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KIRISHIMA POV
Sono passati tre giorni, tre giorni davvero di merda.
Ho provato in tutti i modi a mettermi in contatto con il biondo, ma non ha mai funzionato.
Spero soltanto di vederlo oggi.
Continuo a fare avanti e indietro per l'ingresso dell'azienda, nel mentre la receptionist mi guarda perplessa da dietro la scrivania.
Alzo ogni tanto la testa per controllare le porte automatiche dell'ingresso e vedere se entrasse.
Sospiro esausto e mi metto a fissare un punto indefinito sul muro.
Ho passato questi tre giorni a lavorare come un pazzo per cercare di dimenticare ciò che gli avevo fatto.
Ha funzionato? Ovvio che no.
Adesso, vi ricordo: da bravo capo quale sono, lo saluterò in modo accogliente e mi scuserò di nuovo!
Mi perdonerà di sicuro e sarà tutto come prima!
Sento a un tratto la porta automatica aprirsi, così alzo lo sguardo speranzoso.
Vedo il piccolo sub biondo entrare, con indosso una camicia blu con giacca e pantaloni grigi. Fa passi piccoli, tiene la testa bassissima e stringe con una mano il manico della sua valigetta.
Sorrido subito e mi avvicino con ampie falcate.
"Buongiorno Bakugo!" lo saluto alzando la mano per dargli un'amichevole pacca sulla spalla.
Appena vede il gesto, però, sgrana gli occhi e si raggomitola su di se terrorizzato.
Trema e i suoi occhi mi guardano con pura e sola paura.
Capisco di aver fatto una gran bella cazzata, così cambio atteggiamento.
Abbasso la mano e mi avvicino a lui, fino a mettermi davanti.
Gli afferro delicatamente il viso tra le mani e glielo alzo, così che mi guardasse negli occhi.
"Non ti voglio fare del male, Bakugo" affermo accarezzandogli le guance con i pollici.
Mugola timidamente in risposta e continua a guardarmi negli occhi cremisi, confuso dal gesto che ho fatto.
"Che ne dici se stasera andiamo a cenare assieme? Solo io e te, offro io così mi scuso per tutto"
Il biondo mi guarda perplesso e lo vedo che ci pensa su.
"Va bene..." dice dopo qualche secondo che mi è sembrato eterno.
Sorrido e lo accompagno nel suo ufficio.
{Skip time}
Ho appena preso Bakugo da casa e lo sto portando al ristorante.
C'è un silenzio abbastanza imbarazzante, anche se provo ad iniziare un discorso lui risponde a monosillabi, troncando subito la conversazione.
Sospiro stanco e parcheggio davanti al locale, un ristorante vista mare.
Scendo, apro la portiera del biondo, lui si mette accanto a me e mi segue fedele.
Entriamo nel posto e, dopo che un cameriere ci ha portato al tavolo e lasciato il tempo per ordinare, provo a riprendere la conversazione.
"So che così non sistemerò nulla, ma mi dispiace davvero tanto. Non voglio che lasci il lavoro, c'è hai tutte le motivazioni per farlo..." inizio a dire a testa bassa.
"Non lascio il posto"
Mi blocco e alzo lo sguardo, così da farlo combaciare con il suo.
"Non voglio trovare un altro lavoro, sto bene qua. E non fa nulla per quello che è successo nel suo ufficio, era arrabbiato e ovviamente l'istinto ha avuto la meglio. Non si preoccupi" afferma pacato mentre gioca nervosamente con le bacchette.
Sorrido per l'ormai decima volta nella giornata e mi soffermo a guardarlo.
Ha anche un lato così carino e quasi innocente
Dio è il miglior sub che abbia mai conosciuto
La tensione per fortuna si scioglie e iniziamo a parlare del più e del meno con più tranquillità.
Arriva anche la nostra ordinazione e mangiamo continuando a chiaccherare.
