Capitolo VII: Onde di note


Il sole continuava inesorabile la sua corsa nell'arco del cielo, una ragazza in tenuta sportiva dai lunghi capelli biondi trattenuti in una morbida coda laterale stava correndo sulla spiaggia. Davanti a lei la sabbia, in parte a lei l'oceano. Adorava quel posto. Da quando era giunta dalla lontana Francia quello era divenuto il suo rifugio, il suo porto sicuro. Da lì, da quello scorcio di sabbia tra due alti pini marittimi, poteva ammirare la bellezza di quel panorama e la tranquillità data dal movimento dolce ed ondulatorio delle onde.

Erano passati pochi giorni dal suo arrivo nella graziosa cittadina chiamata Sun Valley, quel giorno contro ogni pronostico, aveva conosciuto un ragazzo molto gentile che le aveva persino fornito un indirizzo per trovare casa. Per ora alloggiava in albergo ma oggi pomeriggio, sarebbe andata direttamente a quell'indirizzo e avrebbe parlato con quel tale dell' agenzia Oliver Twen; voleva trovare una casa piccola ma adatta alle sue esigenze, luminosa, non troppo grande e con ampie vetrate dalla quale si poteva vedere l'oceano, l'acqua che le dava sicurezza; e poi le serviva un lavoro soprattutto. Sarebbe passata dalla piscina comunale o dalla palestra, magari cercavano una bagnina o quant'altro, adorava lo sport.

Guardò le acque azzurrissime dell'oceano passarle accanto per l'ultima volta quel giorno nella sua corsa, ispirò profondamente l'odore acre di salsedine e poi se ne andò lasciando dietro di se un profumo di fresco, il profumo della menta misto a brezza marina.

In lontananza intanto, un ragazzo dai corti capelli neri e gli occhi nascosti dietro un paio di occhiali da sole, come attirato da qualcosa, si era avventurato sulla spiaggia e aveva notato restando nascosto all'ombra di una palma solitaria, la presenza della ragazza che ora se ne stava andando.

Dopo che se fu andata, lui si avvicinò alla battigia, ma in quel momento le acque dell'oceano nell'istante in cui si chinò a sfiorare con il palmo della mano la fresca consistenza di un 'onda; si incresparono quasi ad intimare al misterioso osservatore di andarsene e di stare lontano. Infastidito da ciò il misterioso personaggio se ne andò.

Marina dopo aver fatto la doccia ed essersi vestita, si sedette sul morbido letto che non era poi così scomodo, scelse qualche spartito sparso qua e la nella sua valigia, prese la sua chitarra. Mentre aspettava l'ora di andare in agenzia iniziò ad intonare una meravigliosa melodia che dalla finestra aperta si diffuse anche sulla strada della via principale, qualche attento passante si fermò persino davanti all'albergo proprio per ascoltarla. Passarono interminabili minuti che poi divennero un'ora, accortasi dell'enorme ritardo sulla sua tabella di marcia, mise via la chitarra per il disappunto dei passanti, scese dalla sua stanza dirigendosi nella hall, consegnò le chiavi alla reception dove una signora anziana dai modi gentili la salutò e poi, uscì nel caldo pomeriggio di quella giornata d'Aprile.

I suoi capelli ondeggiavano allegri nella spigliata camminata, molti quando passava si giravano a guardarla, forse per l'allegria che sprigionava, forse per la semplice bellezza acqua e sapone, ma a lei non importava, aveva una meta e doveva raggiungerla. Era felice, in Francia invece, nella sua terra natia, non avrebbe mai potuto passare inosservata in quanto manifesti con la sua faccia in giro c'erano e ad ogni angolo qualcuno la fermava per un autografo, qui invece no. Camminava canticchiava e sorrideva alla vita che aveva davanti, almeno per ora. Solo poi il destino avrebbe giocato con la sua vita e con quella di altre tre ragazze unite da un unico scopo, da un unico destino.

Marina persa nel suo mondo fatto di sogni e fantasia, giunse davanti all'agenzia indicata sul biglietto. Il portoncino di legno verde era aperto, appena entrata si accomodò un attimo sulle poltrone bianche e nere dalla piccola hall che profumava di limone. Attese qualche minuto poi dalla porta bianca dell'ufficio uscì una signora che le rivolse un bel sorriso e la salutò con un cenno del capo. Vedendo che non c'era nessun altro, si accostò alla porta semi chiusa e busso timidamente.

<< Si può?>>, chiese con voce sottile.

Dall'altro capo una voce sensuale e dal vago accento irlandese le rispose e l'invitò ad entrare. <<Buongiorno signorina. Il mio nome è Oliver Twen, sono il titolare di questa agenzia, si accomodi pure, due minuti e sono da lei>>

Il bel giovane dagli occhi blu incorniciati da un paio di occhiali senza montatura e dai capelli rossicci le porse gentilmente la mano facendola accomodare, prima di raggiungere un armadietto ed estrarre delle cartelline colorate.

<< Eccomi qua.>>, le si rivolse prendendo posto alla sua poltrona dietro la scrivania. <<Piacere signor Twen, il mio nome è Marina Sindrago, ho avuto il suo biglietto da un conoscente, mi ha parlato bene di lei, volevo solo trattare per l'acquisto oppure l'affitto di una casa qui a Sun Valley.>> Marina strinse la mano del giovane che al suono della sua voce arrossì visibilmente.

