7

Buio.

Come la notte.

Come la morte.

Come l'orbita vuota di un teschio.

«Ragazzone. Da questa parte.»

La voce arrochita giungeva dalle profondità di quella fitta tenebra.

«Vieni avanti, non fartela sotto.»

Avanzò nel buio con la sensazione di nuotare in una poltiglia viscosa come la sostanza di cui sono fatti i sogni.

«Stai andando bene», disse la voce.

Rimbombò nel buio, su pareti invisibili. Un puntino bianco, come quello sullo schermo di un televisore quando lo si spegne e l'immagine si riduce a un cerchietto non più grosso del buco del culo di uno scoiattolo, si profilò nella compatta cortina di oscurità. Avanzò guardandolo espandersi come la bocca di una galleria e capì che era la direzione da prendere. Cercò di correre ma non sentiva le gambe: era come se non le avesse attaccate al corpo. D'un tratto comprese, senza sapere da dove gli venisse quell'intuizione, che non c'era nessun corpo. Non stava camminando, stava fluttuando. La mente fluttuava mentre il corpo era ancora sulla Ground Hill.

«Ci sei quasi, ancora un piccolo sforzo.»

Fluttuò avanti mentre il cerchio di luce assumeva le dimensioni della bocca di Dio e si fermò proprio all'ingresso di quella caverna di luce.

«Coraggio. Non puoi arrivare fin qui e fermarti.»

Non voleva andare oltre, ma il suono di quella voce era così confortante che non riuscì a trattenersi.

Entrò nella luce.

Per un attimo il candore di quel bianco lo abbagliò, poi i colori iniziarono ad affluire come se la mano di un abile pittore li distribuisse sulla tela. Il cielo era così azzurro che faceva male agli occhi. Il sole era alto ed emanava un calore che faceva bene all'anima.

«Ce l'hai fatta.»

Si voltò. Red era seduto sotto il portico dell'emporio dove l'aveva incontrato la prima volta. Oscillava su una sedia a dondolo con un sorriso che faceva invidia: era la felicità fatta persona.

«Come ci sono finito, qui?» chiese Ripper e la sua voce viaggiò nell'aria come una melodia.

«A questo ci arriveremo», disse Red e il suo sorriso si ampliò coinvolgendo gli occhi. «Per ora ti basti sapere che sei dove devi essere.»

«Cos'è 'sto posto?» domandò Ripper guardandosi attorno.

«Ha tanti nomi. Puoi chiamarlo Limbo, se ti va.»

«Vuoi dire che...» Non riuscì a terminare la frase.

«Non sei morto, se è questo che stai pensando», disse Red.

«E allora che diavolo ci faccio qui?»

«Attento, al Capoccia non piace che si imprechi in casa Sua, perciò datti una regolata.» Ripper guardò per aria. «Tranquillo, non credo se la sia presa. Mi hanno detto che è di manica larga.»

Red sorrideva e dondolava. Sembrava poter continuare in eterno.

«Red, se questo è un...» Si lambiccò alla ricerca della parola giusta.

«Limbo», lo aiutò Red.

«Se questo è un Limbo...»

«Puoi ballarci su fino alla fine dei giorni», scherzò Red. «È una vecchia battuta che gira da queste parti.»

Allungò un piede in terra per fermare il moto perpetuo della sedia a dondolo.

«So cosa stavi per dire. Credo tu l'abbia ormai capito: non sono mai arrivato a quella fattoria. Non sono neanche uscito da quel sacco a pelo, per essere precisi.»

Infilò una mano nella tasca della salopette e tirò fuori una confezione di tabacco. Ripper non riusciva a vedere la marca, ma se avesse dovuto scommettere un soldino bucato avrebbe puntato su una confezione di American Spirit. Red tirò fuori le cartine e prese a rollarsi una sigaretta.

«Al Capoccia non piace che si fumi. Ma che può farmi una sigaretta, dico io, o un pacchetto, o cento pacchetti? E poi devo pur passare il tempo mentre aspetto che decida dove sbarcarmi.»

Dispose il tabacco all'interno della cartina. Mentre livellava il mucchietto, la lingua sbucò fuori come un serpente dalla sua tana e si allungò fin quasi a toccare il naso. Arrotolò la cartina e aggiunse un filtro. Quando ebbe finito, la lingua tornò a rintanarsi scivolando all'interno delle labbra sottili.

«Là! Un bel bastoncino di cancro pronto per l'uso.» Gracchiò una risata.

«Red», chiamò Ripper.

«Dimmi tutto, ragazzone.»

«Perché sono qui?»

Il sorriso sul volto di Red scivolò via come acqua in un condotto di scolo. «Se vai alla fattoria ti farai uccidere. Non voglio che tu finisca con un coltello in gola come è successo a me.»

«È questo che ti hanno fatto?»

Red annuì.

«Chi?» proruppe Ripper. «Dimmi chi è stato.»

