LEVI
Stiamo montando e l'unica cosa che penso è perché io mi sia opposta così arditamente alla volontà di sacrificio di Eric, dovrebbe dispiacermi certo, ma so perfettamente come questa missione sia fondamentale, quindi dovrei essere pronta a lasciarlo se dovesse essere spacciato.
Eppure continuo a ritenerla una scelta inconsiderabile.
Sento i nervi tendersi quando vedo una fila perfetta di abeti imponenti davanti a noi, che non hanno nulla a riguardo di quelli cristallini visti poche ore fa.
Arrivati appresso a questi, Eric mi chiede se io sia pronta.
Vorrei gridargli di no e che voglio tornare indietro, mi sono svegliata tre giorni fa e sono successe così tante cose che, se scrivessi un libro dove le racconto, i miei lettori direbbero ch'io stia correndo troppo.
Superiamo la linea naturale ed il paesaggio cambia radicalmente: la pianura soleggiata e verdeggiante viene sostituita con una fitta foresta ombrosa.
<<stammi vicina, è molto probabile perdersi>>
<<non è un posto comodo per montare>> gli spazi sono ristretti ed il suolo è pieno di impedimenti.
<<lo so, ma i lupi possono spuntare ovunque, sui cavalli saremmo più veloci che a piedi>>
Ne dubito assai, ma decido di non contestare per una volta.
Procediamo andando al trotto, per evitare di incappare in passi falsi.
L'aria è umida e la vegetazione fitta non permette di vedere molto lontano <<conosci la direzione per andare al castello?>> gli chiedo.
<<ho la mappa qui con me, dovrebbe emettere un suono quando ci avviciniamo, ma per il momento proseguiamo diritti, dobbiamo uscire da questa radura>>
<<andare verso destra?>>
Mi guarda <<perchè questa supposizione?>>
<<Perché la vegetazione si è infittita mano a mano che ci siamo allontanati dal confine, quindi se ci avvicinassimo al suo seguito...>>
Annuisce.
Viriamo a destra ed effettivamente la radura si apre leggermente.
Dopo qualche minuto di viaggio lo vedo arrestare il cavallo, lo stesso faccio io.
<<che succede?>> chiedo.
In risposta, un sonoro shh mi invita al silenzio.
Mi guardo intorno ma non vedo nulla di sospetto.
Invito il mio equino ad avvicinarsi ad Eric che, quando il rumore prodotto dai passi del primo echeggia nell'aria, mi fulmina con lo sguardo.
Mi irrigidisco.
<<corri>> mi dice sommessamente, per poi spronare i cavalli al galoppo.
Sento le frustate dei numerosi rami schiaffeggiarmi le spalle e prego che Pearl sia abbastanza capace di non cadere.
La radura fitta sembra inarcarsi verso di noi e protendere le sue braccia legnose per catturarci.
Eric non dice una parola, ma la sua tensione è tastabile, come penso lo sia la mia paura.
Spesso la giumenta vira inavvertitamente per evitare di incappare in impedimenti o addosso allo stallone davanti a noi, e mi chiedo come abbia fatto a non essere ancora caduta.
Mentre proseguiamo cerco di guardarmi attorno in cerca di segnali che abbiano fatto scattare il mio compagno, ma tutto ciò che vedo sono alberi.
La paura bussa incessantemente al mio petto, ma non posso permettermi di perdere lucidità.
Non riesco a individuare il nemico e questa è una situazione di svantaggio, figurati se dovessi cadere in preda alla non lucidità.
Guardo Eric davanti a me, e tutto ciò che provo è preoccupazione per lui.
Non ho mai combattuto, non ho armi ed i miei poteri sono chiusi in una piccola parte di me che percepisco, ma mi fa paura.
Sento che non sarei per nulla felice di ciò che accadrebbe se li lasciassi uscire e mi sto opponendo con tutta me stessa per lasciarli in una piccola parte di me.
