Capitolo 99 - Il salvataggio

La moto d'acqua si dondolava tra le onde, un bruscolino nell'immensità dell'oceano.

Jane aprì gli occhi e vide che il sole era già sorto. La sua faccia era ancora appoggiata alla schiena di Lauren.

Si mise seduta e si guardò attorno. La vastità del mare dava un senso di vertigine, c'era acqua e solo acqua, ovunque.

Anche Lauren era sveglia, si sgranchì e cambiò posizione girandosi e mettendosi di fronte a Jane, "Dormito bene?"

"Come un ghiro, anche se il materasso non era il massimo. E tu?"

"Io dormo poco", non disse altro e si buttò in acqua.

Jane la osservò nuotare, a tratti le sembrava facesse stretching. Quando Lauren tornò sulla moto d'acqua fissò Jane, "Allora?"

"Cosa?"

"Datti una mossa, con una sola nuotatina ti sgranchisci, fai i tuoi bisognini e anche il bidet, coraggio."

Jane non ricordava da quanto tempo non espletasse i suoi bisogni e capì che era il caso di fare qualcosa.

Si calò in acqua.

Lauren la osservava, "Cerca di sbrigarti."

"Non posso avere un po' di privacy?"

"Certo... certo, ma io mi sbrigherei."

"Cosa intendi?"

"Intendo che le nostre pipì e pupù potrebbero attirare dei malintenzionati."

Jane non se lo fece ripetere e in poco tempo aveva fatto quello che doveva fare, risalendo in fretta sullo scooter.

Lauren avviò il motore e lentamente cominciarono a muoversi. "È indispensabile provarlo di tanto in tanto, ci allontaniamo un po', poi facciamo colazione."

-

Una mezza barretta ciascuno e due sorsi di bevanda ai sali di magnesio e potassio era quanto potevano concedersi.

"Buono?"

"Ottimo e abbonante."

Lauren sorrise, "Non sai mentire, ma sai affrontare le criticità."

"Non pensare che sia una specie di topo da laboratorio sommersa da fialette e manuali."

"No? E cosa saresti?"

"Beh, certo sono anche quello, ma faccio altro."

"Per esempio?"

"Insegno all'università."

"Mmh."

"Perché mmh?"

"Niente... niente."

"Non è abbastanza avventuroso? E se ti dicessi che mi chiamano bat woman, la cacciatrice di pipistrelli?"

"Ora stai diventando più interessante."

"Vuoi sapere come avviene la caccia ai pipistrelli?"

"Non ora, ho altro da fare."

Jane sembrò rimanerci male.

"Devo vedere se la radio è riparabile."

Lauren si mise a cercare attrezzi e pezzi di ricambio nel vano anteriore.

Ci lavorò per oltre venti minuti. Jane non osava dire nulla.

"Maledetta! Che cazzo hai? Perché non vai? Troia di una radio."

Per la disperazione, col pugno chiuso Lauren diede una botta al cruscotto, poi vi appoggiò la testa e si mise le mani nei capelli.

Jane non l'aveva mai vista così. Una donna, che credeva non avesse paura di nulla, ora sembrava indifesa e vulnerabile.

Avvicinò la mano sfiorandole la schiena, ma la ritrasse subito, arretrando sul sedile e per poco non cadde fuori dallo scooter.

"Cos'è?" chiese quasi balbettando.

Lauren alzò il viso e si tolse le mani dai capelli, "Mi stai chiedendo cos'è?"

Un sorriso le illuminò il volto, "La nostra radio che gracchia, ecco cos'è! È tornata a funzionare e Dio solo sa come." Si mise a trafficare con i comandi, stava cercando la frequenza su cui avrebbe potuto comunicare. "Ecco... Sentiamo se ci sei."

"Chi stai cercando?" Jane vide che il viso dell'altra era cambiato, ora pareva splendesse di luce propria.

"Sto cercando il mio capo. L'ultima volta che l'ho visto mi ha detto che chiamava l'elicottero... stronzo."

***

L'Helicopters volava sul mare azzurro come un rapace pronto a calarsi in picchiata.

Batchelor osservava quella distesa di acqua che in molte occasioni aveva amato fino al midollo, questa non era una di quelle volte.

"Cosa stai pensando?" gli chiese Noah.

"Allo scherzetto del sottomarino indiano."

"Come speravano di farla franca?"

"Speravano non sopravvivesse nessuno. In quest'area la profondità dell'oceano arriva a quasi quattromila metri: sarebbe stata la tomba eterna dello yacht e dei suoi passeggeri."

"Dobbiamo proseguire le ricerche?" Axel pronunciò quella frase come se si fosse già data una risposta, una risposta negativa.

"Quanta autonomia abbiamo?" Batchelor aveva il viso di chi non dorme da giorni, i capelli scompigliati gli ricadevano sugli occhi.

"Possiamo girare ancora poche ore, poi dobbiamo andare al punto di rifornimento più vicino, cioè Sri Lanka. A meno di richiamare la nave d'appoggio."

"Negativo, non se ne parla, hanno esaurito il loro compito. Giriamo ancora, per quanto è possibile."

"Ok, capo", Axel non sembrava molto convinto.

"Se si sono salvate... sono disperse nell'Oceano Indiano", Noah come al solito era abbastanza schietto.

"Diciamo disperse in un'area dell'Oceano Indiano."

"Un'area che potrebbe essere di cinquecento miglia quadrate."

"Forse più."

"Esatto."

