Capitolo 17

Ophelia e Aegnor camminarono mano per la mano fino al Palazzo delle Stelle. Lungo tutto il tragitto, la ragazza spiegò all'elfo ciò che stava succedendo, dalla figura bianca che le aveva consigliato di cercare in biblioteca, all'incontro con Awerin e alla nube di ombre che gli investì poco prima.

<<Quindi è riuscita a salvarsi?>> sussurrò gioioso il ragazzo alla notizia della nonna salva.

<<Sì, ha creato un'illusione ottica trasformando qualcuno dei suoi animali in lei, così da distrarre i rapitori.>> spiegò Ophelia.

Il ragazzo continuò a camminare in silenzio, fermandosi poi davanti all'enorme ingresso del palazzo. Ophelia lo guardava curiosa, chiedendosi a cosa stesse pensando e ridendo per le espressioni buffe che gli si dipingevano in volto, finché Aegnor non diede voce ai suoi pensieri: <<Quindi la nostra prossima mossa è quella di andare in biblioteca a cercare non sappiamo cosa?>>

<<Be', sì...>> rispose tristemente la ragazza, alzando le spallucce.

<<Sai che prima o poi dovremo farci aiutare? Non dico di chiedere all'Ordine, ma Jregh, Calime e gli altri ci potrebbero aiutare!>>

<<Lo so, ma non credo sia il momento. Già non avrei dovuto dire niente a te!- esclamò la ragazza entrando verso il cortile, seguita dall'elfo –Se si presenterà un motivo per fidarmi del nostro gruppo, sta tranquillo che li coinvolgerò... Ma non ora. Capito?>> concluse lanciando un'occhiataccia al compagno.

<<Va bene, non dirò niente a nessuno! Andiamo in biblioteca? Almeno iniziamo a cercare in questi ultimi giorni liberi...>> propose Aegnor, cercando di essere utile. <<Ottima idea, andiamo.>> concordò la ragazza.

Passarono lungo il cortile per poi entrare, finalmente, nell'immenso palazzo. Gli altri ragazzi erano in giro, c'era chi aveva colto l'occasione per andare in città a fare compere, chi si allenava nell'arena del fuoco e altri ancora leggevano un libro o semplicemente passeggiavano nei giardini. I due ragazzi salirono velocemente le scale e giunsero alla porta indicata alla figura bianca la notte prima.

Ophelia esitò un'instante prima di entrare, cercando di capire se fosse la cosa giusta da fare se era realmente ciò che la misteriosa donna le stava indicando. <<Ophelia, perché ti sei bloccata?>> domandò Aegnor fermò dietro di lei. <<Non so, magari sono io che non ho compreso ciò che mi voleva dire...>> accennò lei.

<<Vale la pena guardare, è anche sì l'unico indizio che possediamo.>> le fece notare il ragazzo, che senza aspettare risposta aprì la porta. <<Be', direi che è come cercare un camaleonte in un mucchio di foglie...>> bisbigliò l'elfo non appena vide l'enorme stanza. <<Almeno lì sappiamo che stiamo cercando un camaleonte.>> rispose Ophelia con tono meravigliato.

La sala era imponente, del resto lo erano tutte le stanza principali del palazzo. Un enorme lampadario dominava il soffitto, mentre enormi scaffali pieni di libri e volumi si disperdevano sia in lungo che in largo. I colori erano molteplici, soprattutto per via delle copertine e dei bellissimi dipinti sulla parete. La luce del Sole penetrava dell'enorme finestrone posto nella parete centrale e vi erano tavolini posti in ogni dove, permettendo così una comoda e silenziosa lettura. L'odore del libro nuovo si andava a mischiare con quello del libro più antico, liberando nella stanza freschezza e calore.

Ophelia inspirò quel benessere e con una mano, iniziò a percorrere il primo scaffale che incontrava. Il ruvido che passa pian piano al morbido e liscio, tutte quelle emozione le inebriavano la mente.

