LEVI
Cammino verso la torre, Nikol è accanto a me, dietro, il ragazzo gelido.
La torre è netta ed imponente, oramai, e due guardie vestite con armatura dorata sorvegliano l'ingresso.
<<Salve, dobbiamo parlare col Ministro>>
Alle parole di Nikol, le guardie abbassano il capo e ci lasciano passare.
La stanza che si apre davanti a noi è immensa, il pavimento di marmo, le mura ed i battiscopa di mogano, ogni lato della stanza è dorato.
Mobili con raffinate incisioni floreali decorano tali pareti, sovrastanti ad essi dipinti di diverse figure femminili.
Procediamo per una scalinata con il cornicione dorato, che ci porta ad un corridoio con tappezzeria a motivi dorati e marroni chiari, il soffitto è dipinto con le stesse figure viste all'ingresso nei quadri.
Entriamo nell'ultima porta del corridoio, dove appare un'ampia stanza, degli stessi materiali di quella d'ingresso, con un enorme tavolo rettangolare squadrato in mogano.
Al termine di questo, al lato opposto al mio, un uomo anziano dalle vesti rosse e dorate, carnagione chiara e capelli bianchi, mi scruta, accanto a lui, due ragazzi: uno dalla carnagione scura, le iridi nere ed i capelli quasi rasati, mi sorride, l'altro, capelli biondo platino, occhi verdi e carnagione pallida mi rivolge uno sguardo enigmatico.
<<Nikol, Eric, miei cari, chi mi avete portato?>> Dice il vecchio, fissandomi con aria imperscrutabile.
Vorrei essere io stessa a prendere le mie difese, ma, nelle mie condizioni, in un territorio di cui non conosco niente, ritengo la scelta migliore quella di lasciare questo compito a qualcuno di più esperto.
<<Sua Eccellenza Near, ero andata a prelevare la solita quantità di alimenti fornita dalla città di smeraldo, e, rientrando, ho visto Eric con in braccio questa ragazza priva di sensi>> Nikol mi volge un caldo sorriso << afferma di chiamarsi Levi ma, oltre a questo, pare non ricordare niente, ha pure affermato di non sapere nulla riguardo alla nostra istituzione basata sul dominio delle cinque mura>>
Near, finalmente, distoglie lo sguardo da me ed inizia a soppesare quello Eric <<e sentiamo, dove l'avresti trovata? E perché portarla qua? Sappiamo tutti come sia la situazione in questo periodo, e tu potresti aver introdotto un potenziale nemico>> conclude tornando ad azzannarmi con lo sguardo.
Se Eric mi infondeva gelo, questo uomo mi paralizza.
<<Signore, concordo appieno sul fatto che ella possa essere una potenziale minaccia, e, effettivamente, il fatto che non ricordi nulla è alquanto sospetto. Ma l'ho trovata inerme nel nostro territorio, è molto probabile che non ricordi davvero niente.>> mi guarda <<E devo aggiungere che emana una quantità di magia sorprendente. L'ho trovata grazie ad un pilastro di magia del fuoco, assorbito dal suo corpo.>>
Questa volta sono io ad attaccare Eric con lo sguardo, ma non per la rabbia, bensì per lo stupore. Avrei assorbito magia? Ha provato pietà nei miei confronti?
<<È innegabile che da questa figura provenga una considerevole magia anche se non capisco se sia in lei o effettivamente su di lei>> questa volta, a parlare, è il ragazzo dai capelli platino << Nikol, riguardo la sua aura, cosa vedi?>>
La giovane ragazza sorride, facendo un passo avanti <<è neutra, sono sicura abbia perso la memoria e, Generale, le chiedo di darle una possibilità, ha dimenticato tutto ciò che era quindi, se la ospitassimo con noi, introducendola nei nostri usi, potrebbe esserci di aiuto>>
<<C'è anche da dire che la sua magia, indipendentemente dalla provenienza, sia quella di un mito, penso lo abbiate sentito tutti voi>> il ragazzo dai capelli neri emette un ghigno, rimanendo stravaccato sulla poltrona << ed Eric l'ha portata qui certamente non per la sua bellezza>>.