Finita la cena decido di portarlo in ultimo posto prima di riportarlo a casa: la spiaggia.
Mi segue timidamente e si guarda intorno come un bambino.
"Ti piace il mare?" domando girandomi verso di lui.
Il biondo sussulta un attimo e poi si mette al mio fianco.
"N-non ci sono mai stato, signore... Questa è l-la prima volta..." afferma arrossendo imbarazzato.
Sorrido per la sua tenerezza e mi siedo tranquillamente sulla sabbia.
Abbassa lo sguardo su di me e mi guarda un po' confuso e perplesso.
"Ti va di sederti?"
Annuisce timido e si siede a gambe incrociate al mio fianco, sentendolo anche lanciare un insulto alle sue scarpe perché gli era entrata la sabbia.
Lo guardo e noto che si è messo a osservare il cielo notturno sopra le nostre teste.
Vedo che sta guardando la luna chiara e le poche stelle che ci sono.
Sorrido di nuovo, ma io mi soffermo a guardare altro.
Il suo viso illuminato appena dai raggi della luna, riesco a vedere un leggero rossore sulle guance e gli occhi cremisi sembrano ancora più luminosi.
Faccio scendere lo sguardo sulle sue labbra rosee, ancora ricordo il loro sapore e quanto fossero morbide.
Poggio una mano delicatamente sulla sua guancia e gli giro il viso nella mia direzione.
Mi guarda negli occhi confuso e vedo che tremola un po'.
Gli accarezzo la guancia per cercare di calmarlo e mi avvicino lentamente a lui.
Sento che si rilassa sotto il mio tocco e noto che comincia anche lui ad avvicinarsi piano a me.
Voglioso di risentire le sue labbra sulle mie, azzero la piccola distanza che ci separa.
Lo bacio.
Un semplicissimo e dolce bacio a stampo, nulla che potesse spaventarlo.
Mi separo per vedere la sua espressione e capire se gli fosse piaciuto o no.
Lo vedo rosso come un cartello stradale e gli occhi sono sgranati mentre cercano ancora di capire che sia successo.
Ridacchio e riprendo ad accarezzargli la guancia mentre faccio appoggiare le nostre fronti tra loro.
"Posso quindi?" domando indicando con lo sguardo le sue labbra.
Resta qualche secondo in silenzio a pensare e dopo annuisce timidamente.
Sorrido e lo bacio di nuovo, questa volta facendolo durare un po' di più.
Sento che piano piano si avvicina di più a me e poggia i palmi delle mani sulle mie spalle.
Di conseguenza, porto la mano libera ad accarezzargli il fianco.
Ci stacchiamo appena sentiamo che ci manca l'ossigeno e restiamo a guardarci negli occhi.
"Facciamo prima una tappa a casa mia? Così chiacchieriamo un altro pochino" propongo sorridendo.
Annuisce d'accordo e ci alziamo, dirigendoci alla mia macchina.
{Skip time}
Apro la porta del mio appartamento e mi tolgo le scarpe e la giacca.
Mi giro indietro e vedo il biondo che fa lo stesso, accertandosi di non star facendo cadere nessun granello di sabbia.
Sorrido e lo afferro delicatamente per mano, avvicinandolo a me.
Lo porto in camera mia e mi siedo sul bordo del letto, inviandolo a fare lo stesso.
L'intento era parlare ancora, ma sono cominciati a sparire i vestiti e le nostre labbra non hanno più smesso di staccarsi per un secondo.
***Spazio autrice***
Buonsalve piccoli onigiri<3
Che dite di questo capitolo? Apprezzato ciò?
E indovinate un po' cosa c'è nel prossimo~ (˵ ͡° ͜ʖ ͡°˵)
Avete già capito, smut kiribakuuu!
Come pensate che sarà? Una botta e via? Qualcosa di romantico? O forse sadomaso alla BDSM?
E niente, ci si vede dopodomani con questo!
Buona vita<3
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