«Ha importanza?»

«Ryder? È stato quel pezzo di...»

«Sapevi che avevo un figlio?» disse Red di punto in bianco.

Ripper sentì gli invisibili muscoli del viso tendersi per lo stupore. Red gli restituì un sorriso amaro, intriso di una tale malinconia che Ripper ebbe per un attimo paura che a guardarlo troppo a lungo gli si sarebbe spaccato il cuore.

«Si chiamava Louis. Aveva i miei occhi e il sorriso di sua madre. Quando rideva, era come se la luce di Dio si riversasse sulla Terra.»

Non aveva mai sentito Red esprimersi in quel modo. Era un po' come se qualcuno gli avesse fatto un incantesimo, o qualcosa del genere. E poi sembrava cinto da un alone mistico: qualcosa di etereo, invisibile ma reale. Nella mente di Ripper si affacciò un pensiero.

Sto parlando con l'anima di Red.

La cosa non lo turbò.

«Sua madre se ne andò quando ero ancora con gli Skulls», continuò Red. «Era stanca di vivere come una nomade e non voleva avere più niente a che fare con dei criminali. Non posso biasimarla. Provò a portare via Louis ma non glielo permisi. Una notte mi svegliai ubriaco, con un cantiere in costruzione nella testa, e li trovai tutti imbacuccati, valigie al seguito come se partissero per una vacanza, e la pestai.»

Si portò la sigaretta alle labbra e si infilò una mano nella tasca della salopette, alla ricerca di qualcosa. Un'ombra passò sul suo viso.

«Hai da accendere?»

Ripper si portò una mano invisibile al petto prima di ricordarsi che non c'era alcun corpo.

«Ti danno tutto il companatico e neanche un fiammifero», si lamentò Red. «Il Vecchio Barbuto ha un senso dell'umorismo tutto Suo. Si starà spaccando in due dal ridere a vedere come mi danno l'anima.»

Mise da parte la sigaretta.

«Dopo che le ebbi spaccato il naso se ne andò e non la rividi mai più. Quando mi ripresi dalla sbronza e compresi la situazione, mi prese il panico. Ero solo e con un bambino al quale badare, così feci la cosa più semplice: me ne liberai. Una notte lo lasciai su una piazzola di sosta. Ero ubriaco perso. Guidai per miglia nel deserto, con lui dietro che teneva le sue manine strette al mio giubbotto. Accostai e gli dissi di scendere. Ricordo ancora la faccia che aveva.»

Una lacrima sgorgò furtiva e rotolò giù per la guancia di Red.

«Non dimenticherò mai quegli occhi grandi e spaventati. Mi guardava senza fiatare, ma i suoi occhi parlavano e ne dicevano di cose.»

«Che ne è stato di lui?» chiese Ripper. La domanda gli uscì in un sussurro che tuttavia Red udì.

«Qualche ora dopo, un po' più lucido, tornai a cercarlo, ma quando arrivai alla piazzola di sosta non c'era più. Non so se un'auto di passaggio l'abbia tirato su e portato nella più vicina città o se un qualche pervertito l'abbia caricato sul suo furgone per stuprarlo e gettarlo nel deserto come un sacco dell'immondizia. Ed è il non sapere che più di ogni altra cosa mi tormenta. O meglio, mi tormentava.»

L'utilizzo del verbo al passato non sfuggì a Ripper, che ancora una volta non provò alcuna paura nel ricordare che stava parlando all'anima di Red.

«Mi sono portato dentro questo peso per tutta la vita, come una macchia sul fondo dell'anima. La stessa anima che il Vecchio Barbuto sta esaminando adesso, mentre io e te parliamo.»

Ripper immaginò un omone con una barba lunga e bianca, chino su un tavolo con una lente di ingrandimento nella manona callosa, intento a cercare una macchia di sporco su un corpo diafano.

«Poi ti ho incontrato e non so se quella testa matta che muove i fili delle nostre esistenze abbia voluto farmi un regalo, ma so che mentre ero con te su quella moto, a sfidare il mondo come facevo una volta, il peso nel petto sembrava leggero come un palloncino.»

Ripper sentì un brivido calda percorrergli il corpo, anche se non avrebbe saputo dire come fosse possibile visto che non c'era nessun corpo.

«Tu mi hai tirato fuori dalla tomba nella quale mi ero ficcato e mi hai restituito alla vita, e ora voglio ricambiare il favore: non raggiungere quella fattoria. So cosa Ryder ha in serbo per te e credimi, non ce la farai.»

«Non preoccuparti per me, ho spalle larghe.»

«Maledizione, vuoi starmi a sentire?» proruppe Red e il cielo si schiarì la gola. «Se vai in quel posto fai il suo gioco. Ormai io sono andato e tu non hai più ragioni per ficcarti in questo casino.»

«E la vendetta? Come ti suona?»