<<Questo posto è bellissimo.>> sussurrò tra se e se, portando il suo corpo in piena armonia con il luogo.

<<Avete bisogno, signorina?>> una voce elegante e armoniosa catturò l'attenzione dei due ragazzi che si ritrovarono davanti una bellissima ragazza. <<Sei un'aasimar?>> domandò Aegnor rapito dalla bellezza della ragazza. <<Piacere, Davina, custodisco e mi occupo di questa biblioteca.>> rispose lei con un meraviglioso sorriso luminoso.

Tutto in lei era così celestiale, anche Ophelia si sentiva attratta dalla creatura angelica. Era alta pressappoco come lei, ma aveva lineamenti molto fini e dolci. La pelle era chiara e brillante, i capelli color oro scintillante e gli occhi, magnetici, di una vivace color zaffiro. Si muoveva sinuosa tra gli scaffali della stanza, riponendo con eleganza i volumi lasciati incustoditi sui tavoli. <<Quindi, come posso esservi utile?>> ridomandò Davina.

<<Noi... Noi...>> balbettò Aegnor con imbarazzo, ricevendo un'occhiata perplessa da Ophelia. <<Vorremmo guardare dei libri sulla storia dell'Orrentar, soprattutto dalla Lunga Guerra ad oggi.>> rispose Ophelia, dando una gomitata all'elfo.

<<Sei un po' vaga, mia cara. Sai quanti volumi, libri e storie trattano di quel periodo?>> chiese l'asimaar perplessa.

<<Immagino, ma non stiamo cercando nulla di preciso... Per ora.>>

Davina con un cenno, invitò i due ragazzi a seguirla, conducendoli fino al reparto storico. Volumi antichi si mischiavano con quelli nuovi, storie di cavalieri, guerre e dinastie conquistavano gli scaffali, mentre delle rappresentazioni di guerra ornavano le pareti.

<<Qui c'è tutta la storia di cui avete bisogno,- disse Davina indicando tre scaffali –Ovviamente qui troverete i fatti dalla Lunga Guerra in poi, negli altri anche la storia più antica.>>

Dopo aver mostrato ai ragazzi dove sistemarsi e come raggiungere i libri più alti, la celestiale ragazza ritornò alla sua postazione, volteggiando tra gli scaffali e sistemando i suoi amati libri.

Ophelia e Aegnor, invece, fissavano senza speranza e tre scaffali posti davanti a loro, alti circa settanta metri. <<Ophelia, da dove partiamo? Insomma, qui si parla di migliaia di libri!>> esclamò il giovane, sospirando.

<<Proviamo a cercare qualcosa sull'Ordine e su Arnoon, sono gli unici due collegamenti che mi vengono in mente.>>

Silenziosamente, i due si misero subito a selezionare i libri che potevano essere loro utili e, prima di iniziare ad immergersi nella lettura, quelle selezionati erano circa un centinaio.

<<Ho capito, resteremo qui tutta la notta.>> piagnucolò Aegnor sedendosi sulla sedia di legno e appoggiando i volumi sul tavolo.

<<Forza, iniziamo!>> lo incitò la ragazza dai capelli color fuoco, nonostante fosse anche lei poco convinta di ciò che stavano per fare.

Quattro ore dopo, passate in silenzio, con solo il rumore della pagine come compagnia, Aegnor alzò il capo e si mise a fissare Ophelia, concentrata nella lettura. Il ragazzo ammirava la determinazione che da sempre risiedeva in lei, anche se spesso la rendeva un po' troppo meccanica. Era rimasto anche piacevolmente colpito dal cambiamento fatto sia da lei, che stava iniziando ad aprirsi anche con gli altri, manifestando più spesso i sentimenti, sia i suoi. Non era più l'elfo timido e impacciato di qualche anno fa, era cresciuto. Certo, provava sempre un po' di imbarazzo con le prime conoscenze, ma anche grazie a Jregh aveva imparato a lasciarsi andare, a essere più sicuro di se.

