ripeteva, ma secondo me lui sbaglia qualcosa, ha poca sicurezza e sta troppo attaccato ai libri, dovrebbe avere più apertura mentale>>.
<< Capito, le assicuro che migliorerà>> guardai verso Paolo e gli feci l'occhiolino, lui mi rispose  sorridendo, poi tornai a guardare sua madre, non riuscivo proprio a capire perché aveva così poca fiducia in suo figlio, secondo me dopo il divorzio ha perso la fiducia in ogni singola persona, naturalmente questo va ad intaccare l'autostima di Paolo.
<< Bono studio allora, a presto Matteo>>
La salutai:<< A presto>> poi rivolgendomi verso Paolo dissi:<< Hai da fare adesso?>>.
<< No>>.
<< Vuoi venire direttamente con me? Stiamo insieme tutto il giorno>>.
<< Sì, va bene>> salutò sua madre che andò via, noi invece andammo verso la mia macchina:<< Dove andiamo?>>.
<< Per prima cosa andiamo a mangiare e dopo devo parlarti>>.
<< Ok>> arrivammo al Mc, ordinammo e quando finalmente seduti iniziammo a parlare di una cosa importante.
<< Oggi non dobbiamo studiare cose nuove, quindi abbiamo il giorno libero, dobbiamo preparare il gioco per tua madre>>.
<< È il momento?>>.
<< Sai...il suo comportamento oggi mi ha fatto capire che se non viene scossa non capirà pienamente l'importante di un figlio>> fece una faccia triste:<< Non essere triste non è colpa tua>>.
<< È colpa di mio padre>>.
<< Immaginavo, tranquillo, riavrai tua madre, queste prove funzionano sempre>>.
<< Come fai a saperlo?>>.
<< Ho seguito tutte le vicende di questo presunto rapitore e diciamo che dalle notizie funzionano>>.
<< Ma come fai a conoscere le prove e le persone?>> mi stava mettendo in difficoltà.
<< Molte persone le conosco, ho chiesto personalmente a loro e dopo su internet trovi tutto>>.
<< Capito, mi fido di te io>> gli sorrisi e finalmente potevo stare tranquillo, per un attimo ho temuto di non poter scrollare quelle domande, ancora non sa che tutte quelle prove le ho fatte io e non deve saperlo per adesso.
<< Quanto è buono questo panino>>.
<< Ti capisco>> mangiammo tutto, dopo gli offrì un caffè e lo portai a casa mia.

Una volta entrati, ci accomodammo in salotto:<< Allora, so già che giochi far fare a tua madre, avevo pensato a due prove: in una deve dimostrami che tiene a te; nella seconda deve fidarsi di te, allora durante la prima prova tu rischierai la vita e se ti dovessi fare male non sarà un dolore grande, mi serve per rendere la prova reale. Tu fidati di me>>.
Come sempre rispose:<< Mi fido, quando la mettiamo in atto?>>.
<< Devi aiutarmi tu a capire quando tua madre potrebbe essere presa, io la devo sedare e non gli devo far vedere la strada>>.
<< Ok, capito, mia madre domani mattina deve uscire>>.
<< Sai dove deve andare?>>.
<< Credo in banca>>.
Dopo aver riflettuto un po' dissi:<< Non è sicuro, facciamo che la seguiamo tutta la mattina prima o poi la prendiamo, sta sera dormi da me, cosi sei già qui e non devo venirti a prendere. Avvisa tua madre>>.
<< Va bene, però non ho il pigiama>>.
<< Te lo do io>> gli diedi una pacca sulla spalla e mi alzai, andai in cucina a prendere alcune bibite, nel frattempo lui avviso sua madre.
<< Tieni serviti, una cosa sta sera io ho lezione di musica, puoi stare qui se vuoi oppure devi venire e aspettare un'oretta in sala musica, il tempo che finisco>>.
<< Verrò, così ti sento suonare>>.
<< Ok, dormirai nella stanza da letto per gli ospiti, adesso ti faccio vedere dov'è>> lo portai al piano di sopra e gli indicai dove si trovava la stanza:<< Hai il bagno dentro la stanza così non devi uscire fuori, aspetta che ti prendo un mio pigiama>> andai nella mia stanza presi un pigiama e lo portai da lui:<< Tieni, fai come se fossi a casa tua>>.
<< Ok>> lo lasciai nella sua stanza e scesi di sotto, dopo alcuni secondi venne anche lui:
<< Mi lasci solo, che devo fare io?!>>.
<< Quello che vuoi>>.
<< Allora sono in libreria>>.
Gli sorrisi e dopo dissi:<< Ottima scelta, io sono nella stanza musica>> mi preparai lo strumento e poi andai da Paolo:<< Hai trovato qualcosa di bello?>>.
<< Sì, questo libro di poesie, io non amo molto la poesia ma qui dentro ce ne sono davvero belle>>.
<< A me piacciono molto, le poesie sono racconti piccoli ma particolari quindi magari con il tempo ti piaceranno, per adesso continuale a leggerle>>.
<< Va bene>> tornammo al piano di sotto a mangiare una cosa veloce.
<< Questa poesia parla della vita e della morte giusto?>> mi fece vedere: la morte non è niente di Henry Scott Holland.
Risposi:<< Sì, in particolare parla della vita dopo la morte, esistendo nessuno deve preoccuparsi e rattristarsi per le persone che muoiono perché sono in un'altro mondo vicino a noi>>.
<< Capito...bellissima poesia>>.
<< Sì, è molto bella>>. finita la cena andai a suonare.

