LEVI -parte 1-
Dopo un lungo tragitto finalmente giungiamo nella villetta di Esther.
Entriamo affrettandoci nel salotto bianco e vengo accolta dal familiare odore di vaniglia.
L'anziana donna, seduta a tavola con Lit, si alza raggiante e corre da noi per poi darmi un caloroso abbraccio <<siete tornati!>> esclama.
Le sorrido per poi procedere con le presentazioni <<lui è Asher, della Gilda del Fuoco, ci aiuterà>> inizio.
<<Piacere>> esordisce lui.
Mi guardo attorno speranzosa di trovare da qualche parte segno del ritorno di Eric e Nikol.
Esther, come di consueto, sembra leggermi nel pensiero e chiarisce <<Eric e Nik sono tornati circa due ore fa ma sono dovuti subito partire per recuperare l'ultimo componente della bussola>>
Capisco.
Velocemente mi torna in mente il breve attimo di pace che abbiamo vissuto nel giardino di Ecate ed il mio cuore viene stretto nuovamente in una morsa aggressiva e crudele.
<<Quando pensi torneranno?>> le chiedo.
<<A breve>> dice con tono pacato <<intanto sedetevi, vi preparo qualcosa da bere>>.
La ringrazio e ci sistemiamo sul tavolo di legno.
<<Asher, giusto? Piacere, sono Lit>> si presenta tendendo la mano con fare amichevole.
Subito iniziano i convenevoli cui evito di prestare attenzione: Eric è vivo, è tornato dalla missione sano e salvo, ma è dovuto partire. Di nuovo.
Guardo verso la porta in mogano speranzosa di vederla aprirsi lasciando spazio alla sagoma del mio compagno, ma non succede.
Devo concentrarmi su qualcos'altro che, fortunatamente, è molto semplice da fare, tante sono le cose in atto di questi tempi. La più recente, tuttavia, sovrasta le altre: Phoenix si è rivelata ad Asher e, soprattutto, a Kim, che però non mi ha fatto domande a riguardo e non accenna a farle, il che non mi dispiace, ovviamente. Ciò che mi turba è, però, il non sapere la motivazione di questa sua posizione: non mi vuole tradire? È spaventato? Non ha capito?
Sollevo lo sguardo, qua l'unica a non capire le cose sono io.
Respiro a fondo.
Per quanto la confessione di Phoenix non sia grave -avere un animale sacro è all'ordine del giorno- fossi in loro troverei il fatto che io l'abbia trovato anni dopo la scomparsa degli animali sacri molto più che sospetto.
Come se non avessi altre ragioni per cui essere in pensiero.
Mi volto prestando attenzione ad i miei interlocutori; non so se sia peggio venir divorata dai miei pensieri o dai loro formali discorsi. Direi la prima.
Guardo Esther alla mia destra: i capelli biondi le cadono morbidi sulle spalle in onde armoniose incorniciando il volto anziano illuminato da una bellezza quasi eterna, indossa una larga toga verde smeraldo che le fascia anche spalle e braccia. Accanto a lei Lit siede composto ed autoritario parlando assorto: lo sguardo è cupo e spento, il volto diafano. Seguo le labbra articolarsi in una lenta danza funebre. Distolgo lo sguardo, non riesco a vederlo così: ha perso il padre e non ha ancora avuto l'opportunità di elaborare il lutto, non oso immaginare cosa stia passando.
Mi chiedo se, in fondo, in questo momento, ci sia qualcuno che non sia costretto ad affrontare i suoi demoni.
Sento la porta spalancarsi e mi volto fulminea in direzione di questa, con il risultato di sentire il battito accelerare alla vista dei due fari dorati puntati su di me. Quasi mi sbilancio al cospetto di tanta bellezza: i capelli castani scendono poco sopra gli occhi in dolci boccoli, il viso dai lineamenti duri e pronunciati è leggermente arrossato -devono aver corso- il corpo, coperto da un mantello nero, è flesso in avanti nella mia direzione.
