ERIC -parte 1-
Spalanco la porta.
Il cuore batte a mille e le gambe tremano.
Mi fiondo dentro la stanza accasciandomi a terra in preda al panico.
Enthalia...
Colei che ho sempre ritenuto una madre presto non ci sarà più.
Sono di nuovo solo.
Mi sollevo a fatica guardando negli occhi i miei compagni.
Non è il momento di cadere nella disperazione.
<<Abbiamo ottenuto le informazioni che ci servivano>> mi rivolgo a Nik, ancora scossa dalla mia entrata <<dobbiamo andare a raccogliere la polvere di mura>> sollevo il cappuccio e, una volta che la mia amica mi affianca, usciamo.
Il flusso di gente si è calmato in modo importante, ne sono contento, meno gente da cui scappare.
La casa di Esther è abbastanza vicina al palazzo, quindi è impossibile evitare la via principale.
Mentre camminiamo prego le dee -o ciò che me è rimasto- di proteggerci.
Sono estremamente debole e stanco, sento le gambe pesanti ed ogni passo mi causa fatica.
Vorrei che tutto si stoppasse anche solo per qualche secondo.
<<Tutto bene, Eric?>> mi chiede Nik volgendomi furtivamente uno sguardo amorevole.
<<Sì, certamente, sono solo stufo>> le sorrido forzatamente.
Non ho voglia di parlarne.
Non ho voglia di affrontare tutte le emozioni che mi stringono con prepotenza il petto.
Se lo facessi, non oso immaginare che fine farei.
Guardo le persone passarci davanti.
Sui volti la stessa espressione cupa che ho sempre visto sin dalla mia infanzia, il velo della povertà che si cala su una popolazione avvezza agli eccessi.
Bambini innocenti corrono per la strada gioiosi ed inconsapevoli della tetra realtà <<eravamo anche noi così, una volta>> osservo.
<<Come?>> mi risponde Nik confusa.
<<Bambini che giocavano allegri e spensierati. Invece guardaci ora, a camminare furtivi e coperti per non venire uccisi. È triste>>
<<Torneranno quei giorni, ne sono certa>> esclama mentre le mura si fanno sempre più vicine. Abbiamo percorso il viale principale ma ci siamo tenuti a debita distanza dal castello.
Mars mi spaventa terribilmente. Cosa che, per inciso, detesto.
Avendo Tsurei come animale sacro sono sempre stato io quello temuto.
Come cambiano le cose.
Procediamo senza intoppi, le mura sono oramai a pochi metri da noi <<spero che Levi e Kim riescano nel reclutare la Gilda del fuoco. Rimane poco tempo e, se la Gilda del vento si è già unita a Mars, possiamo solo sperare che tornino salvi>>
La Gilda del vento?
<<Scusa, cosa?>>
<<Me lo ha detto Lit prima>> mi risponde <<ed ora abbiamo due gilde molto potenti contro>> conclude.
Siamo davanti all'enorme muraglia dorata.
Appoggio il palmo sulla sua superficie fredda e liscia ed un brivido mi percorre la schiena.
Queste mura sono colme di potere divino, lo si percepisce perfettamente.
Cerco dentro di me la magia datami poco fa da Enthalia ma non ottengo risultati.
Dannazione.
<<Sicuro sia tutto a posto?>> Nik mi appoggia la mano sulla spalla.
Il sole sta sorgendo, abbiamo poco tempo.
Ignoro la sua domanda <<ho solo bisogno di concentrarmi>>
Annuisce visibilmente insoddisfatta.
<<Scusami>> ci rinuncio, non è il momento.
<<Cosa intendi?>>
<<Ci sei sempre stata per me>> mi volto lentamente e la guardo <<e so perfettamente quello che provi per me>> deglutisco <<mi sento uno schifo perché non riesco a ricambiare i tuoi sentimenti>>
Il suo volto diviene paonazzo.
Gonfia il petto <<ma ti sembra il momento di parlare di cose del genere? Stiamo rischiando la vita ogni secondo che passa>> mi si avvicina <<e ti sembrano cose da dire? "Non riesci a ricambiare i miei sentimenti", come mi dovrei sentire secondo te? So perfettamente che non provi nulla per me, ma c'è bisogno di ribadirlo?>> ha gli occhi lucidi.
Ho il cuore a pezzi, odio vederla così <<scusa>> ripeto.
Che sto facendo?
Non ne ho idea.
Sento il mio mondo distruggersi e cadermi addosso.
