⋇35⋇
BAKUGO POV
Io e il rosso usciamo dall'azienda e andiamo verso la sua lussuosissima macchina rossa marcata se stesso.
Dopo essere saliti e aver messo la cintura, mi chiede dove voglia andare.
"Mi hai inviato te fuori, non dovresti aver già pensato a tutto?" domando perplesso.
Lui sorride e fa uscire una piccola risatina mentre si grata la nuca.
"Vero, vero. Però questa volta voglio che scegli te dove andare"
"Parco del centro?" propongo dopo qualche secondo.
Annuisce e subito dopo parte in direzione di questo.
Attacca subito a parlare di lavoro, come se cercasse di farmi dimenticare della discussione con il biondino.
Sorrido inconsciamente e lo ascolto tranquillamente.
Dopo un altro po' di strada, arriviamo e il rosso parcheggia.
Volta lentamente la testa verso di me e mi guarda dritto negli occhi con sguardo penetrante.
Si avvicina e subito mi bacia voracemente, uno di quei baci da pre-scopata tipo.
Le sue mani mi stringono la vita e mi fanno avvicinare maggiormente a lui.
Accarezzo il mio corpo e fa scendere piano piano la mano, sempre più giù.
Capisco però quale sia la sua destinazione e, prima che il suo piano funzioni, lo fermo.
"Dobbiamo andare al parco, voglio fare una passeggiata" affermo tranquillamente.
Mi guarda con una faccia da bambino dell'asilo bullizzato e annuisce arreso.
Alzo gli occhi al cielo e, dopo averlo afferrato per il colletto della camicia, lo avvicino a me.
"A fine serata però potremmo anche andare a casa mia a farci un the. E non solo quello magari"
Appena dico questo, gli faccio un occhiolino e scendo dalla macchina.
Lo intravedo con una faccia sbigottita e le guance rosse come i suoi capelli.
Smonta anche lui e, appena lo fa, prende una grande boccata d'aria, cercando un tutti i modi di calmare un minimo la chiara eccitazione che ha.
Mi metto al suo fianco e, dopo che finalmente si è calmato, iniziamo a passeggiare.
C'è silenzio, ma non di tensione o imbarazzo o quant'altro, è un silenzio dove semplicemente non sappiamo che dire.
Ci godiamo il rumore delle fronde degli alberi, degli uccellini che cantano e dell'acqua del piccolo lago che, grazie al vento, produce un rumore simile a quello del mare.
Camminiamo tranquilli, uno di fianco all'altro.
È tutto calmo e pacifico.
Troppo per i miei gusti.
Infatti a un tratto mi blocco.
Anche lui si ferma e mi guarda preoccupato e perplesso.
Faccio una corsetta alla Baywatch verso la preda, il tutto con un piccolo ghigno malefico sulle labbra.
Mi fermo davanti all'altalena di un piccolo parco giochi.
Guardo in modo quasi pazzo e sadico il bambino seduto su questa e mi avvicino piano.
Lui smette di ondeggiare e mi guarda un po' intimorito.
Sorrido in modo inquietante e, con un colpo secco, lo spingo giù dall'altalena.
Appena cade, comincia a piangere e corre immediatamente via chiamando la madre in quaranta lingue diverse.
Mi giro verso Kirishima e cambio espressione, facendogli gli occhi dolci da bimbo innocente.
Sospira e, capendo già cosa voglio, si avvicina.
Mi siedo subito sull'altalena e lui si posiziona dietro di me, iniziando a spingermi.
Mi sento ringiovanire di poco meno di vent'anni.
Ripenso a quando facevo l'asilo e mio padre, dopo questo, mi portava sempre al parco all'insaputa di mia madre.
Lui usava sempre la scusa che c'era traffico, ma in realtà mi portava al parco della città dove abitavamo.
Mia madre non voleva che ci andassi, diceva che lì c'era gente malfamata e che avrei sempre rischiato di fare a botte con gli altri bambini.
Mio padre sapeva che ci tenevo ad andare e un giorno, più precisamente al mio quarto compleanno, mi fece questa sorpresa.
Costruì un'altalena nel giardino di casa.
Esplosi di gioia appena la vidi e subito mi ci fiondai, continuando a gridare «muoviti papà! Spingimi, spingimi!».
Ogni volta che ci salivo immaginavo di arrivare al cielo, fino a toccare le stelle anche.
Chissà, forse se torno a casa loro sarà ancora là.
Dopo mezz'oretta che rimango immerso nei miei pensieri, sento il rosso sbuffare e afferrare saldamente le due catene.
Mi ferma così e volto la testa indietro, per capire il motivo.
Non dice nulla però, si limita a prendermi di forza come un sacco di patate e portami via.
"Nooo! L'altalena! Voglio tornare sull'altalena!" esclamo indicandola come un bambino e dimenandomi.
Nega e solo dopo una decina di minuti mi fa scendere.
Riprendiamo a camminare, ma un nuovo oggetto prende tutta la mia attenzione.
Vedo una bancarella che vende i pretzel.
Trascino con forza il rosso con me e, dopo qualche sua lamentela, ne prendiamo due.
Ci mettiamo a mangiare mentre camminiamo in silenzio, questo silenzio però non mi piace per nulla.
