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Emerald si svegliò alle sei del mattino con la suoneria del telefono talmente alta da poter far alzare un intero reggimento.
Dopo che si fu preparata salutò suo fratello e sua madre ed uscì di casa accompagnata da Alexander.

Dopo mezz'ora arrivarono alla stazione dei treni.

- Dunque... il nostro treno dovrebbe essere... oddio dov'è ah, ecco! - esclamò il padre quando ebbe individuato il binario 9.

Salirono a bordo quando ormai mancava un quarto d'ora alle sette. Quindici minuti ed il treno sarebbe partito.

Si sistemarono in una nicchia formata da quattro poltroncine, con in mezzo un tavolino. Dopo qualche minuto la carrozza si stava già riempendo di persone e due passeggeri si sistemarono davanti ad Emerald e suo padre.

Erano un signore ed un ragazzo. Forse padre e figlio. Il fatto era che non si somigliavano per niente.
L'uomo era sulla quarantina, pelle abbronzata, capelli color mogano e occhi ancor più scuri. Superava il ragazzo di qualche centimetro. Quest'ultimo invece aveva i capelli di un biondo acceso e li portava lunghi fino alle orecchie. I suoi occhi che sembravano di ghiaccio, tanto erano chiari. Emerald pensò che fosse carino.

Avevano entrambi un'aria amichevole.

- Emerald, mi stai ascoltando? - le chiese il padre.

- No, no scusa, non ti ho sentito. Dicevi?

- Ti stavo spiegando cosa dovrai fare una volta scesa a Bologna. Dunque, quando arriveremo, ti accompagnerò verso il punto... lo sai no...

- Verso la portavolante?

Le portevolanti erano dei portali interdimensionali che trasportavano i Manganeui da un posto all'altro. Questi portali però potevano essere aperti solo da Manganeui adulti.

- Zitta! Non dirlo ad alta voce, qualcuno potrebbe...

- Anche voi diretti al Collegio? - a parlare era stato il signore seduto davanti a loro. Aveva un leggero accento spagnolo. - Sì, già, anche noi stiamo... già. - farfugliò il padre di Emerald - Io sono Alexander Shylock. E lei è mia figlia, Emerald. - disse infine porgendo la mano all'uomo.

- Piacere, sono Jorge Desarmado. - rispose sorridendo.

- Io mi chiamo Raphael - aggiunse il ragazzo facendo un cenno.

Emerald scoprì che i due erano Iberici e Raphael aveva la sua stessa età. I due vivevano a Firenze per lavoro e Raphael aveva una sorella più grande di un anno che frequentava già il Collegio.

- Oh. E come mai non è venuta anche lei? - chiese incuriosita.

- Gli studenti degli altri anni hanno altri modi di arrivare al Collegio. Passano da altre portevolanti. Altrimenti sai che ingorgo? - rispose il signor Desarmado ridacchiando.

Passarono il viaggio a chiacchierare e quando arrivarono a Bologna decisero di proseguire insieme verso la portavolante. Ad Emerald piaceva molto Bologna.
Adorava soprattutto le tipiche case rosse. Dalla stazione arrivarono fino alla basilica di San Pietro. Una volta arrivati davanti alla chiesa, i quattro svoltarono per un vicoletto non affollato.
Si fermarono davanti ad una parete ed Alexander ci appoggiò un dito.

La parete da solida, iniziò a diventare di una consistenza liquida. Si potevano vedere i mattoni ondeggiare come se fossero acqua.

- D'accordo ragazzi. Da qui dovrete proseguire da soli. - disse il padre di Em - Uscendo dalla portavolante dovreste ritrovarvi nei pressi del Monte Bianco. Vi suggerisco di infilarvi almeno una felpa. Dovreste trovare subito un guardiano ad accogliervi. Nel caso voi non lo trovaste dovrete aspettare nella baita che se non mi sbaglio dista pochi metri dall'uscita della portavolante.

I due annuirono ed afferrarono una felpa dalle rispettive valigie. Emerald salutò il padre.

- Fa' attenzione, capito? - le disse lui mentre la stava abbracciando. - Tieni gli occhi aperti. Ed ogni tanto dai uno sguardo al ciondolo.

- D'accordo. Ciao papà.

