Capitolo 72 - Codici prima di cena
La mattina era già inoltrata quando Lauren entrò nella camera di Jiao. Come la volta precedente la vide distesa sul letto, nuda.
Seratona anche ieri, disse tra sé, prima di tirarle un piede.
"Cosa c'è? Voglio dormire."
"Sono io, bambina."
"Tu chi?" La ragazza alzò lo sguardo, "Ah, sei tu."
"Era quello che avevo detto", sorrise Lauren. "Colazione assieme?"
"Lasciami dormire, ho sonno."
"Ok, ma... vorrei chiederti un favore", sussurrò la frase nell'orecchio di Jiao, "Posso prendere il tablet? Volevo rivedere i filmini di ieri."
"Prendi quello che vuoi, ho sonno, lasciami dormire."
"Grazie, bambina."
Lauren non ci mise molto a trovare l'iPad e portarselo in camera.
Non aveva nessun blocco, attivò la rete Wi-Fi e inserì la password che aveva carpito a quella specie di maniaco sessuale. Sapeva di averla vista giusta, era troppo banale: 123456.
Infatti, era quella.
Idiota! L'avrei potuta scoprire senza nemmeno spiarla, pensò.
Dal browser Safari si collegò a un sito web a connessione protetta.
Inserì le credenziali.
Bene, pensò, Ora posso vedere il log history dei miei giocattolini.
Sul tablet comparve una lista di messaggi con data e ora di invio, la scorse in avanti.
...
2020-03-02 10:15:03 AM GPS signal transmitted
2020-03-02 11:15:03 AM GPS signal transmitted
2020-03-02 12:15:03 PM GPS signal transmitted
2020-03-02 01:15:03 PM GPS signal transmitted
2020-03-02 02:04:34 PM message received: "H3 K2 Jane Yifei"
2020-03-02 02:04:35 PM message received: "Y3 Jack"
2020-03-02 02:15:03 PM GPS signal transmitted
2020-03-02 03:15:03 PM GPS signal transmitted
...
I primi messaggi erano la conferma che il segnale GPS dello yacht veniva trasmesso a intervalli di un'ora. Tra questi però, ve ne erano alcuni diversi, ma con codici che lei conosceva bene:
H3 significava trovare, K2 mettere in salvo e Y3... preparati a uccidere, quindi i messaggi erano:
Trova e metti in salvo Jane Yifei
Preparati a uccidere Jack.
Preparati a uccidere Jack..., la frase le attraversò la mente, "Ti sta andando bene, Jack, non è ancora arrivato il tuo momento... per ora."
Fece il logout dal sito, cancellò i cookies e la cronologia e dissociò la rete Wi-Fi, poi chiuse l'iPad.
Ora sapeva cosa avrebbe dovuto fare.
-
Tornò nella camera di Jiao per riportarle l'iPad, lei era ancora distesa sul letto.
Meglio così, pensò.
Se ne stava andando quando sentì la voce della compagna, "Allora? Questa colazione?"
"Ti sto aspettando, bambina."
"Arrivo." Jiao si alzò, fissò per un attimo Lauren e poi si avviò verso la porta.
"Non ti dai una rinfrescata?"
"Chissenefrega, farò un bagno in piscina."
-
A colazione Jiao fece le sue scelte: ordinò un Kir Royal, un qualcosa con nove parti di Champagne e una di Crème de cassis, tutto guarnito con ribes rosso.
Lauren preferì evitare cose alcoliche, "Per me quello che ho preso ieri."
"Il cocktail di succhi?" Il barista lo disse in modo abbastanza irriverente.
"Se ti piace chiamarlo così."
"Agli ordini, madame."
In poco tempo le ragazze si stavano gustando i loro drink.
Il bar si affacciava sulla parte aperta del ponte tre. Il mare davanti a loro era splendido, solo un po' increspato. Potevano fingere di essere in una crociera e forse Jiao non stava nemmeno fingendo.
L'atmosfera rilassante, tuttavia, durò poco. Alcuni uomini si avvicinarono alle ragazze e la croce tatuata sulla fronte di uno di loro, ricordò a Lauren quanto le fosse già noto.
Il tatuato la squadrò, "Nel pomeriggio il capo ti degnerà di un po' di attenzioni."
Jiao, ancora intronata, si eccitò subito, "Non vedevo l'ora."
L'uomo con la croce la raggelò, "Parlavo solo a una persona e non eri tu."