Provo un forte impulso nel buttarmi verso di lui, ma mi trattengo irrigidendo il busto.
<<Miei cari, siete tornati, ero in pena per voi>> Esther mi salva dai miei "conflitti interiori".
Vedo Lit e Kim alzarsi per avvicinarsi, seguendo la donna, ai due appena tornati.
Io, dal canto mio, resto ferma a tavola vicino ad Asher che mi guarda assorto. Rispondo con un sorriso quasi ad intendere "che cosa c'è?" ottenendo da parte sua un ghigno ed una scossa di capo.
La voce di Eric irrompe nella stanza <<abbiamo preso l'ultimo ingrediente per la Bussola. Voi? Siete riusciti a convincere la Gilda del fuoco?>>
<<Direi di sì>> interviene Asher con fare superbo.
<<Lui è Asher, il capo della Gilda del fuoco>> lo presento <<e voi? Siete riusciti nella vostra missione?>>
<<Siete stati bravissimi>> risponde, per poi puntare i due lingotti d'oro su di me <<purtroppo, da parte mia, la Gilda dell'acqua ha rifiutato la coalizione, abbiamo fallito>>
Ha una postura rigida e noto una strana smorfia sul suo viso: imbarazzo? Fastidio? Non saprei.
<<Temo allora che saremo solo noi a combattere>> a quanto pare il capo della Gilda del fuoco è un tipo intraprendente <<la Gilda della natura è neutrale>>
<<Potremmo convincerli a prendere parte alla nostra fazione>> gli risponde Nik.
Asher si alza per poi avvicinarsi agli altri <<temo sarebbero inutili. Essendo neutrali Mars ha tolto alla loro gilda tutti i poteri. Purtroppo tra di loro solo il capo aveva il potere proveniente da un animale sacro>>.
<<Spiegati meglio>> Eric lo guarda con aria di sfida.
Quasi mi viene da ridere a guardarlo comportarsi così.
<<Ieri sera Mars è venuto nella mia gilda per reclutarci, abbiamo rifiutato e, di conseguenza, ci ha tolto i poteri>> il suo volto assume un'espressione sofferente <<o meglio, li ha tolti a coloro che avevano il potere derivante dalle benedizioni delle Dee. Io ed altri nove miei compagni, essendo Cavalieri Sacri, siamo gli unici ad aver conservato il nostro potere>>
<<Sta diventando sempre peggio>> osserva Eric prendendo una pausa <<che animale sacro hai?>>
<<Cerbero>>
Questa informazione mi lascia stupita: il mastino infernale è un animale estremamente potente e violento, in un ipotetico scontro potrebbe essere assai utile, se dalla nostra parte.
<<Niente male>> da voce ai miei pensieri il mio compagno.
<<Ora che sono state fatte le presentazioni>> inizia Lit avvicinandosi a noi <<dobbiamo discutere del piano. Non abbiamo più tempo, dobbiamo agire alla svelta. Domani dovrebbero arrivare i fratelli di Nik con le scorte che porteremo in viaggio>>
<<Dove abbiamo intenzione di andare?>> chiede Asher.
<<All'interno delle mura non troveremo aiuti, dobbiamo cercarli fuori: andremo a mediare coi lupi, pregando Enthalia che ci ascoltino>>
Un forte e prepotente brivido mi travolge facendomi cadere dalla sedia <<no>> sussurro stringendo i pugni e spingendomi verso il muro.
<<Levi?>> Eric si avvicina ma nemmeno la sua voce riesce a calmarmi, sono nel panico <<no, no, no>>
Sapevo che sarebbe dovuto succedere, ho affrontato questo momento un milione di volte, ma non sono pronta.
Il mio terrore è irrazionale: ora che stanno andando a chiedere aiuto ai lupi perché mai dovrebbero odiarmi? Dovrei essere un punto a favore.
Mi chiedo se questo orribile sentimento abbia ragioni che non ho ancora realizzato.