Lo fulmino con lo sguardo. Non che io mi ricordi il mio aspetto, ma non accetto che qualcuno mi manchi di rispetto <<se mi posso esprimere>> dico, attirando tutti gli sguardi su di me <<mi chiamo Levi e non so nulla di chi io sia stata. Anche se fossi un vostro nemico, non potrei saperlo. Tuttavia ora tutto ciò che so è che in questo preciso momento non ho minimamente cattive intenzioni, anzi. L'unica cosa che voglio è costruirmi un'identità, indipendentemente da chi sono stata.>>
Il Ministro si alza e si avvicina a me, appoggiando il suo palmo gelido sulla mia fronte. <<starai qua, all'interno delle mura, sottostarai alle regole imposte da me e da questi quattro ragazzi che saranno tuoi compagni. Ti allenerai con loro. Combatterai con loro. Vivrai con loro. Ed ogni sbaglio che farai sarà sotto la responsabilità di Eric, ti ha trovato lui e la tua magia, la percepisco, è uguale alla sua>> conclude togliendo il palmo ed una calda sensazione avvolge il mio corpo.
<<La ringrazio>> è l'unica cosa che mi viene da dire mentre fletto il capo in segno di riconoscenza.
Buffo, non ricordo nulla su di me ma le informazioni base sui luoghi e gli usi sì. Sembra un'amnesia focalizzata su determinate cognizioni. Eppure perché non sapevo nulla riguardo all'istituzione delle mura?
Near mi scruta ancora un attimo, poi esce dalla stanza, lasciandomi con i miei nuovi compagni ed il mio tutore.
Nikol si avvicina e mi avvolge in un caloroso abbraccio <<Levi sono così contenta! Finalmente non sono più l'unica ragazza del gruppo!>>
Le sorrido, anche se questo gesto mi sembra innaturale.
Le sono grata, comunque, ha preso le mie difese ed è sempre stata gentile e cordiale, malgrado potessi essere una grande minaccia.
<<Benvenuta>> il ragazzo biondo mi guarda, porgendomi la mano candida che stringo. È l'unico, tra questi quattro ragazzi, ad avere la carnagione chiara. Indossa una giacca con lo stesso stemma di Nikol, le due torce, ma dorata. <<mi chiamo Litsandro, sono il Capo di questo gruppo, ma puoi chiamarmi Lit>> mi sorride mostrando la dentatura bianca e perfetta.
Accanto a lui il ragazzo rasato dall'aspetto losco, vestito interamente di nero, mi fa un cenno <<Kim, piacere>> ghigna nuovamente. Quanto mi infastidisce. <<spero non te la sia presa per il mio commento sul tuo aspetto>>
<<Accetto le opinioni diverse dalle mie>> rispondo, ma me la sono legata al dito.
Usciamo dalla stanza e procediamo verso destra, verso quella che Nikol dichiara essere il dormitorio del nostro gruppo.
L'oro domina in questo luogo, accompagnato dal mogano, e mi stupisco per l'ampiezza dei corridoi.
Il mobilio è rado, i corridoi sono per lo più spogli, se non fosse per il lungo tappeto dorato a terra.
Dopo aver impiegato diverso tempo a camminare ed esserci lasciati alle spalle serie infinite di porte in mogano identiche, arriviamo alla fine del corridoio, che termina con una porta incisa con motivi floreali ed animali che non riesco a definire chiaramente.
Lit, che durante il tragitto è stato alla testa del gruppo, appoggia la mano sulla porta e onde dorate si diffondono nelle venature delle incisioni, poi la porta si spalanca.
Indietreggio, magia?
Anche questa nozione era già scritta nel mio cervello, dopo essermi svegliata, ma vederla brillare davanti a me è stupefacente.
Lit ci fa strada ed un'enorme stanza si apre davanti a noi, lasciandomi esterrefatta.
