Capitolo 23 - Il prezzo del contagio
Due uomini dai tratti asiatici entrarono nello studio di Jack e depositarono un contenitore su un tavolino. Si trattava di un frigo portatile per sostanze patogene, munito di batteria.
Sorrise, mentre guardava ammirato quell'oggetto. "Questo è lui: contiene un numero adeguato di fiale dove è stato isolato il nostro amichetto. Oltre ad altre fiale con il prototipo del vaccino. E questa...", estrasse dalla tasca una chiavetta USB, "è tutta la documentazione a corredo."
Batchelor prese la chiavetta, "Molto bene, se non vi dispiace andiamo sul catamarano e controlliamo subito; se sarà tutto ok torniamo... e ci prendiamo anche il cestino della merenda. Può andare?"
"Può andare, ma se preferite potete visionarli anche da qua, vi metto a disposizione un notebook."
"Non voglio solo analizzare i dati, li devo mandare come antipasto al nostro committente, e tu sai quanto abbia un brutto carattere."
Nella mente di Jack si materializzò il volto della donna che gli aveva commissionato il progetto ed ebbe un brivido.
Lord Bat riprese la parola, "L'anticipo in oro è lì che aspetta."
L'altro continuò a rimanere in silenzio.
"I dati, senza virus e vaccino, valgono molto meno di duecento chilogrammi di oro e, per quello che ne so io, nelle fiale ci potrebbe essere acqua dell'oceano indiano."
Un lungo silenzio si interpose tra i due, rotto, infine, dalle parole del cinese.
"Mi sembra una proposta ragionevole", il cinese fece un cenno a Snake che si avvicinò alla porta dello studio, l'aprì e si mise di lato.
"Vi aspetto... tornate presto."
Furono di nuovo sul catamarano, sorvegliati dal solito energumeno che li aveva prelevati la prima volta.
Batchelor scaricò i dati su un computer portatile e fece un rapido controllo, "Ok, ok... mi sembra tutto a posto."
Aprì un'applicazione, caricò i file e lanciò un upload.
Attese dieci interminabili minuti, poi arrivò la risposta.
"La magia della connettività satellitare! Siamo a posto amico, possiamo tornare sulla bagnarola."
Noah e Batchelor seguirono il loro accompagnatore e l'inglese non riuscì a trattenere una battuta: "Voi due sareste una coppia fantastica, vi assumerebbero senza esitazioni come guardie notturne al cimitero."
In quel momento comparve la ragazza assonnata, era appena uscita dalla sua cabina.
"Tu stai qua ancora per un po'... paparino torna subito", l'uomo che si faceva chiamare lord Bat parlò in lingua thai.
Salirono tutti e tre sul tender che li avrebbe portati al panfilo.
Tornati nello studio scoprirono che il proprietario dello yacht non era più solo, ma aveva la compagnia di una donna; era occidentale, ma vestiva abiti orientali.
"Devo dire che i tuoi gusti in fatto di donne non sono affatto male, caro Jack."
Il cinese fece un cenno e la donna uscì senza dire una parola.
"Tutto a posto, lord Bat?"
"Tutto a posto."
"Molto bene, allora possiamo travasare l'oro dalla barca?"
"È un catamarano, Jack, un catamarano, un ottimo catamarano a cui non manca nulla... tranne l'oro."
"Come? Non avete l'oro? Ma non avevate detto..."
"Che avevamo l'oro, ma non ho mai detto che era sul catamarano."
Jack fissò il suo interlocutore, le sorprese non gli piacevano e il suo ospite ancor meno, "Dov'è il mio oro?"
"Tecnicamente non sarebbe ancora tuo, ma... cosa diceva il vecchio saggio orientale? Aspetta... Un momento di pazienza può scongiurare un grande disastro. Un momento di impazienza può rovinare una vita intera?" Il sorrisetto di Batchelor divenne ancora più beffardo.
Il cinese stava sudando e la sua pazienza era ai limiti, a un suo gesto Snake avrebbe estratto entrambe le armi dalle fondine ascellari, ma quell'uomo di fronte a lui sembrava bearsi di come si era messa la situazione. Dal canto suo, Noah, sembrava come al solito impassibile, si era solo raccolto i lunghi capelli nel codino.