<<Che succede>> si inginocchia accanto a me e cerco di mettere il suo viso a fuoco ma senza risultati.
Appoggia una mano sulla mia spalla e, al contatto, sento il mio corpo diventare incandescente mentre le emozioni mi stritolano iraconde.
Che mi sta succedendo?
<<Dannazione>> sento la sua voce estremamente distante <<allontanatevi!>> è l'ultima cosa che riesco a sentire.
Suoni ovattati mi avvolgono mentre immagini sbiadite mi passano accanto.
Che mi sta succedendo?
Sono in balia degli eventi e delle mie emozioni che continuano a percuotermi ed aggredirmi senza pietà.
La disperazione mi assale come uno tsunami mentre tutti i dubbi e le bugie che ho detto finora vorticano in cerchio attorno a me.
<<Aiuto>> provo a dire ma senza risultati.
"Phoenix" la imploro, ma non risponde.
Sto per venire inghiottita dal buio quando un suono rompe il silenzio <<ho bisogno di te, Levi>>
Una voce maschile che non riesco a riconoscere rompe le tenebre come un tuono mentre la tempesta inizia a placarsi <<probabilmente Enthalia, colei che considero mia madre, morirà a breve>> immagino sia qualcosa di estremamente triste ma, nello stato in cui mi trovo, spero solo che lui continui a parlare <<e sono terrorizzato dall'idea che non avrò più nessuno a proteggermi, per quanto possa sembrare egoista>> una nuova morsa stringe il mio petto portandomi, in qualche modo, per un breve istante, alla realtà <<ti prego, rimani con me>>
Mi abbandono nella sua stretta mentre noto l'incendio che si sta diffondendo attorno a noi: non sono abbastanza lucida per preoccuparmene e, anche se lo fossi, non ne avrei le forze.
<<Eric>> sussurro aggrappandomi a questo nome come fosse l'unica cosa che mi lega alla realtà.
Cosa che, effettivamente, è.
<<Va tutto bene>> mi lascio cullare dalle sue mani che mi accarezzano <<qualsiasi cosa accada la affronteremo assieme>>
<<Eric>> sorrido prima di cadere nel buio.
Mi risveglio nella solita radura lussureggiante: alberi enormi circondano un piccolo campo dove tende di stoffa sono costruite in circolo attorno ad un focolaio.
Sorrido ancora scossa da ciò che è appena successo.
Mi guardo intorno curiosa di incontrare di nuovo Karen e Lupo ma l'area è deserta.
Inizio ad avvicinarmi cauta all'accampamento facendo attenzione a non farmi vedere da nessuno.
Noto, vicino al focolare, una figura femminile abbastanza giovane, sui sette anni, seduta a fissare il vuoto: ha lunghi capelli bianchi ed un corpo minuto.
Mi avvicino per scrutarla meglio.
<<Non sforzarti tanto, non sai essere furtiva>> dice con tono duro.
Mi blocco titubante.
<<Finalmente ci rincontriamo>> mi guarda sorridendo.
Ha la pelle diafana, le labbra rosee e gli occhi ambrati come quelli di Eric.
Indietreggio quando lei si alza avvicinandomisi, mi inquieta molto <<chi sei?>> le chiedo.
È strano che possa interagire con me, non capisco.
<<Ci sono tante cose che non capisci>> ghigna puntandomi uno sguardo di sfida <<ma non fartene una colpa>>
Ha risposto ad un mio pensiero?
Stringo i pugni, è un sogno, non può succedermi nulla. Spero.
<<Chi sei? E che ci fai qui?>>
<<Che domanda banale, Levi>> ha un volto angelico ma gli occhi brillano di una luce maligna <<lo scoprirai presto, non è il caso di rovinarti la sorpresa>>
Conosce il mio nome?
Stringo i denti, mi sento impotente.
<<Volevo salutarti prima della battaglia>> mi sorride producendo brividi freddi tra i miei arti <<sappi che non andrà come avete previsto, purtroppo>>
L'inquietudine aleggia oppressiva nell'aria attorno a noi appesantendoci i corpi.