Ma come dovrei reagire? Cosa mi aspetto da me stesso?
Sono solamente un ragazzo di ventidue anni che ha appena perso sua madre, che va in contro ad una guerra contro un nemico che probabilmente gli porterà via i suoi amici più cari.
Vorrei fosse diverso, ma non riesco a non temere per il peggio.
Appoggio la fronte sulla cinta muraria.
La sensazione che questa mi trasmette è afrodisiaca: raccoglie il potere di Enthalia, è come averla qui.
È buffo come, di punto in bianco, mi ritrovi a fare il sentimentalista dalla lacrima facile.
È davvero cambiato tutto in questa settimana.
Faccio scorrere le mie emozioni fuori dal mio palmo producendo una luce dorata.
Nik si lancia a raccogliere la polvere creata dalla collisione tra la mia magia e quella delle mura in un recipiente.
Mi guarda con urgenza <<andiamo>>
Riprendiamo la corsa verso casa.
Il campanile segna le 08:37 di mattina, ormai il sole è alto in cielo.
Devo essere forte, per Tsurei e per Enthalia e, per farlo, devo cercare di dare meno attenzioni possibili alle cose superflue: devo stare lontano da Levi, è lei che mi rende così vulnerabile ed emotivo.
Il viaggio di ritorno dura molto meno rispetto a quello d'andata e ne sono lieto.
Sono ore che corro da un luogo all'altro, ho davvero bisogno di un po' di riposo, sperando di averne l'opportunità.
Questa speranza sembra sempre più realizzabile quando arriviamo finalmente alla villetta.
Entriamo e sento il mio cuore sussultare quando vedo Levi seduta a tavola.
Improvvisamente l'ambiente circostante perde di ogni significato e tutto ciò che conta sono i suoi occhi chiari come il ghiaccio puntati su di me, i suoi capelli ramati che le incorniciano il viso dipinto in un'espressione di stupore, con le labbra rosee socchiuse che poi si stendono in un sorriso.
La stessa espressione che avrebbe il mio cuore se avesse un volto.
Alla faccia della coerenza.
Cerco di concentrarmi sulle altre persone che si avvicinano a darci il ben tornato <<miei cari, siete tornati, ero in pena per voi>> esclama Esther abbracciandoci.
Lit e Kim si avvicinano per salutarci a loro volta. Li guardo <<abbiamo preso l'ultimo ingrediente per la Bussola. Voi? Siete riusciti a convincere la Gilda del fuoco?>> chiedo.
<<Direi di sì>> una voce profonda e mascolina risuona da dietro la cerchia dei miei amici. La supero per vederne il proprietario: un ragazzo muscoloso dal volto duro, la carnagione olivastra, i capelli neri e lisci mi sorride. È seduto accanto a Levi <<lui è Asher, il capo della Gilda del fuoco>> me lo presenta <<e voi? Siete riusciti nella vostra missione?>>
Una fitta di gelosia stringe il mio stomaco. Scelgo di ignorarla.
Raddrizzo la schiena <<siete stati bravissimi>> la guardo <<Purtroppo, da parte mia, la Gilda dell'acqua ha rifiutato la coalizione, abbiamo fallito>>
Cerco di mantenere la calma ignorando il ghigno sul volto di Asher, molto simile a quello di Kim.
<<Temo allora che saremo solo noi a combattere>> dice il nuovo arrivato <<la Gilda della natura è neutrale>>
<<Potremmo convincerli a prendere parte alla nostra fazione>> risponde Nik.
Il ragazzo si alza in piedi. È più o meno alto come me, anche se molto più muscoloso <<temo sarebbero inutili. Essendo neutrali Mars ha tolto alla loro gilda tutti i poteri. Purtroppo tra di loro solo il capo aveva il potere proveniente da un animale sacro>>.
<<Spiegati meglio>> lo esorto. Non che non abbia capito, ma lo voglio far sentire in imbarazzo.
Immediatamente mi mordo la lingua per quanto infantile possa essere.
<<Ieri sera Mars è venuto nella mia gilda per reclutarci, abbiamo rifiutato e, di conseguenza, ci ha tolto i poteri>> il suo volto assume un'espressione sofferente <<o meglio, li ha tolti a coloro che avevano il potere derivante dalle benedizioni delle Dee. Io ed altri nove miei compagni, essendo Cavalieri Sacri, siamo gli unici ad aver conservato il nostro potere>>
E lo stesso ha fatto con la Gilda della terra.
