Capitolo 5 - L'incidente
Primavera 2019 - BSL-4 del Settore H
Istituto di Virologia – Wuhan
Tien Yan infilò le mani nella gabbia, avvolte da doppio guanto. Il roditore, un comune porcellino d'India, si aggirava tranquillo in quello che ormai era diventato il suo spazio da diverse settimane.
"Vieni piccolino, fatti prendere", la visiera gli si appannò leggermente.
"Ecco bravo, mi sembri in perfetta forma", l'uomo riuscì ad afferrare l'animaletto che venne poi deposto in una mini-gabbietta.
La siringa era già stata preparata ed era sul bancone in acciaio, appoggiata ad alcune garze.
Yan si spostò trascinando il tubo che trasmetteva aria alla sua tuta protettiva a biocontenimento fino a prendere la siringa. La impugnò saldamente, con la mano tenne ferma la cavia e si preparò a fare l'iniezione.
Accostò lentamente l'ago all'animale. Il porcellino d'India emise un verso stridulo e divincolandosi affondò i piccoli denti nel guanto dell'uomo. Il morso non provocò alcuna lacerazione, ma colse di sorpresa Yan, che riuscì a conficcarsi la siringa nella carne, trapassando il doppio strato di guanti. Senza rendersene nemmeno conto, aveva premuto il pistone, iniettandosi alcuni millilitri di sostanza.
Un urlo gli uscì istintivamente anche se il dolore fu quasi inesistente.
Università di Wuhan - Studio del rettore
due settimane dopo
Il rettore Ma Dong stava riempiendo d'acqua la teiera per il consueto tè del pomeriggio.
Seduto alla scrivania, osservò l'infuso dal colore borgogna scendere nella tazza. Amava il gusto morbido e legnoso del Puer, un tè invecchiato e fermentato.
Ma Dong fissava quel liquido fumante, come rappresentasse tutti i mali del mondo.
Il bussare alla porta lo fece tornare in sé.
Chen Lim, direttore dell'istituto di Virologia di Wuhan, entrò senza attendere il permesso.
"Siediti pure", disse il rettore senza guardare in faccia l'uomo appena entrato.
"Sto in piedi, e non ho voglia di bere tè."
"A dire il vero nemmeno io", Ma Dong guardò negli occhi Chen Lim, "Il ricercatore è morto?"
"Sì."
"Lo immaginavo, non saresti venuto qua personalmente. Pericoli?"
"Una cosa buona che ha fatto è stata seguire il protocollo facendo un minimo di profilassi, isolandosi subito e raccontando tutto."
"Ci mancherebbe altro."
"Non era scontato. Molti, presi dal panico, avrebbero potuto fare altri danni."
"Diamogli una medaglia allora."
"Senti, è stato un incidente e questo progetto non mi è mai piaciuto, anzi voglio essere ancora più chiaro: voglio uscire da questa storia."
Il direttore dell'Istituto si avvicinò al rettore e si chinò verso di lui, tanto che l'altro preferì mettersi in piedi.
Chen Lim avvicinò la testa fino a pochi centimetri da quella di Ma Dong e con voce roca ripeté "Voglio uscire da questa storia."
La risposta del rettore sembrò più un lamento, "Ormai è tardi."
"Non è mai tardi per fare una scelta giusta."
"Non ce la lascerebbero fare."
Il direttore dell'istituto di virologia sperava di sentire una risposta diversa, allontanò il suo viso dall'altro e abbassò gli occhi, "Credi che ci ucciderebbero?"
Sul volto del rettore Ma Dong comparve la stanchezza dei suoi anni, passati a donare tutto se stesso ad un'università prestigiosa. Ora stava per perdere tutto, "Se ci uccideranno? È possibile. Ma qualcosa dobbiamo fare."
Chen Lim cercò parole che non aveva.
"Proviamo a parlare con loro", Ma Dong sembrava aver ripreso un po' di coraggio.
"Sei sicuro?"
"Forse non è così tardi come può sembrare."
"È già morta una persona, credo sia ormai tardi."
"Non abbiamo scelta, se vogliamo cambiare le cose."
Chen Lim sospirò, "Che sia, parliamo con loro, dobbiamo anche informali della novità."
***
Jack era il nome con cui si faceva chiamare l'uomo che sembrava essere al centro del progetto. Il direttore dell'istituto di Virologia e il rettore dell'università di Wuhan avevano avuto i primi incontri con lui sul suo yacht attraccato al porto di Tsingtao. Nelle varie occasioni il panfilo aveva preso il largo spostandosi dal Mar Giallo al Mar Cinese Orientale.
Essi avevano creduto che il progetto, pur essendo molto riservato, potesse essere d'aiuto sia alla scienza medica che alle rispettive istituzioni che rappresentavano. La lauta gratifica aveva fatto il resto.
Il nuovo incontro tra i tre questa volta fu in video conferenza.
Un uomo dalla faccia scavata e dall'espressione dura comparve sul video nello studio del rettore Ma Dong.
"Buona giornata signori."
"Buona giornata Jack."
"Il fatto che abbiate saltato i consueti canali di comunicazione mi deve preoccupare?"
