LEVI

 Una luce bianca mi investe ed una sensazione di familiarità mi travolge, irradiandomi di una sensazione di disorientamento: da quando sono rinata vedo soprattutto l'oscurità ed il nero pece che mi accompagna giorno e notte.

Cerco di fissare lo sguardo dritto dinnanzi a me.

"Levi, sono arrivati i soccorsi" la voce di Nikol mi rimbomba nella mente. Archivio l'astio dovuto a ciò che è successo poche ore fa: è di interesse comune aiutare Eric, dobbiamo fare squadra.

"A meno che non vogliano lasciarti qui come vittima sacrificale. Tutto sommato non mi sorprenderebbe" ignoro le parole di Phoenix.

Ora che la ragazza è impegnata contro Nikol posso curare Eric in modo da poter scappare.

Mi inginocchio accanto a lui, che non ha più staccato gli occhi dai miei, mentre con una mano lo slego e con l'altra lo curo immaginando la mia fiamma fondersi con la sua, come mi ha insegnato Ecate. Respiro a fondo numerose volte, sento le forze abbandonarmi sempre di più "ora basta, Levi. Rischi di non riuscire più nemmeno a rialzarti"

Torno a guardare il volto marmoreo di Eric che ora ha lo sguardo dritto davanti a sé. Sembra stare meglio, ne sono lieta.

<<Puoi mettere in difficoltà uno di noi, ma con tre che sei in grado di fare?>> Kim e Nikol entrano nella stanza.

Nonostante tutto sono felice che ci siano anche loro. Non posso negare che, forse anche perché sono sola da quando ho memoria, mi sono affezionata molto in fretta anche a Nik, Lit e Kim, malgrado io non li conosca affatto. È per questo che la loro scelta mi ha ferita così tanto, mi sento tradita nel profondo, anche se comprendo le ragioni che li hanno spinti a fare ciò che hanno fatto: non avevano tempo e dovevano pensare in fretta, erano sconvolti da quello successo poco prima... Tuttavia non riesco a giustificarli per aver incolpato me anche se sapevano della mia innocenza. <<Levi, dobbiamo provare un attacco combinato>> Eric interrompe i miei pensieri <<dammi la mano e cerca di fare la tua offensiva più potente. Combinando i nostri quattro attacchi abbiamo ottime possibilità di sconfiggerla>> mi porge il palmo che stringo in risposta.

<<Certo>> dico col cuore in gola.

Il contatto col suo corpo fa irradiare in me piccole scintille miti che mi fanno tremare; probabilmente è a causa di Phoenix, ma ritengo che i miei sentimenti per questo ragazzo si siano ulteriormente intensificati, cosa che mi lascia riluttante dato che non credo al colpo di fulmine.

Eppure.

Un'enorme fiammata esplode dalla nostra stretta ed investe Kiara unendosi col flusso magico degli altri due ragazzi al lato opposto al nostro.

Le gambe iniziano a tremare e la testa gira.

"Basta" sentenzia Phoenix con tono duro interrompendo il flusso magico.

È decisamente troppo per essere la prima esperienza con la magia.

Fortunatamente noto che la ragazza è stesa inerme sul pavimento.

Usciamo velocemente dalla stanza e dalle segrete, sento il cuore battere all'impazzata: ce la stiamo facendo! Ora basta uscire e scappare.

<<Ragazzi, ho cercato di dirvelo prima, il Sacerdote delle Ametista vuole uccidere Near, dove sono lui e Lit?>> Eric, un'altra volta, interrompe i miei sogni utopistici.

<<Seguitemi>> risponde Kim con un'espressione cupa che condivido: le nostre mura stanno per crollare ed ora anche la figura che rappresenta l'autorità di queste sta per cadere. Che ne sarà di noi?

Corriamo a perdifiato al primo piano e non riesco ad evitare di ansimare eccessivamente, lo sforzo che la magia ha richiesto è semplicemente troppo.

Le luci sono spente e non c'è più traccia nemmeno delle guardie di poco fa, non penso sia un buon segno.

Entriamo in una stanza molto ampia che mostra il segno di essere stata campo di uno scontro: tavoli e sedie sono distrutti e le pareti mostrano segni di bruciature.

