LEVI
Apro gli occhi a fatica.
Pareti grigie mi circondano, la testa mi martella.
Mi metto a sedere cercando di metabolizzare cosa io ci faccia qua, dove io sia.
Un ricordo mi investe prepotentemente: <<non funzionerà, lo sai vero?>>
Brividi freddi percorrono la mia spina dorsale mentre, alzandomi, vedo un bellissimo ragazzo davanti a me.
Poi lo tsunami di ricordi mi travolge ed un'imponente angoscia si insedia nelle viscere.
Mi avvicino al ragazzo disteso sul tavolo <<Eric>> esclamo accarezzandogli la tempia.
È ancora inerme, non dà segni di vita.
Sul suo petto c'è un petalo di rosa che, a detta sua, lo avrebbe dovuto far rinascere.
Allora perché è ancora così?
Estraggo la rosa dalla tasca e metto una decina di petali su di lui.
Magari serve solo un incentivo?
Rimango per un po' ferma ad osservare, ma quella voce mi assilla.
Di chi era quella voce? Perché sono svenuta subito dopo averla sentita?
Mi guardo intorno, sono sola.
Decido di tornare a fare un giro per le stanze, ma non trovo nessuno.
Entrata nella biblioteca, un odore dolce mi investe.
È una biblioteca della mitologia Olimpica, della generazione magica precedente.
Guardo i numerosi titoli negli scaffali, magari c'è qualche libro che parla di come far resuscitare Eric.
Due titoli mi colpiscono: "Elenco dei Sacri" e "Rebirthing".
Mi soffermo a guardare il secondo: non è molto grande, eppure è rilegato con estrema cura: ha i bordi dorati e l'interno ramato, sulla copertina è raffigurato un uccello infuocato.
<<Entri, metti un morto sul mio tavolo, ora vuoi pure rubare?>>
Mi volto di scatto e trovo una donna seduta su una poltrona rossa: ha gli occhi di un profondo blu e lunghi capelli neri si snodano in boccoli sulle spalle, addosso ha una toga rosso fiammante che armonizza con la pelle abbronzata: è bellissima.
<<Chi sei?>> le chiedo titubante.
<<Sono la padrona di casa. Piuttosto, tu chi sei?>> la voce severa ed autoritaria rimbomba nei timpani, ricordandomi quella sentita all'ingresso.
È stata lei, a parlarmi.
<<Levi>> rispondo riluttante.
Affonda i suoi occhi blu nei miei e la sua espressione si addolcisce per poi tornare composta.
Guarda i libri che ho in braccio <<cosa stai cercando?>>
Rimango stupita dal cambiamento radicale della mia interlocutrice, ma ciò mi rallegra, è l'unica in modo di aiutarmi.
<<Vengo dalle mura Dorate, c'è stato un attentato e daranno a noi la colpa se non troviamo i colpevoli, il loro movente e come sono fuggiti. Sono venuta qua con un amico>> la voce mi trema al pensiero del ragazzo sul tavolo al piano sottostante <<siamo stati attaccati dai lupi e da delle ombre nere, lui è stato ferito gravemente, ho provato ad usare la Rosa di Enthalia, ma non è servito a niente>> stringo i libri <<speravo di trovare delle risposte>> abbasso lo sguardo.
Ho gli occhi umidi.
Sento una profonda sensazione di vuoto nel petto, l'unica cosa a cui riesco a pensare è Eric.
Rischierei la riuscita dell'operazione, per lui.
Non lo conosco affatto, ma sento che un profondo legame ci lega, anche se non ne comprendo il motivo.
<<Erano arpie. Dei mostri mitologici ricomparsi qualche decennio fa>>
<<Ma gli animali mitologici non sono scomparsi tempo fa?>>
<<Scomparsi, morti, nascosti, ci sono diverse teorie, ma nessuno è in grado di capire che fine abbiano fatto>> mi guarda severa, ma le iridi marine sono velate da un'ombra che mi lascia perplessa <<per il tuo amico, io non posso fare nulla>> termina schietta.
Abbasso lo sguardo.
Sento il corpo tremare e la vista annebbiarsi.
<<Ma tu sì>> mi guarda di sbiego, io contraccambio esterrefatta <<la tua magia è sigillata, la posso sbloccare e con quella dovresti essere in grado di fare qualcosa, ma dovrai accettarne le conseguenze>>
<<Qualsiasi>> esclamo pienamente certa della verità nelle mie parole.
<<Se c'è qualcosa che la magia sta tenendo sigillato, sbloccandola questo tornerà a galla, e non so se potrà farti piacere>> si volta avvicinandosi alla porta <<una vita per una vita, mia cara>>
La seguo giù per le scale.
Vuole sbloccare la mia magia, ma come può fare? Nessuno dei miei amici ne è stato in grado.
E sbloccandola quindi mi tornerà la memoria?
Mentre proseguiamo un pensiero si insinua nella mia mente; sento che, qualora dovessi scoprire chi ero, non mi piacerebbe.
Ingoio la saliva e con lei tutti i pensieri angosciosi, devo concentrarmi su Eric.
<<La piuma che hai in tasca>> allunga la mano e gliela porgo.
Come faceva a sapere che la avevo?
La esamina <<sei riuscita ad eliminare definitivamente quel mostro>> mi guarda <<come l'hai colpita?>>
<<Con lo stelo della Rosa di Enthalia, non avevo armi>> rabbrividisco al ricordo della bestia sul corpo esanime di Eric davanti a me.
