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BAKUGO POV

È un nuovo giorno, più precisamente sabato, e visto che stasera c'è l'evento oggi non lavoro.

Mi metto seduto nel letto e mi stiracchio per bene, allungano la braccia sopra la testa e inarcando la schiena.

Giro appena lo sguardo di lato, ma mi blocco immediatamente.

"Ma che cazzo ci fai ancora qua?!" sbraito a pieni polmoni.

Il dom dai capelli azzurro morto gira lo sguardo verso di me, guardandomi malissimo.

"Me l'hai detto te che potevo restare solo per questa notte, puttanella" afferma acido e con un leggero ghigno sulle labbra screpolate.

Faccio una smorfia disgustata e irritata e mi affretto poi a cacciarlo fuori casa.

Tiro poi un'occhiata all'orologio appeso al muro dell'entrata di casa: 11:56.

Da quanto non dormivo così tanto

L'ultima volta sarà stata al liceo

Tornando a noi, torno in camera per vestirmi visto che devo uscire.

«E dove deve andare il nostro Katsuki?», vi starete di sicuro chiedendo.

Visto che l'evento inizia la sera e ho bisogno di qualche consiglio, ho chiamato lo sgorbio perché mi venisse a dare una mano.

Dopo aver indossato qualcosa abbastanza casual, mi pettino e scappo fuori casa.

Salgo in macchina, metto in moto e mi dirigo nel posto dove ci siamo dati «appuntamento».

Dopo circa venti minuti arrivo a destinazione, un piccolo bar nel centro città, e ovviamente lo stronzetto non è ancora arrivato.

Si starà facendo limonare dal suo dom.

Chi scommette?

Intanto che lo aspetto, scendo dalla vettura parcheggiata e mi siedo su una panchina.

Mi guardo attorno per scacciare la noia, finisco anche per mettermi a contare le piastrelle di cui è formato il marciapiede.

A un tratto vedo una macchina accostare e, dalla portiera anteriore, esce fuori un piccolo sub dai capelli arruffati e verdi.

Addirittura con l'accompagnatore

Questo dom è multitasking

Se l'è scelto bene lo sgorbietto

Il sub, appena mi vede, mi sorride e agita la mano in aria per salutarmi.

Prima però di raggiungermi, torna dentro la vettura per dare uno schifosissimo bacio a stampo al suo dom dai capelli bicolore.

Li osservo disgustato e intanto il verde mi raggiunge, saltellando peggio della versione cinese di Heidi.

"Kacchan!" esclama allegramente, troppo allegramente per i miei gusti.

Ma si è fatto di qualcosa che è più energico del solito?

Si mette davanti a me e lo guardo malissimo.

"Sembri appena uscito da una fattoria, sei andato a mungere le vacche?" affermo acido guardando la sua salopette in jens e l'orripilante camicetta a quadri.

Gli manca solo il cappello di paglia e una pecora al guinzaglio per sembrare un contadino del cazzo

Ah no, la pecora non serve, si mette già lui così

Mi guarda anche lui male e arrossisce imbarazzato.

"K-Kacchan! Insomma n-non dire queste c-c-cose, n-non è carino!"

Sospiro esausto e mi alzo dalla panchina, facendogli segno col capo di seguirmi.

"Muovi il culo, dobbiamo parlare di una questione importante" affermo incamminandomi verso il bar.

Annuisce e mi insegue fedele.

Entriamo nel baretto, ci sediamo in un tavolino appartato e ordiniamo un paio di caffè: io ovviamente amaro e lui un macchiato che in realtà è solo latte con uno sputo di caffè.

"Allora dimmi, come posso aiutarti?" domanda mentre mi guarda negli occhi.

Sospiro e abbasso la testa, pensando e ripensando a come formulare la domanda.

"Stasera sono ad un evento nello yatch del figone, ho bisogno di consigli"
"Per «figone» intendi il tuo capo?" domanda perplesso.

Annuisco e il sub inizia a pensare, tenendo l'indice e il pollice sul mento e lo sguardo fisso su un punto indefinito sul tavolino.