<<Sta diventando sempre peggio>> commento <<che animale sacro hai?>>
<<Cerbero>>
Il silenzio cala.
Il cane a tre teste, il mastino infernale.
<<Niente male>> ammetto.
<<Ora che sono state fatte le presentazioni>> inizia Lit avvicinandosi a noi <<dobbiamo discutere del piano. Non abbiamo più tempo, dobbiamo agire alla svelta. Domani dovrebbero arrivare i fratelli di Nik con le scorte che porteremo in viaggio>>
<<Dove abbiamo intenzione di andare?>> chiede Asher.
<<All'interno delle mura non troveremo aiuti, dobbiamo cercarli fuori: andremo a mediare coi lupi, pregando Enthalia che ci ascoltino>>
Un forte rumore interrompe la conversazione e noto Levi a terra <<no>> borbotta.
<<Levi?>> mi avvicino. Che le sta succedendo?
Ha gli occhi spalancati e le pupille sono ridotte a piccolissimi cerchi neri <<no, no, no>> ripete.
<<Che succede>> mi inginocchio vicino a lei.
È pallida e mi guarda stralunata.
Appoggio una mano sulla sua spalla.
<<Dannazione>> mi volto allarmato quando sento la quantità magica che il suo corpo emana <<allontanatevi!>> urlo ai miei compagni <<Esther, una stanza ignifuga?>>
<<Il bunker nella stanza sotto>> risponde a sua volta preoccupata.
Kim mi precede <<vado ad aprirtelo>> e scende le scale.
Raccolgo Levi dal pavimento, sta diventando sempre più calda.
Scendo le scale in velocità sentendo gli occhi vuoti della ragazza tra le mie braccia puntati sul mio viso.
Entro nel bunker e chiudo la porta.
Appena la serratura scatta Levi urla e la stanza viene inondata da fiamme incandescenti.
<<Levi!>> le urlo.
Le fiamme mi avvolgono ma non mi bruciano, sono troppo simili alle mie per ferirmi.
Siamo troppo simili per farci del male.
Mi avvicino afferrandole le spalle <<calmati!>> grido senza riuscire però a raggiungere la sua mente.
Continua a borbottare dei no confusi.
Ha gli occhi vitrei.
<<Phoenix, aiutami!>> magari può risolvere la situazione dall'interno.
Non succede nulla.
Le fiamme continuano a bruciare.
Istintivamente mi avvicino ulteriormente a lei.
Anche in questa situazione di confusione totale appare estremamente bella e pura.
Prendo il suo volto tra le mani e le do un bacio sulla fronte. Quando le mie labbra incontrano la sua pelle diafana sento qualcosa dentro di me rompersi irrimediabilmente <<ho bisogno di te, Levi>> dico con le labbra ancora posate sulla sua fronte <<probabilmente Enthalia, colei che considero mia madre, morirà a breve>> stringo la presa sulle sue guance <<e sono terrorizzato dall'idea che non avrò più nessuno a proteggermi, per quanto possa sembrare egoista>> torno a guardarla <<ti prego, rimani con me>> prendo il suo corpo tra le mie braccia.
Ho trovato il coraggio di esternare la realtà dei fatti e sono sempre più terrorizzato ma, al contempo, mi sento forte avendola al mio fianco.
Ho bisogno di lei come lei ha bisogno di me in questo momento.
Ha accumulato troppe emozioni ed ora ne è sopraffatta, mi ricorda me.
Anche in mezzo alle fiamme riesco a percepire il suo odore tenue e dolce accarezzarmi le narici.
Improvvisamente sento il corpo scosso da potenti flussi magici e comprendo di stare assorbendo le sue fiamme inconsciamente, come fossero mie.
Sto prendendo il suo dolore facendolo mio.
<<Eric>> la voce flebile risuona nella stanza ormai bruciata. Se non ci fossero stati i condotti di areazione saremmo soffocati.
<<Va tutto bene>> le accarezzo i capelli soffermandomi su una lunga ciocca bianca<<qualsiasi cosa accada la affronteremo assieme>> ma chi voglio prendere in giro? Non posso ignorarla, non ci riuscirei mai.
<<Eric>> dice sorridendo per poi addormentarsi.
È così piccola e fragile tra le mie braccia, come un vaso di cristallo.
Mi alzo ed esco dal bunker, la poso sul divano bianco e salgo dai miei compagni.
Mentre percorro le scale cerco di calmarmi, la mia mente è allo stremo.
Tutti si voltano preoccupati.
