Capitolo XIII: Frammenti


Era sera, Rose dopo aver chiamato un taxi, era uscita di casa diretta all'aeroporto internazionale di Sun Valley per andare ad accogliere la sorella in arrivo con il volo delle 21.30. Finalmente dopo diversi mesi si sarebbero riviste, in fondo erano sempre state unite, nonostante la lontananza per motivi di lavoro, si sentivano spesso anche solo per un semplice e furtivo saluto o una video chiamata.

Rose entusiasta era davanti all'aeroporto, un orologio in stile inglese dava i primi rintocchi delle 21.30. L'aereo non sembrava essere atterrato, sicuramente avrebbe avuto come sempre qualche minuto di ritardo. Appoggiata all'orologio, attendeva silenziosamente la sorella ed intanto osservava il cielo che stava assumendo tutte le colorazioni del blu cobalto nell'imminente arrivo del crepuscolo. Qualcosa in quella inesorabile attesa attirò la sua curiosità, un bambino dai corti capelli neri e dagli occhi vispi nonostante ci fosse un cartello di divieto, stava calpestando le aiuole ai margini dell'aeroporto, ad un tratto un dolore acuto le si diffuse in tutto il corpo. Vociare di disappunto si diffuse nelle sue orecchie. Cosa le stava succedendo? 

 Dopo un breve attimo giunse quella che sembrava la madre del bambino e dopo una sonora sculacciata, lo prese in braccio e lo portò via. Il dolore e le voci si placarono. Un'espressione sorpresa si dipinse sul suo viso. Rose si avvicinò quindi all'aiuola a controllare i danni fatti dal piccolo diavoletto, fortunatamente i fiori erano solo piegati e gli steli non erano rotti, mentre tendeva la mano per sistemare del terriccio fuoriuscito dall'aiuola, un bagliore verde si diffuse da quel contatto e i fiori ritornarono rigogliosi, spaventata Rose ritrasse subito la mano.

Un rantolo sommesso proruppe nell'aria, l'aereo che stava attendendo era atterrato. Passarono una decina di minuti, poi una bella ragazza in divisa dai capelli lunghi mossi scese elegantemente le scale dell'aeroporto.

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Rose stupita dal fatto accaduto, cercò di capire cosa fosse successo in quel frangente, poi però una voce dolcissima la salutò calorosamente e la destò da ogni sua preoccupazione. 

 <<Ciao Rose. >> esordì con entusiasmo. <<Benvenuta a Sun Valley.>> 

Violet le corse incontro abbracciandola. Rose colta di sorpresa persa nei suoi pensieri, ricambiò poi felice l'abbraccio della sorella e la salutò a sua volta. 

 <<Che bello che sei tornata. Come stai? Sai sei sempre bellissima sorellina, poveri piloti d'aerei ad averti a bordo>>, scherzò ironicamente Rose rivolgendo un sorriso alla sorella appena tornata. 

 <<Non esagerare dai, io sto bene grazie e te? Come ti sei trovata?>>. Chiese Violet con un certo interesse. 

 <<Bene direi , la casa è bellissima e accogliente, il giardino anche, ho gradito molto>> aggiunse con un sorriso, << Hai già cenato Violet?>>, le chiese Rose. 

 <<No non ancora, ti va di fermarci fuori a mangiarci qualcosa? Conosco un bel posticino in collina che scommetto ti piacerà, ha una vista oceano pazzesca>>, precisò Violet felice.

<<Davvero? Bell'idea. Guidami>>. Le due risero scambiandosi uno sguardo complice, uno sguardo che solo due sorelle con un forte legame sanno comprendere e Rose dimenticò per un attimo ciò che poco prima le era accaduto.

Chiamarono un taxi, al volante un aitante ragazzo dai capelli scuri e dal viso da fanciullo.

<<Buonasera, conosce il ristorante Plaia del Sol ?>> , chiese cordialmente Violet rivolta al taxista.

<<Certo signorina, lo conosco, è quello in via delle Sequoie?>> , chiese lui arrossendo timidamente, incrociando nello specchietto retrovisore, lo sguardo della maggiore delle sorelle.

