ERIC

È l'alba ed aspetto che i vincoli magici si sciolgano per permettermi di uscire da questa gabbia.

Secoli fa il consiglio delle Dee fece erigere cinque città fortificate: le mura Dorate, Ametista, Rubino, Zaffiro e Smeraldo. Ognuna si sviluppò in diversi settori: la Smeraldo divenne il principale produttore di beni primari; Zaffiro li commerciava, Rubino smaltiva i rifiuti e procurava armi; Ametista, la capitale, amministrava la magia; Oro viveva nel lusso, senza preoccuparsi troppo delle ricchezze che andavano via via a scomparire.

Per stabilire un equilibrio la dea delle Dorate creò un clan esterno alle cinque mura: quello dei Lupi. Vennero liberati spiriti mitologici e diffusi nelle mura dorate, che divennero centro di addestramento di giovani eroi guardiani di quei miti, incaricati di combattere il clan.

Ma questo si rivelò troppo perfetto così, per evitare uno scontro, le Dee innalzarono una barriera che scompariva al calare del sole, per liberare i lupi, e ricompariva al sorgere di esso, per rintrappolarli.

Ma non servì a contrastare la sete di potere delle mura e quella di libertà del Clan.

Questi, apparentemente, vivono in armonia, ognuno nel proprio territorio, ma oramai, da centinaia di anni, ogni popolo cospira per far cadere l'altro, e dominare l'isola.

Il mio spirito Guardiano spesso mi raccontava di questa leggenda, facendomi inorridire per l'ipocrisia dell'essere umano.

I nostri antenati delle mura dorate hanno svuotato le casse dello stato ed ora la popolazione vive in povertà, se paragonata a quella dei nostri antecessori, se solamente avessero vissuto con meno sfarzo, oggi potremmo vivere con un po' di dignità.

Per fuggire dai lupi siamo rinchiusi la notte e di giorno abbiamo una media libertà, possiamo uscire dalle mura ma non per più di qualche chilometro.

Le luci delle mura finalmente si spengono e sospiro di sollievo quando, montando il mio cavallo, finalmente esco da questa gabbia per uccelli.

Guardo il cielo tinto delle sfumature del rosso, ogni tanto mi illudo di poter rivedere Tsurei volare in quei cieli un'ultima volta.

Al suo pensiero mi sento ribollire di rabbia, stringo le redini fino a sbiancare le nocche per recuperare il controllo.

Maledetti lupi.

Maledetti umani.

Sto cavalcando da ormai un'ora, lasciando che i rari alberi compaiano e spariscano velocemente dalla mia visuale, quando il mio cavallo si ferma all'improvviso, rischiando di disarcionarmi.

<<Non dirmi che sei già stanco>>

La bestia arretra, schiacciando le ramate orecchie contro il collo, voltando il muso irrequieto.

Mi guardo anch'io intorno, cercando un'anomalia, ma sembriamo soli, in questa vasta pianura.

All'improvviso un boato mi fa sobbalzare, il cavallo s'impenna e la mia schiena collide contro il terreno e, alla comparsa di una colonna di fuoco, il prode equino galoppa via.

Sento una magia potente, proveniente dall'onda d'urto dovuta alla comparsa di quel fenomeno, riversarsi in tutto il suolo, producendo la crescita dell'erba a vista d'occhio.

Tsurei...

Non ho mai sentito una magia del genere, ma quella che ho visto era un pilastro infuocato di minimo 6 metri e chi, se non un drago, può provocare una cosa simile?

Corro all'impazzata verso l'origine del fenomeno e per un attimo mi permetto di sperare che sia lui, che in qualche modo sia scappato dalla sua reclusione, ovunque sia, e che sia tornato da me.

L'erba, da estremamente rigogliosa, inizia a diventare secca ed una linea incisa di caratteri magici fa comparire una barriera cupa, oltre questa, il buio.

È incredibile, c'è una divisione netta tra il territorio delle mura e quello dei lupi. Divisione netta tra bene e male. Ma chi dei due è quale?

Spesso ne dubito.

5 mura, 5 gilde prevalicanti, sotto di loro una miriade di clan sottostanti a ogni gilda. Un re ed un esercito per ognuna, e, anche se in maniera nascosta, ogni gilda si dichiara sistematicamente guerra.

Mi guardo intorno, alberi di dimensioni contenute sorgono qua e là, in lontananza il bagliore dorato.

Appoggio una mano sulla barriera, la cui magia mi pervade.

È un territorio inesplorato, è proibito accedervi, e, anche se lo volessimo fare, la barriera non ci permetterebbe di oltrepassarla.

Al tocco, delle piccole strisce arancioni vorticano verso la destra e mi affretto a seguirle. Sembrano piccole fiamme mosse dal vento.

Dopo una ventina di passi, noto in lontananza una figura sul suolo.

"Eh?"

Avvicinandomi, trovo una ragazza distesa, i capelli ramati sparsi a terra, ha un viso piacevole, anche se non particolarmente bello.

Che ci fa qua? -E soprattutto- non ha metà corpo.