Continuava ad osservare Ophelia, sorridendo per la bellezza che la ragazza racchiudeva; non era un asimaar, non era un'elfa, o una mezzelfa, era solo una semplice umana, ma in lei c'era qualcosa che risplendeva dall'interno, dal profondo della sua anima e lui vedeva questa parte di lei ogni volta che la guardava negli occhi. Lei era di più, semplice e perfetta nella sua imprecisione.

<<Trovato qualcosa?>> domandò Ophelia, sentendosi osservata, senza staccare lo sguardo del libro.

<<No, stavo solo ammirando la tua luce...>> rispose Aegnor senza pensarci due volte. <<La mia luce?>> chiese lei, stavolta cercando gli occhi del ragazzo, imbarazzato per essere stato dolce e diretto.

<<Sì, in te c'è una luce strana... Non so, molto probabilmente la vedo perché mi piaci...>> ammise arrossendo. Ophelia, a quelle parole, inclinò la testa verso destra e il suo viso prese il colore dei suoi capelli. <<Cosa? Cioè, ho capito ma...>>

<<Non so spiegartelo, ma io vedo una luce dentro di te.- tagliò corto lui, sorridendole amorevolmente –Andiamo avanti ancora un'oretta?>>

Ophelia annuì e riportò lo sguardo sul suo libro, pensando e sorridendo a ciò che l'elfo le aveva appena detto. Sapeva già da tempo della cotta del ragazzo dal momento che durante una battuta di caccia a Calime era sfuggito il segreto e le aveva fatto giurare di non dire nulla al gemello; ma in fondo era sempre piaciuto anche lei, si sentiva completa e compresa.

Con tutti questi pensieri in testa, senza mai smettere di sorridere, ad un certo punto il ciondolo le si illuminò. Una luce tenue e appena visibile, ma lei riuscì a vederla in tempo.

-Sembra la luce della luna.- pensò la ragazza, prendendo il piccolo fiore tra le dita. –Luna...- Si alzò di scatto dalla sedia.

<<Che succede?>> domandò Aegnor preoccupato.

<<Dov'è il volume sulla Lunga Guerra e le figura che ne hanno fatto la storia? >> domandò lei. <<Non lo so, io non l'ho ancora letto! Prova a guardare tra quelli.>> disse lui indicando l'alta pila di libri.

Ophelia diede una lettura veloce ai titoli, afferrando il libro che cercava. <<Mi puoi dire che ti è successo?>> richiese l'elfo. <<Cerca qualcosa sull'Ordine e sulla Gilda!>> bisbigliò lei, presa dalla lettura.

Era ormai quasi mezzanotte. La Luna era già alta nel cielo e brillava in tutta la sua bellezza. Piccole nubi coprivano le stelle, mentre l'aria invernale si stava ormai impossessando della notte. Aegnor si era addormentato su un libro, stravolto dalle ore passate a cercare, mentre Ophelia continuava a leggere senza sosta.

<<Dovrei chiudere.>> disse Davina, da dietro le spalle della ragazza. <<Potreste tornare domani, ma ora è tempo di andare a riposare.>>

<<Scusami, hai ragione...>> sussurrò la ragazza con voce stanca <<Mi sono fatta prendere dalla ricerca...>>

<<Cosa stai cercando, dolce fanciulla? Il mio compito è quello di aiutarvi...>> domandò l'asimaar sorridendo.

<<Volevo notizie su...- osservò rapidamente in giro, tornando poi a guardare Davina – Vorrei sapere come hanno imprigionato Arnoon, su come è finita la guerra.>>.