"Tranquillizzati, Jack, stiamo arrivando al dunque." Guardò il suo Audemars Piguet sportivo, "Vediamo... vediamo, dovrebbero mancare pochi secondi."
Il cellulare di Snake vibrò, lo prese e rimase per un attimo ad ascoltare qualcuno al di là della linea.
L'uomo dagli occhi di serpente fissò i due occidentali, "Saliamo tutti in coperta, voi due davanti... subito."
"Deve essere arrivato", ridacchiò Batchelor.
Uscirono in fretta dallo studio.
"Cosa succede?" Vomitò il cinese, stanco delle continue sorprese.
"Non agitarti, è in arrivo il tuo oro."
Forse fu la parola oro a far cadere le ultime perplessità di Jack, perché subito cambiò espressione.
Sul ponte il frastuono di un elicottero sovrastava qualsiasi altro rumore. Un Airbus Helicopters ACH160 si librava nel cielo cupo, a poche decine di metri di altezza, immobile come un rapace pronto a colpire.
"Di' ai tuoi uomini di stare tranquilli e di illuminare il punto di atterraggio", urlò Batchelor.
Nel buio della notte non era facile vedere i dettagli, né tantomeno ammirare le linee morbide e moderne di questo bimotore ad ala rotante.
Diversi uomini erano comparsi sulla coperta del ponte di prua.
L'aeromobile non si mosse.
"Jack, te lo ripeto, di' ai tuoi uomini di illuminare il punto di atterraggio, se non vuoi rischiare di perdere subito dieci milioni di dollari."
L'altro annuì con quello che sembrava un ufficiale, il quale si mosse subito impartendo ordini ad altri uomini. In poco tempo, sul ponte di coperta a prua, si materializzò una grande H illuminata dai fari a led integrati sulla tolda.
Batchelor prese il suo telefono satellitare, "Potete scendere, ragazzi."
L'elicottero, che non portava nessun codice identificativo, iniziò la sua manovra di discesa. Il rumore sembrava meno forte di quello iniziale, quasi ovattato. In poco tempo i pattini del bimotore si posarono dolcemente a terra.
Tutt'attorno si creò un cordone di uomini, molti dei quali con le armi in pugno.
"Jack, amico mio, di' ai tuoi uomini di rinfoderare gli artigli, prima che qualcuno si faccia male."
I due grossi motori a turbina rimasero accesi, mentre le pale continuavano a fendere l'aria a velocità ridotta.. Dai vetri oscurati non si intravedeva nulla.
"Coraggio, Jack, la mia pazienza ha un limite."
Il cinese guardò Snake che alzò il braccio sinistro aprendo il palmo della mano. Era un chiaro segnale militare per dire di star fermi. Con un nuovo gesto fece metter via le armi.
"I vetri dell'ACH160 sono blindati, soltanto missili anticarro li potrebbero sfondare e... puntato contro di te, Jack, c'è un giocattolino dal calibro di 30 mm. Direi che avete fatto la scelta giusta."
Batchelor e Noah si fecero largo tra gli uomini davanti a loro, i quali si scansavano al loro passaggio quasi intimiditi. I due arrivarono di fronte all'imponente mezzo aereo.
Dopo pochi istanti una delle porte venne aperta, scese un uomo con pantaloni e canottiera MTP e anfibi da assalto.
Si mise di fronte all'inglese , "Tutto bene, capo?"
"Tutto ok, portate fuori la merce."
"Subito." L'altro tornò sull'elicottero e ne uscì poco dopo con una cassetta di piccole dimensioni.
Il contenitore sembrava di acciaio e misurava meno di trenta centimetri di lunghezza, per una larghezza di venti e uno spessore di poco più di dieci, tuttavia i muscoli dell'uomo si contraevano come sottoposti a reggere una forza estrema.
"Dove lo metto, capo?"
"Appoggialo qua."
Il paramilitare posò la cassetta con evidente soddisfazione.
"Ce n'è un'altra... arrivo subito."
L'uomo portò fuori un secondo contenitore.
"Amico mio, puoi controllare che sia tutto ok?"
Il cinese sembrò non credere a quanto vedeva, "Quello sarebbe...?"
"Sono! Duecento chilogrammi in oro purissimo."