Cosa intende dire?
Cosa c'entra la battaglia?
Intende quella contro Mars?
Mille domande mi schiacciano e vorticano aggressive nella mia mente mentre cado nel buio.
Apro gli occhi cauta e vengo accarezzata da una luce fioca.
Impiego un po' di tempo per mettere a fuoco la stanza bianca dove mi trovo: i miei compagni riposano tranquilli nei divanetti accanto a me. Sorrido.
Predo un istante per metabolizzare l'accaduto: stavano parlando di andare dai lupi ed ho avuto uno strano attacco di panico; al ricordo sento una morsa al petto: dovrò, presto, confessare loro quel poco che so del mio passato, non possono scoprirlo da soli, peggiorerebbe solo le cose.
Stringo i denti posando una mano sugli occhi.
Oltre a questo problema, chi era quella bambina? Ha saputo leggermi nella mente ed interagire con me, come? Senza togliere il fatto che chiaramente mi conosceva.
"Phoenix?" La chiamo speranzosa di risposte che, purtroppo, non arrivano.
Sospiro.
<<Che hai da sospirare di prima mattina?>> mi domanda una voce giocosa.
<<Nulla, Kim>> sorrido levando la mano dagli occhi e volgendogli uno sguardo cupo.
<<Possiamo parlare, Levi?>> mi chiede a bassa voce.
Annuisco.
Mi alzo stirando con le mani il felpone azzurro per poi stiracchiarmi. Il mio compagno, in risposta, sbadiglia.
Saliamo le scale facendo attenzione a non fare eccessivo rumore e scopriamo il primo piano vuoto: Esther deve stare ancora dormendo.
Guardo il piccolo orologio nero a parete, segna le 9:07.
Guardo il mio compagno, so cosa deve chiedermi <<l'ho scoperto quando siamo andati da Ecate>> lo precedo <<Eric era rimasto gravemente ferito>> una morsa mi stritola il cuore al pensiero del ragazzo steso esanime <<la Dea mi ha spiegato come usare la mia magia per curarlo. Da quel giorno ho iniziato a sognare dei pezzi del mio passato scoprendo l'animale sacro in me e, quando sono stata catturata, ho rievocato la sua magia per salvare Eric>> cerco di omettere più dettagli possibili riguardo ai lupi <<il resto l'ha spiegato dettagliatamente Phoenix>>
<<Grazie di esserti aperta con me>> entriamo in cucina <<e perché non ce lo hai detto prima?>> sprofondo nei suoi occhi scuri.
<<Non sapevo come avreste reagito: ho avuto il mio animale sacro anni dopo la loro scomparsa, non ti suona sospetto?>>
<<Forse>> annuisce <<ma io mi fido di te>> mi sorride prendendomi la mano <<sei arrivata e ti sei sacrificata molte volte per noi senza chiedere nulla, non potrei mai incolparti di ciò che è successo o di essere una spia>> stringo la sua presa.
<<Grazie>>
Sorride dolcemente <<io non dirò nulla ai nostri compagni, puoi stare tranquilla. Ti consiglio di dire loro la verità il prima possibile, però>>
Annuisco.
Ha ragione, purtroppo.
<<Buongiorno a tutti>> la voce ancora addormentata di Nik irrompe nella stanza e, con lei, anche Esther e Lit.
<<Buongiorno>> rispondiamo io e Kim all'unisono.
<<Vi preparo qualcosa da mangiare?>> esclama l'anziana donna.
I nostri stomaci rispondono affermativamente e tutti ridiamo.
Passiamo l'ora successiva a mangiare e discutere meglio del piano fino a quando qualcuno bussa alla porta.
Mi volto sospetta ma, con mio stupore, Nik balza in piedi e corre ad aprire <<finalmente>> urla entusiasta per poi lanciarsi sui due ragazzi fermi davanti all'uscio.