<<Non abbiamo fatto in tempo>> biascica Eric camminando svelto verso il termine della stanza da cui provengono dei singhiozzi.

Mi copro la bocca per mascherare l'espressione inorridita e sconcertata che nasce vedendo il corpo esanime del Grande Sacerdote e Lit piegato su di esso.

<<Lit>> Eric si avvicina a lui, la voce rotta.

Ed un'altra volta mi riporta alla cruda realtà: non si può vivere lieti fini senza subire perdite. Ma quante persone dovranno ancora morire?

Quanti ragazzi innocenti dovranno ancora soffrire per la soddisfazione di misogini psicopatici?

"Povero caro" la voce di Phoenix suona commossa e angosciata "gli abitanti delle mura Ametista sanno solo togliere: l'hanno sempre fatto e non smetteranno a meno che qualcuno non faccia qualcosa".

Non so nulla riguardo ai conflitti tra le varie mura ma quello che ho visto in questi due giorni (la potenza del protetto di Hypnos e l'aura di pazzia che brillava intorno a Kiara) mi portano a credere alle parole della mia ospite.

Il volto solitamente diafano di Lit ora è chiazzato di rosso, il suo sguardo è di ghiaccio <<Mars, quel verme, mi ha reso inerme per poi uccidere Near. Non ho potuto fare nulla. Ho visto tutto ma non sono riuscito a muovermi. La potenza di quel ragazzo era disarmante, ha ucciso Near con una facilità inimmaginabile. Non ho mai combattuto contro qualcuno tanto potente e la cosa mi spaventa>>

Eric si inginocchia accanto a lui <<la pagherà, te lo prometto>> ha perso anche lui un padre <<capisco a pieno il tuo dolore ma dobbiamo andare. Quasi sicuramente sono andati tutti alle mura Dorate. Ora che Near è morto ne prenderanno il controllo e guideranno un esercito contro i lupi>>

Vogliono attaccare i lupi?

"Dobbiamo impedirlo" Phoenix dà voce ai miei pensieri. In poco tempo abbiamo creato una forte intesa.

Ha ragione, non possono fare un genocidio per sete di potere, ma come possiamo contrastarli? Hanno un esercito e noi, per quanto ne sappiamo, siamo in 5.

<<Abbiamo poco tempo per intrufolarci all'interno delle mura>> continua Eric.

<<Quanto tempo?>> chiede Kim.

<<Fino alle prime luci dell'alba>>

<<Allora muoviamoci>> Lit si alza dopo aver chiuso le palpebre al padre, il volto serrato in un'espressione fredda <<non può averla vinta>>

Seguo con lo sguardo i movimenti meccanici di Lit, dubito che oltre alla rabbia ci sia qualche altra emozione nel suo corpo.

Usciamo dal castello, la luna è luminosa in cielo e la città illuminata dai lampioni mi ricorda le Mura Dorate. Mi si stringe il cuore al pensiero che possano non esserci più.

<<Sono circa le 3, forse le 4, abbiamo pochissimo tempo>> dice Nik.

È stata insolitamente silenziosa e ha sempre evitato ogni mio sguardo.

All'improvviso mi torna in mente ciò che Phoenix mi ha detto quando siamo partite.

<<Ho un'idea>> dico risoluta, spiegando poi loro il mio piano.

<<Amica mia, spero che funzioni, è la nostra unica possibilità>> risponde Kim.

Eric mi guarda e accenna un sorriso <<ce la faremo>>

Il portone è spalancato nonostante il coprifuoco permettendoci così di uscire senza impedimenti.

<<Ci vogliono circa quattro ore a cavallo per arrivare alle mura Dorate e c'è il problema dei lupi>>

<<Di loro non serve preoccuparsi, prima di partire Near si è fatto benedire da Enthalia, per 24 ore non avremo problemi contro i lupi>> Lit abbassa lo sguardo.

<<Condoglianze>> è l'unica cosa che mi sento di dirgli.

Risponde con un cenno di capo.

Nikol si avvicina a me.

