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KAMINARI POV
Entro nella cella e mi guardo spaesato attorno, c'è poca luce e non vedo bene le forme.
Mi sento osservato
Sento che comincio a sudare dall'agitazione e che il mio corpo trema appena.
"Alla fine ti hanno convinto a restare, eh? Scommetto che ti hanno mandato qui per farmi parlare"
Sussulto appena sento la voce dell'uomo e indietreggio di qualche passo, continuando a guardarmi attorno impanicato.
Riesco finalmente a vedere il castano, è seduto su un lettino sporco e con i polsi incatenati a un gancio sul muro.
Deglutisco e, dopo aver preso coraggio, mi avvicino a lui in silenzio.
Mi guarda sorpreso appena mi siedo al suo fianco e mi metto a fissare il pavimento.
Faccio un respiro profondo e inizio il mio compito.
"Hai mai avuto una fidanzata?"
Il castano mi guarda più scioccato di prima e noto che esita a rispondere, ma alla fine annuisce lentamente.
"Io avevo una persona che reputavo davvero importante ed eravamo felici assieme. Poi arrivò il suo nuovo assistente...e scoprii che aveva cominciato a tradirmi con lui. Io e l'altro ragazzo abbiamo combattuto molto per questa persona, ma alla fine se l'è presa con prepotenza lui..." racconto con aria triste "questa persona ora è prigioniera di non so chi assieme al suo nuovo ragazzo"
Mi scruta in silenzio e abbassa poi la testa.
"E-emh, mi dispiace per quello che ti è accaduto... Anche a me è successa una cosa simile"
Lo guardo curioso, ma lui nega.
"Non te lo racconto"
"Me lo aspettavo" ridacchio mentre annuisco.
Cala il silenzio, che però interrompo dopo un paio di minuti.
"Sai, per quanto sono incazzato non voglio nemmeno che venga ritrovato-"
Non finisco la frase, però, che il castano mi interrompe, guardandomi con una espressione stupita.
"Alt, alt, alt. Hai detto «ritrovatO»? Sei gay quindi?!"
Impallidisco, tralasciare i pronomi era il mio piano.
Non faccio in tempo a rispondere, che lui comincia a ridere a gran voce, risata che però si fa sempre più bassa, arrivando ad avere un tono malinconico.
"Anche io... Per mia grande sfortuna..." sospira a testa bassa.
Lo guardo stupito ed aspetto paziente che parli ancora, magari riesce a darmi qualche informazione.
"L'ho capito un paio di anni fa, quando ho notato che non riuscivo a togliere lo sguardo dalla nuova recluta che avevano preso"
«Recluta»?
Quindi c'è sotto qualche organizzazione!
"L'ho guardato per mesi e un giorno mi hanno fatto cooperare con lui. Dopo una missione in cui ho quasi rischiato la vita per lui... Siamo finiti a letto. Mi rivelò che fosse bisessuale e che anche lui non mi aveva mai staccato gli occhi di dosso"
Vedo che nei suoi pantaloni cadono delle goccioline, così alzo lo sguardo e vedo che sta piangendo silenziosamente.
"Però aveva paura che venisse scoperto, così mi trattava male mentre lavoravamo... Ma alla fine lo vedo come mi guardava dispiaciuto per ciò che mi faceva e diceva"
Sospira e si prende un secondo di pausa, mi tira un'occhiata e poi torna a guardare le punte delle sue scarpe.
"Andammo avanti così per un cazzo di anno... Ma non avevo ancora capito cos'eravamo. Amici? Qualcosa di più? Non avevo mai avuto il coraggio di chiederglielo"
Noto che comincia a tremare e resta con la bocca semi aperta per qualche secondo, senza far uscire parole.
"U-un giorno presi coraggio ed entrai in camera sua. E fu c-così che lo trovai con una cliente del capo. Una stronza e psicopatica bionda c-che-"
Non riesce a finire la frase perché viene interrotto da un singhiozzo, che mano a mano diventa un pianto disperato.
Mi avvicino e un po' esistente lo abbraccio, alla fine capisco come si sente.
Quando sei completamente perso di una persona, quando non riesci più a togliergli gli occhi di dosso, quando ti fidi completamente al punto da raccontargli tutto te stesso... E scopri che per questa persona ciò non è stato nulla, tutto il tempo passato assieme era solo sprecato per lei.
Dopo un po', sento che ha cominciato a calmarsi, così mi stacco e noto che mi ringrazia con lo sguardo.
"Kosei Tsuburaba"
Sussulto e lo guardo perplesso, non capendo ciò che ha detto.