Ma Dong e Chen Lim si guardarono quasi per farsi coraggio, poi prese la parola il rettore.
"Abbiamo una notizia non buona. Un addetto alla ricerca si è infettato per un intervento maldestro ed è morto poche settimane dopo."
"Se fossi di buon umore potrei vederla come una buona notizia, si vede che il virus funziona, peccato che io non sia di buon umore."
Un brivido scosse la schiena del direttore.
Jack continuò, "Immagino ci sia altro."
"Sì, c'è dell'altro", Ma Dong, forse per l'età, sembrava essere il più tranquillo dei due, "Vorremmo saperne di più, per fare delle scelte."
Jack si alzò da dove era seduto, tanto da scomparire in parte dall'inquadratura della camera. Ma fu solo per poco, la sua faccia riempì subito lo schermo, deformata dalla troppa vicinanza all'obiettivo.
"La scelta l'avete già fatta ed è irreversibile", disse con voce cavernosa.
Fece una pausa come per sincerarsi che il messaggio fosse arrivato chiaro e forte. "E altri dettagli, per ora, non possono essere svelati. È chiaro?"
I due si guardarono nuovamente, "Poi un cenno di capo fece intuire che avessero inteso."
"Non ho capito bene."
È chiaro, Jack", disse Ma Dong fissando il collega che subito, a sua volta ripeté la stessa frase, ma che dentro di sé aveva pensieri ben diversi."
Quando Jack chiuse il collegamento prese la camera e la scagliò contro la parete frantumandola.
"Maledetti incompetenti, stanno rischiando di mandare tutto a rotoli."
Alle sue spalle un uomo immobile lo guardava con occhi inquietanti simili a quelli di un serpente.
"La creazione del vaccino non è prossima?"
"No, per niente, siamo in alto mare. E questo è un problema, un grosso problema. Ormai siamo agli sgoccioli."
"Per l'impegno con l'Organizzazione?"
"Esatto, ci sono passi chiari da rispettare, in questa fase il nostro compenso sarebbe solo una miseria."
Jack si versò un goccio di whisky.
"La possibilità di una proroga?"
"Non ne hanno l'interesse, alla scadenza dovremmo dare loro tutto quanto abbiamo, compresi i risultati delle ricerche e in base a questi risultati ci daranno quanto ci aspetta. In sostanza non ci conviene nemmeno trattenere qualcosa su quanto scoperto per il vaccino. Più diamo loro più guadagniamo, ma sarebbero solo spiccioli, confrontati con la somma finale promessa. Quella baldracca è stata chiara."
"Già, un modo per toglierci dai piedi ed appoggiarsi a qualcun altro."
"Sarebbe una beffa, siamo solo a pochi mesi dall'obiettivo."
L'uomo dagli occhi di serpente assunse un'insolita aria meditativa che non gli si addiceva.
"Forse una strada per accelerare i tempi c'è ma è rischiosa."
"Ormai siamo nella merda totale, sentiamo, cosa suggerisci?"
L'altro era un uomo più abituato all'azione che ai ragionamenti, ma in questo caso la sua idea nasceva proprio perché era uomo d'azione.
"Cambiamo le carte in tavola, cioè le condizioni attuali. Facciamo saltare il mazzo."
"Spiegati meglio."
"Corrompiamo uno dei ricercatori, tramite un'entità esterna, ovviamente non riconducibile a noi, e gli facciamo trafugare il virus."
"Continua."
"Poi lo neutralizziamo. Davanti all'Organizzazione appariremo come quelli che hanno rimesso le cose a posto, ma la situazione sarà cambiata."
"In che senso?"
"Che il virus sarà uscito dai laboratori e quindi, potenzialmente si è potuto diffondere."
Jack si portò una mano al viso e cominciò ad accarezzarsi il mento, stava cominciando a capire.
"In questo modo l'Organizzazione non avrebbe più il tempo per scaricarci e sostituirci con un altro gruppo, ma sarebbe costretta ad appoggiarsi ancora ai nostri laboratori. E noi potremmo sperare di trovare questo maledetto vaccino nei prossimi mesi."
"Esatto, non avrebbero altra scelta."
"Un piano diabolico, che mi stupisco sia uscito dalla tua mente, ma a ben pensarci tu sei un uomo diabolico", Jack guardò l'altro con ammirazione, ma ancora diverse cose non lo convincevano.
"E se il virus si espandesse veramente?"
"Credo sia un rischio accettabile, non penso sia facile diffonderlo, andrebbe deliberatamente buttato in giro e non credo che una persona incaricata di trafugarlo lo voglia fare."
"Ma se succedesse?"
"Immagino che si creerebbero alcuni focolai destinati a morire prima di diffondersi, come succede continuamente in tutto il mondo."
"Non sei un virologo, cosa ne sai."
"Ho visto più virus io di tutti i virologi che lavorano per noi."
Jack continuò a passarsi la mano attorno al mento.
"Un'altra cosa: e se quelli dell'Organizzazione la prendessero male?"
"La prenderanno sicuramente male, ma non avranno altra scelta se non quella di continuare con noi."
Ora Jack si stava passando la mano sulle mascelle, "Trova il soggetto idoneo."
>>> Continua... >>>
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