Capitolo 90 - Doppio gioco
"Portiamo giù questo uccellino, Noah." Batchelor azionò i flap e cominciò a far scendere l'idrovolante. In poco tempo planò con delicatezza sull'acqua. Lo yacht era fermo a meno di cento metri, volgendo all'aereo il suo lato sinistro e stava calando le ancore. Non molto lontano, semi emersa, si intravedeva la sagoma del sommergibile.
Quando l'aereo fermò la sua corsa spensero il motore, "Prepariamoci."
I due indossarono una muta leggera in neoprene, si infilarono le pinne e presero ciascuno una maschera munita di boccaglio. Niente bombole, solo un coltello Tusk 988 da 150 millimetri.
"Posso sapere dove stiamo andando?" Noah lo disse conoscendo già la risposta.
"Sullo yacht, naturalmente."
"E i ragazzi dell'Helicopters?"
"Arriveranno, magari accompagnati dalla cavalcata delle Valchirie di Wagner."
Batchelor si mise la maschera e si buttò di schiena in acqua, riemergendo poco dopo. Rilasciò il morso del boccaglio, "Tranquillo, non ci hanno mai perso di vista, sanno che siamo ammarati... arriveranno."
Si buttò anche Noah.
L'inglese cominciò a nuotare verso lo yacht, seguito dal compagno.
In pochi minuti raggiunsero il natante, nella parte di poppa. Si issarono lungo una delle scalette del ponte inferiore. Buttarono le pinne sul pregiato teak naturale e salirono verso il ponte di coperta.
Lo yacht non brulicava della solita vita, anzi. Sembrava che tutti fossero scomparsi. I due capirono che a bordo era successo qualcosa, non poteva essere solo il sottomarino a tener nascosto equipaggio e passeggeri.
"Come la troviamo?"
"Lauren? Se ha fatto quello che doveva la troviamo in plancia di comando... andremo là."
"Interessante, ma non potevamo evitare le mute?"
"In queste acque? Meglio averle, brulicano di animaletti pericolosi. Ti ha mai punto una Cubo Medusa? La chiamano anche Vespa di mare. Tentacoli lunghi fino a tre metri, ognuno con mezzo milione di cnidociti pronti a imbottirti di biotossine in grado di ammazzarti in pochi minuti."
"Ok, mi hai convinto."
Batchelor sospirò, "Anni fa fui sfiorato da una sfigatissima medusa mediterranea, mi rimase il segno per diversi mesi."
"Ho detto che mi hai convinto."
L'altro non riuscì a trattenere una risata.
***
Lauren camminava alle spalle di Jack, puntandogli due pistole alla schiena.
Si stavano spostando in direzione del ponte di comando, quando arrivarono videro che il Capitano e l'altro uomo, vi avevano fatto ritorno, rintanandosi nella plancia con gli altri ufficiali.
Con la canna della Smith & Wesson la ragazza bussò al vetro della porta.
"Possiamo entrare?"
Gli uomini all'interno erano disorientati, solo il Capitano sembrava mantenere un certo contegno.
"Su, ragazzi, aprite, tanto ho la chiave ed è bella grossa." Lo disse battendo di nuovo la canna sul vetro.
Il Capitano fece un cenno a uno dei suoi, questi si avvicinò e aprì la porta. Dalla faccia dell'uomo trasudavano gocce di paura.
"Bravo, ragazzo", Lauren squadrò Jack, "Su, entra."
Dalla plancia di comando le ampie vetrate permettevano di avere una visione a 180 gradi. Diverse poltrone, simili a quelle da computer gaming, erano posizionate davanti a una serie di monitor raffiguranti radar, mappe, riprese da telecamere e indicatori di vario tipo. Il piano operativo era un mix di led, manopole, tastiere e joystick.
Lauren si accomodò sulla poltrona centrale e la ruotò in modo da poter vedere tutti gli altri. Impugnava sempre le due pistole muovendole nell'aria come stesse scacciando delle mosche. Gli stracci avvolti sulle sue ferite erano intrisi di sangue rappreso.
Jack era di fronte a lei.
"Che intenzioni ha?" Fu il comandante a parlare.
Lei fece una leggera smorfia, "Aspettiamo."
-
Quando due uomini con muta subacquea irruppero nella plancia, tutti, tranne Lauren, rimasero increduli.
"Tutto okay, baby?"
Lei lanciò la Smith & Wesson a Batchelor che la prese al volo, "Tutto okay, capo."
"Capo? Dopo che ti ho scopato per una settimana su un romantico catamarano, mi chiami solo capo?"
"Non faceva parte della messinscena?"
"E io che credevo fossi sincera."
In quel momento lo sguardo di lui incrociò quello di Jack, "Ma guarda! Il mio vecchio amico!"
Noah, nel frattempo, fece inginocchiare tutti gli altri, facendoli voltare di spalle, "Coraggio, muovetevi e mani dietro la nuca. Non ve le hanno insegnate queste cose nei corsi di formazione?"