<<È stato un attacco di panico o qualcosa del genere, ora sta bene, sta riposando>> mi siedo a tavola <<dicevamo?>>
Lit mi guarda per qualche istante <<sicuro? L'abbiamo tutti sentita urlare>>
<<Ha scoperto i suoi poteri da poco, tutto questo stress deve averla messa in gran difficoltà>>
<<Oppure inconsciamente ha paura dei lupi. Ha dato di matto quando ne abbiamo parlato>> continua Nik.
<<Non ha dato di matto, è solo molto stressata>>
<<Beh, lo siamo tutti, ma non abbiamo ancora incendiato nulla>> punta il suo sguardo glaciale su di me.
Mi alzo.
<<Risparmiati queste scenate di gelosia, Nik, sei insopportabile>>
<<Questo lo sei tu>> si alza a sua volta.
<<Ragazzi>> cerca di calmarci Lit.
<<Non hai dato fuoco a nulla perché non sei abbastanza forte>> ribatto, non può permettersi di insultare Levi.
<<Ma se ti ho parato il culo fino a poco fa?>> mi urla contro.
Avevo già i nervi a fior di pelle ed ora sento di aver superato il limite.
Sto per rispondere quando Asher mi interrompe <<dateci un taglio, voi due. Levi ha curato tutti i membri della mia gilda appena qualche ora fa, è normale che sia stressata>> lancia uno sguardo truce alla mia amica <<in quanto a voi, vi pare il momento per queste scenate di infantilità?>>
Mi siedo.
Odio ammetterlo, ma ha ragione.
<<Dobbiamo ricreare la Bussola Ecclesiae, per cominciare>>
<<La che?>> chiede Ash.
<<Una settimana fa sono andato con Levi nella terra di nessuno per cercare risposte inerenti a come avessero fatto gli attentatori a scappare ed ho scoperto che il labirinto di Dedalo esiste ancora, anche se è stato notevolmente ridotto: ora è composto da una serie di vie che collegano una cinta muraria all'altra. Useremo una di quelle vie per scappare>>
<<Quindi il piano è scappare per una di queste vie ed andare dai lupi?>> <<aspetteremo i miei due fratelli che dovrebbero tornare domani e partiremo con loro ed una parte dei rifornimenti che ci porteranno. Medieremo coi lupi per organizzare un esercito>> dice Nik.
<<Come sapete che ci ascolteranno?>> chiede il nuovo arrivato.
<<Abbiamo un nemico in comune, devono accettare se vogliono sopravvivere>> gli rispondo.
Tutti gli sguardi sono volti su di lui che tiene il capo chino e lo sguardo fisso su un punto indistinto del tavolo <<quindi la partenza è prevista per domani?>>
Annuisco.
<<Va bene>>
<<Prima di ricreare la bussola, però, riposate, vi prego>> Esther ci guarda <<avrete un lungo viaggio da intraprendere>>
<<Hai ragione. Paradossalmente abbiamo ancora tempo>> Lit sorride.
Già, paradossalmente.
Scendiamo tutti per stenderci sui divanetti nello stesso ordine di qualche giorno fa.
Poggio, come allora, la testa di Levi sulle mie gambe ed Asher si siede dove terminano i piedi di lei.
Chiudo gli occhi.
Sento le membra stendersi e le ossa tornare al loro posto.
Il cuore continua a battere forte e rumoroso che mai.
Cerco di ordinarmi di dormire ma senza risultati.
Non sono mai stato in grado di addormentarmi subito come pare sappiano fare invece i miei compagni.
Tutti tranne uno.
<<Non dormi?>> Asher mi guarda. Ha due occhi stupendi.
<<Non riesco>>
<<Nemmeno io>> sorride <<come fate?>>
Eh?
<<A fare?>>
<<Ad andare così di petto contro le cose. Sai, ero assai restio ad accettare la vostra richiesta, anche dopo aver visto le capacità curative di Levi>>
<<Già, ha sorpreso pure me. Fino a qualche giorno fa non sapeva nemmeno usarla, ed ora eccola qua che cura un'intera Gilda>> è straordinaria. Lo guardo a mia volta <<e cosa ti ha fatto cambiare idea? Non dirmi il fascino di questa ragazza>> scherzo.