Emerald si diresse verso il punto in cui i mattoni sembravano fatti di gelatina. Raphael la stava aspettando. Em si infilò il suo zainetto ed afferrò la sua valigia.

- Ehm... chi va per primo? - chiese il ragazzo - sarei tentato di dirti "prima le signore" ma non so quanto possa essere galante in questa situazione.
Emerald sorrise.

- Vado io - disse infine la ragazza. Si girò sorridendo al padre e subito dopo fece un passo in avanti per entrare nella portavolante.

La sensazione fu strana. Era come essere risucchiati da una massa informe e gelatinosa. Passarono due secondi durante i quali Em ebbe questa sensazione. Dopodiché venne buttata fuori con violenza dalla gelatina di mattoni.

Era sbucata da una roccia alta una decina di metri.

La portavolante l'aveva scaraventata a terra. Si alzò un po' dolorante, maledicendo i portali e chi li avesse inventati.
Dopo poco sentì un rumore simile a quello di un sasso che cade nell'acqua. Si girò e vide Raphael dove un minuto prima c'era lei.

- Che modo schifoso di viaggiare! Rapido, ma schifoso! - esclamò lui poco dopo.
Dato che nessuno si era ancora fatto vivo si diressero verso una baita che distava una ventina dalla roccia da cui erano usciti.
Fuori il clima era rigido. Erano circondati da distese di neve. Entrando nella baita furono invasi da una ventata d'aria calda ed entrambi si sentirono rinvenire.

Dentro l'edificio c'erano già una ventina di persone. O meglio, di studenti del primo anno. Alcuni avevano tratti orientali, altri capelli rossi, altri erano di un biondo quasi bianco.

Raphael ed Emerald si sedettero su delle poltroncine vicine ad una portafinestra. Da lì si poteva ammirare il paesaggio che era assolutamente mozzafiato. Distese di neve ricoprivano le montagne che circondavano l'altopiano dove si trovava la baita. Quella visione dava pace. Sembrava di essere in una valle incantata.

- Cosa ha detto?! - si sentì esclamare ad un tratto. La voce aveva un forte accento russo.

- Ho solo detto che i viaggi temporali di voi Slavi andrebbero monitorati maggiormente per evitare disastri come quello che è successo qualche giorno fa a Dublino. - puntualizzò una voce con tono saccente.

Emerald si girò per osservare la scena, come tutti i presenti del resto.

- E voi Figli d'Acero di miei stivali dovrebbe monitorare parole che dice. - ribatté furioso un ragazzo biondo.

- Per questo noi siamo ritenuti da tutti i più saggi. Non ci abbassiamo a sparare minacce a destra e a manca. - rispose un ragazzo dai capelli castani e gli occhi blu.

- Il fatto che voi sappiate sempre qual è la cosa giusta da fare, non vi impedisce certo di tenervela per voi. Soprattutto quando la vostra opinione è fuori luogo. - a parlare era stata una ragazza dai tratti orientali, una Indo, molto probabilmente.

- Ecco un'altra Tribù che andrebbe monitorata attentamente. Voi Indo rischiate di mandare in falla i sistemi operativi dello stato per colpa delle vostre predizioni poco esatte. - considerò il ragazzo castano.

Da quel momento Emerald non ci capì più nulla. Infatti dopo quelle parole era scoppiato un putiferio. Chi urlava, chi tratteneva qualcuno dal picchiare qualcun altro. Em guardò Raphael che aveva la faccia di uno che si stava divertendo e non poco.

- Cos'hai da ridere? - gli chiese confusa Emerald.

- È appena scoppiato un putiferio. E non siamo nemmeno arrivati a scuola! Non voglio immaginare che succede nei corridoi del Collegio. - rispose lui sempre più divertito. Emerald si limitò a lanciarli un'occhiata divertita. Voleva dirgli che sicuramente i litigi non sarebbero stati ammessi al Collegio, ma non le fu possibile.

Un fischio lacerò l'aria. Era talmente acuto che Em fu costretta a mettersi le mani sulle orecchie per paura che le si rompessero i timpani.

- Non posso assentarmi cinque minuti! Cinque minuti e scoppia una rissa! - urlò un uomo sulla sessantina. Aveva pochi capelli e quelli che gli erano rimasti erano grigi.

- Voi! Che stavate facendo?! - gridò ancora verso il ragazzo biondo e quello castano, intenti a darsele di santa ragione.