Andai direttamente a fare una domanda al professore:<< Professore potrei parlare un minuto con lei?>>.
<< Sì, dimmi tutto>>.
<< Appena prenota il teatro mi fa sapere se i biglietti per i parenti sono gratis o no?>>.
<< Chiederò>>.
<< Grazie>> lasciai la stanza e andai all'aperto, essendoci caldo alcune volte si suona fuori. Paolo un po' spaesato chiese:<< Dove mi metto?>>.
<< O nel gradino o ti prendi una sedia e ti metti più vicino>>.
<< Sono al gradino>> sorrisi a Paolo per la sua voglia di socializzare, lui capì l'ironia e a sua volta mi sorrise. Nel frattempo venne Jasmine con la sua amica, non capivo bene che rapporto avessero visto che insieme parlavano poco e niente, se la portava sempre dietro come una trottola. Prima che cominciasse la lezione mi sedetti accanto a Paolo e sentì le due ragazze parlare animatamente.
Jasmine si rivolse alla sua amica dicendo:
<< Tu non puoi vedere quella persona te lo vieto, non mi piace>>.
La povera vittima rispose:<< Ma neanche la conosci>>.
Ma rispose a tono:<< Chiara devi capire che già mi da fastidio, troppo tempo dietro ci perdi>> finalmente sapevo il suo nome.
<< Va bene, vedrò cosa fare e dopo ne parliamo meglio>> disse soggiogata.
<< Non dobbiamo parlare devi solo allontanarla>> la ragazza abbasso la faccia per terra, era succube di lei, per la prima volta la vidi morbosamente attaccata a qualcuno, praticamente o è distaccata o si attacca troppo. Un'altra cosa che notai erano gli stessi segni sulle braccia di Chiara, era un'autolesionista, non c'erano dubbi, anche se lei provava a nasconderlo.
Il professore decise di iniziare la lezione:
<< Iniziamo su, voi chi siete?>> chiese vedendo Paolo e Chiara.
Per presentarlo risposi:<< Lui è Paolo un mio amico>>.
Stessa cosa fece Jasmine:<< Lei è Chiara una mia amica>>.
<< Voi avete degli amici? Siete così silenziosi>> disse il professore con un pizzico di ironia.
<< Questo non mi vieta di avere degli amici, comunque sì sono silenzioso ma con gli amici parlo>> risposi io un po' irrigidito.
<< Da come hai risposto a tono adesso suona altrettanto forte su>> mi fece l'occhiolino e io gli sorrisi, un po' mi seccano i suoi commenti ma li fa con tutti, è un burlone e io non ci penso più di tanto, altrimenti dovrei tappargli la bocca; piuttosto Jasmine non rispose, anche se non parla sicuramente avrà molto da dire, forse per orgoglio o per timidezza non parla, ma con la sua amica tutta questa timidezza non l'ha. La lezione proseguì normalmente, quando finì andai via.
Una volta arrivati a casa andammo a dormire: << Notte Paolo, per qualunque cosa sono nella mia stanza>>.
<< Notte>> lo vidi portarsi dietro il libro di poesie e mi fece tanto piacere, forse io o forse la sua curiosità lo spinsero a leggere, l'importante è che gli piaccia e che non smetta.

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