La stanza è di dimensioni elevate, i muri beige ed il pavimento mogano sono separati da un battiscopa liscio e bianco, distanziati da comodini bianchi, 5 letti da una piazza e mezza con coperte di diversi colori, tutte ornate da ricami dorati, decorano la stanza, sopra di essi dei quadri raffiguranti i miei compagni in diverse occasioni. Ne noto uno in particolare: due bambini, carnagione e capelli scuri, uno dagli occhi neri l'altro dagli occhi ambrati sorridono, accanto a loro una chimera ed un drago. Rimango esterrefatta a quella visione, esistono davvero creature del genere? Pensavo fossero miti.
Ripenso alla discussione avuta poco fa, il ragazzo dagli occhi ossidiana ha parlato di una certa magia dei miti. Una magia che proviene dal mio corpo.
Mille domande si insinuano nel mio cervello che ora è pieno di questioni a cui trovare risposte. Sono in confusione.
Nikol mi accompagna verso un letto dalle lenzuola Rosa antico e me lo indica come mio.
Quindi questa è la camera.
Mi indicano anche le altre stanze e Nikol preannuncia che domani andremo al mercato a fare rifornimento di vesti, ma che per stasera avrei potuto usare le sue.
<<come mai un quinto letto?>>
Lit mi sorride <<il nostro ordine era stato prefissato per avere cinque membri, ordine di Near, ma non avevamo mai trovato un Guardiano Sacro che gli andasse bene>>
Effettivamente, se non avessi avuto l'appoggio di Nikol ed Eric non oso pensare ora dove sarei.
<<Ora però ti consiglio di farti una bella doccia e cambiarti, vedrai che ti sentirai meglio. Hai fame?>>
Fame? Che ore sono? Ero rimasta che era appena pomeriggio. <<che ore sono?>> il mio stomaco, però, interviene per far valere la sua opinione <<e sì, sono affamata>> non me n'ero nemmeno accorta, il tempo è passato talmente in fretta.
<<Sono le 8, ma qua viene buio molto tardi>> Nikol mette un braccio sopra le mie spalle <<tu sistemati, io ordino la cena>>
Caspita, puzzo così tanto?
Mi conduce in una stanza ampia, la parete verde acqua si abbina perfettamente col pavimento beige ed i battiscopa bianchi, tappetoni dorati sottostanno ad i sanitari.
Appoggio i vestiti sullo sgabello nero e mi guardo allo specchio: un groviglio di capelli lisci e ramati cadono poco più in basso delle spalle e quello che dev'essere il mio volto, pallido e dai lineamenti delicati, appare stanco e scure occhiaie incorniciano i miei occhi azzurri.
Dopo essermi pettinata, tolgo i tranci di vestiti e mi lavo.
Sento l'acqua tiepida accarezzare il mio corpo e mi lascio cullare da quella sensazione piacevole.
Rigenerata, esco e mi sistemo.
Nikol mi ha dato un paio di pantaloni della tuta neri, una maglia a maniche corte attillata dorata ed una felpa enorme per il mio fisico nera. Abbiamo la stessa vestibilità osservo stupita.
Raccolgo i capelli ancora bagnati in una coda ed esco, trovando i miei nuovi compagni seduti intorno ad un tavolo su cui è riposto un enorme vassoio.
<<Eccoti! Sembri già stare meglio!>> mi accoglie la ragazza.
Accenno un sorriso, queste attenzioni mi imbarazzano.
Mi siedo accanto a Nikol che mi porge un piatto di wurstel e patate.
<<Buon appetito!>> esclamano in coro ed io di seguito. Mi sembra così innaturale una compagnia del genere, sento solo profonda confusione ed uno sconforto di cui non sono certa l'origine.
Li vedo ridere e scherzare e noto subito le grandi divergenze caratteriali: Lit, il capo, è costantemente composto, non esterna mai eccessivamente le emozioni ed emette un'aurea pacata e rilassante; Nikol allegra e raggiante, dev'essere l'anima del gruppo, colei che solleva i morali degli altri; Kim esuberante e narcisista; Eric freddo e distaccato, ogni tanto accenna un sorriso, ma nulla di più.
