CAPITOLO 23
Castello di Rheinsberg
Land Brandeburgo
23
Il nucleo più antico della biblioteca del castello in realtà altro non era che un enorme salone di sette metri per sette completamente in pietra, dalla volta a botte con travi di legno intervallate da mattoni in cotto e vecchie librerie in legno ai quattro lati delle pareti. Tutte stracolme di volumi di ogni genere ordinatamente catalogati per anno e genere. Si passava dalla letteratura, alla poesia, dalla matematica all'astronomia senza tralasciare l'arte e la musica.
Trovare ciò che la Sentinella gli aveva detto si stava rivelando un'impresa più ardua del previsto. Karl guardò per l'ennesima volta l'orologio constando con disappunto che erano già passate quasi due ore senza che lui fosse venuto a capo di nulla.
Per di più là sotto i cellulari non prendevano, per cui non solo non poteva fare ricerche on line, ma non poteva avere neppure notizie dal suo uomo a proposito della faccenda Labouche.
Strinse i denti cercando di concentrarsi. La soluzione era in uno di quelle centinaia di libri. Ma quale? La poesia che il vecchio aveva recitato era la chiave, ne era più che certo, ma lui non sapeva assolutamente a cosa diavolo si riferisse. O chi mai l'avesse scritta.
Si poggiò a una delle pareti con la schiena indolenzita. Sarebbe anche potuto uscire e controllare con il telefono quelle strane parole, ma aveva l'impressione che non gli sarebbe stata concessa una seconda possibilità. Se lui fosse stato veramente mandato da Dönitz avrebbe dovuto sapere dove cercare e se non avesse trovato la soluzione la Sentinella avrebbe mangiato la foglia e preso provvedimenti.
No, doveva riuscirci. Aveva sempre vinto tutte le sfide della sua vita, anche stavolta non sarebbe stato da meno.
Aveva già controllato tutti i titoli dei volumi delle prime due librerie, ma non aveva trovato niente che potesse indirizzarlo verso la soluzione, anche perché, non avendo idea del significato di quelle strane parole, non sapeva bene nemmeno dove o cosa cercare. Verificare i volumi gli era sembrata all'inizio la soluzione più ovvia, ma adesso cominciava sul serio a dubitare di aver fatto la scelta giusta.
Rimanevano ancora due librerie, ma stavolta decise di optare per un'altra strada. Forse l'indizio si trovava nascosto da qualche parte nelle pareti, negli spazi vuoti tra un mobile e l'altro. Si mosse allora rapido partendo da quella accanto alla porta e si mosse lungo tutto il perimetro. Controllò, animato da nuova speranza, ogni singola pietra libera, ma senza risultato.
Frustrato sbatté un pugno sul muro e sulla libreria più vicina facendo cadere a terra un paio di volumi.
Stava perdendo la calma e questo non era un buon segno. Ripensò al nonno, a quante volte doveva essersi sentito sconfitto durante la traversata dell'Europa e al confronto si sentì piccolo.
Si massaggiò il polso indolenzito, poi si chinò e recuperò i due volumi da terra rimettendoli al loro posto. A quel punto, come a chiedere l'intercessione del nonno, alzò gli occhi verso l'alto fissando un punto al centro del soffitto, là dove s'incrociavano le due volte e per un attimo gli parve di vedere qualcosa fuori posto. Scosse la testa mettendo a fuoco quel punto e solo in quel momento si accorse che ciò che l'aveva attratto era in realtà una piccola targa in cui sembravano incise delle parole.
Da lontano non riusciva a leggerle per cui si guardò intorno per cercare un modo di avvicinarsi, ma in quella sala non c'erano sedie o scale di alcuno tipo.
Poi ebbe un'idea. Afferrò il cellulare e inquadrò la porzione del soffitto con al centro la targa. Aumentò lo zoom e scattò una foto. A quel punto aprì la galleria e mise a tutto schermo l'immagine appena salvata.
Un sorriso gli increspò le labbra. Grazie nonno, mormorò mentre fissava la scritta che campeggiava al centro della foto.
Si trattava della stessa poesia recitata dalla Sentinella, ma con un piccolo particolare in più, il nome dell'autore e il titolo.
IF di Joseph Rudyard Kipling - 1895
Senza perdere altro tempo tornò verso le librerie soffermandosi sulla terza, quella che raccoglieva i volumi dal 1700 al 1900. Li controllò a uno a uno fino a quando non vide un titolo che lo costrinse a bloccarsi.
Vita e opere del fratello massone Joseph Rudyard Kipling
Lo prese e lo aprì cercando i riferimenti al titolo della poesia. Non faticò a trovarla. La lesse tutta rendendosi subito conto che il brano recitato dalla Sentinella era un mix di alcune delle più significative frasi di quel poema.
Si mise a sedere sul freddo pavimento di pietra, ragionando, in cerca dell'indizio racchiuso in quel volume, la mente avvolta da un turbinio di pensieri. Gli occhi gli caddero sulle prime frasi.
Se riuscirai a mantenere la calma quando tutti intorno a te la perdono, se riuscirai ad avere fiducia in te quando tutti ne dubitano...
Sembrava quasi un monito nei suoi confronti, un avvertimento a non mollare. Pensò a Kipling e al fatto che era stato un massone importante, poi a Dönitz che a quanto pareva lo era stato altrettanto, e infine a tutte le storie di suo padre. Tutto sembrò trovare una collocazione nella sua testa e così decise di seguire il suo istinto. Sfogliò le pagine del volume che aveva fra le mani in cerca della biografia dell'autore, là dove si parlava della sua appartenenza alle logge massoniche.
«...Kipling fece il suo ingresso in Massoneria nel 1886, nella Loggia Hope and Perseverance N° 782 di Lahore, Punjab, loggia che poi rese celebre con la poesia Mother Lodge apparsa in The Seven Seas nel 1896. Fu iniziato da un maestro venerabile indù, promosso compagno da un musulmano ed elevato al grado di maestro da un inglese. In seguito, si affiliò alla Loggia Philantropy N° 391 di Allahabad nel Bengala, poi, una volta stabilitosi in pianta stabile in Inghilterra, fu fondatore delle logge Builders of the Silent Cities N° 4948 e Author's N° 3456. Nel 1918 fu laureato Poeta dalla antichissima Loggia Canongate Kilwinning di Edimburgo che nel 1787 aveva attribuito lo stesso onore al poeta scozzese Robert Burns, anch'egli massone...»
Si fermò di colpo. Qualcosa attrasse la sua attenzione tanto da farlo smettere di leggere e spostare lo sguardo verso il fondo della pagina là dove accanto alla scritta Loggia Canongate campeggiava in rilievo uno stemma in bianco e nero.
L'osservò attentamente cercando di riflettere su dove avesse già notato una figura simile. Poi gli venne in mente. Era lo stesso simbolo riprodotto in fondo alla pagina in cui aveva letto la traduzione della poesia IF.
Non può essere un caso...
Sfogliò il volume fino a tornare al punto in questione notando, stavolta, come il logo della Loggia non fosse stato stampato come l'altro, ma bensì disegnato a mano, proprio come se qualcuno lo avesse voluto aggiungere di proposito.
Dönitz! Chi altro?
Si alzò in piedi. Afferrò di nuovo il cellulare e scattò un paio di fotografie rimanendo per un momento a fissare quel simbolo con i suoi occhi di ghiaccio, poi richiuse il libro e lo rimise al suo posto nella libreria.
Il suo compito lì era finito. Adesso sapeva esattamente quale sarebbe stata la sua prossima tappa.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top