<<Be', Julien e Sorin hanno avuto una grande mano non solo dai primi membri del loro Ordine, ma anche dalla Gilda del Fiore Lunare.>>

<<Tu, tu sai dirmi qualcosa su questa Gilda?>>

<<Posso solo dirti che la Gilda esiste ancora e che forze oscure minacciano gli equilibri di questa terra. Arnoon sta cercando di tornare, sta cercando nuove reclute per rafforzare il suo potere e, come ben sai, sta cercando di eliminare chi vuole impedire la sua nuova ascesa. Awerin, ad esempio.>>

Mentre Davina parlava, Aegnor si svegliò e, come Ophelia, rimase sbalordito da ciò che le sue orecchie stavano ascoltando.

<<Vedi, Ophelia, tu sei nata per fare grandi cose... Awerin me l'ha confidato e mi ha chiesto di proteggervi, guidandovi il più possibile sulla strada giusta.>> continuò a sorridere.

<<Conosci Awerin?>> domandò l'elfo, attirando l'attenzione delle due ragazze.

<<Grandi cose, tipo?>> sovrastò Ophelia con la sua domanda.

<<Sono più anziana di quello che dimostro, mio caro. Facevo parte pure io dell'Ordine, sono cresciuta con vostra nonna e gli altri membri. Ora ascoltatemi... Ophelia, in te risiede un grande potere, anche se non abbiamo ancora capito da dove provenga e le ombre si Arnoon vi stanno dando la caccia. Purtroppo, però, sento e vedo che non tutti sono al sicuro, qualcuno vi tradirà, ma ancora non mi è stato mostrato chi.>>

<<Ci tradirà? Come?>>

<<Passando dalla parte del male, bambina mia.>> rispose le creatura angelica, aprendo le sue ali. <<Ora tornate nelle vostre stanze, questo è ciò che mi è stato lecito raccontarvi.>>

<<C'è qualche libro sulla Gilda?>> chiese in ultima domanda la ragazza dagli occhi color mare.

<<Solo qualche frammento ben nascosto, impossibile da ricercare... Scomparso con la città caduta. Cercate informazioni su questo domani e se mi sarà possibile, vi parlerò ancora. Ora andate!>>

Davina sparì giù per le scale, andando verso il giardino, mentre i due compagni tornarono delle rispettive camerate. Prima di dividersi, Ophelia prese per mano l'elfo, portandolo verso di se e donandogli un dolce e leggero bacio.

<<Questo come mai?>> chiese lui sorridendo.

<<Perché senza di te sarebbe stata una giornata difficile, sono contenta di averti detto tutto.>> disse lei, arrossendo sulle gote. Si scambiarono un altro bacio veloce, ritirandosi infine nelle stanze.

Nel frattempo, fuori in giardino, Davina camminava veloce verso l'uscita, quando qualcuno la prese per un braccio. Un urlò partì dalla bocca dell' asimaar, che ormai era stata gettata a terra.

<<Stai aiutando fin troppo, sudicio angelo.- sibilò una voce femminile - Il mio signore non vuole ostacoli lungo la strada e tu, a malincuore, lo sei diventato.>>

<<Tu...>> sussurrò spaventata Davina, osservando la figura incappucciata davanti a lei. <<Sì, io. Ora vai nelle tenebre e sparisci dalla mia vista!>> urlò l'altra, aprendo un buco di oscurità e dolore nel quale la povera asimaar fu risucchiata.

<<Ti scopriranno, puoi ancora salvarti ed è quello che vorrebbero!>> furono le ultime parole che Davina pronunciò, mentre della mani d'ombra la immobilizzavano trascinandola con se.

Una risata malefica si alzò nell'aria, mentre la ragazza ghignava soddisfatta. Si racchiuse nel mantello, mostrando solo i grandi occhi rossi, maligni, mentre una piccola ribelle ciocca bionda spuntava fuori dal cappucio.

<<Ora pensiamo ad Awerin.>> sussurrò alle ombre accanto a lei, mentre si dileguava nel buio della notte.

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