19-Una visita a sorpresa

Non sapevo quando far venire Paolo se la mattina o il pomeriggio, allora optai per il pomeriggio così almeno avrebbe avuto del tempo per prepararsi. Gli inviai un messaggio: "se più tardi vuoi venire, sono libero, studia bene le lezioni precedenti che oggi le ripeti. Non fare Anassimandro che lo facciamo oggi" come le scorse volte la sua risposta non si fece attendere e mi rispose che ci sarebbe stato. Avendo la mattina libera, pensai a cosa avrei potuto fare. Mentre facevo colazione mi venne in mente un idea; sapevo dove andare e cosa fare.
Presi la macchina e mi diressi verso il manicomio dove rinchiusero Dario. Arrivato, all'entrata vidi una guardia e mi rivolsi a lui:
<< Salve, sono Matteo, ieri è stato rinchiuso qui un certo Dario, sono suo amico, potrei vederlo?>>.
<< Di solito possono entrare solo i parenti, un attimo che però chiedo>>.
Entrò all'interno del manicomio a chiedere sicuramente a qualche superiore, poi finalmente, dopo un tempo infinito, tornò.
<< Il direttore mi ha detto che per questa volta chiude un occhio perché il paziente non ha ancora ricevuto visite e questo le dispiace, almeno lei è una persona che conosce, potrebbe fargli bene vederla>> disse.
<< Molte grazie>> risposi con un sorriso.
Mi fece entrare e mi scortò fino a una stanza blindata, mi fece sedere ad un tavolino e poi andò a prendere Dario che incatenò proprio davanti a me; le catene erano per sicurezza.
Il primo a parlare fu lui, con modi garbati:
<< Che cazzo vuoi ancora?>>.
<< Perché parli così, non sei felice di
vedermi?>>.
<< Hai il coraggio di chiedere? Mi hai fatto passare per pazzo, ho perso la dignità solo perché tu volevi giocare con me e, no, non sono per niente felice di vederti>> disse tutto ad un fiato.
<< Sai se la conversazione è privata o se ci sentono?>>.
<< Non lo so>>.
Mi alzai e andai verso la porta, bussai e mi aprì la guardia.
<< Sa per caso se le nostre conversazioni sono ascoltare oppure no?>> chiesi alla guardia.
<< Sono osservate tramite una telecamera ma ascoltate no, perché chiede?>>.
<< Perché essendo un mio amico vorrei un po' di privacy con lui>>.
<< Le è garantita però verrà comunque osservato>>.
<< Ok, grazie per l'informazione>> tornai dentro la stanza e chiusero di nuovo da fuori la porta a chiave.
<< Nessuno ci ascolta però siamo osservati, se fai qualcosa di negativo ne pagherai ancora le conseguenze>> dissi rivolgendomi a Dario.
<< Cosa vuoi che faccia e poi peggio di così non si può andare>>.
<< Allora ci tengo a precisare che hai finito il gioco....>>.
<< Tu sei malato, di che gioco parli, veramente ti piace fare queste cose?>> aveva un viso sconvolto e disperato.
Per prenderlo ulteriormente in giro risposi con un sorrisino beffardo:<< Sì, io mi diverto molto e poi lo faccio per far capire dove sbagliano le persone>>.
<< Ma io non ho fatto niente>>.
<< Ah no, più di una volta hai disprezzato i miei studi e da quanto ho capito anche i tuoi, mi hai detto che nella vita bisogna solo divertirsi, quella sera sei andato in un discoteca e hai bevuto come non mai, hai rischiato la vita, cretino! Inoltre la tua bella faccia e i tuoi soldi ti danno molte donne da quello che ho visto, ma la cosa più sbagliata in te è il tuo attaccamento morboso al denaro, che come puoi ben vedere non ti può aiutare sempre, anzi il denaro fa schifo. Visto che sei ricco prova a liberarti adesso, paga la cauzione>>.
<< Secondo i medici sono pazzo, non accettano che io paghi, per loro devo restare qua dentro e guarire>>.
<< Capito, allora buon divertimento>>.
<< Ma tu sei pazzo, fammi uscire da qui, parla, dì che sono una persona sana di mente!!>> urlò
<< Le tue urla le odio. Secondo te, io che ti ho fatto il gioco con lo scopo di farti finire qua dentro, adesso ti faccio uscire?!>>.
<< Ma tu chi cavolo sei? Ti conosco appena, sei una persona cattiva e malvagia, fai questo con tutti?>>.
<< Lo faccio con chi se lo merita, non sei né il primo né l'ultimo, chi sono lo sai già e poi a che ti serve, se adesso ti dispiace andrei via, per me hai finito, ringrazia che mi sono fatto vedere, di solito nessuno mi vede in faccia ma visto che vieni preso per pazzo allora posso, tanto non puoi incolparmi. Addio!>> feci un sorriso soddisfatto e mi girai. Mentre mi dirigevo verso la porta, lui iniziò ad innervosirsi si alzò in piedi e provò ad avvicinarsi verso di me, ma con scarsi risultati per via delle catene. La guardia aprì la porta mi fece passare e io andai verso l'uscita, nel frattempo Dario venne preso da sottobraccio e riportato nella sua cella, si stava alterando e la guardia avendolo capito lo rispedì al fresco.

Questa era la prima volta che facevo visita a una persona pazza in un manicomio. Per il viaggio di ritorno verso casa non feci altro che pensare a Dario; la sua punizione l'aveva avuta, forse la meritava più pesante, ma avendo fatto la prova all'aperto dovevo calcolare le variabili, qualcuno si sarebbe insospettito, oppure a qualcuno avrebbe dato fastidio, però non è finita male come prova, ha avuto quello che meritava. I soldi non l'aiutano più e sul suo bel visino non c'è più l'aria da saputello.