<<Anche>> ride <<no, in realtà è stata la fenice. Mi ha parlato>>
<<Quindi si è rivelata>> guardo Kim che riposa beatamente, mi stupisce che non ne abbia fatto cenno agli altri <<non l'ha ancora detto ai miei compagni>>
<<Ma tu lo sapevi già>>
<<Sì>> ammetto <<ma ho ritenuto fosse giusto lasciarle il tempo per dirlo agli altri>>
<<Capisco. Dovete essere molto legati, da come ne parli>>
<<È complicato>> rispondo.
Come posso spiegargli che i nostri animali sacri avevano una storia e che tra noi si sta creando un legame fin troppo velocemente?
<<Mi spiegherai>> sorride.
Non è poi così male.
Somiglia tantissimo a Kim.
Chiudo gli occhi <<beh, buonanotte>>
<<Notte>>
Il silenzio riempie le mie orecchie e sento il mio corpo diventare più leggero.
Non so di preciso quando, ma in qualche modo riesco ad addormentarmi.
Apro gli occhi ed una distesa bianca mi avvolge.
Una brezza leggera mi accarezza e sento il corpo fluttuare.
Mi guardo attorno ma non c'è nulla.
<<ti stavo aspettando>> una voce potente mi investe facendomi rabbrividire.
Emozioni travolgenti si insinuano nella mia mente ma cerco di impedire a me stesso di voltarmi.
<<Cosa?>> inizio a tremare <<non può essere>>
<<Sono passati quindici anni>>
Forti spasmi scuotono il mio corpo.
È solo un sogno, come quando Mars ci ha attaccati.
<<Non abbiamo più molto tempo. Ti prego, voltati, ragazzo mio>>
<<Non sei reale>> lacrime copiose mi graffiano il viso <<è impossibile>>
Non ce la faccio a sopportare anche questo.
Perché proprio adesso?
<<Questa volta lo sono>>
<<Come?>> non capisco <<come puoi essere reale?>>
<<Sono sopravvissuto nella coscienza di Phoenix e, quando hai assorbito la magia della tua amica, hai assorbito anche me. Ho atteso così tanto tempo per incontrarti di nuovo, figlio mio>>
Mi volto velocemente e corro all'impazzata verso il corpo scarlatto del mio interlocutore.
Lo stringo a me.
Scaglie ruvide e dure incontrano la mia pelle e sensazioni ormai quasi dimenticate riaffiorano.
<<Tsurei>> continuo a piangere <<sei tornato>>
Ho paura di riaprire gli occhi.
Ho paura di perderlo di nuovo.
<<Ho poco tempo per dirti tutto ciò che devo quindi, ti prego di ascoltarmi ragazzo mio>>
Indietreggio riluttante e guardo il muso aguzzo di mio padre.
<<Sei cresciuto davvero tanto, sono fiero dell'uomo che sei diventato>> sorride.
Sorride ed il mio animo si riempie di gioia.
<<Questa sarà, temo, l'ultima volta in cui potremo parlare. So che hai tantissime domande e cercherò di rispondere alla maggior parte di queste>> i suoi occhi ambrati incontrano i miei, finalmente, dopo decenni <<non sono scappato, non mi hanno rapito, sono solo scomparso. Ho perso la mia forma terrena come tutti gli animali sacri con poteri offensivi. Animali come l'unicorno sono sopravvissuti perché hanno poteri curativi, anche se non so nemmeno io il perché. Quello che so è che, quando siamo scomparsi, la dea degli animali sacri è stata addormentata>>
<<Non sapevo esistesse, pensavo che a crearvi fossero state Enthalia ed Ecate>>
<<Noi esistiamo dall'epoca degli dèi primordiali, dalla dea Nix, queste dee che hai citato ci hanno donato una ragione ed un'anima. La dea degli animali sacri, invece, aveva la nostra stessa natura all'inizio della nostra esistenza. È stata addormentata perché troppo potente>>
Stringo i pugni.
Quindi l'unico modo per riavere Tsurei sarebbe risvegliare quella dea.
<<Non pensarci nemmeno. È il male puro>> ha lo sguardo tanto severo quanto lo ricordavo e la cosa mi rincuora <<voi ora dove siete?>>
<<Nel tartaro>>
Indietreggio.
Nel tartaro.
Il pozzo senza fondo dove sono racchiusi i mostri.
<<Presto, figliolo, dovrai affrontare la dea degli animali sacri, Aria>> fa una pausa <<non pensare a me, mi hai già perso anni fa, non sperare che io torni. Uccidila, ti prego>>
<<Così però ucciderei anche te>> non posso <<perché mi stai chiedendo questo?>> le lacrime rifiutano di smettere di scendere.