<<Ti piace, dolcezza?>>
Inarco un sopracciglio alla domanda di Kim <<sì, molto>> un pasto semplice e forse non considerabile pienamente un "pasto", ma non mi lamento di certo.
La cena prosegue normalmente e spero non finisca, so che dovrò affrontare diverse questioni e non mi sento affatto pronta.
Siamo a letto da oramai mezz'ora ma non riesco a chiudere occhio.
Io sono qui, ma le persone a me care? Oppure ero sola? Come ho fatto a perdere la memoria? Chi sono quegli animali nei quadri? E quelle donne? E perchè Near ha un aspetto così inquietante? Verrò accettata? Cosa mi aspetta nel futuro? E se ricordassi di essere qualcuno avverso a loro?
È frustrante non avere la più pallida idea di chi sei e di cosa è successo, di come hai fatto a ridurti così. Una piccola parte di me spera che ci sia qualcuno che venga a reclamarmi, ma il resto non lo vuole, forse perchè non voglio che qualcuno si preoccupi per me, o semplicemente perché sento che qua potrò scoprire chi ero.
Osservo il soffitto. L'altra piccola parte di me è terrorizzata dallo scoprire la verità.
Mi siedo e noto che l'ampia finestra è aperta, così decido di uscire. Ciò che vedo è mozzafiato: le mura splendono nella notte e l'articolazione di strade sotto di noi è illuminata da bagliori di luce. I luminari delle case sono per lo più spenti, eppure questa città brilla come una stella.
<<Non riesci a dormire?>>
Un brivido mi percorre la schiena.
Non mi ero accorta ci fosse qualcun altro.
<<Tranquilla, non ti mangio, ed è comprensibile data la tua situazione>> Eric immerge i suoi occhi nei miei.
È seduto con le gambe pendenti dal parapetto, la brezza notturna gli scompiglia i capelli castani e gli occhi ambrati si uniscono al corteo di luci sotti di noi.
Abbasso lo sguardo.
<<Come mai mi hai salvata? Potevi lasciarmi lì>> vorrei chiedergli riguardo al fatto che il mio corpo abbia assorbito magia, ma ho i nervi a fior di pelle, potrei impazzire.
<<Chi è che lascerebbe una persona vicino al confine della terra dei lupi?>> leva lo sguardo e lo pone sul cielo <<non so che ci facessi lì, ma hai avuto un gran coraggio a stare fuori dalle mura>> lo osservo illuminato dalle luci e per un istante mi domando chi stia illuminando chi, tanta è la sua gelida bellezza <<volevo chiederti cosa ti avesse spinto a farlo, ad essere così vicina alla morte>> incurva le labbra in una smorfia <<ma mi sa che dovrò aspettare>>
<<È un pò tutto nuovo, mi sembra di vivere una seconda volta>> mi viene quasi da sorridere <<è orribile sapere che non hai la più pallida idea di chi sei, ma penso che non sapere chi sei non ti impedisca di scoprirlo, o creare una versione migliore di te>>
Eric mi guarda, il volto indecifrabile.
<<Comunque spero di recuperare la memoria, così da essere in grado di risponderti, anche se forse ho una risposta>> rimango sorpresa da quel luccichio che vedo oltre la lastra di ghiaccio che lo ricopre.
Si cala dal parapetto e si avvicina a me, gli occhi ardono come fuoco in una foresta secca.
<<Perchè non avrei dovuto? Da quello che ho capito non si può uscire la sera per via del confine coi lupi che si scioglie. Perchè rimanere chiusi tra le mura e perdersi questa notte per la paura? Vivere vuol dire rischiare, non rimanere in una campana di vetro>> queste parole escono di getto, sono profonde consapevolezze che nemmeno la memoria ha cancellato.
Eric accenna un sorriso, per poi entrare in camera, io invece mi concedo un pò di tempo per osservare il turbine di stelle sopra di noi, così simile al mio stato d'animo forse anche peggiorato dalla confusione prodotta da questa discussione e da quel ragazzo.
Poi lo seguo e cado esausta nell'abisso del sonno.
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