Lauren andò incontro all'amico e lo abbracciò, buttandogli le braccia al collo, con la semiautomatica stretta in mano e lo baciò, "Mi sei mancato."
"Anche tu, leprottina."
Noah guardò disgustato, "Ne avrete per molto?"
I due continuarono a baciarsi.
"Qualcuno ha detto qualcosa?" sghignazzo Batchelor.
"Nessuno, è solo il tuo leccapiedi", rispose lei.
L'inglese staccò a fatica la bocca dalla ragazza, "Credo però che non abbia tutti i torti, c'è un sottomarino militare che aspetta di essere congedato, e c'è..."
"... un certo Jack, alias Yuxuan Shentu, da sistemare", concluse lei.
In quel momento Batchelor, lasciata Lauren, si avvicinò all'uomo in terra, la cui faccia era pallida come un lenzuolo bianco, "Non è così, Jack?"
Prima che potesse rispondere un segnale acustico comparve su uno dei radar. Noah si avvicinò e osservò il monitor. "Oggetto in volo in avvicinamento... ha una velocità superiore a 200 km orari."
"Sono i ragazzi dell'Helicopters, saranno qui fra poco. Nel frattempo, prendi contatto con gli indiani."
Noah prese possesso dell'apparecchiatura radio e aprì la comunicazione con il sommergibile.
"Li ho in linea."
"Ottimo, ci parlo io, passami il microfono."
L'altro obbedì.
"Abbiamo preso possesso dello yacht."
"Favorire il codice identificativo."
"Giusto, viviamo in un mondo di codici e password, cazzo, allora... Victor, Tango, Foxtrot, Oscar, Romeo, India."
Dopo una breve attesa, risuonò la voce metallica dello speaker, "Sequenza di codici confermata."
"Bene, allora, ripeto: abbiamo preso possesso dello yacht, potete far scendere il mio team."
"Ricevuto, se non serviamo più possiamo andarcene."
"Ora ci pensiamo noi."
Batchelor tornò a guardare il gruppetto di fronte a lui, "Quanti uomini... pericolosi, ci sono a bordo?" Girò lo sguardo verso Jack.
"Il più pericoloso l'ha ucciso la tua troietta."
"Suvvia... non mi dire che stai ritrovando un po' della tua boriosa strafottenza?"
Il cinese si pentì quasi all'istante di non aver tenuto la bocca chiusa, Lauren, avvicinandosi a lui, lo tirò su di peso per poi cacciargli la canna della pistola in bocca, spingendola fin dentro la gola, "Chi sarebbe la troietta?"
"Su dai, non fare la permalosa, Jack voleva solo scherzare. E comunque sentiamo cos'altro ha da dire."
Il cinese mugolò qualcosa, ma la canna della pistola non lo aiutava.
"Forse dovresti farlo respirare meglio."
La ragazza tolse l'arma dalla bocca dell'uomo, "Parla."
L'uomo tossì ripetutamente e solo dopo aver ingoiato un po' di saliva riuscì a dire le prime parole, "Ci sono ancora una decina dei miei uomini, oltre ai membri dell'equipaggio e... agli ospiti."
"Gli ospiti...", sibilò Lauren, "Intende le sue concubine, tra le quali aveva sbattuto anche me."
"Tu, una sua concubina? Sei piena di sorprese, piccola mia", Batchelor si fece più serio, "E quanto sarebbero pericolosi questi dieci?"
"Si saranno rintanati da qualche parte, non metteranno in gioco la loro pelle per me."
La frase venne interrotta da altre segnalazioni acustiche. Uno dei monitor stava trasmettendo immagini di un gruppetto di uomini vestiti con muta ed equipaggiamento da incursori.
"I nostri ragazzi sul sottomarino sono saliti a bordo dello yacht."
Passarono pochi minuti e due uomini piombarono in plancia.
Un tipo dalla faccia squadrata e il corpo muscoloso si presentò: "Caposquadra Axel, bentrovati."
Batchelor e il nuovo arrivato si salutarono toccandosi con un pugno chiuso, "Sono sempre felice di vedere la tua sporca faccia."
Stessa cosa fece Noah, "Se avessi saputo che c'eri di mezzo tu me ne sarei stato a casa."
L'altro rise di gusto, "E lei chi è?"
"Una new entry del capo", buttò lì Noah.
"Piacere di conoscerti, bellezza", e anche loro si fecero il saluto col pugno.
"Attento alle dita", gracchiò Noah.
Axel la guardò, "Sei così pericolosa?"
"Solo con i malintenzionati."
"Bene, ora se la finite con tutti queste smancerie riprenderei a lavorare, che ne dite?" Batchelor ostentò un fastidio mal simulato, "Sai già cosa devi fare Axel, proteggerci fino all'arrivo del secondo gruppo, quello che ci preleverà."