<<Perché sei l'unico abbastanza forte da fare la scelta giusta. So che hai sofferto a causa mia, e questo mi distrugge quasi quanto mi distrugge la consapevolezza di starti chiedendo di porre fine all'unico legame terreno che ci unisce>> allunga l'ala verso di me come faceva quand'ero piccolo <<ti ho cresciuto ed amato come un figlio e non è passato un giorno senza che non sentissi la tua mancanza, devi credermi, Eric. Ti ho visto crescere senza di me, combattere senza di me, soffrire senza di me. Avrei voluto esserci per proteggerti. Ti ho amato tanto da odiare me stesso, odiarmi per non poter essere stato il padre che meritavi>>
<<Tsurei...>> stringo la sua ala.
<<Il tempo sta per terminare>> avvicina il muso al mio viso e vi poggio la mano <<ti prego, fallo per me>> il suo tono di voce è rotto.
<<Ci proverò>> mi avvicino a lui coi pugni serrati.
<<Quella ragazza, Levi, tienitela stretta. Stai perdendo troppi cari ma non devi smettere di affezionarti a qualcuno per paura. Cerca di proteggerla come io ho fatto con Phoenix, so che è lo stesso che lei farà con te>>
La sua sagoma inizia a dissolversi.
<<NO>> urlo straziato dal dolore <<non andartene di nuovo, Tsurei>> le parole escono prepotenti squarciandomi gola e cuore <<resta con me>>
<<Addio, figlio mio, ricorda solamente che io ti amerò sempre>>
Stringo il suo lungo collo a me un'ultima volta.
<<TSUREI>> spalanco gli occhi mentre il mio corpo viene attaccato da violenti spasmi e le lacrime mi rigano dolorose il viso <<non di nuovo>> fisso il muro bianco davanti a me <<non un'altra volta>> ho perso mio padre. Di nuovo.
Mi accorgo di aver svegliato tutti.
Cerco di calmarmi ma non riesco a smettere di tremare.
Quanto ancora posso sopportare?
<<Scusate, ho fatto solo un incubo>> taglio corto cercando di non balbettare.
Guardo il volto di Levi beatamente addormentato.
Quanto vorrei essere lei in questo momento.
Non ricorda il suo passato quindi, anche se avesse perso qualcuno, non lo saprebbe.
Mi alzo affaticato e forse anche più stanco di prima <<dobbiamo ricreare la Bussola>> guardo l'orologio sulla parete, sono circa le 17, abbiamo dormito molto <<andiamo>> chiamo Nik che mi segue in silenzio.
Sento il suo sguardo cupo su di me <<sto bene>> le dico.
<<È quello che continui a ripetere>> mi dice con aria sufficiente <<chissà se un giorno sarai sincero riguardo alle tue emozioni>>
Non converrebbe a nessuno.
Finirei per distruggere tutto ed essere il mostro che ho tanto temuto.
Entriamo nella grande sala dove Esther ci guarda preoccupata.
Gli altri ragazzi arrivano qualche secondo dopo di noi.
<<Io vado, torno domani pomeriggio con gli altri per le 16, va bene?>> interrompe la tensione Asher.
Annuisco ed esce.
Non è poi così male.
Sempre escludendo il flirt con Levi.
Perché tutti mi dicono di proteggerla e di starle accanto?
Prima Enthalia quando è arrivata, poi Ecate ed ora Tsurei.
So che è forte ed ormai ci sono affezionato, lo farei comunque, ma perché rimarcare costantemente il concetto?
Non capisco.
Tra noi due sono io quello più fragile e vicino alla distruzione.
Ho la mente nel caos e non riesco a ragionare ed il corpo mi grida "basta!".
Prendo lo zainetto beige sul divanetto in sala e torno in cucina.
Faccio per mettere tutti gli ingredienti dentro ad una ciotola di legno e questi cadono leggiadri.
Osservo pensieroso per qualche istante quel loro dolce crollare.
Non mi sono mai definito una persona né triste ne' felice ed ora mi trovo in questo stato pietoso.
Faccio un lungo respiro, devo concentrarmi.
<<Ora darò fuoco a questi ingredienti e poi Nik reciterà la formula>> sospiro <<dovrebbe funzionare>> dico ai miei amici.
<<E se così non fosse?>> chiede Kim.
Lo guardo storto <<ci penseremo poi>>
Qualcosa deve andare per il verso giusto, no?
Allungo le mani e le fiamme escono da sole senza il bisogno che le chiami a me.