Poi si voltò di nuovo verso Lauren, "Nel pomeriggio passeremo a prenderti."
Senza dire altro se ne andarono.
"Uffa, hai tutte le fortune", miagolò Jiao.
"Non mi dire", ribatté sarcastica Lauren.
"Evidentemente gli piaci."
"Forse ama le novità e io sono una novità."
"Sai che forse hai ragione? Quanto vorrei essere intelligente come te."
Lauren si limitò a guardarla increspando appena le labbra, non era un'espressione compassionevole, ma poco gli mancava, "Non ci devono essere molte novità da queste parti." Stava provando a gettare un'esca.
"E sì, se ci penso, non ne trovo molte...", Jiao stava ancora sorseggiando il suo Kir Royal, "La novità più recente sei stata tu", smise per un istante di parlare ma poi riprese, "Prima di te, però, c'è stata una novità."
"Quale?"
"È comparsa una donna."
Bingo, pensò Lauren, "Un'altra giovinetta per i sollazzi di noi-sappiamo-chi?"
"No, no", Jiao si mise a ridere, "Questa era fuori target, già tu...", e tornò a ridere.
Lauren non voleva fare troppe domande, voleva che fosse l'altra a parlare, l'avrebbe accompagnata.
La ragazzina continuò, "L'hanno messa nella zona delle cabine chiuse."
"Le cabine chiuse?"
"Sì, non lontano dalle nostre, nel lungo corridoio, dove c'è l'atrio degli ascensori... proseguendo ci sono altre camere. Lì però non si può andare. Ci sono sempre due uomini piazzati sul passaggio, e gli ingressi sono chiusi."
"Come lo sai?"
"Me l'ha detto Qiu... lui è una delle guardie", Jiao lo disse con un tono d'orgoglio.
"Un incarico importante", sorrise Lauren, "Quindi la tengono segregata lì?"
"Credo di sì, non l'ho mai vista in giro, l'ho vista solo quando la stavano portando là."
"Magari è un bocconcino prelibato e la tengono nascosta come si fa con le cose preziose."
Jiao si mise a sorridere.
"Che hai?"
"Niente... ridevo per il bocconcino prelibato."
"Ti fa ridere che una possa essere un bocconcino prelibato?"
"Mi fa ridere che tu lo dica, non è affatto un bocconcino prelibato... te l'ho detto è fuori target, in altre parole è vecchia."
"Vecchia?"
"Beh, non una vecchiaccia, ma è vecchia... è più vicina ai quaranta che ai trenta, magari ai tempi era anche carina, in parte lo è ancora, ma è vecchiaaa... e a lui non piacciono."
Jiao fissò per un attimo la compagna, "Già tu, sei quasi una fuori quota."
"Me l'hai già detto, più di una volta, ma lui... pare voglia me."
La ragazzina fece un broncio, senza provare a nascondere il suo disappunto.
"Scherzavo bambina, dai, se ti diverti a offendere devi prepararti anche a riceverle, le offese."
Deve essere lei: Jane, pensò Lauren. "Sai come si chiama?"
"No, non ne ho idea, ma cazzo te ne frega?"
"Così... per sapere."
Saprò presto se è lei, fu il pensiero dell'altra, ma subito ne passò un altro nella sua testa, Ora devo preoccuparmi del tipo che mi ha tenuto al fresco in quella ghiacciaia.
-
Quando Lauren si trovò di nuovo di fronte a Jack pensò a quanto sarebbe stato facile ucciderlo, ma non era ancora venuto quel momento.
L'avevano preparata come una geisha e lei non sopportava di essere imbellettata e profumata, soprattutto da altri.
Si trovava nella suite di Jack, al ponte cinque. Le guardie l'avevano lasciata sola, ma era ragionevolmente certa che fossero negli immediati dintorni. Jack amava la sua intimità e, cosa ancora più interessante, stavano sottovalutando quanto lei fosse pericolosa. Non escludeva, comunque, la presenza di qualche microtelecamera che riprendeva tutto.
Jack era a tavola e stava mangiando, in effetti l'orario era quello della cena e Lauren capì di avere un certo appetito.
"Tu sei la nuova vero? Mi sembra che ci fossimo già conosciuti."
Certo che ci siamo conosciuti, cazzutissimo impotente. Lei giunse le mani e chinò il capo, "Sono io, signore."
"Come hai detto che ti chiami?"