<<Interessante>>
<<Chi saresti?>> questa domanda esce insistente con una nota di ben poca cordialità.
Nonostante sembri voler aiutare, mi sembra così strano.
<<Mi chiamo Ecate, conosco un po' la magia>> conclude frettolosamente.
Appoggia la piuma sul petto di Eric <<normalmente, una volta ucciso un animale sacro, questo finisce nel Tartaro rigenerandosi tempo dopo ma tu, colpendola col fiore della vita, hai cancellato la sua essenza immortale facendola dissolvere. La sua anima è racchiusa in questa piuma che sarà la nostra vita sacrificale>> mi tende la mano fredda che stringo a mia volta <<chiudi gli occhi e raffigurati ciò che ti dirò>>
Lo faccio e attendo nelle tenebre.
<<Immagina la tua magia come una fiamma che piano piano ingloba il tuo corpo>>
Lo faccio e lingue blu mi avvolgono, sento il corpo caldo e la mente vuota.
<<Ora immagina Eric come una fiamma che arde e consuma la piuma nera e tutti i petali su di lui>>
Cerco di proiettare le mie fiamme sul suo corpo e un grande incendio prende vita da lui.
Sento una grande angoscia nel vedere una vita bruciare ma, tuttavia, mi sento a mio agio ed estremamente potente.
<<Infine, immagina le vostre fiamme fondersi>>
Non c'era bisogno che lo dicesse: il mio fuoco è già stato inglobato dal suo ed ora fiamme viola si propagano ovunque.
Ecate molla la presa ed io apro gli occhi affaticata.
Poi le tenebre mi avvolgono nuovamente.
Mi sveglio su un letto abbastanza duro.
Ci metto un po' a realizzare dove sono.
Una volta seduta, noto Ecate accanto a me <<finalmente ti sei svegliata, bella addormentata>>
Sorrido <<Per quanto ho dormito?>>
<<Qualche giorno>> si alza sistemandosi la veste <<vieni in cucina, ti ho preparato da mangiare>>
Intontita, mi avvio e scendo le scale.
Ho dormito per diversi giorni ed il tempo è ciò che più ci preme.
Devo trovare delle risposte, oggi.
Entrata in cucina una piccola aula coi mobili in legno si apre davanti a me e, sopra ad un tavolino al centro della stanza, un piatto con sopra delle fette di pane e marmellata mi accolgono, accanto a queste una tazza di tè <<grazie, Ecate>> sono strabiliata, sembrava una donna davvero ostile.
Sorride a sua volta <<è da un po' che non ho ospiti>> esclama volgendo lo sguardo in un punto non definito <<è di tuo gradimento?>>
<<Assolutamente!>> ho mangiato le fette, e la marmellata dev'essere ai mirtilli.
<<Senti>> si volta appoggiandosi allo scaffale in legno e guardandomi attentamente <<hai sognato qualcosa?>>
Abbasso lo sguardo.
Sono rimasta incosciente per giorni ma <<no, notte senza sogni>>
Torna a soppesarmi silenziosamente con lo sguardo.
<<Come mai ti preoccupa tanto la cosa?>>
<<Ti conviene andare in biblioteca, ho preparato qualche libro che può fare al caso tuo>>
Sostengo il peso degli occhi blu per poi cedere in un mero "grazie" e salire in biblioteca.
Ho passato poche ore di veglia in questo luogo, eppure mi pare di conoscerlo perfettamente.
Apro la porta e vedo una pila di volumi sul tavolo inciso.
Mi avvicino e leggo i titoli: ci sono "Elenco dei Sacri", il libro che avevo preso, parla di tutti gli animali mitologici; "Rebirthing", che narra diverse profezie sulla Fenice; "Dedalo", parla del labirinto.
Sbuffo mentre mi siedo.
Spero che questi testi contengano le informazioni che ci servono, che sappiano dirci che fine hanno fatto.
Si sono letteralmente dissolti nelle mura, eppure non possono averle oltrepassate: le mura sono magia, sono ineluttabili.
<<Hai trovato qualcosa?>>
Sto per iniziare a leggere "Elenco dei Sacri" per trovare un animale in grado di oltrepassare le mura ma, quando sento quella voce così calda e familiare il mio corpo si irrigidisce e gli occhi si inumidiscono.
Sposto delicatamente dal mio grembo i libri e mi alzo lentamente.
Poi mi volto.
Due occhi ambrati si puntano nei miei e da quest'ultimi sgorgano fiumi di lacrime <<Eric>> singhiozzo <<sei vivo>>
<<Pensavi potessi morire così?>>
Sorrido e lo stringo in un caldo abbraccio tuffando il volto nel suo petto muscoloso.
Lui rimane rigido per un breve periodo, poi mi stringe a sua volta.
<<Pensavo di averti perso>> poi mi stacco imbarazzata.
<<Grazie di avermi salvato, Levi, ti sono debitore>>
<<Da quanto sei sveglio?>>
<<Da ieri, mi sono svegliato ed ho incontrato Ecate>> a quel nome punta lo sguardo altrove <<non pensavo di poterla trovare qui>>
<<Perché? Dove avresti dovuto trovarla?>>
<<E' una divinità greca, la madre di Enthalia e Mephista, scomparsa secoli fa, dopo l'ascesa delle 5 dee>>
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