Però sento anche che per Eric sia potenzialmente impossibile contrastare la minaccia che potremmo dover affrontare con le sue sole forze.
Ho visto la potenza del suo corpo trasformato in fuoco, di come abbia inghiottito quei tre ragazzi, ma ho anche visto come quella colonna d'acqua lo abbia fermato e mandato in ospedale.
Stiamo montando da un bel pò, la radura si sta notevolmente aprendo, ed è proprio ora, che inizio a dubitare dell'intuizione di Eric e commetto l'errore di rallentare il cavallo per voltarmi indietro, che sento i sensi abbandonarmi.
Un lupo dalle fauci spalancate si lancia su di me.
Sento il calore del suo fiato così vicino, ha il manto nero pece e gli occhi gialli brillano come stelle.
Poi un dardo infuocato entra nella gola dell'animale.
<<TI HO DETTO DI CORRERE!>>
Non me lo faccio ripetere e nemmeno la giumenta che, incitata dal grido o dalla bestia dietro di noi, intraprende un galoppo a velocità sostenuta.
Ora che la radura è quasi completamente aperta noto le grandi figure che sfrecciano accanto a noi.
Eric innalza una grande barriera di fuoco per tenerli distanti, ma mi chiedo per quanto riuscirà a mantenerla e per quanto i lupi staranno lontani.
Il mio purosangue riesce ad affiancarsi a quello di Eric quando gli alberi si rarificano e un'ampia radura si apre davanti a noi.
<<non dovremmo essere troppo lontani>> mi urla <<arrivati lì saremo al sicuro>> continua a guardare dritto davanti a sé <<o almeno spero>>
Affondo lo sguardo davanti a me quando noto in lontananza un punto nero <<eccolo!>> esclamo urlando.
I lupi sono dietro di noi e sospiro di sollievo perché sono sempre più lontani.
Vedo Eric corrugare la fronte <<si stanno allontanando!>> gli grido per cercare di confortarlo.
<<quanto ti sembrano grandi?>> mi risponde.
Al garrese l'animale che mi si è avvicinato era circa dell'altezza di Pearl <<penso un metro e settanta>> urlo di rimando.
<<dobbiamo sbrigarci>>
Il castello sta prendendo forma davanti a noi ed il mio cuore inizia a colmarsi di gioia.
Poi una scia nera si fionda su Eric che cade rovinosamente a terra ed una cupola di fuoco si forma sulla sua figura a terra, poi un'onda d'urto fa cadere anche me appena in tempo per evitare che la scia nera mi colpisca.
Mi guardo intorno, i lupi ci stanno circondando e sopra di noi tre macchie nere serpeggiano in aria.
Eric è circondato dalle fiamme ma il suo corpo è ancora intatto.
Dal suo vortice di fuoco dardi rossi sfrecciano alla ricerca delle sagome indefinite.
Poi lo vedo voltarsi verso di me, gli occhi sgranati e la faccia contorta.
<<LEVI>>
Poi un colpo alla schiena mi sbatte a terra.
Mi volto e davanti a me una figura estremamente imponente dal candido pelo bianco mi sovrasta.
Gli occhi sono profondi e dorati e mi guardano con un'espressività umana.
Dalla sua bocca fa scendere una sottospecie di uccello.
La bile mi sale quando noto le fattezze femminili anche se assai distorte del volto.
Poi il grande lupo si allontana da me emettendo un potente ululato e decine di lupi poco più piccoli di questo corrono verso di noi cercando di fiondarsi sulle ombre scure.
Rimango per qualche secondo paralizzata dall'idea che quel lupo mi abbia protetta quando, per contorcermi definitivamente lo stomaco, vedo Eric a terra.
Non ci sono tracce di fiamme.
Ed un uccello simile a quello preso dal lupo sovrasta Eric, prendendo a morsi ciò che è rimasto dei suoi vestiti.
In un attimo tutte le mie paure e le insicurezze spariscono.
Sento solo rabbia, lui mi ha salvata più di una volta, non posso lasciarlo così.
