Prologo
Sentiva la forza dentro di sé. L'energia scorreva in quelle che erano le sue vene, anche se non assomigliavano all'anatomia umana. Ricordavano più canali dismessi di una qualche città fantasma. Si guardò nello specchio d'acqua che era ai suoi piedi. Le pupille delle fosse che aveva al posto degli occhi si erano dilatate fino a coprire ogni centimetro di bianco, così che il suo sguardo fosse nero come la sua anima.
Il potere stava tornando, poteva sentirlo saziare la fame che lo aveva perseguitato per quei vent'anni.
La reclusione nelle tenebre non aveva fatto altro che far aumentare l'odio, che ora costituiva la maggior parte del suo essere.
Era una creatura fatta d'odio, di odio puro, primordiale, l'odio del peccato capitale, l'odio sprigionato dalla mela di Eva, dolce, che condusse l'uomo in un baratro di sofferenza e fatica perenni, infinite.
Godendo solo della sua potenza, perché una creatura fatta d'odio non poteva essere felice, si esibì nella cosa più vicina ad un sorriso che fosse in grado di produrre.
In tutta la sua macabra magnificenza pronunciò le parole faditiche, quelle che tutti temevano, quelle che aveva aspettato con pazienza in quel ventennio, quelle che aveva bramato con tutto il cuore, che non era un cuore ma peccato allo stato solido:
"È giunto il momento."
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top