Ho sviato le spiegazioni sull'origine del mio potere, posticipandole, ma ho espresso la necessità di avere delle cure per rinvigorire la mia magia e lei si è offerta.

Non ci scambiamo una parola, la tensione aleggia su di noi.

<<Tutto chiaro?>> deve essere tutto perfetto e coordinato, altrimenti la missione rischia di fallire.

Tutti annuiscono.

"Spero non te ne penta e, soprattutto, spero che il tuo corpo resista allo sforzo. Anche se la tua "amica" ti ha rinvigorito non è sufficiente per ciò che vuoi fare, è una missione suicida".

<<Lo so, grazie dell'incoraggiamento>> borbotto.

Gli altri mi guardano confusi.

<<Eric?>> cerco di evitare ulteriori perdite di tempo.

<<Ci sono. Ragazzi, ci vediamo lì>> si affianca a me e si sofferma a guardare i volti che l'hanno accompagnato negli anni <<tornate sani e salvi>>

<<Lo stesso vale per te>> Kim gli sorride.

Sorrido tristemente al pensiero della possibilità di aver avuto un rapporto così stretto con qualcuno, che però ora non ricordo.

Stringo la schiena di Eric, Phoenix dispiega le ali e prendiamo il volo.

Siamo in cielo da un po' quando Eric interrompe il silenzio << da quanto hai sbloccato i poteri?>>

<<La prima volta che li ho usati è stata per curarti, e la seconda qualche ora fa, per uscire di prigione>>

<<Di prigione?>> non riesco a vedere il suo volto ma percepisco la confusione nella sua voce.

<<Mi hanno incolpata di avere dato il via alla guerra, di esserne la causa... non ho capito bene. Avevano bisogno di un capro espiatorio per poter mediare ed hanno trovato me>>

<<Non mi stupisce, è da Near. Mi dispiace davvero, comunque, hai corso anche tu molti pericoli fuori dalle mura>>

Nulla comparabile alla morte, ma questa riflessione la tengo per me.

<<Ora in me abita l'animo della fenice e, quando dobbiamo combattere, prende il controllo del mio corpo. Questo fino a quando la sua anima non si sarà fusa con la mia>>

<<E come ti senti?>>

Come mi sento? Bella domanda.

<<disorientata>> è il meglio che posso rispondere.

<<Lo immagino>>

Continuiamo a volare, lasciando la prateria scorrere sotto di noi.

Non ci sono tracce di lupi, probabilmente hanno percepito il pericolo. È strano pensarli come dei semplici animali, dopo il mio sogno: le loro espressioni, le voci che sentivo nella mia mente, erano troppo umane.

<<Levi>>

<<Sì?>>

<<Grazie per essere venuta a salvarmi>> ha la voce spezzata <<credevo di morire>>

Mi si stringe il cuore, non posso immaginare quanto sia stato doloroso essere torturati da quell'individuo.

"Consolalo, muoviti. Hai fatto troppa strada per essere imbarazzata" Phoenix mi rimprovera prendendo la posizione della voce della mia coscienza.

<<Probabilmente è per via del legame tra Phoenix e...>> lascio fluttuare quel nome intorno a noi, non ha bisogno di incentivi a soffrire <<... ma io mi sento molto legata a te e sono sicura che farei il possibile per portarti in salvo, come so che faresti tu per me. Siamo amici, d'altronde>>

"Amici, sei seria?" mi sta iniziando ad infastidire.

<<Anche io mi sento particolarmente affezionato a te. Probabilmente è per il legame tra i nostri animali sacri, come dici tu>> il cuore manca un battito e sento le guance divenire bollenti.

"Fidati, questo legame è in minima parte originato dal legame tra me e Tsurei" la cosa mi spaventa, come ci si può affezionare in così poco tempo?

Ignoro le sue parole, non è il caso di parlare di sentimentalismi in questo momento.

Le mura Dorate compaiono all'orizzonte nella loro splendente immensità, anche se si nota sin da subito che molto è cambiato: l'oro riflette la luce lunare ma le vie sono completamente buie, non ci sono più lampioni utilizzabili.

<<Spero che tutti i cittadini siano rinchiusi in casa, sta sera>> penso ad alta voce.