"Intanto dovresti portare un regalo. Prendi qualcosa di semplice, ma che comunque ti faccia fare bella figura" dice dopo qualche secondo.
"Del tipo?"

Si ferma a riflettere di nuovo, guardandosi in giro stavolta.

"Beh... P-penso vada bene qualcosa come una bottiglia di vino..." afferma un po' insicuro.

Annuisco e me lo appunto mentalmente.

"Poi? Come cazzo mi vesto?"

Il verde sospira e, a placarlo da una crisi per le mie domande estremamente idiote, arriva la cameriera che porta ciò che avevano ordinato.

"È un evento di lavoro, no? Quindi devi vestirti elegante come al solito" afferma prima di bere un sorso del suo caffè.

Annuisco, ma mi blocco per un secondo sgranando gli occhi.

"Non la metto la cravatta!" sbraito negando.

Quasi si strozza con la bevanda e noto ora che mezzo bar ci sta fissando.

"Kacchan! Seriamente non hai ancora imparato a metterti la cravatta? Non eri te «mister so fare tutto io»?" esclama arrossato per l'imbarazzo e guardandomi malissimo.

Incrocio e braccia al petto e nego imbronciato.

Sospira e, senza farsi vedere, ridacchia.

"Allora?" riprendo il discorso mentre bevo dalla tazzina.

Il sub annuisce e si sistema un ricciolo verde che era finito davanti agli occhi.

"Se non vuoi la cravatta puoi mettere un papillon. Per il resto penso che vada bene un completo formale, magari un gilet scuro con una camicia chiara"

Annuisco e mi appunto mentalmente pure questo.

{Skip time}

Torno a casa alle 16 stanco morto.

Ho continato a fargli domande da vero coglione.

So che dovrebbe essere più stanco lui, ma sono stanco anche io quindi non rompete il cazzo.

Mi butto perciò sul letto ancora vestito e setto la sveglia del telefono per le 16:30.

Peccato che sia un rincoglionito e non l'abbia attivata.

Mi sveglio quindi alle 17 inoltrate e vado nel più totale panico.

Mi alzo di scatto dal letto e corro davanti all'armadio per cambiarmi, non posso mica andare vestito così.

Indosso in fretta e furia una classica camicia azzurrina con sopra un gilet nero e pantaloni del medesimo colore.

Metto anche un papillon grigio scuro e scappo poi all'entrata di casa per mettermi le scarpe.

Sono davvero così disperato che ho messo le robe che mi ha detto lo sgorbio?

Afferro chiavi di casa e quelle della macchina, telefono, portafoglio e corro poi verso la vettura.

Entro in quest'ultima, metto immediatamente in moto e sfreccio verso il luogo che mi ha detto il rosso.

Inutile dire che arrivo in ritardo.

Parcheggio e, prima di scendere dalla macchina e correre verso lo yacht del rosso, afferro la bottiglia di vino che lo sgorbio mi ha consigliato di comprare.

Cammino a passi svelti sul pontile di legno che continua a scricchiolare, cercando con lo sguardo la barca interessata.

Mi fermo a un tratto appena ne vedo una isolata, ma da dove proviene il suono di tantissime voci.

Mi avvicino incerto e poi la analizzo: è tutta sui toni del nero, la parte inferiore, quella che sta in acqua, è di un nero metallico e c'è scritto il nome della barca che mi fa subito capire chi è il proprietario: «Sharknado».

Faccio un respiro profondo e, dopo poco, mi decido a salire a bordo.

***Spazio autrice***
Buongiorno gomitoli di lana per gatti<3

Oggi capitolo dove Baku bullizza come sempre il nostro piccolo Deku, ma ormai è norma dai!

Cmqqq

Cosa pensate succederà in questo meraviglioso yacht? Casini, innamoramenti o cosa?

E nulla, ci si vede dopodomani come sempre (sperando di non fare ritardo o dimenticarmi di pubblicare u.u') con il ritorno di Bakuputtana!
Buona vita<3

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