Non vedo l'ora che arrivi il momento di combattere così potrò sfogarmi.
I componenti ardono sotto fiamme violacee.
Nik prende il foglietto di carta di Ecate e legge a parole scandite <<dalle ceneri di uniche creature nasce nuova via>>
Le fiamme diventano subito più imponenti, tanto da far indietreggiare gli altri.
Io rimango immobile a fissare lo spettacolo di luci dorate da queste prodotte.
Il fuoco ha tutto un altro fascino.
<<Ed ora?>> Kim si avvicina.
Non ne ho idea.
<<Aspettiamo?>> propongo.
Ecate non mi ha spiegato nulla inerente al dopo, non so nemmeno se tutto questo sia normale.
Gli altri annuiscono poco convinti.
<<Tutto bene, Eric? Sembri molto sconvolto>> mi dice Lit preoccupato.
Odio quando la gente inizia ad indagare sui miei sentimenti, è come se stessero cercando di scavarmi dentro.
Forse è proprio questo il loro intento.
<<Ho fatto un brutto sogno e di conseguenza ho dormito poco>> vorrei fosse così <<tutto qua>>
Sollevo lo sguardo incrociando quello del mio amico: gli occhi azzurri, cerchiati dalla pelle diafana, sono tristi e spenti. <<tu, piuttosto?>>
Sorride tristemente portandosi una mano dietro il capo <<non ho avuto ancora tempo per pensarci, detto sinceramente>> mantiene il contatto visivo <<me ne occuperò quando sarà tutto finito>>
Queste parole mi lasciano scosso.
È davvero in grado di celare emozioni così forti?
È completamente su un altro livello.
<<Esther, potrei farmi un bel bagno?>>
Lei mi guarda quieta <<sì, caro>> aspetta qualche secondo <<se vuoi riposare ancora un po' fai pure>>
Annuisco e, dopo averla ringraziata, salgo le scale.
Entro nella stanza piastrellata d'acquamarina chiudendo la porta d'acero dietro di me.
Con riluttanza mi piego sul lavandino sollevando cautamente il capo per incontrare il mio riflesso sullo specchio: sono quasi sempre uguale, se non per le pesanti borse che mi appesantiscono lo sguardo.
Temevo di incontrare una persona completamente diversa e, probabilmente, in fondo, è così.
Piego la testa all'indietro per guardare il soffitto bianco e sospiro.
Domani partiremo per il viaggio più importante della nostra vita, il cui esito deciderà il destino del nostro mondo. Nulla di impegnativo, insomma.
<<Forza, rimettiti in sesto, mezza calzetta>> borbotto tra me e me.
Tolgo la maglia e la lascio cadere con fare liberatorio a terra. Ripeto il gesto per il resto degli indumenti.
Entro in doccia ed apro il rubinetto lasciando scorrere l'acqua sulla mia pelle.
È strano, ma sembra portarsi via tutti i traumi e la stanchezza.
Immergo la faccia nel getto d'acqua lasciando le gocce picchiarmi il viso piacevolmente.
Finalmente, ci voleva.
Quando esco sento il corpo più riposato ed un leggero tepore mi avvolge.
Noto che sul mobiletto in legno laccato ci sono dei vestiti puliti. Deve averli messi Esther mentre ero in doccia.
Sorrido: non ho mai vissuto momenti di gentilezza così semplici e puri e quando mi accade rimango sempre esterrefatto come un fanciullo.
Indosso una maglia nera a maniche corte, una felpa del medesimo colore e dei pantaloni della tuta bordeaux.
Esco dalla stanza rinato.
Guardo il corridoio proseguire alla mia destra e decido di entrare nella prima stanza sulla sinistra: un rettangolo di pareti rosate mi accoglie ed un letto da una piazza e mezza mi implora di distendermici sopra.
Nell'esatto momento in cui il mio intero corpo incontra la superficie di gommapiuma ed il suo odore di vaniglia si insinua nelle mie narici cado in un sonno profondo.
Senza sogni.
Apro gli occhi finalmente riposato e felice di aver passato una notte tranquilla dopo tempo.
Che ore saranno?
Mi siedo e mi stiracchio sbadigliando rumorosamente.
Mi sento molto più leggero.
Mentre percorro la via a ritroso inizio ad udire un vociferare dal piano sottostante. Mi reco lì.
Una volta entrato nel salotto dalle pareti bianche ed il pavimento beige noto due ragazzi eretti che parlano allegri con Esther e la nipote: i fratelli di Nik, Mattew e Nathan.