"Il mio nome, Kosei Tsuburaba. Faccio parte di un'associazione diretta da un pazzo di nome Tomura Shigaraki e il suo collega che si fa chiamare Dabi, nessuno sa il suo vero nome" spiega con tono calmo e pacato.
Annuisco ed esulto internamente.
Vai, sono riuscito a fargli dire qualche informazione!
Colgo l'occasione, perciò, per fargli delle domande.
"Hai per caso collaborato con la cattura di un certo Kirishima Eijiro e Bakugo Katsuki?"
Lui mi guarda con una faccia stranita, quindi deduco proprio di no.
"Non conosco i nomi delle vittime, scusami"
Annuisco e afferro subito il cellulare, entro nella galleria e prendo una foto di me e Kirishima.
Gli porgo il cellulare e, mentre guarda lo schermo, sulle sue labbra compare un leggero sorriso.
"Non ho mai visto questo tipo" nega però distruggendo le mie aspettative.
Abbastanza deluso, passo a mostrargli una foto del biondo, più precisamente la foto profilo di Eijiro.
Appena lo vede, il castano sgrana gli occhi e deglutisce a vuoto.
Lo guardo sospetto e gli chiedo se lo conosce.
"La stessa sera in cui trovai il mio collega a letto con la tipa, Dabi mi assegnò un nuovo compito: approcciarmi con un ragazzo biondo e orgoglioso. Mi fece vedere una sua foto e mi fece infiltrare nell'evento in cui c'era anche lui, spacciandomi per un operatore di un'azienda. Ma proprio mentre lo cercavo, lui mi si parò davanti agli occhi con la proposta di scopare"
Oh Dio Santo
Non voglio risentire questa storia, cazzo
"E così, sia per vendicarmi del mio collega che per portare a termine l'incarico, accettai ed andai nel bagno come richiesto. Quando arrivai, c'erano anche altri due uomini che avevano ricevuto lo stesso invito. Così, quando arrivò il biondo, finimmo per fare un orgia"
Annuisco e cerco in tutti i modi di levarmi dalla testa quest'orribile racconto, c'ero riuscito quindi riuscirò anche questa volta!
"Quando tornai al quartier generale, feci rapporto a Dabi e mi cambiò cooperatore. Facendo così non parlai più con...con... Con la persona di cui sono innamorato..."
Annuisco senza spicciare parola, penso abbia finito con il racconto.
"Hai abbastanza informazioni?"
"Aspetta, hai parlato di un quartier generale, potresti spiegare meglio?" domando dopo essermi illuminato.
Mi sento intelligente, raga!
Annuisce, ma vedo che è esitante a rispondere, vuol dire che è qualcosa di importante.
"C'è una villetta ai confini della città, è dispersa tra gli alberi di un fitto bosco. Molto probabilmente li hanno portati lì. Ma state attenti, non sono pochi là dentro e gli alberi hanno appese telecamera. In più, sentendo la notizia del mio arresto, staranno cambiando nascondiglio per i due che state cercando"
Lo abbraccio nuovamente, sussurrandogli un «grazie» all'orecchio e chiedendogli dopo se potessi fare qualcosa per lui.
Porta lo sguardo verso di me e sospira stanco.
"In realtà non lo so. Voglio rivedere il mio collega per parlargli e sistemare le cose. Non so proprio che pensare. Sono stato solo un pezzo di carta da usare, appallottolare e buttare via?" afferma con tono triste prima di ricominciare a piangere.
Lo consolo per un po' e, quando si calma, capisco che è ora che torni a fare rapporto alla squadra.
Mi avvicino alla porta di ferro, saluto con la mano l'uomo e poi busso.
Il moro la apre e, appena metto piede fuori, la corvina mi salta addosso ringraziandomi.
Chiedo poi alla donna se l'uomo verrà arrestato, alla fine non mi sembrava cattivo.
"Anche se ci ha aiutato col caso ha comunque dei precedenti, per cui qualche anno in carcere lo deve fare"
Detto ciò, si gira verso la squadra e le sorride in modo smagliante.
"Si inizia con le vere investigazioni, ragazzi!"
***Spazio autrice***
Buongiorno lampadari<3
Pk ho pubblicato così tardi? Non mi sono dimenticata giuro! Semplicemente mi sono appena svegliata pk sono a casa con l'influenza TwT
Tutte a me oh TwT
Cmq, ora si sono svelate mooolte più cose, contenti?
E niente, vado a fare colazione con la tachipirina ;-;
Buona vita<3
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