"Quanto dovrò aspettare per sapere questa storia del contratto?" dico acido prima di dare un altro morso al brezel.
Il dom sospira e mi invita, con un cenno del capo, a sedermi su una panchina davanti al lago.
"Io e Denki ci conosciamo fin da piccoli grazie alle nostre madri. Già dalla tenera età, i nostri padri avevano in mente che lavoro farci fare, ovvero prendere in mano le loro aziende. Però, essendo che Denki era nato sub, non poteva gestirla direttamente lui senza un dom. Quindi, indipendente da quali sarebbero stati i nostri gusti sessuali, con questo contratto noi ci saremmo sposati ed avremmo messo assieme le due aziende. Questo è quanto, ho cercato di essere sintetico" spiega un po' malinconico e frettoloso.
Io ascolto tutto attentamente, annuendo ogni tanto.
"Fra poco il contratto scadrà, per questo Denki era arrabbiato"
Dopo quest'ultima frase, cala il silenzio.
Lui resta fermo a guardare le punte delle sue scarpe e io una ciocca scarlatta dei suoi capelli.
Passano tre minuti e mi decido di interrompere questo silenzio da chiesa.
"Hai intenzione di rinnovarlo?"
Alza con calma la testa e mi guarda negli occhi.
Si morde nervosamente l'interno della guancia e stringe forte i pugni sui suoi pantaloni.
"No"
Sgrano gli occhi e inizio a tremare, non so per quale motivo.
Che sia per l'emozione?
Emozione di cosa poi?
Non sono una ragazzina
Forse è perché non vuole sposarsi con quella puttana?
Guardo le mie mani che sembrano quasi ballare da quanto tremano e alzo poi lo sguardo verso di lui.
"Perché?" domando spaesato e con un filo di voce.
Poggia una mano sulla mia guancia e l'accarezza con estrema dolcezza.
"Perché ho trovato una persona che mi piace veramente e non la voglio assolutamente perdere per colpa di uno stupido contratto"
Fermi tutti
Parla di me?
Sti cazzi, per me sono io
E se non lo sono è morto
Mi butto subito addosso di lui e lo bacio.
Mi stringe forte a se e, dopo poco, ci stacchiamo e ci sorridiamo a vicenda.
"Hai ancora fame? Prendiamo qualcos'altro se vuoi" domanda mentre mi accarezza la schiena.
Faccio per rispondere, ma la mia pancia mi precede con un leggero brontolio.
Il rosso fa uscire una piccola risata e mi trascina poi a cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
Mi porta in un'altra bancarella, questa volta che vende dei cibi principalmente americani.
Prendiamo così un panino a testa e una vaschetta di patatine fritte da dividerci.
Andiamo a sederci su un tavolino da picnic poco distante dal lago, mangiamo tranquillamente e chiacchieriamo.
Tutto procede tranquillo, finché non succede il danno.
Rimane l'ultima patatina nella vaschetta.
Ci blocchiamo entrambi e ci guardiamo con sguardo di sfida.
Restiamo immobile come due lupi pronti ad azzannarsi, aspettando di prevedere la mossa dell'altro.
A un tratto, scattiamo entrambi verso la preda.
E ovviamente la prende il migliore.
La stringo vittorioso tra le dita e comincio a deridere il rosso che nel mentre mi guarda male.
Lui però si avvicina piano e mi osserva dritto negli occhi.
Messo in soggezione, perdo la concentrazione e il mio tesoro viene malamente mangiato dal dom.
Lo guardo con una faccia da cane bastonato e abbasso poi la testa.
Il rosso si spaventa ed entra nel panico vedendomi con le lacrime agli occhi.
Perciò, si alza di colpo e corre verso la bancarella.
Torna praticamente subito, porgendomi un'altra vaschetta di patatine, solo per me sta volta.
Sorrido e mi metto a mangiarle felice, nel mentre lui si è messo al mio fianco e mi accarezza delicatamente la coscia.
Appena le finisco, torniamo alla macchina visto che ormai è buio.
Saliamo e, prima di mettere in moto, il rosso mi lascia un bacio sulle labbra.
{Skip time}
Arriviamo davanti casa mia e, dopo essere scesi, ci guardiamo.
Il dom si avvicina e mi afferra saldamente per la vita, avvicinandomi a lui.
Di conseguenza, gli abbraccio il collo e mi metto in punta di piedi per baciarlo.
Poco dopo sento la sua lingua entrare nella mia bocca e cercare vogliosa la mia.
Le sue mani scendono a stringermi forte il culo, facendomi scappare un piccolo gemito contro le sue labbra.
Ci stacchiamo solo per entrare a casa mia, riprendendo subito dopo che il rosso mi ha sbattuto alla porta.
***Spazio autrice***
Buonsalve fragoline<3
Oggi mega appuntamento al parco con un Baku che fa il bimbo e bullizza gli altri bambini, approvato?
Indovinate cosa c'è nel prossimo capitolooo!
Smu-E INVECE NO ÙWÚ
L'avevo detto io nello scorso che iniziavano i casini quelli pesanti u.u
Upsy ù.ú
E boh, scappo in classe che so in ritardo e non mi piace essere in ritardo >:(
Buona vita<3
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