Mi fiondo in avanti, prendo la Rosa e con tutta la forza che ho in corpo mi fiondo sull'uccello ed un grido sordo squarcia le mie corde vocali dopo aver infilzato lo stelo nel collo della creatura.
Sento il corpo tremare e le gambe insolitamente instabili mentre vedo il corpo dell'uccello dissolversi lasciando una piuma nera.
Mi lascio cadere sulle ginocchia guardando lo stato pietoso di Eric.
Non ha polso.
Il volto è contratto in una smorfia di dolore, gli occhi vitrei, il petto muscoloso presenta grandi squarci.
Lo stringo al mio petto e mi alzo, cercando di portarlo con me, poi mi avvicino ai cavalli.
Una volta arrivata guardo il branco di lupi dinnanzi a me, concentrandomi sul lupo candido <<grazie per avermi protetta>> stringo al petto Eric.
A fatica lo carico con me su Pearl e la sprono a proseguire solo dopo aver lasciato un'ultima volta i miei occhi penetrare in quelli dorati così espressivi del lupo.
Dopo qualche minuto di monta giungo al castello diroccato.
È in pietra, di dimensioni alquanto modeste, dalla forma circolare.
Sembra più una torre corta e tozza.
Scendi con fatica da cavallo e mi stupisco di come Eric non sia ancora caduto rovinosamente a terra.
Davanti a me un piccolo atrio si apre.
Al centro vi è un tavolo, oltre questo delle scale ed si suoi lati due porte.
Appoggio Eric sul divano, poi sfilo la Rosa dalla tasca.
<<Un petalo corrisponde ad una vita creata o restituita, quindi dovrebbe essere sufficiente>> dico appoggiandone uno sul petto del ragazzo.
Attendo un qualche bagliore luminoso, qualsiasi cosa, ma non accade niente.
"In fondo non esperta di magia, ci vorrà tempo" penso.
Mi soffermo ad osservare i lineamenti decisi del ragazzo e d'istinto gli sposto una ciocca corvina sopra la fronte.
Una nuova morsa stritola maggiormente il mio cuore al pensiero che Eric possa morire oggi, in questa maniera.
Sento gli occhi umidi <<per favore non abbandonarmi>>
Nonostante lo conosca da poco ha sempre fatto molto per proteggermi e difendermi e l'idea di non vedere più i suoi atteggiamenti scostanti mi provoca un male che non comprendo.
<<andrà tutto bene>> mi dico ricacciando indietro le lacrime <<ci vuole solo tempo>> ma più che una convinzione sembra un tentativo di eludere ciò che penso davvero.
Ricaccio indietro quei pensieri troppo negativi.
Decido di esplorare il castello, così do il tempo al petalo di reagire.
Prima di proseguire guardo un'ultima volta il ragazzo, e prego che non rimanga in questo stato per sempre.
Non è nulla di comparabile alla torre: è interamente in roccia, torce sulle pareti brillano eternamente, un lungo tappeto rosso fuoco copre il pavimento, lo stesso colore dei mobili.
La prima stanza che visito, sula destra, è la cucina: abbastanza stretta con un piccolo tavolo al centro.
La seconda, il bagno, è di dimensioni contenute e i mobili sono di uno splendente azzurro.
Salgo le scale ed un corridoio perpendicolare a queste si apre, ai suoi termini due porte: in quella destra scopro esserci una camera da letto, in quella sinistra una piccola libreria.
Mentre giro per gli scaffali non faccio che pensare ad Eric, la Rosa ci sta mettendo un pò di tempo.
Corro giù a fare il punto della situazione e una nuova morsa al cuore viene provocata dalla consapevolezza che Eric sia nelle stesse condizioni di quando siamo arrivati, mezz'ora fa.
Poi una mano fredda si appoggia sulla mia spalla <<non funzionerà, lo sai vero?>>
Al suono di quella voce femminile tutto si offusca.
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