Devono essere i suoi fratelli.
Ci alziamo da tavola per accoglierli.
<<Nonna>> esclama il ragazzo alto dai capelli corvini protendendo le braccia verso di lei.
Dopo diversi saluti i due arrivati si rivolgono a noi <<piacere, io sono Nathan e lui è Mattew, è un piacere conoscervi>> dice sereno <<voi siete?>>
Nik ci presenta allegra precedendoci.
È davvero euforica, dev'essere passato davvero molto tempo dall'ultima volta in cui si sono visti.
<<Che mi sono perso?>> una voce dietro di me mi fa rabbrividire.
<<Eric, mio caro, vieni; ti presento i miei due uomini di casa>> lo introduce Esther.
Sento lo stomaco contorcersi quando Eric di ferma a pochi metri da me: indossa una felpa nera e dei pantaloni bordeaux che ne slanciano la figura ed il volto angelico è incorniciato da boccoli castani
<<Che ore sono?>> domanda.
<<Le 11, hai dormito molto>> rispondo scherzando per poi pentirmene quando i suoi occhi ambrati fissi sui miei producono in me una scossa elettrica che mi fa tremare.
Improvvisamente mi tornano alla mente gli ultimi momenti -ancora estremamente confusi- di lucidità prima che svenissi: "ho bisogno di te" ha detto.
Temo mai quanto io ne ho di lui.
Scuoto leggermente il capo in segno di disapprovazione: non ci conosciamo, perché dovremmo provare questi sentimenti?
<<Da che pulpito>> mi sorride in risposta.
<<Quindi sei tu Eric. Piacere, io sono Nathan>> gli si avvicina stringendogli le mani. Anche lui è davvero bello: gli occhi smeraldo sono molto simili a quelli di Nik, come lo è la carnagione olivastra. Mattew, invece, ha lo stesso volto dai lineamenti spigolosi del fratello ma ha capelli biondi ed occhi castani.
<<Piacere>> risponde Eric.
Mattew, che finora non ho ancora sentito parlare, con un cenno lo saluta.
<<Che vi porta qui tutti radunati a casa della nonna?>> chiede Nathan calando un velo di cupo timore che Eric, per fortuna, spezza
<<Durante la vostra assenza ci hanno attaccati...>> dice riassumendo poi gli avvenimenti <<...e quindi questo pomeriggio partiremo per andare a stringere accordi coi lupi>>
L'altro guarda la sorella impassibile che gli stringe il polso <<Nate, Mat, vi prego, venite con noi, abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile>> implora.
Dopo qualche cenno tra i due appena arrivati risponde <<ci sto, ma Mattew rimarrà con la nonna: non possiamo lasciarla ancora sola e, dopotutto, non sappiamo nemmeno quando saremo di ritorno>> abbassa lo sguardo <<se faremo ritorno>>
Continua a sollevare quesiti che ci siamo posti per tutto questo tempo.
Nik annuisce, è comunque un traguardo <<bene, preparatevi, questo pomeriggio si parte>> dice riferendosi a tutti noi.
In pochi istanti la stanza si vuota lasciando me ed Eric soli <<<grazie per ieri>> dico tenendo lo sguardo basso.
<<È il minimo. È normale essere stressati, soprattutto in questa situazione>> sorride e non posso fare a meno di guardarlo.
Devo distrarmi, non posso reagire così ogni volta <<quindi non siete riusciti a convincere la Gilda dell'acqua>> mi dispiace molto per lui, immagino si senta molto in colpa.
<<No>> dice piatto. Come pensavo.
Gli poggio una mano sulla spalla <<tranquillo, era prevedibile. Oggi andremo>> sospiro cercando di non farmi opprimere dalle mie paure <<dai lupi, ci aiuteranno, se vogliono sopravvivere>>
<<Alla fine ho detto a Kim ed Asher di Phoenix: o meglio, si è svelata lei stessa>> dico cercando di non mostrare quanto io sia terrorizzata. <<presto lo dovrò dire a tutti>>
<<Non devi essere preoccupata>> dice quasi come se mi leggesse nella mente <<siamo una schiera di Cavalieri Sacri, saresti la normalità>> sorride donando un pò di pace al mio animo travagliato.