"Sasithorn."
"Ora ricordo", l'uomo parlava con la bocca piena, "Luna, in thai", sbiascicò le parole mentre addentava una coscia di piccione al pepe kampot, insaporita da pomodorini confit.
Divorata la coscia si ripulì la bocca con le dita.
"Vieni pure al tavolo."
Lauren si avvicinò a una delle sedie.
"Ferma!"
Lui la squadrò in malo modo. "Non ti hanno ancora detto come devi comportarti?"
"Sì, signore, me lo hanno detto."
"Bene, e cosa ti hanno detto?"
"Che a cena devo sedermi a tavola solo se il signore lo vuole."
"Ci mancherebbe che una delle mie puttane si metta seduta senza invito. Che altro?"
"Che sotto l'abito di lino non devo avere nulla."
"Che altro?"
Lei cominciava a innervosirsi e non sapeva che altro avrebbe dovuto o non dovuto fare.
"Ho capito, le solite invidiose non ti hanno detto tutto, sperando che io me la prendessi con te." La guardò come si guarda una bambina che ha combinato una marachella.
"Voglio essere tenero e ti dirò io, la regola che non ti hanno insegnato."
Lauren intravide nello sguardo di Jack una luce bramosa di cose proibite e questo non la tranquillizzò.
Jack scandì le parole: "Quando sarà autorizzata, la donna si potrà avvicinare al tavolo, lentamente, e fermarsi a un metro, dovrà poi lasciare cadere l'abito a terra, sempre mantenendo gli occhi rivolti in basso. Solo quando sentirà la frase 'Ora puoi sederti', potrà alzare il capo e accomodarsi."
Tutto qui? pensò lei sarcastica, Bastava dirlo subito, gran pezzo di merda.
Due donne, che evidentemente non dovevano sottostare a quel protocollo, si diressero alla tavola. Tenevano entrambe il capo chino, una delle due portò via le stoviglie dal tavolo, subito rimpiazzate con quanto presente nell'ampio vassoio portato dall'altra ragazza.
Jack intinse la forchettina in quello che era fegato di pollo al semifreddo di zucca, accompagnato da fette di mela smaltate con sciroppo d'acero.
"Avvicinati", lo disse, anche questa volta, con il cibo in bocca.
Lauren si avvicinò col capo chino e quando fu a un metro dal tavolo si lasciò scivolare di dosso il vestito, rimanendo nuda davanti a Jack.
L'uomo la osservò con attenzione.
"Ora puoi sederti."
Lei fece quanto gli era stato chiesto.
"Hai fame?"
Ne aveva, ma avrebbe rinunciato volentieri a banchettare con quell'uomo, pensò, tuttavia, che fosse il caso di assecondarlo.
"Sì, signore."
"Tieni."
Jack prese con le mani il semifreddo già assaggiato e glielo posò davanti, "Mangia."
Lauren si chiese se avesse dovuto usare le mani, ma non vide posate davanti a lei.
Prese con una mano il semifreddo e se lo portò alla bocca. Ne addentò un pezzetto, scoprendo che tutto sommato non era male.
"Forse non hai capito che non ha importanza che tu mangi o no... mi interessa come mangi."
Ecco dove stava la fregatura, pensò la donna, il porco vuole che faccia qualche giochino col cibo. Va bene, allora giochiamo.
Lei mise in bella mostra la lingua e si ripassò più volte le labbra, poi prese di nuovo il semifreddo con una mano mentre con l'altra si avvicinò alle sue parti intime.
Jack cominciò a sudare, "Brava, è così che volevo... continua."
Lo disse quasi con un grugnito.
Lauren si chiese se avesse dovuto dare più enfasi all'azione di degustazione o a quella di autoerotismo, ma in breve tempo capì che a Jack importava poco di quello che lei stesse facendo.
L'uomo si stava masturbando e aveva l'impressione che non la guardasse nemmeno. Lei si gustò con tranquillità il semifreddo. La fine del suo pasto coincise con la fine delle pratiche di Jack.
Aspettava solo un nuovo ordine, sperando che non ci fossero altri giochetti.
Jack era spossato e sembrò accorgersi per la prima volta della presenza della donna.
"Che fai ancora lì, vattene via, puttana."
Sentilo, il vecchio maiale. Lauren si alzò, raccolse l'abito e se ne andò, fottendosene di qualsiasi altro protocollo.
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