<<Si, è proprio quello. Grazie.>>

Era una sera molto chiara nonostante l'ora inoltrata, la luna splendeva alta in cielo come non mai. Una strana sensazione si impadronì di Violet durante il tragitto, più volte si ritrovò ad osservare con sguardo perso, il paesaggio oltre il finestrino fuori da quel taxi giallo. Rose si accorse di ciò, ma al momento non chiese nulla. Qualche chilometro due salite, finalmente giunsero a destinazione.

Il ristorante internamente era illuminato da mille luci, mentre fuori l'ampia terrazza estiva era adorna di tavoli sedie e girasoli, ma faceva ancora fresco per mangiare all'aperto. Il ristorante era situato in una posizione panoramica e svettava alto con la sua mole sulla scogliera a picco sull'oceano, nel parcheggio di fronte c'erano già posteggiate diverse auto e molte di alta cilindrata, era un posto piuttosto conosciuto e rinomato ai più. Pagarono il taxista ringraziarono ed entrarono. Rose rimase stupita dalla visione davanti ai suoi occhi, quel posto era davvero incantevole, arredato decisamente con gusto, uno stile orientale minimalista, vari toni caldi che ricordavano i gradenti del tramonto si susseguivano su pareti sedie e tavoli, preziosi drappi adornavano le finestre e colorati dipinti svettavano alle pareti, pochi posti liberi i tavoli erano quasi tutti occupati. Dopo un attimo di smarrimento da parte di Rose, alle due fanciulle, si avvicinò quello che sembrava essere dall'abbigliamento diverso da quello degli altri inservienti presenti, il capo sala stretto in una giacca bianca con papillon rosso; le accolse gentilmente e salutò Violet con un baciamano, probabilmente si conoscevano.

<< Lieto di averla di nuovo con noi signorina Greenarth>>, esordì il giovane.

<< E' un piacere signor Redstill, il suo ristorante è sempre magnifico>>, rispose gentile Violet.

<< Come lei. Non ho dimenticato e il mio invito è sempre valido>>, un riferimento che non sfuggì a Rose.

Dopo i convenevoli di rito condusse le ragazze in una saletta adiacente all'entrata proprio davanti ad un grande caminetto di marmo ora spento, le fece accomodare e poi si allontano tornando dopo pochi minuti con la lista del menù. Una dolce melodia si diffuse tutt'attorno, sulle note latineggianti provenienti dagli altoparlanti mimetizzati nella contro soffittatura del locale, ebbe inizio la loro serata.

La cena trascorse serenamente, tra ricordi, chiacchiere e risate per poi giungere verso fine serata ad un importante discorso che Violet voleva fare alla sorella sul misterioso libro che le aveva proibito di aprire. 

 <<Rose, ti ricordi la telefonata di ieri sera?>> 

 <<Certamente volevi parlarmi del libro che stavo leggendo giusto?>> , cerco conferma Rose.

 <<Esattamente. Devi sapere che quello è un libro antico e non si trovava lì per caso. Io ho il dovere di proteggerlo>>.

Rose confusa e smarrita cercò di capire le parole della sorella, sembrava piuttosto preoccupata, quindi ascoltò silenziosamente il racconto.

<<Quel libro, risale all'epoca dei Miti ed è stato tramandato di generazione in generazione ai componenti della nostra famiglia del ramo originale, o per lo meno quello che ne rimane e, che non è andata perduta col trascorrere dei secoli. Probabilmente non mi crederai per ciò che sto per dirti ma devi fidarti di me>>.

Rose soppesò il discorso, poi annuì.