<<Ma io ho avuto il mio animale sacro pochi giorni fa>> lo guardo <<la sera prima che tu mi trovassi al confine>> ho la voce spezzata <<non ti sembra minimamente sospetto?>> dico quasi incolpandomi.
Scosso, lo vedo indietreggiare.
<<Quindi hai riacquistato la memoria>>
<<Ho ricordato semplicemente di Phoenix, null'altro>> non riesco a dire la verità nemmeno a lui.
<<Tutto qui?>> sembra dubbioso e la cosa mi ferisce un pò.
Annuisco.
Mi si avvicina <<sai che a me puoi dire tutto, non ti tradirò mai, te lo giuro>> dice mentre sento il suo fiato fresco su di me.
<<Ti prego, basta>> inizio a tremare, anche se non so se sia per la paura o per la sua vicinanza.
Sorride e mi stringe a sé producendo una cascata di emozioni in me che mi fanno ancora più paura.
<<Non ti si addice quest'aria da cucciolo indifeso>> mi sussurra aumentando la stretta. Come può un gesto così semplice far sentire così bene ed al contempo così male?
<<Tutte queste effusioni vi prego di farle in camera>> la voce di Kim ci interrompe.
<<Il più silenziosamente possibile>> continua Lit.
Provo un senso di fastidio quando, ridendo, Eric si stacca da me.
<<Non fate la valigia?>> chiede Nik seria.
È completamente diversa dalla ragazza solare e gentile che ho conosciuto pochi giorni fa e la cosa mi rattrista, speravo di farmi un'amica in questo posto.
<<Abbiamo gli zaini di Enthalia>> risponde Eric. Ha ragione, con quegli zaini siamo pronti a tutto dato che ci forniscono qualsiasi cosa vogliamo.
I fratelli di Nik si avvicinano ed ancora una volta vengo colpita dalla loro somiglianza con la sorella <<siete Cavalieri Sacri?>> domanda improvvisamente Eric.
<<Io no, non mi è mai interessata la magia e cose analoghe ad essa>> risponde piatto Mattew <<Nathan è il Cavaliere Sacro del leggendario Kraken>> guarda il fratello con un quieto sorriso.
Non pensavo che, in un mondo dominato dalla magia, si potesse non essere attratti da essa.
Nathan sorride <<tutti gli animali sacri sono leggendari>> precisa per cortesia.
<<Bene, interessante>> risponde il mio compagno terminando la conversazione.
Passiamo il pomeriggio a prepararci, mangiare e riposare e, alle 16 in punto, sentiamo qualcuno bussare alla porta.
Sospiro a fondo mentre, dopo aver salutato Esther e Mattew, usciamo.
Il sole è ancora alto nel cielo limpido e la via pullula di gente.
I miei quattro compagni portano un mantello per nascondere il volto e si inseriscono al centro del gruppo per passare inosservati.
Scruto i 10 ragazzi che saranno nostri compagni in questa missione suicida: sono tutte persone che ho curato alla gilda e noto che mi guardano sorridenti.
Una ragazza mi si avvicina, deve avere circa 17/18 anni <<Levi, giusto?>> mi guarda con due grandi occhi nocciola.
Sorrido annuendo.
<<Sei stata fantastica ieri alla gilda, grazie di averci curati>> dice estasiata.
<<Ho fatto il minimo, grazie a voi per aiutarci in questa missione. Tu saresti?>>
<<Maika>> esclama. Ha la pelle olivastra come la maggior parte delle persone qui, i capelli lunghi, ricci e castani, ed indossa una t-shirt fucsia ed un paio di pantaloncini in jeans.
È molto bella.
Procediamo silenziosi per la strada.
