Capitolo 110 - Un dolce tramonto

Al largo di Araklı - Turchia
Mar Nero


Il catamarano era ormeggiato a poche centinaia di metri da un isolotto dal nome sconosciuto.

Dylan Batchelor, con occhiali da sole vintage e costume da bagno, si stava godendo il tepore di un sole che era al tramonto.

Una leggera brezza gli scompigliava i capelli.

L'unico rumore percepibile era il lieve sciabordio delle onde contro la parte superiore dei due scafi.

Si trovava in una specie di dormiveglia e fu solo quando Lauren uscì dall'acqua, issandosi sull'imbarcazione, che lui tornò alla realtà.

"Mi hai bagnato!"

Lei era di fronte a lui, statuaria, con addosso una maschera da sub e nient'altro. In una mano imbracciava un fucile subacqueo. Sembrava che in quel corpo Venere e Minerva si fossero fuse assieme.

"Trovato qualcosa per la cena?"

La donna lasciò cadere a terra l'arma e si tolse la maschera, lanciandola addosso a Batchelor, che la schivò ridendosela.

Senza dire nulla lei si girò e si inginocchiò, mettendosi carponi, con il suo magnifico fondoschiena in esplicita evidenza.

In un attimo tirò fuori dall'acqua un retino porta pesci, che prima aveva assicurato a un gancio. "Ecco qua", la ragazza esibì il suo trofeo: un pesce Mormora da quasi un chilogrammo.

"Tutto lì?"

"Cosa volevi? Che ti portassi un tonno o magari uno squalo?"

"Beh, avremmo mangiato per una settimana."

Lauren fissò l'uomo, poi scoppiò a ridere, "Io donna... cacciato, tu uomo... cucinare."

-

Il pesce era stato messo in padella, cotto a puntino e posato su un letto di patate in un piatto da portata. Dylan ci mise sopra un po' di timo, rosmarino e salvia tritati finemente.

Cominciò a servire.

"Il profumo è invitante."

"Vedrai quando l'assaggerai, donna cacciatrice."

Lauren portò alla bocca un pezzetto di pesce, "Non male, sembra una spigola... sfigata."

Dylan alzò gli occhi al cielo e addentò anche lui una porzione.

"Pensavo ne avessi piene le tasche di mare e di barche", lui, mentre parlava, mangiava di gusto.

"Volevo ritrovare l'equilibrio perduto in mare."

"Tu hai perso l'equilibrio?"

"È un modo di dire. E poi sono ancora incazzata per lo scherzo della pistola alla gola."

"Mmh", mugugnò lui, sempre masticando, "Era per farti capire chi porta i pantaloni."

"Ti avevo già mandato a fare in culo?"

"Ne ho un vago ricordo e... ti pregherei di non insistere."

La ragazza girò il capo, "Non mi hai ancora detto dove l'hai recuperato."

"Il catamarano? Ho una compagnia thailandese che mi rifornisce, me ne danno quanti ne voglio."

Lei si mise a ridere, "Compagnie indiane? Niente?"

"Dopo che la loro marina ci ha lanciato due missili da un fottuto sottomarino, ho chiesto di rivedere le condizioni contrattuali."

Lauren abbozzò un sorriso per poi diventare subito pensosa, "Quanto staremo qua?"

"Quanto vorrai, dolcezza. Per un po' volevo togliermi dai coglioni tutto il resto: virus, cospirazioni..."

"Non credo scompariranno."

"No, ma intanto me li tolgo dai..."

"Dai coglioni, ho capito", sorrise lei, "Ora però dimmi cos'hai scoperto."

"Su cosa?"

"Hai capito benissimo, su quella donna. Dovresti parlarmene."

Dylan smise di masticare e bevve un sorso di vino bianco.

"Va bene. Il nome che mi ha dato Andrew Singleton, prima di saltar per aria... Iraida Kryukov, non è il nome della donna che mi ha ingaggiato, sulla quale avevo fatto tutte le mie verifiche. Deve averla uccisa, prendendo poi il suo posto. Ci ha fregato tutti, me in particolare."

"Bella storia..."

"Sai, Lauren, ho passato la vita a compiere intrallazzi per far soldi e ora mi sono ritrovato a combattere qualcuno che potrebbe destabilizzare tutto. Per tutto intendo l'intero sistema, dentro il quale c'è quanto ho costruito per me."

"In pratica hai paura di non riuscire a goderti una tranquilla vecchiaia", fu la risposta caustica e ironica di Lauren.

"Più o meno. E se unisci questo, al fatto che sia lei che Noah mi hanno preso per i fondelli..."

"Povero...", lei gli accarezzò una guancia, per poi baciarlo sulla bocca.

Lui staccò le labbra da lei, "E non è tutto..."

"Cos'altro c'è? Stai forse pensando che quasi volevi uccidere anche me?"

Lui la fissò, "Se avessi voluto ucciderti, saresti morta prima ancora di capirlo."

"Mi piace quando fai il romantico", disse Lauren premendo la lama d'acciaio di un coltello a serramanico sulla gola dell'uomo. "E ora, come la vedi? Sei ancora convinto di quello che hai detto?"

Lui sorrise, "Vuoi che te lo dimostri?"

"Che puoi uccidermi quando e come vuoi?" Lauren ritrasse la lama che si richiuse con uno scatto secco, "Facciamo un'altra volta, magari."

Batchelor non cambiò espressione. "Facciamo che ora siamo pari. Comunque, non sei tu a preoccuparmi, è quella donna. Nasconde misteri inquietanti, qualcosa che va oltre questa porcata del virus."

"Cosa nasconderebbe?"

"Non lo so ancora, ma... lo scoprirò."

"Non cambierai mai. Vuoi andare fino in fondo. La vuoi trovare, vuoi scoprire cosa ha da nascondere e..."

"... E voglio ucciderla."

Lauren non ebbe dubbi, capì che Dylan Batchelor sarebbe vissuto solo per questo.

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