CAPITOLO 2
Il mio stomaco brontola da ore, darei la mano destra per entrare indisturbato nei loro negozi ogni volta che voglio, percepire la fragranza degli impasti con le dita, inalare l'armonia degli ingredienti, godere di ogni boccone a sazietà; le campane mi avvertono che sono già le due.
Metto sul letto i sacchetti che ho trovato accanto al cassonetto dei vestiti usati la notte scorsa.
«Per le questioni economiche può parlare direttamente con la mia segretaria. Si mi occuperò del suo caso personalmente. Certo capisco la sua situazione, merita il meglio che la mia agenzia abbia a disposizione.»
Oggi scoprirò se è vero che i reggiseni imbottiti tengono caldo, quanto sono caduto in basso!
«Posso darle qualche buono omaggio per provare le nostre specialità natalizie.»
Vorrei tanto conoscere la ragazza a cui appartenevano questi vestiti, già sento di amarla.
Non posso presentarmi da una cliente con un maglione rosa pieno di cuoricini luccicanti, e neppure restare con il cappotto per tutto il tempo, morirei di caldo.
«Debora lei è stata molto precisa, ho un quadro completo della sua situazione, se per lei va bene, questa notte farò un sopralluogo. Si la chiamerò appena avrò delle novità, d'accordo. Sì di sicuro nei prossimi giorni, le saprò dire qualcosa di più. Anche nel cuore della notte va bene, va bene. L'indirizzo del negozio in cui lavora suo marito? Ok fantastico, ci aggiorniamo.»
Stendo i panni davanti ai tubi del riscaldamento dei piani sopra al mio, se i vicini non sono andati in ferie, tra qualche ora i primi vestiti saranno asciutti.
Non posso indossare anche la gonna, morirei congelato; scarponi fucsia? Li userò al posto degli altri, almeno questi non sono due modelli diversi.
Svuoto le bottiglie e ne ricavo quasi un bicchiere pieno, il foglio sul tavolo dice che Danilo ormai deve darmi quasi due milioni di euro, Giuseppe poco più di uno, Mattia un milione e mezzo e Simone mi deve...
Se potessero pagarmi veramente potrei riavere buona parte dei soldi che ho perso a questo gioco infernale; vinco solo quando giochiamo soldi che nessuno di noi avrà mai, bevo alla vostra salute amici miei.
Prendo le ultime fette biscottate monodose, sono le mie preferite, Simone è un Angelo a portarmele ogni settimana, se non fosse per il suo lavoro nella bettola in fondo alla strada, spesso non saprei cosa mangiare; chissà tra quanto tempo riuscirà a trasformarsi da lavapiatti a proprietario, con tutti i soldi che mi deve non avrò più problemi per pranzare.
Poggio una tazza di acqua calda, quattro fette biscottate nel tavolo accanto al cavalletto illuminato dalla luce della finestra.
Una nuova storia, una tela bianca, il pennello posa i primi tratti, la mano prende vita, le composizioni di Mozart, sul mio vecchio giradischi, riempiono la stanza e la tela prende vita.
Due fiere catene montuose costeggiano la valle sottostante; una completamente ricoperta di alberi, sull'altra domina un grande ghiacciaio.
Le montagne partono dai lati di un grande fiume, il quale improvvisamente si getta nel vuoto da più di un chilometro; la possente cascata, divisa a metà dall'imponente entrata di una caverna alta una decina di metri.
I due impetuosi torrenti costeggiano le montagne, continuano ad allungarsi ben oltre l'orizzonte.
Tre rintocchi, è notte fonda, come ogni volta che ho un nuovo caso, cresce in me il desiderio di dipingere e le ore volano; la luce del lampione da un tocco spettrale alla mia opera.
Mi attorciglio una ciocca di capelli, rimango sempre affascinato da cosa può nascere, mischiando dei colori su una tela, e di quanti dettagli sia in grado di aggiungere.
Metto i pantaloni, afferro una manciata di campioncini di maionese e li metto dentro l'ultimo sacco di grissini rimasti dentro la madia; indosso il mio pesante cappotto nero e esco.
Già da qualche giorno per le strade sono sbocciate una moltitudine di luci colorate e questo mi mette di buon umore.
Potrei arrivare a piedi fino al laboratorio di Lachi in un'oretta, camminare mi rilassa, in macchina però, posso essere invisibile.
La "Gigia" si mette in moto al primo colpo; e dopo pochi minuti sono sul posto, faccio un giro intorno alla zona e dall'altra parte del viale alberato, vedo un lampione fulminato, il luogo perfetto dove posteggiare.
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