«Abbassa la voce, ragazzo», mormorò Red, sporgendosi dalla sedia per guardare il cielo. «Al Vecchio non piace quella parola. Lo fa schizzare fuori dai gangheri peggio che il rosso a un toro.»

«Ryder non può passarla liscia.»

«Ricordi quello che ho detto a proposito dei vecchi rancori? Ti uccidono lentamente, come un cancro. E non puoi combatterli perché sarebbe come combattere contro i mulini a vento, come quel tale della Mancia.»

«Non so di che stai parlando.»

«Non ne sono sicuro nemmeno io. Da quando sono sbarcato qui è come se la mia mente si fosse aperta per abbracciare tutto il Creato. So il doppio delle cose che sapevo prima e anche qualcosa in più, e mi saltano su ricordi che la mia mente aveva seppellito sotto gli strati della coscienza. Ho davanti agli occhi l'immagine di mia madre che mi solleva dalla culla e mi canta una ninna nanna, ed è talmente nitida da indurmi a credere che sia successo solo ieri.»

Scosse il capo e un sorriso dolente gli stirò le labbra.

«Red, come faccio a uscire di qui?» chiese Ripper.

«Devi rifare la strada al contrario. Facile come respirare.»

Ripper ruotò su se stesso. Alle sue spalle c'era la strada che correva fuori da Chesterville, ma era sfocata e tremolante come se un velo di calura estiva si fosse messo tra lui e l'unica via d'uscita.

«Devi solo camminare attraverso la barriera che separa questo mondo dal tuo.»

Ripper fluttuò verso la barriera tremolante.

«Ragazzone.» Ripper si voltò. «Come posso convincerti a non avvicinarti a quella fattoria?»

«Non puoi.»

«Lo sospettavo. Hai la testa più dura del cemento. Ma permettimi almeno di darti un consiglio: quando le cose si metteranno male, e intendo male sul serio, non fuggire sulla strada. È lì che succederà.»

Il cielo brontolò come ad ammonire Red.

«Che deve succedere?» chiese Ripper e Red sorrise. «Mi uccideranno, non è così?»

«Mi sono già sbottonato troppo. Ricorda solo di non mettere piede sulla strada qualunque cosa accada, anche se dovesse sembrarti l'unica cosa sensata.»

«Me lo ricorderò.»

Red annuì soddisfatto. «Ora è meglio che te ne vada. Il Vecchio sembra incavolato.» Alzò l'indice a indicare il cielo plumbeo e luminoso. «Forse non avrei dovuto dirti quell'ultima cosa.»

«Avrai grosse grane?»

Red rise come se avesse appena sentito il finale di una barzelletta particolarmente spassosa.

«Sono sospeso tra due mondi, come un pacco postale che il Vecchio non sa se spedire nel giardino sopra le nuvole o nel calderone fumante dabbasso, e non posso neanche fumarmi una sigaretta per ingannare l'attesa.»

Aprì le braccia con i palmi rivolti all'in su, come a dire: non ti sembra che basti? e sorrise.

«Ci rivedremo?» chiese Ripper.

«Forse nei sogni. O magari tra un anno, dieci, o venti, o forse mai, chi può dirlo. Sta al Vecchio Barbuto. Tu ricordati di stare lontano dalla strada che passa davanti a quella fattoria e domattina vedrai sorgere il sole.»

Il cielo si schiarì di nuovo la gola.

«E piantala!» sbraitò Red rivolgendosi al cielo. «Se non volevi che glielo dicessi non dovevi mandarlo qui!» Si rivolse quindi a Ripper. «Ora devi proprio andare. Il tuo tempo sta per scadere e quando si esaurirà potresti non ritrovare la strada.»

«Addio, Red», disse Ripper e sentì calde lacrime rigargli guance incorporee.

«Addio, ragazzone. Sono certo che un giorno ci rivedremo. Nel frattempo tieni occhi e orecchie ben aperti. E stai lontano dai guai.»

«Ci proverò.»

Red gli sorrise.

Ripper fluttuò verso la barriera. Oltre questa vedeva il cartello tremolante che recitava: STATE LASCIANDO CHESTERVILLE. Si fermò a un passo dalla parete tremolante e allungò una mano incorporea. Percepì un leggero formicolio alle dita. Guardò meglio e si accorse che riusciva a vedere la propria mano. Tremolava oltre la barriera come se l'avesse immersa nell'acqua. La tirò via e quella sparì gradualmente asieme al formicolio. Si girò per un ultimo saluto, ma la sedia a dondolo era vuota. Oscillava descrivendo brevi archi, in un moto che sembrava senza fine.

Il Vecchio Barbuto avrà deciso dove sbarcarlo, pensò Ripper.

Tornò a guardare la barriera. Gli parve che ora non tremolasse più come prima. Le parole di Red gli risuonarono in testa: potresti non essere in grado di ritrovare la strada.

Senza indugiare oltre, Ripper attraversò la barriera.


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