<<Bene signorina Sindrago, mi illustri le caratteristiche che deve avere la sua casa ideale, vediamo se riesco a trovargliela.>> Un sorriso di fiducia che nascondeva denti bianchissimi si dipinse sul volto del ragazzo.

<<Dunque, innanzitutto comincio col dirle che non posso spendere chissà quale cifra, in quanto al momento sono in cerca di lavoro, non per questo non posso pagare, però pensavo ad una casa o appartamento luminoso con ampie vetrate, non troppo grande e magari dove anche in lontananza si veda l'oceano.>>

Il sig. Oliver compilò alcuni campi sul computer e poi trovando corrispondenza alle sue esigenze, girò il monitor verso la ragazza seduta di fronte. Nel mentre lei aveva lo sguardo perso oltre la finestra. Oliver la osservò più insistentemente, era proprio una bella ragazza eppure quel viso non gli era nuovo. La richiamò. 

 <<Signorina?>> attese di rivedere i suoi occhi azzurri , <<Ho alcuni immobili con queste caratteristiche ma quello che io le consiglierei è questo. Se ha tempo e voglia di vederlo, posso fissarle un appuntamento quando vuole, è libero.>>

Le mostrò una piccola casetta di circa 80 mq in unico piano, edificata su una scogliera a picco sul mare, quasi tutt'attorno correva una balconata e aveva un giardinetto con erbetta verde. Indubbiamente molto romantica e in posizione ottimale. 

 <<Dallo schermo potrebbe interessarmi, posso vederne anche altri?>> 

 <<Certamente>>, rispose.

Le mostrò una selezione di case e appartamenti aventi più o meno le caratteristiche che la ragazza cercava, tutti immobili vista mare e con vetrate. Marina ne scelse tre o quattro con chiaro interesse.

<<Le stampo le foto delle case e degli appartamenti sulla costa da lei scelti con relativi prezzi e schede, così poi potrà decidere in tutta calma>> 

 Passarono alcuni minuti, poi Oliver gentilmente porse a Marina una cartelletta trasparente con dentro la documentazione richiesta.

La ragazza felice con occhi luccicanti, ringraziò il giovane che gentilmente le aveva fatto la cortesia, si salutarono e rimasero d'accordo che l'indomani gli avrebbe saputo dare una prima risposta.

Uscita dall'agenzia sulla strada del ritorno, decise di costeggiare la spiaggia, il sole splendeva sulle tranquille acque oceaniche, i suoi raggi come fili dorati tessevano le loro trame incrociando strade vie e vite, nei pressi della spiaggia, intravide dei tavolini, qualcuno stava giocando a scacchi, qualcuno era seduto a chiacchierare, poi dietro scorse un tavolino libero, decise di sedersi e restare li a visionare il plico di carte che aveva tra le mani. Dopo poco proiettata sul foglio che stava osservando, vide un'ombra. Aveva intuito chi era, ne aveva riconosciuto il raro profumo d'ambra.

<<Avevi ragione sai? >>, una voce calda esordì. Marina stupita e allegra nello stesso momento, aspettò un attimo prima di rispondere per alzare lo sguardo e guardare in faccia l'interlocutore: <<Lo so>>

<<Come lo sapevi? Comunque buongiorno.>> 

 <<L'ho avvertito. Buongiorno a te!>> 

 <<Ho dieci minuti, posso?>>, chiese il giovane titubante, il suo intento non era quello di disturbare, ma quella ragazza lo incuriosiva. 

 <<Se ti va certo. Accomodati pure.>>, esordì Marina rivolta al bel giovane castano che le si era seduto di fronte, <<Cosa mi consiglieresti?>>, continuò lei, allungandogli davanti alcune foto di appartamenti da selezionare. Il ragazzo sorrise, rilassandosi un po'.

<<Ti faccio strane domande, non mi chiedi nemmeno il nome, mi conosci appena e chiedi di dispensare consigli?>>, osservò ridendo il ragazzo. 

 <<Io do strane risposte>>, sorride lei fissando lo sguardo in quello del giovane, <<Diciamo che sei la prima persona che mi ha accolto bene in questa terra, mi sei simpatico e poi, il tuo precedente consiglio è stato proficuo>>

<< Ora capisco. Comunque anche se non ti interessa, il mio nome è Regel Flambol e sono un ufficiale dell'esercito. E tu fanciulla venuta da oltreoceano?>>, nuovamente rise con fare scherzoso. 

 <<Marina Sindrago. Piacere di conoscerti. Sapevo che eri una persona affidabile, solitamente gli ufficiali non mentono e se lo fanno, lo fanno per questioni lavorative. Non sei una persona negativa, me lo dicono anche Loro>> . 

Regel guardò in direzione dello sguardo sognante di Marina, era rivolto verso l'oceano, un'espressione confusa si dipinse sul volto di lui : 

 <<Hai detto loro?>>, il suo tono si fece interrogativo prima di aggiungere: 

<<Ma loro chi scusa?>> 

 <<Le onde, l'oceano, l'acqua. Chiamale come vuoi>> 

 <<Certo che sei veramente strana>>, costatò Regel accigliandosi.

Quel giorno l'oceano era più splendente che mai nuovamente la mente di Marina si perse lungo i confini dell'azzurro che dinanzi ai suoi occhi si stagliava. Aveva delle strane sensazioni e queste erano ampliate dalla presenza di Regel, come mai? Al momento nessuna risposta, nemmeno le onde avrebbero potuto darla, non per il momento.

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