Quando arriviamo al pezzo di mura per cui dovremo passare sospiro di sollievo per non essere ancora stati notati.
Vedo Eric avvicinarsi all'oro e, dopo averlo toccato, una crepa di circa 2 metri di altezza crea un varco.
Si guarda indietro incerto e, dopo aver incrociato il mio sguardo, oltrepassa la soglia.
Tutti rimangono titubanti.
Stringo i pugni e mi faccio strada nel gruppo per poi varcare il passaggio.
Sento il corpo venire accarezzato da lingue di magia e, improvvisamente, vengo catapultata altrove cadendo di peso al suolo.
Sento altri tonfi e, girandomi, noto gli altri a terra con me.
Ciuffi d'erba verde spuntano tra le mie dita e sorrido quando i miei occhi incontrano l'orizzonte.
Mi alzo pulendo con le mani la felpa.
<<Mi è mancato>> dice Eric accanto a me.
Poi sento Lit esclamare <<ragazzi, siamo finalmente fuori, ora dobbiamo andare dai lupi. Impiegheremo circa otto ore a piedi, conviene partire subito>>
<<Non necessariamente>> una ragazza dal viso angelico esce dalla folla, tende la mano in avanti e sedici cavalli di fuoco compaiono <<monteremo questi>> si avvicina ad uno degli equini.
Ha lunghi capelli biondi ed occhi neri come la pece. È estremamente bella.
Sento una mano sulla mia spalla e mi volto: Kim mi guarda penetrante.
"Phoenix, cosa devo fare?" Dico comprendendo il significato del suo gesto.
Aspetto la sua risposta inutilmente.
Che fine ha fatto?
Dannazione, non sono pronta a combattere da sola.
<<Aspettate>> sbraito dalla frustrazione.
Tutti si voltano confusi <<devo confessare una cosa>> inspiro a fondo, è arrivato il momento.
<<Ho l'animale sacro della fenice e quasi tutti lo sanno>> guardo Lit e Nik, gli unici ancora all'oscuro <<ciò che non sapete è che, poco più di una settimana fa, ho stretto un accordo con lei ed è stata questa la causa della mia perdita di memoria>> dico.
<<Ed allora?>> la ragazza degli equini mi si avvicina <<ci stai facendo perdere tempo>>
<<Ho vissuto la mia vita coi lupi e l'ho ricordato poco tempo fa: sono cresciuta coi vostri nemici, anche se ora siete costretti a vederli come alleati>> abbasso lo sguardo <<dovevo dirvelo>>
<<Molto commovente, ma che ci interessa?>> continua lei.
Ma che cosa vuole?
Non mi pare di averle fatto perdere ore preziose, al massimo due minuti.
Innervosita torno a guardarla <<ma che problemi hai? Quanta mania di protagonismo ti spinge ad intervenire ad ogni cosa che dico?>>
<<Quanta smania hai tu per farci perdere tempo>>
<<Stiamo perdendo tempo unicamente per colpa tua, stessi zitta finiremmo subito>> dico allontanandomi da lei.
Sento le guance arrossate ed il corpo avvolto in un'aria di profonda irritazione: ha rovinato un momento che temevo e che ritenevo al contempo così importante.
Mi concentro sulla mia magia e, con qualche sforzo, riesco a ricreare le ali di fuoco di Phoenix <<non ho bisogno dei tuoi strani animali fiammeggianti>> le dico.
Spalanca gli occhi e schiude la bocca <<hai finito, ora? Possiamo partire?>> le dico scocciata.
<<Bene, è stato molto divertente, devo dire. Keira, sei stata ammutolita, che sorpresa>> mi si avvicina Asher battendomi il 5 <<purtroppo noi comuni mortali necessitiamo di questi "strani animali fiammeggianti", quindi amica mia non farli scomparire>> ride.
Gli sorrido mentre procedo.
Vorrei dirle di peggio, ma è meglio chiudere ora la discussione.
Sento gli occhi puntati addosso, soprattutto quelli dei miei amici.