"Sentito, ragazzi? Guadagniamoci la paga, via via... e voi tenete questo, vi permetterà di comunicare con il nostro mezzo aereo", l'uomo lanciò una radio trasmittente che Noah afferrò al volo.
Subito dopo i tre uomini schizzarono fuori, raggiungendo gli altri due rimasti all'esterno.
"Bene, e ora facciamo i conti", Batchelor era serio, cosa strana per lui, "Punto uno: dov'è la dottoressa?"
"Nascosta in uno dei due garage, se ha fatto quanto le ho chiesto non si dovrebbe essere mossa da lì", Lauren rispose sapendo quale sarebbe stato il punto due.
"Bene, andremo a prelevarla assieme."
"E ora il punto due: come mai il mio amico Jack è ancora vivo?"
Il cinese impallidì e cercò di dire qualcosa.
"Sto forse parlando con te, Jack?"
Batchelor guardò Lauren, la quale sapeva benissimo quanto lui fosse pazzo, ma allo stesso tempo intransigente.
La risposta di lei non si fece attendere, "In questo momento ci serve più da vivo che da morto."
L'inglese si avvicinò all'armatore, "Sentito? Pare che tu sia diventato improvvisamente utile e...", girò la faccia verso la compagna, "... illuminami, a cosa ci servirebbe, il nostro Jack?"
"Quando l'ho trovato sapeva benissimo che ero lì per ucciderlo... qualcuno ci ha tradito."
Batchelor si fece scuro in volto.
***
Sorseggiando del bourbon, seduto sulla poltrona centrale della plancia, Dylan Batchelor era come se aspettasse qualcosa. Jack era di fronte a lui, in piedi, affiancato da Noah. Lauren controllava gli ufficiali ancora inginocchiati.
Il rombo delle pale di un elicottero si fece via via più intenso. Senza nessuna comunicazione cominciò a scendere sulla piattaforma di atterraggio, sul ponte superiore dello yacht. Le immagini erano ben visibili sui monitor.
"Metti qualcosa su quelle ferite, baby."
"Lo farò, sono solo graffi."
"Ok, e ora sentiamo cos'hai da dire, Jack. Vedi, amico mio, questa cazzo di muta mi sta provocando un caldo insopportabile, cerca di non farmi perdere troppo tempo."
Yuxuan Shentu sapeva che non avrebbe avuto alcuna possibilità di sopravvivere, nemmeno se avesse collaborato, ma sapeva anche che c'erano molti modi di morire.
La sua voce sembrava rassegnata, "Mi è stato detto che saresti venuto per uccidermi."
"Chi?"
"La stessa persona che ti ha ordinato di farlo."
Batchelor rimase impassibile, ma la cosa l'aveva colpito. Se quanto sentito fosse stato vero, non solo quella donna aveva fatto il doppio gioco, ma aveva anche smascherato Lauren e questo non capiva come potesse essere avvenuto. L'identità della ragazza era stata tenuta nel più totale segreto, nemmeno Noah ne era stato messo al corrente.
"Cosa ti ha offerto?"
"La vita."
L'inglese scoppiò in una risata, "Il valore della tua vita negli ultimi tempi si è leggermente svalutato, direi che vale meno di uno degli strofinacci che usano per pulire il ponte. Cos'altro?"
"Soldi... il pagamento di ciò che mi spettava."
L'altro sbuffò, era la stessa promessa che era stata fatta a lui.
Perché la grande puttana ha improvvisamente cambiato le carte? Il suo cervello stava cercando di elaborare tutti i dati. C'era qualcosa che non quadrava. Poteva accettare l'idea che lei volesse fregarlo e farlo fuori, ma non certo per lasciare in vita Jack!
Batchelor cominciò a sentire una sensazione molto forte, quella sensazione che spesso percepiva nei momenti di maggior pericolo. Era qualcosa di strano, un misto di adrenalina e di paura, ma anche la consapevolezza che tutto stava diventando più chiaro, come quando si diradano le nebbie e lasciano vedere pericoli che prima non si potevano immaginare.
Corse ai monitor e fissò i radar.
Era ancora ben visibile il sottomarino, che nel frattempo si era allontanato di mezzo miglio per poi rimanere di nuovo immobile.
Un dubbio atroce gli pervase il cervello.
Perché è ancora lì? L'Helicopters è atterrato e abbiamo lo yacht, non c'è più bisogno di loro.
"Qui ACH160, aspettiamo indicazioni." Dall'elicottero avevano riaperto le comunicazioni.
Pochi istanti dopo un segnale acustico fece sobbalzare tutti e dal radar comparve un simbolo luminoso che lampeggiava.
Batchelor premette il pulsante che attivava il microfono, "Decollate immediatamente! Subito, maledizione!"
Guardò Lauren e poi cercò lo sguardo degli altri, "Hanno lanciato un missile dal sottomarino! Fuori di qui!"
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