"Dev'essere nascosto dalla barriera"

Prendo la sua mano nelle mie, ma, appena la sfioro, sento la terra oscurarsi e davanti a me compaiono tre lupi enormi, neri, gli occhi gialli brillano in mezzo all'oscurità.

Stringo la presa e mi butto all'indietro, cercando di sottrarmi a quella visione.

Una volta portato il corpo della ragazza oltre la barriera, mi soffermo a pensare a ciò che ho appena visto.

Possibile che il corpo di questa ragazza mi abbia permesso di vedere oltre il muro d'ossidiana?

Rimango per qualche minuto seduto, con la mano candida tra le mie ad osservare il volto delicato della ragazza davanti a me, inerme.

Le piccole labbra rosee ma piene contrastano con la carnagione chiara, il naso piccolo, leggermente storto, le ciglia lunghe.

Ha una bellezza ordinaria, eppure sembra così debole.

Debole.

Mi riscuoto, odio le persone deboli.

Non è saggio stare qua, così lontani dalle mura

Prendo la ragazza in braccio, non è poi così pesante.

Inizio a camminare verso le mura.

Il nostro territorio è il più piccolo dei 5, eppure è immensamente vasto.

Su questa ragazza sento la magia del fuoco che ho visto esplodere poco tempo fa, eppure non mostra segni di combustione, il che è strano, dovrebbe: non esiste nessuna maga del fuoco in grado di sopportare una magia del genere, e, come se non bastasse, la magia non proviene effettivamente da lei, ma le è semplicemente addosso, allora come ha fatto a non bruciarsi?

La colonna di fuoco, ne sono sicuro, non ha toccato il suolo, si è concentrata su di lei, sul terreno non c'erano i simboli o i segni di combustione, mentre sul suo vestito c'è un foro di 15cm circa di diametro, dai lati bruciati.

<<ERIC>>

Mi volto, vedo un carretto sfrecciare a tutta velocità verso di me.

È Nik col suo pony magico.

Un'ondata di invidia mi pervade, facendomi irrigidire.

Perché lei può vivere col suo animale sacro, ed io ho perso Tsurei anni fa?

Ricordo perfettamente che ce li hanno portati via, tutti i nostri tutori, ci rendevano troppo temibili.

Le altre mura avevano paura di quelle dorate.

Allento la morsa dei denti e con quella quella del cuore, l'unicorno di Nikol era essenziale per le guarigioni, mentre in drago poteva solo distruggere.

<<Nik>>

È tra le ragazze più belle che abbia mai visto.

Occhi a mandorla verdi sono incorniciati da un viso olivastro, su cui onde dorate sempre perfette si accomodano delicatamente sulle spalle.

La giacca sbottonata nel decollété fa intravvedere il seno prosperoso e la vita stretta è fasciata da una cintura con pietruzze dorate.

Il suo sguardo si incupisce quando vede la ragazza tra le mie braccia

<Hai rapito qualcuno?>

<Non so chi sia, l'ho vista al confine priva di sensi>

Meglio omettere che fosse per metà oltre ad esso, potrebbe finire in seri guai.

<<Caricala qua, che la portiamo alle mura>>

Mi cede il posto da guidatore e si accomoda dietro con la ragazza.

<<Stiamo per introdurre un potenziale nemico all'interno delle mura>>

<<Non possiamo lasciarla qua fuori, priva di sensi, è contro i principi della Gilda. Il ministro saprà cosa farne>>

Non mi fidavo troppo delle figure a capo delle mura d'oro, ma non c'era scelta.

Ha ragione Nik, sarebbe crudele lasciarla qua fuori, soprattutto la notte, che la barriera cede.

E se si fosse trovata in mezzo alla linea di nascita della barriera al sorgere del sole? È davvero quasi impossibile, non può essere così stupida.

E poi, il suo corpo sarebbe dovuto essere tranciato se così fosse.

<<Che ci facevi qua fuori?>>

<<La solita galoppata, mi sono distratto e sono caduto da cavallo, il mio stupido equino è galoppato via. Tu la solita missione rifornimento?>>

<<Già, ormai che sono cessate le dispute tra clan devo guadagnarmi da vivere così>>

A me e gli altri guerrieri sacri è permessa una retribuzione mensile sufficiente a sopravvivere, compreso l'alloggio, perché abbiamo ceduto i nostri tutori. Nik, invece, è riuscita a tenere il suo, e così ha perso questi "privilegi".

O almeno questo è ciò che ci hanno sempre detto: una piccola parte di me, nascosta nel profondo, mi urla di dubitare di questa versione, mi implora di trovare delle risposte nei miei ricordi, ma ricordo ben poco di quel periodo, ero troppo piccolo.

Troppo influenzabile.

Allungo lo sguardo verso l'orizzonte, devo parlarne con Enthalia il prima possibile, ma una cosa per volta.

Sento Nik parlare, ed una voce flebile e leggermente acuta le risponde. Dice di chiamarsi Levi. Strano, per una femmina.

Continuo a condurre il carretto verso le mura.

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