Quando arrivai a casa per svagarmi un po' misi della musica all'impianto che avevo in tutta la casa, è una cosa rilassante la musica per me, inoltre posso averla in ogni parte della casa senza preoccuparmi del volume. Oggi avevo proprio voglia di mangiare bene, mi preparai le lasagne, aspettai che si raffreddassero e poi mangiai con tanta calma, guardai un po' di televisione e mente stavo per sparecchiare mi suonò il campanello.
<< Ciao Paolo, vieni entra, scusa il disordine ma devo sparecchiare, vuoi un po' di pasta?>>.
<< No, grazie>>.
<< Mentre io sparecchio, vai nello studio e prendi i libri sulla scrivania, sono quelli della scorsa volta, ricordi dov'è?>>.
<< Sì, tranquillo vado io>>.
Andò sopra a prendere i libri, non mi preoccupai minimamente di ciò che avesse potuto fare perché da quello che ho notato lui è attratto da tutti gli oggetti belli che magari usa poco o non sa usare, sicuramente se perderà del tempo è perché starà osservando i libri sopra. Una volta finito andai sopra e come previsto era lì a guardare i libri nello scaffale.
<< Ti interessa qualcosa in particolare?>>.
Colto sul fragrante disse un po' imbarazzato:
<<Oh scusami non volevo entrare e perdere tempo, comunque stavo solo guardando>>
<< Sicuro? Non vorresti studiare qualcosa in anticipo? Qualcosa che magari ti piace?>>.
<< Veramente possiamo?>> chiese con una faccia da bambino sognante.
<< Ti assicuro che con la lezione che faremo oggi potremmo benissimo collegare Platone, ti interessa?>>.
Frettoloso rispose:<< Sì!>>.
Mi sorpresi nel sentire la sua risposta improvvisata, però mi fece piacere che almeno qualcuno in questo mondo studiasse con piacere, inoltre ebbi la conferma che mi considerava quasi un maestro.
<< Allora prendiamo alcuni dei suoi libri, non te lo faccio fare tutto, ti dirò poche cose>>.
<< Ok>>.
<< Seguimi>>.
Una volta presi i libri ci dirigemmo giù e dopo lo portai in fondo al labirinto, era un posto molto più tranquillo.
<< Bello questo labirinto, nel lago ci sono i pesci?!>>.
<< Vuoi dargli da mangiare?>>.
<< Sì>>.
Gli sorrisi e gli diedi il cibo, mentre lui si divertiva con i pesci io presi le pagine dei libri.
<< Allora per prima cosa mi ripeti tutte le lezioni precedenti>>.
<< Allora inizio subito>>.
Dopo aver ripetuto gli dissi dove sbagliava e cosa doveva aggiustare, era veramente un bravo allievo, riusciva a comprendere tutto, almeno fino ad ora.
<< Adesso ti spiego la filosofia di Anassimandro, prendi appunti>>.
<< Sono già pronto>>.
Così iniziai la spiegazione:<< Anassimandro è un filosofo della natura, perché appunto come Pitagora cerca l'archè delle cose nella natura stessa; nasce attorno al 610 a.C. a Mileto, qui nacque anche una scuola di filosofia di cui fanno parte altri filosofi che sicuramente studieremo. Anassimandro individua l'archè nell'apeiron, quest'ultimo è qualcosa di soprannaturale, infinito e illimitato. Nell'apeiron si trovano tutte le cose prima di nascere e vivere, quando due opposti si incontrano all'interno dell'apeiron si staccano da quest'ultimo e iniziano a vivere. L'apeiron che è infinito crea tutto finito ovvero destinato a morire, quando qualcosa muore torna nell'apeiron. Allora diciamo che l'apeiron non è né una persona né un luogo ma è quel principio primo che crea tutte le cose, più o meno è un Dio. Finito>>.
<< Tutto qui?>>.
<< Sì, è piccolo come autore, se però trovi qualcos'altro l'aggiungi, per adesso ti fai questo. Ti consiglio di prendere di nuovo il libro "enciclopedica della filosofia" così hai tutta la sintesi e leggi la parte inerente ad Anassimandro nel libro "il mondo di Sofia", ok?>>.
<< Ok, capito, farò tutto, appena possibile se vuoi ti faccio vedere il lavoro>>.
<< Certo, portami sempre tutto>>.
<< Ma a te non ti secca insegnare e dare tutto questo aiuto?>>.
<< No, mi piace studiare, non sono insegnante cerco solo di aiutarti e non mi pesa, ti aiuto con piacere>>.
<< Grazie, sei molto gentile>>.
<< Di nulla>> risposi con un sorriso che ricambiò.
<< E Platone cosa centra con
Anassimandro?>>.
<< Semplice anche lui ha un principio primo che chiama mondo intellegibile, lì esistono tutte le cose vere e senza materia quindi immortali che prima poi si staccheranno e inizieranno a vivere e la materia che subentrerà le renderà caduche ovvero destinare a morire. Diciamo che è un piccolo spoiler, ma per oggi va bene così, adesso leggiamo qualcosa di Platone che ti servirà da introduzione>>.
Leggemmo qualche pagina dei libri presi prima, una volta finito ritornammo dentro.
Decisi di fare merenda con del gelato e nel frattempo parlammo un altro po', non trattai più con lui la discussione su sua madre, ma prima o poi dovevo.
<< Io vado a presto>>.
<< Ciao, a presto>> lo salutai e poi andai a farmi una doccia. Quando finì, mangiai mi rilassai guardando un po' di tv e poi andai a dormire.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top