Mi volto a guardarli ed il cuore mi si spezza quando incontro lo sguardo di Eric.
<<Quindi mi hai mentito. Da quanto hai recuperato la memoria?>> è serio e gli occhi sono velati da un'ombra cupa.
<<Temevo nella vostra reazione>> dico titubante. Tutto l'astio nato dalla breve discussione se n'è andato lasciando posto solo a sconforto. Odio questo sguardo di disapprovazione.
<<Abbiamo combattuto assieme, ci siamo salvati a vicenda, ti ho confessato cose molto intime, ed è così che mi ripaghi?>>
<<Eric>> Kim posa la mano sulla spalla <<non prendertela, cerca di capire la sua situazione, non dev'essere stato facile per lei>> mi sorride volgendomi uno sguardo quieto e dolce.
Eric si scuote allontanandosi dall'amico per poi allontanarsi <<muoviamoci>> dice freddo.
Monta sull'equino che assume delle forme molto più naturalistiche guadagnando crini dorati ed un soffice manto dorato.
<<Gli passerà>> mi dice Kim <<però monta sul cavallo, devi risparmiare le forze>> si allontana di poco <<tanto Keira l'hai già zittita>> ghigna.
Annuisco e con forse ancora maggior sconforto poso una mano sulla fiamma che diviene un purosangue ramato dai crini bianchi.
Monto accarezzandone il pelo morbido.
Una volta tutti in sella iniziamo a montare verso il luogo dove mi hanno trovata.
Sto tornando a casa.
Cerco nel mio animo un barlume di serenità per questo incombente futuro ma tutte le mie preoccupazioni mi schiacciano.
Phoenix, che fine ha fatto? È davvero già morta?
Come reagiranno Lupo e Karen vedendomi tornare?
Eric quando mi potrà perdonare?
Mi sale la bile ripensando alla discussione appena avuta: ora che mi sono liberata di questa preoccupazione vedo le cose molto più chiare ed una particolare domanda mi frulla nella mente <<Eric>> urlo raggiungendo la cima del branco dove egli procede affiancato da Asher e Lit <<capisco di averti mentito, ma non ti pare di esagerare?>> lo raggiungo <<insomma, l'ho ricordato da poco e scusami se, con tutto quello che è successo, ho preferito metabolizzare i concetti invece che confessarti qualcosa che nemmeno io avevo compreso>>
Lo vedo spronare il cavallo allontanandosi <<ascoltami!>> sbraito <<ti pare il caso di andare in battaglia con dei dissidi tra di noi?>> cerco di addolcire il tono <<siamo una squadra, non è quello che hai detto anche tu?>>
Continua a stare in silenzio.
Mi tremano le mani dalla rabbia.
Perché deve fare la vittima in questa situazione? Perché non può semplicemente capirmi e starmi a fianco? Rigetto le lacrime spronando l'equino ad avanzare.
Il vento mi graffia il volto e sento la brezza accarezzarmi.
Osservo attentamente la pianura verde e lussureggiante davanti a me su cui spuntano di tanto in tanto arbusti ed alberelli.
<<Levi>> tremo quando la rabbia riaffiora cacciando prepotentemente la pace da poco riscoperta <<mi dispiace. Hai ragione, era normale che tu necessitassi di tempo per comprendere. D'altronde siamo quasi sconosciuti, non avevi nessuna ragione per confidarti subito con me>> dice in tono basso. Stringo i crini del cavallo e mi soffermo ad osservare i loro dolci movimenti <<mi fido ciecamente di te, non sei affatto uno sconosciuto>> ed è vero. Per quanto irreale possa sembrare è come se lo conoscessi da sempre. <<Prometto che d'ora in avanti sarai il primo a sapere le cose, va bene?>> mi sorride in risposta mostrando la dentatura perfetta ed il mio cuore perde qualche battito.
Ansimo scossa dall'effetto sempre più aggressivo che quel ragazzo mi fa.
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