Capitolo 53

Resto sdraiata a fissare il soffitto anche quando vedo la luce entrare dalla finestra, anche quando sento i rumori fuori la porta, e nessuno si azzarda a bussare o entrare, così continuo a non muovermi finché non sento Noah svegliarsi.
Mi giro verso di lui, sdraiato su un letto decisamente troppo piccolo, mentre allontana disgustato dal suo viso Balto che cerca di leccarlo.
Sorrido alla scena e mi alzo mettendo da parte ciò che è successo ieri sera, ricordandomi che Noah non sa nulla, e non ha bisogno di sapere.
“Buongiorno” Dico ridendo, Balto corre verso di me facendo le feste.
Noah sta bene, io sto bene, siamo insieme. È tutto ciò che conta.
“Non dobbiamo essere gentili tra noi solo perché il mondo sta finendo” Dice Noah alzandosi “Sei pur sempre mia sorella” fa una faccia schifata facendomi ridere.
Poi torno seria “Noah.... Stavo pensando che quando la situazione sarà un po’ più tranquilla potremmo tornare a casa per controllare le cose di mamma” Finiamo la frase insieme. Lo guardo sorpresa “Ci stavo pensando anch’io” Annuisco ed esco dalla stanza per farlo cambiare. Vado verso il bagno per darmi una rinfrescata ma proprio quando sto per bussare la porta si spalanca finendo dritta sulla mia faccia.
Indietreggio gemendo portandomi una mano sul naso dolorante.
“Oh mio Dio scusami!” Dice Carter avvicinandosi. Si china per essere alla mia altezza e io sbatto gli occhi che mi stanno lacrimando “Mi dispiace tanto, stai bene?” Chiede guardandomi il naso preoccupato. Annuisco strizzando gli occhi “Si, alla grande” Dico portandomi la mano al viso un’altra volta.
Poi mi rendo conto che è la prima volta che parlo con Carter da quando mi hanno rapita e mi sento in colpa per non avergli chiesto nulla.
Mi guardo intorno, ci siamo solo noi ma non voglio che gli altri sentano. Lo spingo dentro il bagno e chiudo la porta alle nostre spalle ignorando la sua occhiata confusa.
Solo ora mi rendo conto che è senza maglietta e arrossisco violentemente costringendomi a tenere lo sguardo sul suo viso.
“Stai bene?” Gli chiedo “Dove ti hanno portato in questi giorni?” Dico cercando di essere disinvolta, nel frattempo mi sciacquo la faccia, più per sperare di rinfrescarmi e mandare via il rossore che per altro.
“Si sto bene” Comincia leggermente sorpreso “Sono rimasto a casa loro con Balto, hanno detto che non ero in pericolo visto che nessuno sapeva di me, ma loro erano quasi sempre via” Spiega “Quando hanno capito come liberarvi mi hanno portato con loro” Continua poi “Ero preoccupato” Dice facendomi girare verso di lui “Quando non ti ho trovata sono corso a svegliarli” Resto in silenzio non sapendo che dire.
Deglutisco “Grazie per esserti preso cura di Balto” E’ la cosa più intelligente che mi viene in mente, sorrido appena e lui ricambia anche se sembra essere improvvisamente triste.
“E tu?” Chiede “Come stai?” Sospiro “Sono stanca, e ancora scombussolata” Non ho avuto molto tempo per pensare a mia madre dopo ieri sera, ma anche se una parte di me sa che ha perfettamente senso, l’altra si rifiuta di accettare il fatto che mi ha mentito per tutta la vita.
Carter annuisce “E invece...come stai, sai, per ieri se-“ Lo interrompo “E’ tutto ok” Dico svelta. Mi ero completamente dimenticata che ha sentito la mia conversazione con Ethan, non so da quanto lui e Josh stavano ascoltando ma non ho il coraggio di chiederglielo “Sicura?” Insiste avvicinandosi. No, ma non glielo dico.
Annuisco sentendo improvvisamente voglia di andarmene, non voglio parlare di Ethan, non voglio nemmeno pensare a lui, né tanto meno voglio farlo con Carter.
“Forse dovremmo...” Inizio indicando la porta, Carter resta immobile per qualche secondo, poi annuisce e la apre uscendo, io lo seguo a ruota e quasi inciampo sui miei passi quando lo vedo.
Ethan è di fronte a noi e ci fissa con un’espressione indecifrabile.
Alterna lo sguardo da me a Carter, alla sua maglietta assente, poi di nuovo alla mia faccia che probabilmente è ancora rossa, e mi rendo conto di quanto tutto questo sia fraintendibile.
Per un solo secondo sento l’impulso di spiegare a Ethan che non è come pensa, ma mi blocco giusto in tempo.
Non gli devo nessuna spiegazione, che pensasse pure quello che vuole.
Carter sembra pensare lo stesso “Ciao” Dice superandolo e scendendo al piano di sotto. Ok forse ci ha preso più gusto del previsto.
Io rimango immobile, incapace di muovermi, ma non ci guardiamo.
Se doveva usare il bagno, se n’è dimenticato, perché si gira e torna nella stanza dove ha dormito.
Sospiro seguendo Carter di sotto.

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questo è il penultimo capitolo signori

cosa ne pensate?

-emme<3

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