<<E' probabile, Mars avrà rifatto il proprio incantesimo per entrare indisturbato nelle mura e impostare il suo regime>> preoccupazione e rabbia sono percepibili nella sua voce <<odio il pensiero di doverlo lasciare fare>>

<<Lo comprendo ma, se vogliamo contrastarlo, dobbiamo attaccarlo dall'interno. Non siamo pronti per uno scontro, moriremmo inutilmente>>

<<Presumo tu abbia ragione>>

Lo spero davvero.

Atterriamo sul margine delle mura dal quale possiamo vedere l'interno: la città è quasi completamente al buio, se non per la fioca luce proveniente dalla luna, e qualche persona cammina a passo lento ed irregolare nelle vie. Oltre a questo, non c'è nient'altro: nessuno scontro, niente guardie delle Dorate o delle Ametista.

Guardo Eric <<troveremo un rimedio>> lui annuisce.

Sappiamo entrambi che, anche se dovessimo riuscire a sconfiggere gli invasori, nulla tornerebbe come prima: la guerra distrugge e ciò che sopravvive muta radicalmente e poche volte lo fa in meglio.

Delle lingue infuocate nascono ai piedi delle mura e ci raggiungono aggrappandosi alle pareti come rampicanti; le usiamo per scendere ed entrare nelle mura.

Toccata terra faccio qualche passo ma poi le gambe cedono, Eric si avvicina a me precipitoso <<che succede? Hai usato troppa magia, vero?>>

Ho le palpebre pesanti e gli arti stanchi, odio sentirmi così proprio ora, in un momento così cruciale, ma sono davvero esausta.

Probabilmente sono le 6, i nostri amici ci raggiungeranno tra circa un'ora e mezza, forse solamente una e magari potrei riposarmi un po'...

Sto per cadere nell'oblio del sonno quando all'improvviso vitalità calda riempie il mio corpo, facendomi sentire nuovamente in forze.

Apro gli occhi molto meno affaticata e noto che, sul mio braccio, un bracciale di fiamme brilla, lo stesso sul braccio di Eric <<ora stiamo condividendo le forze. Avendo lo stesso tipo di magia molte cose sono semplificate>> sorride gentilmente porgendomi il palmo della mano che io afferro alzandomi.

<<Grazie>> ricambio il sorriso.

<<Ora andiamo, dobbiamo trovare il mio zaino>> esclama iniziando a camminare <<ero vicino al portone quando l'ho perso, deve essere lì da qualche parte.

Percorriamo una piccola via laterale e scrutiamo le macerie che la occupano, frammenti che una volta erano la casa di qualcuno.

Fortunatamente tre quarti degli edifici sono rimasti illesi, ma molte altre persone sono rimaste senza dimora.

Improvvisamente, nel silenzio generale, odo un lamento flebile <<lo senti anche tu?>> chiedo ad Eric, lui annuisce.

Mi guardo in giro e cammino accanto alle varie rovine, ma non noto niente finché qualcosa mi tocca la caviglia gelandomi <<a-aiuto>> sussurra quella che doveva essere una donna.

Rimango ferma a guardare pietrificata il volto deformato e sanguinante di una giovane ragazza, incapace di dire o fare qualcosa.

<<Ti prego>> mi esorta, ha le guance rigate di lacrime.

All'improvviso Eric mi strattona il braccio e mi trascina a un po' di metri di distanza mentre la giovane donna continua ad implorare aiuto.

<<Levi, respira>> dice con la voce piatta cercando di calmarmi.

<<Dobbiamo aiutarla>> dico sotto shock <<morirà>>

Gli occhi dorati del ragazzo davanti a me brillano riflettendo la luce dei bracciali <<non possiamo fare nulla e dobbiamo sbrigarci, non possiamo perdere tempo>> conclude.

<<Morirà>> ripeto. Non so perché la visione di quella ragazza in quello stato mi abbia segnato così tanto ma non riesco a riscuotermi.

Siamo nascosti dietro al muro di una casa ancora intera, a qualche abitazione di distanza da quella della moribonda, stessa direzione da cui proviene una voce molesta <<oh, che abbiamo qui?>> è una voce maschile dall'andamento altalenante.