<<Che mi sono perso?>> annuncio il mio ritorno.
<<Eric, mio caro, vieni>> mi sorride l'anziana donna <<ti presento i miei due uomini di casa>> dice ridendo.
Vedere volti allegri mi lascia sereno: è l'atmosfera che ci serve per prepararci a ciò che ci aspetta alle 16.
<<Che ore sono?>> chiedo avvicinandomi.
<<Le 11, hai dormito molto>> una voce melodiosa mi risponde facendomi sussultare.
Guardo estasiato Levi in piedi vicino a Kim: i capelli ramati cadono disordinati sulle spalle coperte da una larga felpa azzurra, le gambe sinuose sono fasciate da leggings.
Sorrido istintivamente <<da che pulpito>> le rispondo accorgendomi subito dopo che per un istante tutte le angosce sono sparite.
<<Quindi sei tu Eric. Piacere, io sono Nathan>> il ragazzo alto circa 1,82m mi si avvicina porgendomi la mano che stringo a mia volta. Ha i capelli neri e gli occhi verdi, il volto aguzzo e la pelle olivastra: molto simile al ragazzo accanto che, però, ha i capelli biondi e gli occhi castani.
<<Piacere>> gli stringo la mano.
Mattew mi fa un cenno <<piacere>>
<<Che vi porta qui tutti radunati a casa della nonna?>> ci chiede.
Sguardi imbarazzati e improvvisamente cupi girano per la stanza.
Faccio io il primo passo <<durante la vostra assenza ci hanno attaccati...>> inizio cercando poi di riassumere brevemente tutti i fatti accaduti <<...e quindi questo pomeriggio partiremo per andare a stringere accordi coi lupi>> concludo.
L'espressione di Nathan si fa impassibile.
Guarda la sorella che gli stringe il polso <<Nate, Mat, vi prego, venite con noi, abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile>> li guarda con occhi da cerbiatto.
Il fratello le fa un buffetto per poi guardare Mattew in segno d'intesa. Questo annuisce.
<<Ci sto, ma Mattew rimarrà con la nonna>> la guarda con fare amorevole <<non possiamo lasciarla ancora sola e, dopotutto, non sappiamo nemmeno quando saremo di ritorno>> abbassa lo sguardo <<se faremo ritorno>>
Almeno uno dei due deve essere sicuro di sopravvivere, lo capisco.
L'aria torna tesa: è la stessa questione che ci stiamo ponendo dall'inizio della vicenda.
Non è nemmeno detto che otterremo aiuto dai lupi: potremmo morire proprio per mezzo di loro senza mai riuscire a scendere in battaglia.
Guardo Nik, è lei quella che deve sentenziare. Dopo qualche istante annuisce. <<bene, preparatevi, questo pomeriggio si parte>> esclama riferendosi a tutti noi.
La stanza si svuota in poco tempo lasciando me e Levi soli l'uno davanti all'altra (abbiamo gli zaini magici di Enthalia, abbiamo tutto il necessario).
Passa poco tempo prima che rompa il silenzio <<grazie per ieri>> mi dice fissando il pavimento.
<<È il minimo. È normale essere stressati, soprattutto in questa situazione>> le sorrido.
Solleva lo sguardo facendomi incrociare i suoi pozzi celesti.
Finalmente siamo "soli", se così si può dire, e tutto sembra al proprio posto: io e lei, in una casa, al sicuro ed in pace.
La quiete prima della tempesta.
<<Quindi non siete riusciti a convincere la Gilda dell'acqua>> ha un tono pacato, quasi piatto.
<<No>> me ne vergogno.
Si avvicina e mi poggia una mano sulla spalla <<tranquillo, era prevedibile. Oggi andremo>> fa una lunga pausa che termina con un sospiro <<dai lupi, ci aiuteranno, se vogliono sopravvivere>>
La sua riluttanza nel nominare il Clan dei lupi mi lascia confuso: credevo che il suo attacco fosse dovuto allo stress, ma dubito che questa reazione sia della stessa natura.
Rimango a guardarla per qualche istante cercando il modo per porle la domanda che è appena nata nella mia mente.
<<Alla fine ho detto a Kim ed Asher di Phoenix: o meglio, si è svelata lei stessa>> sposta lo sguardo su una delle foto esposte <<presto lo dovrò dire a tutti>>
———————————————————————-⚠️Non c'è abbastanza spazio per concludere il capitolo quindi farò una seconda parte!
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