Batchelor fissò Noah, "Senti, fossero anche il doppio, Lauren se la caverebbe, esattamente come se fosse sul bordo di una piscina intenta a sorseggiare un Bloody."

Noah capì che l'amico aveva solo bisogno di sfogarsi, "Sono certo di questo. Ho solo il dubbio che non la troveremo, non prima che finisca di sorseggiare il suo Bloody Mary."

Batchelor sembrò voler cercare le parole giuste per rispondere, "Mi sto sforzando di capire se sei un fottuto stronzo o no."

"Sai benissimo che sono un fottuto stronzo, ma sai anche che ho ragione. Stiamo procedendo da due giorni facendo dei voli a spirale su vari settori, ma non abbiamo trovato nulla. È come cercare un ago in un pagliaio."

"Non è in questo che sto sperando, queste manovre ci aiutano solo a passare il tempo."

"E in cosa spereresti?"

In quel momento la radio cominciò a trasmettere qualcosa. Non era chiaro se fosse un messaggio né tantomeno cosa significasse, poi si udì una voce femminile: "Pulcini bagnati cercano aiuto... ripeto... pulcini bagnati cercano aiuto."

Batchelor sorrise come non faceva da giorni, "Era questo che stavo cercando." Axel gli passò le cuffie col microfono.

Senza indossarle appoggiò uno dei due cuscinetti all'orecchio.

"Presto i pulcini si potranno asciugare al calduccio."

"È un piacere sentirti capo, dove cazzo eri?"

"Mi fai impazzire quando sei così dolce."

"Lascia perdere i tuoi atteggiamenti da play boy, questa cazzo di radio non so se funzionerà per molto, venite a..."

"Lauren... Lauren!"

Posò le cuffie, "La comunicazione è caduta."

Batchelor guardò gli altri, "Quella figlia di puttana ... non avevo dubbi che se la sarebbe cavata."

"Comincio a pensare che quella donna possa scendere all'inferno e tornare per dire che non era di suo gradimento", Noah disse quelle parole come se ci credesse.

"Credo l'abbia già fatto", Batchelor scoppiò in una grossa risata.

"Non vorrei rompere questo idillio, ma avrà fatto quello che doveva fare?"

Batchelor capì che quanto chiedeva Noah non era cinismo, ma il pensiero di un uomo pragmatico e loro lo erano entrambi, sopra a ogni cosa, anche a Lauren.

"Il suo è un messaggio in codice, i due pulcini sono Lauren e la dottoressa Jane Yifei. E ora cerchiamo di ritrovarle."

"Non riusciamo a ricontattarle, ma abbiamo localizzato la chiamata", disse Axel.

"Molto bene, cosa stiamo aspettando?" Batchelor sembrava nervoso.

"Stiamo già andando sul posto, sono a una ventina di miglia da qui."

L'Helicopters sfrecciava a oltre duecento chilometri orari, la destinazione era un punto preciso nel mare aperto, lo stesso che lampeggiava su un display del quadro comandi. L'avrebbero raggiunto in cinque minuti.

-

"Ormai ci siamo, sto rallentando", Axel guardò Batchelor da sopra la spalla. L'aereo era insonorizzato, tutti riuscirono a capire, anche senza cuffie.

"Non vedo nulla", Batchelor era con la faccia appoggiata al grande oblò sulla sua sinistra.

"Non è facile trovare delle persone in mare, se non sono aggrappate a qualcosa che possa rivelarle, oltretutto nel frattempo potrebbero essersi spostate."

"Maledizione! Hanno parlato via radio, devono essere per forza aggrappate a qualcosa. Troviamole! Avete provato a ricontattarle?"

"Di continuo, ma ancora nulla."

"Quello cos'è?"

Un razzo rosso, come sputato dal mare, aveva disegnato una parabola, a poca distanza dall'elicottero.

"Sono loro, vira!"

"Subito!"

"Eccole, ma sono su uno scooter d'acqua!" Noah non riusciva a credere a quello che vedeva.

-

Dal basso Lauren e Jane osservavano quel maestoso velivolo scendere sopra le loro teste. Pur rimanendo a oltre quindici metri d'altezza, l'acqua veniva sferzata dalle cinque immense pale Blue Edge.

Jane abbracciò la compagna, "Grazie, è merito tuo se siamo salve."

Lauren non disse nulla, guardava in alto il verricello che veniva calato sopra di loro, con un'imbracatura appesa al gancio.

"Mettiti questa e agganciati", Jane non se lo fece ripetere.
Lauren afferrò il cavo e alzò in aria una mano, "Tirate."

Le due donne vennero sollevate verso l'elicottero. Quando raggiunsero lo sportellone aperto Jane venne presa da due forti braccia tatuate che la issarono all'interno.

"Miss Jane Yifei, suppongo."

Di fronte a lei un uomo stava sbuffando fumo da un sigaro cubano.

"Lei chi è?"

"Mi conoscono con tanti nomi, ma può chiamarmi Dylan Batchelor."

"Come nome ti starebbe meglio figlio di puttana", Lauren entrò con un salto nell'abitacolo, senza che nessuno la aiutasse.

Batchelor le si avvicinò, "Piacere di rivederti, bambina", la prese a sé e la baciò.

Lauren non oppose resistenza.

Gli altri guardarono perplessi, Noah più di tutti.

"E ora che ne diresti di offrirci qualcosa?" chiese Lauren.

Batchelor allargò le braccia, "Capitano, abbiamo un Blue Hawaiian da offrire alle signore?"

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