Gli occhi di Jack brillarono, come investiti da lampi dorati; fece subito un cenno a due dei suoi uomini indicando le due cassette. "Portatele nel mio studio."
Quello messo meglio fisicamente si abbassò e cercò di sollevare una delle due cassette, ma si rese conto che era molto più pesante di quello che pensava.
"Dategli una mano."
"Non ora, Jack, non ho più tempo da perdere. Ti faccio vedere il contenuto e poi me ne vado. Se preferisci un po' di discrezione, fai sparire la tua ciurmaglia che visioniamo il tuo regalino... se no, fai come vuoi."
L'altro sembrò dubbioso, si voltò verso il suo fedele sgherro e questi impartì subito ordini concitati per far tornare tutti ai loro posti. In poco tempo il ponte di coperta fu deserto, rimasero Jack, la sua inquietante ombra Snake, Batchelor, Noah e il paramilitare in mimetica.
Le pale dell'ACH160 continuavano a sferzare l'aria.
"In quelle due casse ci sono duecento piccoli lingotti d'oro, per un valore di oltre dieci milioni di dollari. Incredibile che due cassettine così piccole pesino così tanto, vero, Jack?"
Gli occhi del cinese brillavano sempre di più.
L'inglese riprese a parlare, "999.9 grammi di oro puro per ogni 1000 grammi di prodotto, in altre parole, oro a 24 carati."
Digitò un codice sul tastierino dello sportello della prima cassetta e alzò il coperchio.
Il contenuto brillò alla luce artificiale dei led.
Batchelor guardò il compagno, "Vai a prendere la ragazza."
Snake sembrò volersi opporre, ma un cenno del suo capo lo dissuase.
L'inglese prese allora uno dei lingotti in mano, "Tieni, guardalo."
Lo sguardo di avidità di Jack, con in mano il piccolo lingotto, diventò più intenso.
Batchelor aprì anche la seconda cassetta.
"Bene, ora fai portare qua l'altro cesto da picnic, quello refrigerato. Scambiamo i regali e noi ce ne andiamo."
Non passò molto tempo, quando due uomini portarono il contenitore delle sostanze patogene. Nel frattempo, arrivò Noah, stava trascinando per mano la ragazza che sbraitava in thailandese come una forsennata.
Appena lei vide Batchelor gli si gettò tra le braccia, "Thī̀rạk, keid xarị k̄hụ̂n." (tesoro, cosa sta succedendo?)
"Thī̀rạk, thī̀ ngeīyb s̄ngb", (tranquilla, tesoro) lui cercò di scrollarsela di dosso.
"Torniamo a noi, Jack; potremo verificare la bontà della tua merce solo fra qualche giorno, mentre tu sai di aver avuto il tuo anticipo... senza fregature. Se tutto andrà bene avrai anche il resto del gruzzolo."
Noah prese il contenitore dalle mani di uno dei due appena arrivati e fece capire al suo capo che doveva salire per primo sull'elicottero.
Lui ignorò l'invito, "Vai prima tu, con la merce, ti seguo subito."
L'altro sembrò contrariato, ma sapeva che non doveva mai discutere con lui.
La ragazza guardava lo sportellone aperto e sembrava disorientata, Batchelor le appoggiò le mani sulle guance e la guardò, "Tu rimarrai qua." Mentre le baciava il collo, le sussurrò qualcosa all'orecchio, infine salì seguito dall'uomo con la mimetica. Per un attimo sembrò che il portone si stesse per chiudere, ma apparve ancora la faccia sorridente dell'inglese.
"Lei è un regalo per te e vedi di meritartelo. Ah, dimenticavo... il numero della combinazione è lo stesso che usi nella cassaforte del tuo studio, quella dietro il quadro con le barche a vela." E terminò la frase con una lunga sghignazzata.
"Pezzo di bastardo", bisbigliò Jack.
L'elicottero aumentò la velocità di rotazione delle pale, stava per decollare e il cinese cominciò a gesticolare.
La ragazza strillava, come in preda a una crisi isterica.
Azionato da un comando elettronico si abbassò uno dei finestrini e ricomparve la faccia sorridente di Batchelor, "Che c'è, Jack?" Urlò dal finestrino.
"E il catamarano?"
"Tornerò a prenderlo... cerca di non rubarmelo."
