10- Belle notizie
Mentre stavo facendo colazione ebbi due belle notizie: la prima era quella di Kevin, il telegiornale diceva che venne ritrovato morto nella sua stessa casa, i colpi di coltello erano un chiaro segno di suicidio, la polizia dopo aver fatto le indagini arrivò alla conclusione che la disperazione e il non voler andare in carcere lo spinsero al suicidio, così non doveva scontare la pena, dall'analisi del corpo e dall'odore venne fuori che passarono diversi giorni da quando si uccise; la seconda notizia era quella di Alessandra che la stessa notte tornò a casa e la famiglia fu felice di rivederla, la mattina seguente venne subito intervistata, ma non potevano premere più di tanto, il trauma c'era e si vedeva, dalla sua testimonianza si sapeva che il ragazzo era morto ma la colpa non era riconducibile a nessuno.
Tra me e me sperai che non approfondissero più di tanto il caso e che lasciassero Alessandra in pace, cosa che mi venne confermata subito dopo quando la polizia decise di chiudere il caso lì. I genitori del ragazzo non l'accettarono e decisero di prendere provvedimenti per conto proprio, d'altro canto la famiglia di Alessandra stava procedendo per permettere di lasciare stare la ragazza nell'indagini, perché già era troppo scossa, diciamo che ne nacque una discussione tra le due famiglie, che si litigarono, nel giro di 12 ore erano successe tante cose.
Per distrarmi un po' e per pensare alla mia prossima vittima mi misi a disegnare, cosa che amo fare, decisi di disegnare due maschere teatrali, una triste e una felice.
Osservatore: Cari lettori a voi piace disegnare? A me piace molto, non so le tecniche perfette e giuste, però cerco comunque di far venire fuori quello che cerco di rappresentare e diciamo che fin adesso mi è riuscito bene. Del disegno attuale sapete cosa mi ha colpito, lo stato d'animo delle due maschere, una triste e una felice, rappresentano due facce delle stessa medaglia, infondo tutti siamo un po' tristi e un po' felici. Magari si è favorevoli verso uno dei due, ma tutti sperimentiamo l'altra faccia.
Dopo aver finito di disegnare decisi di uscire e andare a fare un giro. Andai in un bar e presi un caffè, mi sedetti e lo gustai. Quando finì decisi di andare al porto, non avendo molto da fare decisi di passare la giornata rilassandomi, effettivamente feci una buona scelta, al porto incontrai il figlio della mia professoressa. Paolo è il suo nome, non lo conosco molto, ma dopo aver visto quello che fece lì, mi incuriosì. Si arrotolò una sigaretta e la fumò, purtroppo non mi intendo di sigarette quindi non capì che sostanza si fumò.
La cosa che mi incuriosiva di più però era il rapporto con la madre, decisi allora di indagare meglio su di lui, ma non era né il luogo né il momento.
Era già tardi, tornai a casa e mangiai, di pomeriggio avevo una lezione di musica, arrivata sul posto c'era tutto il gruppo pronto per la lezione, aspettammo il professore:
<< Ciao a tutti, oggi suoniamo la sinfonia numero quaranta di Mozart ci servirà per il concerto che faremo più avanti, preparate gli strumenti. Io nel frattempo vi presento una nuova arrivata. Si chiama Jasmine, come strumento ha scelto il sassofono, oggi è qui per la prima lezione tutti insieme, puoi sederti accanto agli altri sassofonisti>>.
Sembrava una di quelle ragazze con la puzza sotto il naso, osservava tutti con aria di superiorità, per un instante incrociai il suo sguardo poi entrambi venimmo distratti dal professore.
Quando finimmo la lezione, il professore disse:<< Ragazzi, aspettate tutti qualche minuto che vi faccio le fotocopie del prossimo spartito>> tutti smontammo gli strumenti e ci trattenemmo per ritirare i fogli. Alcuni ragazzi iniziarono a parlare con la nuova arrivata, io mi limitai ad ascoltare e osservate. Uno di loro disse:<< Allora ti piace suonare insieme?>>
Lei rispose:<< Per adesso no, preferisco da sola. Non sono ancora brava, non riesco ad andare a tempo>.
Un altro aggiunse:<< All'inizio è normale, tutti troviamo difficoltà>>.
<< Capito>> diciamo che non aveva molta voglia di parlare, ma evidentemente non lo capirono e un'altra persona chiese:<< Quanti anni hai?>>, << Ho diciotto anni>> avevo ragione, non mi sbaglio quasi mai.
Visto che nessuno sa farsi i fatti suoi chiesero altre cose come:<< Che scuola frequenti?>> lei mezza seccata rispose:<< Il terzo anno del liceo delle scienze umane>> il mio stesso liceo, peccato che evidentemente era una a cui non interessava studiare. Poi un ragazzo ingenuamente chiese:<< quindi sei stata bocciata?>> e lei con una faccia abbastanza arrabbiata rispose:<< Purtroppo sì!>> poi andò fuori dalla stanza a fumare una sigaretta, poco dopo arrivò il professore che consegnò i fogli a tutti, compresa a lei che si trovava fuori. Mentre stavo per andare via gli sentì dire:
<< Studiala bene, la prossima volta ti voglio più attiva?>> in faccia si vedeva che non amava parlare, quando gli chiedevi troppe cose evidentemente si alterava, gli strappò i fogli dalle mani e se ne andò via senza dire niente.
Tornato a casa ero stanco, tra l'altro mi seccò molto stare in casa o in città, quindi decisi di prendere un panino e andare a mangiare in campagna. Un posto solitario dove nessuno mi avrebbe disturbato, con me portai i libri di filosofia poiché dovevo studiare meglio la lezione fatta in mattinata.
Una frase colpì la mia attenzione: Vivi ogni giorno della tua vita come se fosse l'ultimo (Seneca). Seneca fu un politico e un filosofo romano, purtroppo non l'avevo ancora studiato però sbirciando tra le sue pagine trovai questa bellissima frase, inoltre capì che Seneca fu un esponente dello stoicismo, corrente sviluppatosi attorno al 300 a.C. a opera di Zenone di Cizio. La filosofia serviva ad esercitare le virtù, si studiava solo la logica, la fisica e l'etica. Si doveva avere una conoscenza sviluppata sul ragionamento, come funzionava e come era composto, davano anche un valore negativo alle emozioni accettavano solo l'apatia, ovvero la mancanza di emozioni.
Osservatore: Una bella corrente filosofica, ma soprattutto una bella frase, sapete cosa mi ha fatto pensare: a quelle giornate in cui non si fa niente, ci si annoia, in poche parole si spreca la vita e le ore. Bisogna sempre vivere nel pieno delle proprie capacità, come meglio si crede, ad esempio se a me piace suonare o disegnare, faccio qualcosa magari per alcuni inutile, per altri è una cosa bella, a me chi me lo dice che sto facendo la cosa giusta o sbagliata, come molti pittori o musicisti posso essere apprezzato dopo la mia morte, oppure posso essere buttato nel dimenticatoio. Però qualcosa nella mia vita l'ho fatta, qualcosa che per me è importante.
Secondo me bisogna vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo e fare le cose che si ama fare, a me piace suonare allora suonerò senza ascoltare le persone accanto a me che lo giudicano inutile, per me è una cosa importante e me ne frego del giudizio altrui.
E voi come la pensate?
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