<<Levi>> mi sussurra all'orecchio il mio compagno <<ha lo zaino>>

Aguzzo lo sguardo e riconosco la borsa di tessuto.

Ma che sta facendo chinato su quella ragazza?

All'improvviso sento delle urla provenire da quella direzione ma sono troppo nascosta e non riesco a vedere <<che sta succedendo? Perché la ragazza sta gridando più straziatamente di prima?>>

Eric non risponde.

"La sta torturando" dice Phoenix al suo posto "dev'essere uno dei ragazzi impazziti dopo la magia del protetto di Hypnos"

La sta torturando?

Mi riscuoto dallo strato di trance e balzo fuori dal nascondiglio.

<<Che stai facendo?>> Eric mi urla dietro.

<<Tu, smettila!>> non una grande frase d'esordio ma serve al suo scopo; infatti l'uomo si volta lentamente a guardarmi, la bocca grondante di sangue, mi rivolge un mezzo sorriso e si alza in piedi <<carne fresca>> lo stesso bagliore di pazzia di Kiara brilla nei suoi occhi.

Inizio a correre a perdi fiato verso di lui.

Non so cosa mi sia preso, quale mania di protagonismo o voglia di fare l'eroina del momento, ma quella ragazza deve morire in pace.

Mi piego velocemente e raccolgo dalle macerie un palo di ferro, l'uomo approfitta del mio momento di non-coordinazione per tirarmi un pugno e buttarmi a terra.

Vedo Eric accorrere e gli urlo di lasciarmi fare, devo farcela da sola.

Rotolo di lato poco prima che un pugno colpisca il suolo a pochi centimetri di distanza dal mio volto.

<<Carne fresca>> continua a borbottare.

Mi ha preso il collo e lo sta stringendo con forza, mi manca l'aria.

Che mi è preso?

Perché ho voluto fare questo atto di eroismo?

Stringo il palo e con tutta la forza che ho lo conficco nel collo del mio assalitore, il suo sangue mi macchia il viso ed i vestiti.

"Hai appena ucciso un uomo senza un minimo di esitazione" la voce di Phoenix rispecchia nuovamente quella della mia coscienza.

Perché l'ho fatto?

Perché mi sento sollevata dalla morte di quel tale?

<<Che cazzo ti è preso!>> Eric è furibondo mentre corre verso di me.

Ha tutte le ragioni per essere arrabbiato <<quella ragazza merita di morire in pace, senza torture>> raggiungo le macerie e mi piego sul corpo della donna bloccata sotto ai resti di casa sua <<grazie>> geme accennando un lieve sorriso. Le chiudo le palpebre e torno da Eric che mi guarda freddo <<non potevo lasciarlo fare>>

<<Sei stata spropositata ed impulsiva, e se ti fosse successo qualcosa?>>

<<Non so cosa mi sia preso, non potevo sopportare che quella ragazza morisse in quel modo>>

<<Qua non si tratta di cosa vuoi tu! Devi ragionare quando fai qualcosa, non puoi rischiare di buttare via la tua vita ad ogni occasione che capita!>>

Lo ascolto in silenzio.

<<Ho perso troppe persone care, non voglio perdere anche te. Per favore, dammi retta>>

Sento gli occhi inumidirsi.

Si piega sul corpo dell'uomo che ho appena ucciso e per cui non provo nemmeno un cenno di rammarico e prende lo zainetto. Scruta al suo interno <<c'è tutto, ora andiamo all'ingresso, dobbiamo aprire il portone agli altri>> si sofferma a guardarmi <<se lo meritava>>

Apprezzo lo sforzo, ma non ci sono scuse per un omicidio.

"Ho la netta impressione che qualcosa della te del passato si stia risvegliando. Le carte ed i patti potrebbero cambiare" ignoro un'altra volta la mia ospite concentrandomi sul bracciale sul mio polso.

Mentre camminiamo verso l'entrata delle mura continuo a ripetermi che è stata autodifesa, lasciando in disparte la consapevolezza che togliere una vita mi è piaciuto.

Che mi sta succedendo?

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