L'ACH160 era pronto per il decollo.
"Tanti saluti mister Yuxuan Shentu."
Nel sentir pronunciare il suo vero nome, Jack perse quasi il controllo; l'ennesima risata di Batchelor venne divorata dal rumore del rotore che vorticava sempre di più. Il velivolo si staccò dal ponte e si alzò. Il cinese, come in trance, lo seguì per diversi istanti, fino a quando il rumore fu solo qualcosa di ovattato in lontananza. Furono le parole di Snake a farlo tornare alla realtà.
"Quel modello ha un'autonomia massima di 350 miglia, non potrebbe mai arrivare sulla costa, devono avere una nave d'appoggio."
"Oppure devono aver attrezzato un'isoletta per il rifornimento."
"Troppo complicato, inoltre un affare del genere non passa inosservato, mentre un natante, magari un cargo, uno yacht... qua sono la normalità."
"E non sarebbero dovuti comparire sui radar?"
"A 150 miglia da qui? Ammesso che l'abbiano vista, sarebbe stata una delle tante navi."
"E l'elicottero perché non è stato avvistato?"
"Deve aver seguito una rotta che non intersecava la nostra, poi all'ultimo ha virato verso di noi mantenendosi a bassa quota, quando ci siamo accorti... era già qua."
Jack sembrava dubbioso.
"Verifica che sia andata così, e se non lo fosse... fai visitare i fondali al tecnico dei radar. Ma prima metti al sicuro queste cassette."
"Sono persone molto più pericolose di quello che appare", era cosa rara che Snake insistesse in una discussione.
"Lo credo anche io."
"E sono molto furbi."
Il cinese lo guardò in viso, "E molto arroganti, come tutti gli americani."
"Il cosiddetto Tim Clark o Lord Bat, aveva un chiaro accento inglese, non è americano."
L'altro annuì e tornò a fissare il punto in cui l'elicottero era scomparso, inghiottito dalle tenebre.
"Senti i nostri amici che ci hanno fornito le informazioni su di lui e scopri come si sono fatti fregare, voglio sapere la verità su lord Bat, Tim Clark o come diavolo si chiama."
"Rispetteranno i patti?"
Jack fece una smorfia, "Sanno tutto di noi, anche il codice di quell'insignificante cassaforte che ho nello studio, sanno chi sono e noi di loro conosciamo solo menzogne... e ora hanno quello che volevano. Tu cosa credi che faranno?"
"Si terranno il resto dei soldi."
"È possibile, intanto ci hanno lasciato questa elemosina", spostò lo sguardo sulle cassette, "solo per potersene andare tranquilli."
"È anche chiaro perché hanno scelto questi luoghi: avranno protezioni da parte dei tailandesi... opportunamente compensate; la nave d'appoggio potrebbe essere della marina", Jack ascoltò quelle parole e fissò gli occhi inquietanti di Snake, che continuò, "inoltre... non abbiamo rispettato nei dettagli il protocollo."
Jack cercò di inghiottire tutte le sue preoccupazioni.
"Il virus non è rimasto al sicuro, questo era uno dei punti da rispettare; in questo momento è possibile che si sia già diffuso e questo è un problema, non solo per il protocollo, ma per tutti... noi compresi."
Il cinese diventò più cupo, "Tuttavia... abbiamo ancora una carta da giocare, forse potremo negoziare qualcosa."
Snake non capiva a cosa si riferisse.
"La dottoressa Jane Yifei, la virologa."
Ora, anche all'uomo dagli occhi di serpente era chiaro cosa volesse dire.
Jack continuò, "Quella donna doveva far parte del team già dall'inizio, beh, la faremo entrare a partita in corso."
Guardò Snake con un ghigno, "Trovatela! E portatela qua."
L'uomo stava per andarsene, ma venne subito trattenuto, "C'è un'altra cosa... La puttanella."
"La troietta che lord Bat ha mollato qua?"
"Ne conosci altre?"
Snake avrebbe risposto che sullo yacht ne conosceva diverse, ma preferì stare zitto.
"Cosa vuoi che ne facciamo?"
"Devo capire perché l'ha abbandonata qua e dovrò conoscerla, ma solo dopo che si sarà resa presentabile."
>>> continua...>>>
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