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Guidare era una tortura. Non avrebbe mai pensato che quell'amato rituale potesse trasformarsi in un incubo. Il vento gli tagliuzzava la faccia e bruciava sulle ferite come sale. La sensazione era quella di attraversare un roveto, ma non rallentò. Non poteva prendersela comoda. Per ogni minuto che perdeva, la vita di Red si accorciava.

E se fosse già morto? domandò una voce. Se quello che hai fatto mentre eri svenuto non fosse stato solo un sogno?

Che stronzata, le rispose Ripper, ma il dubbio rimase.

Ammettilo, continuò la voce, piccola sadica dell'inconscio, l'idea che Ryder possa far fuori un vecchietto non ti sorprenderebbe. Anzi, è proprio una cosa che un pazzo figlio di puttana come lui farebbe.

I fari della Fat Boy illuminarono un cartello che raccomandava di tenersi sotto le 100 orarie. Ripper accelerò per un riflesso condizionato, lo stesso che gli imponeva di tirare su il medio quando avvistava un'auto della polizia o di abbaiare insulti contro un motociclista di una banda rivale.

Non ti ho ancora convinto? Okay, accantoniamo l'idea che si sia trattato di una... come vogliamo chiamarla? Premonizione? Una chiamata dall'aldilà? Una specie di interurbana con tanto di addebito direttamente al Vecchio Barbuto? Ebbene, lasciamo da parte quest'idea per un attimo: chi ti dice che, anche se ti fai vivo, Ryder non lo ammazzi lo stesso solo per farti un dispetto?

Ripper tacque. La voce l'aveva incastrato.

Si ritrovò a stringere le mani sul manubrio. Sapeva che la voce aveva ragione su quell'ultimo punto, ma sentiva di non potersi tirare indietro. E non solo perché non aveva la certezza che Red fosse morto, ma anche perché voleva mettere le mani su Ryder e fargliela pagare per lo scherzetto che aveva organizzato. Non credeva a alle premonizioni né che esistesse un aldilà, poi gli tornava in mente il sogno e sorgevano i dubbi. Ricordava ancora tutti i particolari con una chiarezza soprannaturale: il volto di Red, così definito che avrebbe potuto contrarne le rughe; il cielo limpido che faceva male agli occhi; il cartello oltre la barriera tremolante, come un'immagine intrappolata in uno specchio d'acqua increspato dal vento...

Era così concentrato nei propri ragionamenti che quasi mancò il cartello stradale che indicava la svolta. I fari lo illuminarono per un momento. Prima che lo superasse, Ripper riuscì a leggere il nome della città: Arlene. Gli venne in mente che la fattoria era nei pressi di una città che aveva un nome da ragazza. Non ricordava con precisione quale fosse il nome, ma quanti accidenti di posti potevano esserci da quelle parti con un nome da donna?

Svoltò a destra. C'era un binario ferroviario lungo la strada. La Fat Boy sobbalzò nel passare sulle traversine di ferro. Un cartello di legno, bucherellato da fori di proiettile, gli diede il benvenuto.

Ripper entrò in città.


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