<< Ti parlo del Mito di un tempo antico in cui il mondo non era come lo conosciamo attualmente, era sorretto da spiriti e magia, era un mondo chiamato Losillyum suddiviso in reami che a loro volta erano inscritti in quattro regni principali retti da quattro famiglie scelte dal destino come custodi di antichi poteri. I regni di cui si narra erano: Il regno dei venti conosciuto anche come il luogo del perenne inverno, situato sugli altopiani di Formenair in un contesto fiabesco a picco sul mare ; il regno dell'acqua che circondato dal suo elemento, aveva sede in un' isola emersa chiamata Coral Island, la sua particolarità era la vegetazione per lo più formata da coralli emersi; poi sulle pendici del vulcano Fyammet nel caldo deserto di Ardia invece, si estendevano le terre del regno del fuoco la più antica delle famiglie; ed infine i regno della terra il più esteso dei quattro che dominava fiori e piante ed era immerso nella natura lussureggiante della regione del Losselote. Questi quattro regni erano governati da sovrani giusti ed astuti che possedevano grande potere e tenacia. Gli abitanti di questi domini, non erano solo semplici creature umane, anzi, vi dimoravano varie stirpi; il regno del vento era per lo più abitato da creature fatate, il regno dell'acqua da ninfe e sirene, il regno del fuoco da elfi e fuochi fatui, mentre il regno della terra da gnomi e driadi, ognuno di questi regni aveva un ruolo, ogni regione dominava un potere che a sua volta faceva capo al supremo che era appunto il sovrano del regno di appartenenza>>

Rose interruppe per un attimo il fluire delle parole della sorella, cercando di assimilare più concetti possibili:

<<Fammi capire, perché forse mi sto confondendo. Mi stai facendo capire che noi e la nostra famiglia deriviamo da così antiche radici e che forse non siamo nemmeno del tutto umane?>>, l'incredulità si dipinse sul volto della fanciulla e poi rammentò per un attimo le cose strane che le succedevano in quella cittadina, come ad esempio la strana energia verde che ogni tanto appariva in concomitanza con eventi e situazioni. Scacciò quel pensiero e lo rimandò nel profondo della sua mente, come poteva essere vero? Perché nessuno le aveva mai rivelato una cosa simile eppure, perché la sorella sapeva quelle cose?

<<Non proprio Rose, non direttamente, sono passati millenni epoche e secoli e noi siamo le ultime discendenti al momento della stirpe originaria e siamo umane. Comunque hai capito il punto, noi in questa storia abbiamo un ruolo, quel libro non è a casa mia per caso>>

<<Non ci credo! Come può essere?>> , chiese a voce alta una Rose sconvolta rivolgendosi alla sorella. Violet intanto sembrava improvvisamente divenuta nervosa e insofferente.

<< Andiamo via>>, esordì. Chiamò il cameriere che stava passando, si fece portare il conto.

<< Perché?>>, chiese Rose fissando gli occhi verdi in quelli della sorella, occhi così simili ai suoi.

<< Credimi, è meglio se continuiamo la conversazione fuori da qui. Non è prudente discutere di questa delicata faccenda quando ci sono occhi indiscreti attorno.>>

Il cameriere arriva. Violet pagò per entrambe, poi si alzarono.

<<Mi devi delle esaurienti spiegazioni Violet>>. Esordì Rose contrariata recuperando la sua borsa dalla sedia. 

<<Hai ragione ma ora andiamo per favore, ho un brutto presentimento>>.

Si aggregarono dietro ad una compagnia di sei persone in uscita, per poi confondersi con la folla entrante. Chiamarono nuovamente un taxi ed aspettarono l'arrivo del veicolo assieme ad altre 10 persone. Quando questo arrivò, salirono al volo senza esitazione e dissero al taxista di turno di portarle urgentemente in via Cammino di Greenmay 18, casa loro.

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Nel frattempo all'interno del ristorante quattro figure eleganti e ben distinte dopo essere entrate fingendo una prenotazione mai avvenuta, uscirono nella notte che offriva loro protezione.

 <<L'energia che avvertivo è sparita>>,chiarì un ragazzo dagli occhi magnetici color del mare rivolgendosi ad un altro dalla lunga chioma castana trattenuta in una coda e dalla carnagione ambrata.Due occhi castani color cioccolato: 

 <<Hai ragione. Qui in questo luogo era presente qualcuno collegato con ciò che cerchiamo>>  

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