- Lui ha iniziato! - esclamo quello dall'accento russo.

- Uno Slavo eh? Strano. E tu? Cosa sei? - fece l'uomo.

- Un Figlio d'Acero, signore. - rispose l'altro ragazzo.

- Figlio d'Acero! Come mai non sono sorpreso? Ma possibile che ci siate sempre voi in mezzo?! - iniziò l'uomo dando di matto.

- Questa si chiama discriminazione, signore. - ribatté offeso il castano.

- NO! SI CHIAMA CONSTATARE LA REALTÀ! - sbottò furioso l'uomo. - Ora, ricomponetevi. Disgraziati. Io sono Joyce Grendel. Sono uno dei guardiani. "Cosa sono i guardiani?", vi starete chiedendo. Ed anche se non ve lo state chiedendo mi ascolterete, non mi interessa. Ehi, tu! Rosso! Si, proprio tu! Afferato il concetto ragazzo? Bene allora chiudi il becco! Vale per tutti! Zitti!

- Un tesoro. - sussurrò Raphael facendo ridere Em.

- Chi sta ridendo? Ehi dolcezza vedi di smetterla! - gridò l'uomo ad Emerald. Perfetto, ora si sarebbe sorbita una ramanzina da parte di un pazzo isterico. - Come ti chiami? - le chiese l'uomo.

- Emerald. Emerald Shylock.

- Aspetta, aspetta. Shylock? Tuo padre è Alexander Shylock? - chiese con un improvviso sorriso in volto.

- S-sì. - balbettò lei.

- Adoravo quel ragazzo! Dimmi come sta? - disse sorridendole sempre di più.

- Ehm... bene. - rispose lei sempre più confusa. - Bene! Sono proprio felice! Quando lo risenti salutamelo! - esclamò prima di proseguire la sua spiegazione.

- Bel colpo! - le sussurrò nell'orecchio Raphael

- Dunque! Dicevo... ah già! Noi guardiani siamo un po' come i bidelli dei Normali. Solo che noi abbiamo anche il potere che voi studenti temete di più! Quello di mettervi in punizione, se necessario. Quindi vedete di rigare dritto! Ora ci recheremo alla portavolante che ci trasporterà nel Mondo Sotterraneo. Mettetevi in fila! A coppie! - concluse dopo qualche altro rimprovero.

Emerald afferrò il braccio di Raphael, raccomandandogli di non lasciarla in pasto a qualche Figlio d'Acero, facendolo ridere per la sua faccia terrorizzata.

Quando uscirono iniziarono a seguire un sentierino che si vedeva a fatica per colpa della neve. Em chiuse subito la zip alla sua felpa. Moriva di freddo. I bagagli dei ragazzi erano stati lasciati nella baita, infatti sarebbero stati portati dai guardiani nel Collegio. Dopo un centinaio di metri entrarono in una grotta rocciosa. Se fuori faceva freddo, dentro a quel posto si gelava. Proseguirono per altri trenta metri circa, dopodiché il guardiano fermò la fila. - Stiamo per entrare nel Mondo Sotterraneo. Una volta dall'altra parte mi aspetterete, senza risse! Quando ci incammineremo non perdetemi di vista, non mi va di passare il pomeriggio a cercare voi mocciosetti con poco senso dell'orientamento e ancora meno furbizia. Chiaro?!

Quando si alzò un coro di svogliati "sì" Joyce toccò un punto sulla pietra, che per magia iniziò ad ondeggiare come gelatina. Il guardiano mandava nel portale uno studente alla volta, scaglionando le loro partenze. Arrivò il turno di Emerald che dopo aver aspettato dieci secondi circa venne letteralmente spinta nella portavolante. Due secondi di roccia-gelatina. Atterraggio sul fondoschiena ancora dolorante dalla prima portavolante.

Emerald si mise in piedi. Alzò lo sguardo. Quello che si stagliava davanti a lei era il Mondo Sotterraneo. Ed era meraviglioso.

****

Tan taaaaaaan.

Emerald è arrivata nel Mondo Sotterraneo!
E adesso? Che succederà? Come sarà il Collegio?

Grazie a BlackWellStudios per aver aggiunto la mia storia al suo elenco di lettura!

Nuova copertina realizzata da huntingmyshadows

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