17-Sei un pagliaccio
La mattina avevo un esercitazione al corso di psicologia che al professore sarebbe servita per farsi un idea delle conoscenze acquisite.
L'argomento era la psicologia comportamentale. Mentre scrivevo ebbi un illuminazione ovvero che lo stimolo condiziona la risposta, con Dario avrei fatto un esperimento ovvero, consigliargli delle risposte che avrebbero compromesso la sua reputazione e la sua sanità mentale, se le persone attorno a lui avessero pensato male sicuramente lui avrebbe fatto brutta fine. Che bella idea che mi venne.
Finita l'esercitazione andai a consegnare il foglio e mi sedetti di nuovo al posto e aspettai la fine della lezione.
Prima di uscire il professor Serra mi fermò:
<< Matteo, aspetta un attimo, vorrei parlare con te>> rimasi sorpreso da quella richiesta, perché mai doveva parlare con me.
Rientrai in aula:<< Mi dica professore>, mi guardò e poi disse:<< Allora ho notato nel tuo modo di studiare una costanza e un interesse notevole, prendi molti appunti e stai sempre attento, inoltre hai una capacità spiccata nel linguaggio e nella scrittura, ho già letto il tuo compito e mi piace tanto; stavo pensando di proporti la scrittura di un saggio sull'evoluzione della psicologia e approfondire le rispettive discipline collegate. Ti do il tempo di pensarci, fammi sapere, ok?>>.
Mi piaceva scrivere ma non avrei mai pensato che qualcuno mi potesse scegliere per scrivere un saggio, diciamo che non è la cosa più semplice di questo mondo, però la proposta mi allettava:<< Grazie per la proposta, le faccio sapere, arrivederci>>,<< A presto>> me ne andai via, non sapevo cosa pensare, infatti ci avrei pensato dopo, non era né il momento né il luogo.
Una volta finito di mangiare andai a suonare un po', prima suonai un po' Mozart e poi il mio amato Chopin; ogni volta che inizio non vorrei mai smettere.
Osservatore: Cari lettori, sapete che la musica mi aiuta a pensare cose positive, soprattutto la musica classica, io amo la musica classica. Purtroppo al giorno d'oggi non è molto apprezzata, ed è un vero peccato perché solamente con essa si può apprezzare la musica che principalmente è fatta da suoni, pause, note e ritmo e nella musica classica queste singole cose si riescono a cogliere meglio. In particolare questa volta pensai alla proposta del mio professore e decisi che avrei fatto il saggio, però avevo bisogno di tempo perché io ne perdo molto quando devo scrivere qualcosa e poi mi piace avere tutto quasi perfetto; poi c'erano i miei impegni che mi levavano del tempo, quindi avevo bisogno di spiegazioni, che avrei chiesto il prima possibile.
Quando finì di suonare decisi di andare dal mio amichetto Dario.
Gli misi di nuovo la catena alla gamba, il cip e dopo parlai con lui.
<< Ciao, caro amico, questa notte ti porterò di nuovo nella via, questa volta però potrai parlare, il tuo gioco continuerà la mattina seguente, ovvero domani>>.
<< Sono pronto, se mi liberano però non mi devi rompere più le palle!>>.
<< Tranquillo, sarai libero se sei bravo a liberarti. Ti ho già detto di non urlare. Ti sto portando del cibo, ti consiglio di starti fermo quando entro>>.
Sgattaiolai all'interno della stanza, chiusi la porta e mentre mi abbassai per posare il cibo per terra, lui mi saltò addosso, stava per levarmi la maschera e per strozzarmi ma non riuscì nella sua impresa poiché prese una scossa elettrica che gli partiva direttamente dal collo.
<< Brutto stronzo, cosa mi hai fatto?>>.
<< Ti ho fatto prendere la scossa elettrica, tramite il collare che porti, li metto a tutte le mie cavie e con te ho fatto benissimo a metterlo. Lo stronzo qui sei tu, sei stupido ti avevo detto di stare fermo, questa me la paghi cara!>>.
Aprì la porta e la chiusi sbattendola, poi la chiusi a chiave, mi aveva fatto incazzare talmente tanto che non gli parlai più.
Decisi di calmarmi in giardino, né possedevo uno piccolo subito dopo la piscina. Avevo l'altalena, i fiori, un piccolo labirinto con il muro basso. Presi un paio di fogli, le matite, il telefono e andai infondo al labirinto. Alla sua fine si trovava un piccolo lago dove misi dei pesci rossi e un tavolino con l'ombrellone.
Diedi da mangiare ai pesci rossi, poi mi sedetti al tavolo e continuai a guardare il lago. Quando finì di pensare cercai un disegno da fare. Essendo un amante di it il pagliaccio assassino, decisi di fare quello.
Osservatore: A voi piacciono i pagliacci?
Io odio quelli normali, che cercano qualcosa per far ridere la gente, non capisco perché sono sempre tristi, non amo il fatto che dipendano dalla risate delle persone. Li vedo quasi sadici, sono felici se la gente li deride e ride di loro.
Invece amo quelli horror, loro si che hanno senso. Dopo l'uscita del libro It di Stephen King, molte persone iniziarono ad avere paura dei pagliacci. Quello che mi piace nei pagliacci horror è il loro far spaventare, quando possono essere presi in giro per la loro controparte triste e stupida. Se vi interessa saperlo, sono ossessionato dai pagliacci horror ne disegno di tutti i tipi, sono personaggi che amo particolarmente.
Persi molto tempo a completare quel disegno, me n'è valsa la pena. Quando finì ero soddisfatto del lavoro, era così bello. Guardai l'ora erano le 18:00 giusto il tempo per andare a mangiare e poi tornare da quello stupido di Dario.
<< Ciao, pagliaccio, sai perché ti chiamo così perché ho appena finito di disegnare It il pagliaccio assassino, al contrario tuo lui fa paura, tu invece sei stupido assomigli di più al classico pagliaccio che non sa cosa fare e ha un quoziente intellettivo basso>>.
<< Hai finito di prendermi in giro?>>.
<< E tu hai finito di fare lo spaccone, urlando e provando a strozzarmi?>>.
<< Non si risponde a una domanda con un'altra domanda>>.
<< Qui le regole non le decisi tu, ma io. Hai mangiato?>>.
<< Che ti interessa, comunque sì>>.
<< Ottimo, alle 23:00 ti porto nella via dove tu giocherai, già a quell'ora non c'è nessuno e il giorno seguente io mi divertirò... e tu...soffrirai. A presto>>.
<< Sì bravo vai via!>>.
Non l'ascoltavo già più, me ne andai via e salì al piano di sopra. Non avevo niente da fare, quindi presi le chiavi e andai a fare un giro, mi presi un gelato, poi andai al lungo mare e mi misi a leggere.
Mentre ero lì a leggere incontrai Jasmine la nuova arrivata in banda, mi nascosi e la osservai da lontano. La vidi prima fumare e poi bersi un intera bottiglia di birra. La
vedevo così triste questa ragazza e lei si nascondeva dietro il suo linguaggio volgare e arrabbiato. La seguì un po', la vidi parlare con un'altra ragazza, poi me ne andai perché avevo una questione in sospeso e non potevo seguirla ovunque.
Presi Dario e lo riportai nella via, gli diedi i soldi ed lo lasciai lì nuovamente attaccato al palo. Questa volta non fece niente, non mi tocco e non provò a strozzarmi.
Una volta finito, aspettai la mattina seguente.
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